Archivio per giugno 2012

Posto infame!

28 giugno 2012

Vivo in un posto dove l’intelligenza è guardata con sospetto. Dove l’intelligenza cerca di nascondersi e spesso si amputa per poter sopravvivere come fa la volpe con la tagliola. Il silenzio è la lama che infligge il taglio. Chi parla sa di essere fottuto, di non avere più spazio alcuno. Non ci sono alternative, lo spazio è uno solo e anche là dove spuntano fiori non hanno la bellezza e la forza della natura selvaggia, anch’essi sono coltivati e necessitano di fertilizzanti per poter fiorire. Quel concime è veleno, ma chi lo usa non lo sa e se lo sapesse quei fiori sarebbero ancor più velenosi. Vivo in un posto dove la cultura assorbe molto denaro, ma il posto rimane brutto e stupido. La cultura non sono gli eventi eccezionali, quella è propaganda è commercio, ma neppure le letture di libri in piazza, la cultura ha a che fare con la vita di tutti i giorni. Come ti vesti, come mangi, come saluti, come sei. La cultura è un modo di vivere, il resto è solo informazione. Chi fa cultura in Valle ha scelto l’opportunismo. L’omertà. Si affida ai facili concetti di libertà e giustizia. Femminismo e Resistenza. Si affida al conformismo. Agli stereotipi. In stretta connessione con chi ci governa. Chi fa cultura in Valle è complice silenzioso e per questo ancor più miserevole. Chi fa cultura in Valle non fa cultura e lo si vede ogni giorno, girando per la città dove alle facce sono sostituite le maschere.

Troppo tardi!

27 giugno 2012

Pare che all’interno di Alpe ci sia un dibattito in corso, lo si evince dall’articolo sul giornale omonimo a firma Elio Riccarand. Un parte del dibattito nasce dalla consapevolezza che ancora molti valdostani non conoscono il partito e, se sì, in modo piuttosto superficiale. Dunque più informazione e pubblicità o maggiore chiarezza in quella che dovrebbe essere la sua identità? I dibattiti in genere nascono quando ci sono due o più posizioni differenti in questo caso, secondo me, il problema che si è posto nel Direttivo si può risolvere con facilità, sommando le due richieste: maggiore informazione su qualcosa di più definito. Quello che è sfuggito agli alpisti (Riccarand li chiama alpini, ma a me non piace perché me li immagino tutti con la piuma in testa) è che il problema è un altro: può anche darsi che molti sappiano poco o niente di Alpe (portare a casa sei consiglieri nel Comune di Aosta presuppone comunque un’informazione diffusa), ma quelli che lo conoscono un’identità ben precisa l’hanno percepita eccome. Un’identità che ha fatto sparire la componente verde a vantaggio di quella espressa dagli ex-unionisti, soprattutto dalla parte più agguerrita arrivata da Renouveau. Non so se oggi Riccarand riuscirà a ricomporre una nuova immagine del partito, ne dubito molto. E’ tardi. La fisionomia vera o falsa che sia ormai è quella e non piace agli ex elettori verdi che, probabilmente, andranno a ingrossare il limbo elettorale, oppure voteranno Movimento 5 stelle che è l’unico che può recuperare quell’avversione ai partiti che anche in Valle comincia a farsi sentire. Sforzarsi di dare all’ Alpe una connotazione radicalmente diversa rispetto al cosidetto “sistema dei partiti”, altro tema del dibattito in corso e che aveva alimentato la sua campagna elettorale, è uno sforzo ormai inutile: Alpe, senza alcun dubbio, ne è parte.

Progetto definitivo!

26 giugno 2012

Finalmente il progetto definitivo!

Giorgio e Giacomo: due ‘nduje così!

26 giugno 2012

– In Valle, se vuoi essere eletto devi imparare la tarantella. Tutti gli anni ‘na faticaccia! – Dillo a me che fra ‘nduja, soppressata e peperoncino m’è venuta un’infiammazione! –

A cosa servono i contributi pubblici? Ad aiutare le iniziative private a nascere e crescere, poi, diventate grandi, lasciarle andare al loro felice e autonomo destino. La festa dei santi Giorgio e Giacomo è cresciuta grazie alla generosità dei contributi comunali, ora che ha raggiunto il pieno successo può camminare sulle proprie gambe e quindi gestirsi economicamente da sé. Ha ragione il consigliere di Nuova Sinistra, Paolo Momigliano Levi, quando chiede alla Giunta comunale di sospendere l’allattamento artificiale: quella festa non ne ha più bisogno, può cibarsi da sola. Il grande numero di visitatori e gli sponsor privati bastano e avanzano, inoltre in tempi di crisi alcune voci, come fuochi artificiali, possono essere accantonate vuoi per buon gusto vuoi per necessità. La risposta dell’assessore al Turismo, Patrizia Carradore, è fuori da questa logica, ne rispetta un’altra che ha diversi obiettivi che non sono certo la crescita e il benessere di una comunità. Dice che proprio dal successo dell’iniziativa il Comune si sente impegnato a sostenerla. Una logica che non porterà  mai a investire in manifestazioni nuove, perché i soldi serviranno sempre e solo a coprire quelle vecchie. Un’idea conservatrice e immobile che però mira a mantenere il proprio patrimonio elettorale e quello calabrese è più che mai attivo e soprattutto numeroso.

Censura esiste!

25 giugno 2012

Nella Biblioteca regionale gli utenti non sono liberi di navigare dove vogliono: alcuni siti sono cancellati. Fra questi, guarda caso, c’è Patuasia!

Di questo non si parla, sente, vede!

25 giugno 2012

Diego non sente (scrive pizzini), Francesco non vede e Massimo non parla (magari!).

Francesco Salzone, capogruppo della Stella alpina, è sorpreso e scocciato. Massimo Lattanzi, esponente del PdL, è disgustato dalla provocazione politico-elettorale: di cosa si tratta? Di una risoluzione presentata dai consiglieri regionali di Alpe che chiedeva di rendere pubblici i documenti prodotti dalla Commissione antimafia. Risoluzione bocciata a larga maggioranza! Secondo Lattanzi la trasparenza è una “nota stonata, un prodotto di bassa macelleria”, secondo Salzone “una lezione di moralismo e di grillismo”. Che i lavori della Commissione restino blindati nei cassetti. Che nessuno del volgo sappia. Che le infiltrazioni mafiose proseguano il loro corso non “impetuoso”, nel silenzio ovattato della politica.

La beffa (5° puntata)

24 giugno 2012

Considerazioni finali (a cura del Movimento 5 stelle VdA)

Anche in questo caso come era stato evidenziato nei precedenti dossier ritroviamo delle analogie inquietanti. La prima costituita dalla leggerezza con cui l’Amministrazione regionale e quelle comunali valutano la realizzazione di nuove centraline idroelettriche. La seconda è la presenza costante di società fiduciarie, lussemburghesi o di istituti di credito svizzeri che rappresenta un campanello di allarme sulla vera destinazione di buona parte dei proventi derivanti dalla vendita dell’energia elettrica prodotta. Le ultime vicende giudiziarie italiane hanno infatti evidenziato come le mazzette e i fondi neri in molte operazioni pubbliche confluissero poi nelle tasche di politici corrotti proprio attraverso questo genere di “intermediari” che spostano all’estero ingenti fondi che non possono essere tracciati.

La nostra domanda rimane sempre senza risposta: “cui prodest”.

La beffa (4° puntata)

24 giugno 2012

La centralina a tutti costi (a cura del Movimento 5 stelle VdA)

Da quanto riporteremo in seguito appare del tutto evidente come la volontà politica, comunale e regionale, sia di autorizzare la realizzazione della centralina a tutti i costi andando, come avviene puntualmente, a ledere  anche gli interessi dei cittadini che si trovano loro malgrado coinvolti in vicende a loro estranee. Un decreto di asservimento (leggi esproprio) il 99 del 2008 riguarda un’area di proprietà di un privato cittadino che si vede sospesa la concessione edilizia, già ottenuta, per l’edificazione di alcuni garage, in seguito alla presentazione della pratica di posa delle condotte forzate della centralina. La realizzazione della condotta nei pressi dei box comporta una serie di spese supplementari a carico del proprietario che era già autorizzato quantificati nel 50 % dell’intero manufatto ma poco importa. Il malcapitato è costretto a sostenere le maggiori spese e a rallentare di molto l’esecuzione dei lavori in relazione alla presenza della condotta forzata senza ottenere alcun indennizzo. La S.E.V.A. si muove con una disinvoltura sconcertante per quanto riguarda le opere di ripristino dei terreni circostanti. I vari proprietari hanno più volte sollecitato la risistemazione dei terreni come era stato stabilito dagli accordi sottoscritti ma, come è possibile vedere dalle fotografie fatte sul posto nel mese di maggio 2012, in alcuni punti sono presenti buche, massi e fossati e il ripristino non è stato portato a termine e l’area intorno alla centrale è stata ridotta ad un piazzale in terra battuta. Inquietante è poi la presenza di un grande masso, tagliato dalla S.E.V.A. nella parte inferiore per far passare le tubazioni della condotta che risulta privo di appoggio in quel punto e, come peraltro segnalato ripetutamente alle autorità competenti, rischia di scivolare a valle proprio in corrispondenza dei garages di nuova edificazione. Il pendio attraversato dalle condotte della centralina è poi il medesimo interessato recentemente dalla caduta dei massi che hanno distrutto due automezzi di una impresa edile che stava effettuando opere di consolidamento e movimentazione. E’ molto significativo osservare poi le fotografie e le riprese video effettuate l’8 maggio 2012 a monte e a valle dell’uscita della condotta forzata della centralina in questione. Tenuto conto infatti che il mese di maggio dovrebbe essere il periodo in cui  la portata del torrente è maggiore, si nota come prima della condotta la quantità di acqua che scorre nell’alveo sia paragonabile a quella di un ruscello e che il volume rilasciato dalla condotta forzata sia elevatissimo  e faccia riprendere la fisionomia normale del torrente solo dopo l’uscita. E’ lecito domandarsi se venga rispettato il deflusso minimo vitale delle acque, con un alveo quasi   prosciugato oppure non sia arbitrariamente turbinata una quantità di acqua superiore a quella prevista. Ciò tenuto conto anche delle testimonianze degli abitanti della zona che hanno rilevato come questa situazione sia la norma e non l’eccezione. Tanto più che con deliberazione regionale 658/2011 è stata effettivamente aumentata la portata delle acque utilizzabili dalla S.E.V.A. s.r.l. (si passa dalla potenza nominale media di 1982 kW a quella di 2990 KW)con una procedura semplificata che non ha previsto la normale valutazione di impatto ambientale rimanendo però invariata la percentuale di energia elettrica erogata in base alla convenzione a favore del Comune di Courmayeur. Era il caso di autorizzare e di valutare positivamente l’impatto ambientale di un’opera che ai piedi della montagna più alta d’Europa ha deturpato il paesaggio e ha ridotto la Dora ad un ruscelletto?

La beffa (3° puntata)

23 giugno 2012

La società S.E.V.A. s.r.l. chi c’è dietro e chi c’è dentro ( a cura del Movimento 5 stelle VdA)

Tuttavia nello stesso provvedimento la Ditta S.E.V.A. s.r.l. di Gressan, che aveva richiesto il parere per la realizzazione, viene invitata a ripresentare il progetto. Proprietari della S.E.V.A. s.r.l. sono una società fiduciaria la EOS Servizi fiduciari s.r.l., Invernizzi Giovanni e  De Benedetti Pietro. Amministratore unico il genovese De Benedetti Stefano. Come già verificatosi nel primo dossier per il caso della  EAUX Valdotaines s.r.l., attiva sempre nell’area della Valdigne, anche qui è presente una società fiduciaria  la EOS s.r.l. appunto. Ma è quando si risale al proprietario unico della EOS che si rileva come questo sia niente di meno che la Banca Italo Svizzera S.A. con sede a Lugano  il cui Amministratore è Merati Foscarini Marco. E’ da rilevare non senza stupore anche la coincidenza della presenza nella S.E.V.A.  di Luca Mochet, assunto, prima dell’inizio dei lavori nel cantiere della centrale, come figura tecnico/ direttiva, figlio dell’allora vice sindaco di Courmayeur Ennio Mochet che aveva sottoscritto la convenzione  con la stessa S.E.V.A. s.r.l..

La beffa (2° puntata)

23 giugno 2012

L’inizio contrastato del progetto (a cura del Movimento 5 stelle VdA)

Con la deliberazione della Giunta regionale n. 3456 del 23/09/2002 viene rilasciato parere negativo relativamente alla valutazione dell’impatto ambientale dell’opera. E’ bene ricordare come la centralina sia situata nella zona ai piedi del Monte Bianco, all’ingresso della Val Veny, in un ambito di indiscusso pregio ambientale. Le motivazioni indicate nel provvedimento a sostegno del parere negativo alla realizzazione dell’opera sono molto interessanti:”si ritengono troppo importanti i muri d’ala inseriti a sbarramento in alveo, il prospetto dell’opera di presa (tav. 4) e il muro lungo strada…il vallo paramassi indicato sulle tavole di progetto ha ottenuto un’autorizzazione temporanea; lo stesso dovrà essere eliminato alla chiusura dei cantieri dell’autostrada e del traforo”, questo quanto affermato del Servizio Beni Paesaggistici.

La Direzione del Corpo Forestale rincara la dose: “Gran parte del tracciato della condotta forzata attraversa zone classificate ad elevato e medio rischio di frana e di inondazione ed a medio e debole rischio di valanga. Inoltre, il pendìo a monte del primo tratto dell’opera è stato interessato da un fenomeno di collasso di una porzione di versante…vengono attraversati dal tracciato della condotta alcuni impluvi e solchi di erosione…il tracciato proposto attraversa un settore del Mont Chétif recentemente interessato dalla caduta di grossi blocchi rocciosi…”ecc. Il parere del  Comitato Tecnico per l’Ambiente  evidenzia come “ la quasi totalità del tracciato dell’opera in progetto, ricade in zona ad alto rischio (F1) ai sensi dell’art. 35 della LR 11/98”.

E’ solo il caso di aggiungere come fosse stato espresso parere negativo, per quanto attiene agli aspetti geomorfologici e geodinamici, dal Servizio Cartografia e Assetto Idrogeologico dell’Assessorato del Territorio, Ambiente ed Opere Pubbliche. A ben valutare le obiezioni contenute nel provvedimento si può comprendere come buona parte   di esse sia legata alle caratteristiche particolari dei luoghi e che, conseguentemente, non potrebbero essere state modificate. Un’opera che si  presenta del tutto carente e contraddittoria sotto l’aspetto progettuale. A questo proposito non pare superfluo sottolineare come il Comitato di VIA  è stato consapevolmente nel corso degli anni svuotato di tutta una serie di componenti scientifiche e tecniche riducendolo, oggi, solo più, salvo rarissime eccezioni, ad una ristretta cerchia di dirigenti fedelissimi alla causa che scrivono pareri fumosi e per nulla circostanziati. Tutto ciò è avvenuto a colpi di leggi “semplificatrici” che hanno ridotto lo strumento di tutela ad un contenitore praticamente vuoto che autorizza disinvoltamente di tutto, basta avere gli agganci giusti e la deroga si trova sempre.

Con la deliberazione di Giunta 487/2004 il parere infatti diventa positivo. Rimandiamo alla lettura delle premesse del provvedimento la valutazione delle motivazioni che hanno fatto cambiare idea all’amministrazione.