Volare alto!
Domenica al Forte di Bard. Coda. Si aspetta anche il tavolo per poter mangiare una zuppa della tradizione. Bene. Visito le tre mostre, tutte interessanti. Wildlife è addirittura presa d’assalto. Il Forte va forte. Mi fa piacere e mi chiedo se non fosse il caso di accorpare sotto un unico marchio le più importanti iniziative culturali della Regione. L’assessore alla Cultura, Emily Rini, dice che il suo assessorato non è una Spa e non deve fare cassa, ma cultura. Ha ragione, ma il suo compito si può svolgere con attività di promozione, di educazione e di valorizzazione che prescindono dalle grandi mostre che invece possono e devono fare cassa. Il budget a disposizione è sceso in picchiata negli ultimi anni, ma non è cambiato nel modo di essere gestito: mostre affidate ad amici, conoscenti sulla base dei capricci dell’assessore di turno. Un metodo che ha dimostrato di non essere quello vincente. E non più proponibile. Al contrario occorrerebbe una squadra di professionisti, indipendenti dalla politica, che sappia, attingendo anche da finanziatori privati, progettare un percorso espositivo capace di fare economia. Per questo sarebbe necessaria una centralità organizzativa che metta in rete i principali luoghi espositivi della Regione. Il Forte di Bard, il castello Gamba, il castello di Ussel, il castello di sant- Leonard, il Centro Saint-Benin (Il Museo archeologico lo farei diventare un vero Museo); le due Torri, attualmente chiuse e adeguatamente messe a norma, potrebbero essere utilizzate per esposizioni che coinvolgano la creatività locale. La Fondazione Forte di Bard curerebbe il progetto espositivo “Valle d’Aosta”, in un unico grande museo diffuso sul territorio e in grado di dialogare con altri importanti siti culturali nazionali e internazionali. Se vogliamo essere autonomi doppiamo imparare a diventare imprenditori! Aprire le ali e volare alto!
This entry was posted on 3 marzo 2015 at 12:46 and is filed under Arte, Buon senso, Buone idee, Cultura viva, Politica culturale. You can subscribe via RSS 2.0 feed to this post's comments.
Tag: Assessorato cultura VdA, Associazione Forte di Bard, Emily Rini, forte di Bard, Valle d'Aosta
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3 marzo 2015 a 14:00
questo vuol dire guardare lontano, purtroppo la politica guarda solo il proprio orticello
3 marzo 2015 a 14:45
e il Castello di Sarre e quello di Aymavilles, nonché quello di Quart…..
3 marzo 2015 a 15:10
L’ha ribloggato su Il Blog di Tino Soudaz 2.0 ( un pochino)e ha commentato:
Idee da percorrere prima che gli interessi di pochi e gli amici degli amici non distruggano tutto
3 marzo 2015 a 15:36
Signor Plucio, io mi riferivo alle realtà espositive, i castelli da lei citati non lo sono.
3 marzo 2015 a 15:45
Volare alto? I nostri politicanti sanno volare più o meno come i tacchini.
3 marzo 2015 a 17:56
@ Patuasia, appunto, parlando dei circuiti espositivi e museali perché escludere e non valorizzare quelli che ho citato? Senno’ cosa ci stanno a fare? altre rovine prossimo venture?
3 marzo 2015 a 18:09
Signor Plucio perché quei castelli non sono adatti per ospitare delle sale espositive, sono musei già di per loro e sono visitati in quanto tali.
3 marzo 2015 a 18:32
Però non sarebbe una cattiva idea anche una gestione coordinata dei vari siti storici per gestire una offerta unica ed omogenea, pur con tutte le sue sfaccettature.
Riquoto e sottolineo la necessità di fare diventare il Museo Archeologico un VERO Museo Archeologico e non una serie di stanzette striminzite che non possono, malgrado tutti gli encomiabili sforzi, valorizzare in pieno questo nostro unicum patrimoniale. Che si occupi l’intero edificio, come d’altra parte era il progetto iniziale! Aosta romana merita un po’ più di attenzione e rispetto!
4 marzo 2015 a 00:39
Perfettamente d’accordo con lei, signor Curvàss, la storia romana merita un Museo!