Archive for the ‘Politica culturale’ category

Ussignur!

6 aprile 2015

Andrea Edoardo Paron lascia la poltrona soddisfatto: “Il progetto Jolis Coins è stato senza dubbio, tra le iniziative culturali di questi 5 anni, il più entusiasmante e il più qualificante…”. Con tutta la simpatia verso gli artisti locali che hanno donato un’opera da inserire in vari contesti urbani, definire il progetto, che per la sua complessità ha reso necessario l’intervento di una storica dell’arte, come l’inziativa culturale più qualificante, dà la misura sia del livello intellettivo del nostro ormai ex assessore alla Cultura del Comune di Aosta sia di quello della nostra Città. Immagino che per le telefonate e la difficile scelta del luogo dove posizionare le opere, la storica dell’arte abbia lavorato gratis.

Meno lettori?

23 marzo 2015

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Buongiorno,

Le scrivo perché ho avuto modo di visionare un dato statistico relativo alla Biblioteca regionale: è interessante notare come a partire da inizio anni 2000 (dopo una crescita costante dal 1996, anno di apertura della nuova sede) vi sia stato un calo costante dei prestiti di libri nella sezione adulti che a occhio pare essersi dimezzato negli ultimi 15 anni. In calo anche i prestiti della sezione ragazzi e della fonoteca. In aumento, se pure a fasi altalenanti, il prestito in videoteca. Penso sia comunque un dato interessante anche questo per “leggere” la realtà aostana/valdostana.

Niveaux differents!

10 marzo 2015

Due stili diversi, eppure dovremmo appartenere alla stessa cultura francofona. Invece, anche in questo caso, l’ispirazione originaria appartiene piuttosto all’omertà calabra che alla liberté francese. A Lavau, nella regione di Champagne è stata rinvenuta la tomba di un principe celtico. La notizia è divulgata sui media senza paura. Addirittura viene annunciata via Twitter dal primo ministro francese, Manuel Valls, che pubblicizza la straordinarietà dell’evento. Ad Aosta un’altra scoperta eccezionale subisce un opposto tipo di trattamento: i giornalisti non sono invitati alla visita dello scavo. Il Sovrintendente, Roberto Domaine, dice che gli scavi sono di compentenza della Coup srl, la partecipata voluta per seguire i lavori dell’ospedale nuovo (ma quale ampliamento!). Cos’è una partecipata se non un braccio (particolarmente agile) del corpaccione regionale che comprende più arti compresi quelli che riguardano i Beni culturali? Forse intendeva dire che la responsabilità della sicurezza è della società, fosse anche così che significa che i politici possono accedervi e i giornalisti no? Che dei primi non frega niente a nessuno? Vabbé pure i giornalisti non sono tanto amati. A parte le battutine, possibile che noi siamo capaci di complicare anche le cose più semplici? Possibile che il Presidente della Regione, Augusto Rollandin e l’Assessore all’Istruzione e Cultura Emily Rini “per permettere un’opportuna informazione e nell’ottica della massima trasparenza sugli scavi archeologici“, abbiano dovuto chiedere al geometra Paolo Giunti, amministratore della Società nominato dallo stesso Rollandin (ma che razza di giri si fanno questi qui!), la disponibilità per organizzare una visita apposita per i giornalisti? In che Paese siamo? Libia? Nord Corea? Cina?…Califfato?

Volare alto!

3 marzo 2015

Domenica al Forte di Bard. Coda. Si aspetta anche il tavolo per poter mangiare una zuppa della tradizione. Bene. Visito le tre mostre, tutte interessanti. Wildlife è addirittura presa d’assalto. Il Forte va forte. Mi fa piacere e mi chiedo se non fosse il caso di accorpare sotto un unico marchio le più importanti iniziative culturali della Regione. L’assessore alla Cultura, Emily Rini, dice che il suo assessorato non è una Spa e non deve fare cassa, ma cultura. Ha ragione, ma il suo compito si può svolgere con attività di promozione, di educazione e di valorizzazione che prescindono dalle grandi mostre che invece possono e devono fare cassa. Il budget a disposizione è sceso in picchiata negli ultimi anni, ma non è cambiato nel modo di essere gestito: mostre affidate ad amici, conoscenti sulla base dei capricci dell’assessore di turno. Un metodo che ha dimostrato di non essere quello vincente. E non più proponibile. Al contrario occorrerebbe una squadra di professionisti, indipendenti dalla politica, che sappia, attingendo anche da finanziatori privati, progettare un percorso espositivo capace di fare economia. Per questo sarebbe necessaria una centralità organizzativa che metta in rete i principali luoghi espositivi della Regione. Il Forte di Bard, il castello Gamba, il castello di Ussel, il castello di sant- Leonard, il Centro Saint-Benin (Il Museo archeologico lo farei diventare un vero Museo); le due Torri, attualmente chiuse e adeguatamente messe a norma, potrebbero essere utilizzate per esposizioni che coinvolgano la creatività locale. La Fondazione Forte di Bard curerebbe il progetto espositivo “Valle d’Aosta”, in un unico grande museo diffuso sul territorio e in grado di dialogare con altri importanti siti culturali nazionali e internazionali. Se vogliamo essere autonomi doppiamo imparare a diventare imprenditori! Aprire le ali e volare alto!

Memoire déguelasse!

23 febbraio 2015

Ecco come Guido Grimod, giudica su fb l’inno alla Valle d’Aosta firmato nientepoppodimenoche da Mogol: Guido Grimod C’est un hymne(?) affreux! “Dégueulasse“. Ma l’ha voluto un suo compagno di merende quando era assessore alla Cultura, tal Laurent Viérin, se lo ricorda? Voluto dal suo Mouvement e pagato di tasca nostra!

Abbonato!

13 febbraio 2015

Oltre agli abbonamenti della Saison culturelle, in Valle ci sono altri tipi di abbonamenti che fanno la felicità di qualcuno. Uno di questi “qualcuno” è il critico d’arte Alberto Fiz, così affezionato alla Valle d’Aosta da presentare ogni anno una sua mostra. Nel 2011 cura “L’infanzia nell’opera di Paul Klee”, nel 2012 “Wassily Kandinsky e l’arte astratta tra Italia e Francia”, nel 2013/14 “Universo Depero”, nel 2014/15 “Mendini – Empatie. Un viaggio da Proust a Cattelan”. Prima ancora, dal 2002 al 2004, è stato consulente della Regione Valle d’Aosta dove ha gestito gli spazi del Museo Archeologico Regionale e del Centro Saint-Bénin. A questo punto è inevitabile la domanda: perché lui? Perché sempre lui? Per quali meriti? Non mi sembra che le sue mostre abbiano attirato turisti da tutta Italia e creato code agli ingressi. L’ultima, quella su Depero, ha contato 4.714 visitatori di cui 2.760 con l’ingresso gratuito. Quella attuale sull’amico Mendini ne vedrà ancora meno ed è costata 140.000 euro. Non mi sembra neppure che ci sia un disegno che unisca le differenti proposte, piuttosto un’offerta casuale che nasce chissà come. Sta di fatto che la Valle d’Aosta (cioè noi) è per lui diventata una garanzia… voluta da chi? Uno stipendio sicuro che si aggiunge a quello di direttore del museo MARCA di Catanzaro. Calabria e Valle d’Aosta. Mare e monti. Perpetuo gemellaggio.

Flop flop flop!

10 febbraio 2015

Non ho letto il Projet Ecole, ma da quello che emerge dai giornali mi pare di capire che si trattava di ampliare lo studio delle varie discipline, utilizzando la lingua francese e inglese. A sentire alcune insegnanti della scuola elementare, sembra che questo in parte già si faccia. Il francese viene impiegato per insegnare la storia, la geografia, la matematica ecc… chissà se è vero. Se così fosse la realizzazione di una scuola plurilingue si ridurrebbe al solo potenziamento della lingua inglese che tutti desiderano. Allora perché la Scuola ha detto no? I tempi erano troppo stretti? Probabilmente è così. Vero anche che una sperimentazione non dovrebbe partire dal desiderio di un paio di mamme con figlioletti in età scolare, ma da un disegno politico chiaro e finalizzato a un bacino di utenza più ampio di un paio di classi in via sperimentale. (altro…)

Salvare la Biblioteca regionale!

6 febbraio 2015

Avete notato quanti sono gli scaffali vuoti in Biblioteca? L’emeroteca mostra i suoi loculi vuoti, triste come un cimitero. Il bancone delle novità è raso al suolo. Non ci sono più soldi e si ammazza la cultura! Si trancia il gambo del nostro fiore all’occhiello: la Biblioteca regionale! I duecentoquarantamila euro stanziati per l’acquisto di libri per l’anno 2014 non sono mai arrivati! L‘interpellanza presentata dalla consigliera di Alpe,Patrizia Morelli, sembrava che qualcosa di quella cifra avesse salvato: ne furono promessi trentamila. Che ancora non sono arrivati! Insomma, è più di un anno che la Biblioteca non riceve un soldo per portare avanti le sue attività, tra cui l’acquisto dei libri e delle riviste. E nel frattempo si è indebitata. Già… in seguito alla fiducia posta nelle promesse del Palazzo, sono stati comperati libri per trentamila euro: la cifra impegnata, ma ancora mai corrisposta. Se consideriamo la cultura che è la base di ogni società, come un bene superfluo che va facilmente eliminato allora vuol dire che siamo messi male, molto male. Per questo anno il Bilancio ha messo a disposizione della lettura ottantamila euro, chissà se arriveranno mai e chissà quale sarà la cifra reale. Se togliamo i debiti rimarrà ben poco per offrire il servizio a cui siamo abituati, mi appello quindi ai consiglieri regionali che sono trentacinque. Mille euro a testa per risanare il debito della nostra preziosa Biblioteca e permettere così nuovi acquisti. Un piccolo sforzo di cui neppure se ne accorgerebbero, ma che sarebbe molto apprezzato dai cittadini. Lo faranno o lo interpreteranno come bieca demagogia?

Chiuso per fallimento!

5 febbraio 2015

Dell’identità della Valle d’Aosta e della sua salvaguardia non ha mai fregato a nessuno in primis all’Union valdotaine. La prova, se ce ne fosse ancora bisogno, è il fallimento della scuola plurilingue. Un progetto nato dall’interesse di alcune mamme con figliolette in raggiunta età scolastica. Partorito di fretta e finito con altrettanta fretta. Un progetto simile, se serio, non può nascere da un’esigenza personale, ma da una visione culturale ampia, dotata di obiettivi e di orizzonti per tutti. Non è stato così né potrà mai essere così. Diamo un’occhiata in giro. (altro…)

Pensieri Vizzi!

30 gennaio 2015

La caratteristica più rilevante della nostra Petite Patrie è che chiunque si può improvvisare a fare qualsiasi cosa: dall’albergatore al ristoratore, dal poeta allo storico, dal commerciante al critico d’arte… le competenze non servono, tanto va sempre bene. Leggo l’articolo a firma di un militare in pensione che si cimenta in acrobazie letterarie per descrivere una collettiva di artisti valdostani a nome Re-Tour. Volteggia tra le parole come un paraplegico e il risultato non può che essere quello di un clown. Risate! Giuro che era da un po’ che non ridevo così di gusto! Sentite qua. Antonio Vizzi, presidente del cospicuo pacchetto di voti che si riassume nell’etichetta “Associazione Croste valdostane”, così scrive degli artisti sulle pagine del Corriere della Valle. “Cesare Marguerettaz, scultore che ha scoperto la vocazione dell’artista al servizio del mondo animale per modellarlo elegantemente”. Uhaaa uhaaa! Artista al servizio del mondo animale? E chi dipinge le nature morte è un artista al servizio della frutta?! (altro…)