Cos’è l’egemonia culturale? La faccia da kulo con cui ci si attribuiscono meriti verso qualcosa che è stato realizzato o inventato da altri.
Si chiama anche millantato credito, o sindrome della mosca cocchiera. Su probabile consiglio di Milanesio, che non pascendosi di kulture autistico-localista è intelligente, il presidente Rollandin decide una svolta epocale: la Balena Rossonera annuncia le primarie per le prossime regionali. Clamoroso è dir poco: come se papa Ratzy domani annunciasse la sua conversione all’Islam, o il Berluska quella alla castità. Però ora deve scattare il meccanismo egemonico, quello che consente l’affermazione del pensiero unico localista. Un’idea geniale, o semplicemente decente in democrazia, non può provenire da fuori, né dall’odiata Italia né dall’odiata Sinistra, né tantomeno si può accettare che essa sia stata praticata per prima dal PD di Bersani. Quindi mi aspetto che ora qualche storico da APT (l’UV ne possiede tantissimi…) inventerà di sana pianta qualche pensierino di Chanoux o dell’abbé Treves in proposito. Le primarie non sono innovative, sono “tradition valdotaine”!
Qualche inventore di fescennini celtici con denaro pubblico, tra una pinta di idromele e l’altra, non può fingere di trovare qualche manoscritto druidico che prescriveva le primarie già nel regno di Tara? O nella contea di Gwynedd? O nel granducato di Pollein? A conferma del fatto che le due Union sono divise da profondissime differenze, ecco invece il sedicente progressista Laurent Viérin che pratica la nobile arte della mosca cocchiera. La giunta ragionale, dopo aver infilato sul piro-canceratore una serie di puttanate da record, innesta la retromarcia.
Dunque decide di resistere in giudizio contro la decisione governativa di impugnare il referendum anti-piro? Si noti bene: dopo aver sollecitato il governo a farlo, ma ora il polso dell’opinione pubblica batte diversamente… Subito la mosca cocchiera salta in groppa al comitato anti-piro, che ha trascinato il peso del carro del referendum, e si piazza alla sua testa: la retromarcia della giunta è il frutto della vittoria politica dell’UVP alle politiche. A qui le mérite? A nous! Questi vogliono solo incrementare i progressi della loro carriera. Progressisti, appunto… (roberto mancini)
Archivio per febbraio 2013
La nobile arte della mosca cocchiera
28 febbraio 2013Trattasi di furto!
28 febbraio 2013“Uno dei primi risultati del grande successo UVP alle elezioni politiche“. Così Baby Viérin si aggiudica il merito della decisione della Regione di resistere all’impugnativa del Governo sulla legge dei rifiuti (aostasera.it) . Noi popolino non c’entriamo niente. Le nostre lettere, i nostri richiami all’autonomia non sono serviti a niente, c’è voluto lui: il nuovo zar. Questo disprezzo fa parte del suo stile. Così come l’abilità di far suoi i successi altrui come è stato per il referendum. Eppure il suo stile piace. A differenza di quell’altro che preferisce lavorare da solo, usando le persone come strumenti, lui offre la possibilità di un ruolo, perché ha bisogno di una corte. Da solo non sarebbe nulla. E i cortigiani hanno bisogno di un aggregante, questa volta più liquido. Ma il ricorso della Regione non è merito di questo aggressivo clan, ma dei valdostani che hanno vinto il referendum e che saranno capaci di difenderlo.
Domandina ingenua
27 febbraio 2013Se l’UVP come da accordi con Alpe, avesse votato Morelli questa avrebbe probabilmente vinto (UVP primo partito), com’è allora che ha perso? Vuoi che UVP abbia fatto il doppio gioco?
Futuro in dubbio
27 febbraio 2013I vincitori di queste elezioni sono sotto gli occhi di tutti: il M5s e Laurent Viérin. Entrambi hanno fatto la conta dei voti che sono un bel po’. Va detto che Viérin è stato beneficiato dal voto dei tanti unionisti che lo hanno preferito a Marguerettaz e di una piccola parte di Alpe che lo ha scelto al posto di Guichardaz, insomma gli unionisti hanno votato per un unionista, ma alle regionali questi voti potrebbero tornare all’ovile: il voto è controllato e Viérin lo sa bene. Quello che sa altrettando bene il Baby è che comunque del suo partito il centrosinistra dovrà tenere conto e i rapporti di forza lo vedono favorito. Alle prossime elezioni, con molta probabilità, si andrà al ballottaggio, infatti al momento nessuna prevedibile coalizione politica ha i numeri per arrivare alla maggioranza a meno che Stella alpina trovi più conveniente il clan del giovane leoncino a quello del vecchio leone. Con quest’ultimo alzerà il prezzo della fedeltà. Così il PdL. L’Union, se vorrà governare, sarà costretta ad accettare le loro condizioni. Chi pagherà il conto più salato sarà il PD. Indebolito da un terzo posto, dovrà fare i conti al suo interno e con i più aggressivi “progressisti”. Alpe chissà se resterà intero… le sirene rossonere cantano lusinghiere per i parenti prossimi, mentre gli altri rischiano il naufragio. Resta l’incognita M5s che potrebbe essere decisivo per qualcosa di nuovo e inaspettato.
Il pensiero minimo!
26 febbraio 2013Domanda e risposta tratte dall’intervista al neo-deputato Rudi Marguerettaz (La Stampa).
Dal suo punto di vista, c’è differenza tra un eventuale governo Berlusconi o uno guidato da Bersani?
«No, nessuna differenza. Noi abbiamo un nostro decalogo e sono quelli i punti che presenteremo a chiunque diventerà premier». Insomma per Marguerettaz non c’è nessuna differenza di pensiero, di stile, di politica, di filosofia, di gusto, di scelte civiche… fra Bersani e Berlusconi. Basta che paghi! Questo pensiero minimo ha vinto le elezioni. Disonore ai vincitori!
L’usato sicuro!
26 febbraio 2013Parte del voto valdostano è l’illustrazione dell’immortale massima di Ennio Flaiano: “gli italiani vogliono fare le barricate, ma col mobilio degli altri”. Il che spiega in primis l’eccellente risultato del Dauphin Viérin che ha dato ai suoi elettori il brivido di sentirsi in minoranza, tremendi rivoluzionari anti-sistema, ma con tutti i confort della maggioranza. Una lunga marcia, ma in vagone letto con aria condizionata, in vista dell’approdo sicuro alle prossime regionali. Una guerriglia di pochi mesi, più simile ad un trekking per smaltire qualche chilo di pancia che ad un’insurrezione. La stessa differenza tra Mao Tse tung e la Paris-Dakar. Insomma questo voto sedicente “progressista” è da tipico italiano- medio, e nessuno più dei valdotains-doc possiede questo imprinting da Alberto Sordi: la novità invocata, urlata, implorata, non dev’essere nuova, ma vecchia di almeno 10 anni. Usato sicuro, come e più di Bersani. L ‘Union “official” incassa la desistenza degli azzurri più malleabili, mentre quelli meno compromessi si sfogano con voti di testimonianza alla povera Meloni. Oppure di puro folklore a Dalbard. Fra l’altro, la situazione di stallo al parlamento nazionale privilegia i due eletti: alla Camera il clerico-localista Marguerettaz, al Senato il clone rollandiniano Lanièce. Non essendoci maggioranze chiare e avendo il futuro premier (chiunque esso sia…) ben altro a cui pensare, a nessuno in questo nuovo Parlamento verrà in mente di toccare i privilegi valdostani o di riformare uno stato-colabrodo. I due potranno così agevolmente sostenere, quando si tornerà a votare (massimo un anno, due) che “hanno difeso strenuamente l’autonomia”, magari inventandosi in questi mesi qualche attentato alla medesima, che valorizzi il loro operato di presunti mastini da guardia. Il loro elettorato adora le persecuzioni anti-valdostane, a patto che siano totalmente false e prive di rischi reali.
Non mi è piaciuto l’immediato sganciamento dei renziani dalle scelte del PD: troppo presto e con motivazioni di banale genericità. A meno di sostenere che Guichardaz fosse un pericoloso estremista dei centri sociali, il che mi ricorda tanto il fu Casini. Insomma questa corrente, la cui forza elettorale è ancora tutta da dimostrare, non sembra valutare un fatto storico: per la prima volta da 30 anni il segretario in “sonno” del PCI-PDS-DS-PD (con l’eccezione di Laurino Rean e per qualche mese di Giovanni Sandri) non era Dino Vierin, l’unico vero grande gramsciano della storia valdostana. Tanta fretta di attaccare Donzel mi sembra sospetta. (roberto mancini)
Molto prima…
25 febbraio 2013Spero che la vittoria di Rollandin (la vittoria è solo sua, i candidati sono solo utili pedine nella sua scacchiera) non venga attribuita al M5s. Perché sarebbe un’analisi facile, scorretta e soprattutto sbagliata. Il M5s incarna il disgusto verso i partiti che sono vissuti e per molti aspetti a ragione, come una casta di privilegiati, incapaci di governare, unicamente presi dai loro interessi, dunque se non si fosse presentato quei voti sarebbero andati persi comunque. Una volta ci si turava il naso (non era questa l’occasione, secondo me) con più rassegnazione, oggi no. C’è una rabbia così forte che nessun ragionamento sa dirottare, ci sarebbero dovuti essere dei segni, degli esempi concreti di reale cambiamento che non ci sono stati. Si sono spese soprattutto parole e a queste molti, soprattutto a sinistra (a destra si bevono le barzellette), non credono più. Si sarebbe dovuto lavorare prima, molto prima… e gli errori del passato oggi sono venuti al pettine. Due buoni candidati non sono bastati. Peccato.
Baby guardati allo specchio e da solo!
25 febbraio 2013Baby Viérin ha preso i miei attacchi come attacchi personali, se così fosse avrei già ricevuto una bella denuncia per diffamazione: conosciamo il suo caratterino. Non ci sono gli estremi perché si tratta di satira nei confronti di un uomo politico. A me, e l’ho detto più volte, non interessa fotografare la carta da parati che un politico ha in casa, preferisco valutare quanto mi costa come consigliere. Dunque, quale sarebbe stata la campagna di veleni? Aver detto che a tempo scaduto si è prodigato ad affermare la sua contrarietà nei confronti del pirogassificatore? Sarebbe questo il fango? L’indecenza? O non è piuttosto una valutazione politica che mette in luce una data natura e un dato disegno? Andiamo avanti. Ho scritto che Viérin, pur dando di sé un’immagine di sinistra, ha firmato un documento di un Forum di famiglie cattoliche contrario ai nuovi diritti civili e, quindi, ho evidenziato una contraddizione. Ho scritto che, secondo me, per uno che è scapolo e che vive ancora con mamma e papà, è difficile capire i problemi che nascono nella coppia e nella condivisione dei figli. E’ così sbagliato? E, se anche fosse sbagliato dov’è l’odio? E il veleno? E l’indecenza? Secondo me la conoscenza diretta dei problemi aiuta moltissimo nella loro comprensione, al contrario si rischia l’astrazione e, peggio ancora, la demagogia. Poi, nel caso di Viérin, quella firma aveva tutta l’aria di una ricerca di consenso finalizzata al voto. Ho usato vignette satiriche che spero abbiano divertito molti oltre me. Satira che vive di politica da sempre, da quando è nata la politica. Dunque? Dov’è l’odio? Io credo che per il signorino viziatissimo che mai ha lavorato, che ha sempre camminato in discesa e non conosce la fatica, l’umiliazione, l’attesa, i problemi economici… perché sempre ha trovato la pappa pronta e uno stuolo di amici-in-attesa-di-briciole, sia la prima volta che affronta una vera competizione, neppure tanto accesa a dire il vero, e si è trovato emotivamente impreparato. Confesso che mi fa anche tenerezza. Così provinciale, impacciato nella sua ingenuità che lo porta a scrivere da bambino ferito che mima l’innocenza. Come se qualcuno, che non sia un fesso, potesse credergli. Uno che predica la libertà e si porta appresso, nella sua rivoluzione, un politico come Caveri. Uno che l’odio sa cos’è e che non riesce a trattenere entro il conflitto politico, lasciandolo sconfinare nel privato. Nella “Rencontre finale”, infatti, ha brillato nel suo rancoroso stile. Oh Baby, Baby… dov’è la coerenza?
A lavorare!
23 febbraio 2013E per concludere, io credo che il signorino viziato che non ha mai fatto un tubo nella vita, se non sedere su questa e su quella poltrona, dopo quasi vent’anni di assenteismo dal lavoro un po’ di esperienza in tal senso non potrebbe fargli che del bene. Al fisico e allo spirito. Se vuole andare a Roma, mandiamocelo pure, lì i cantieri non mancano!
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