Archivio per marzo 2009

Firma la petizione contro i razinazi

31 marzo 2009

Essere antifascisti non è passato di moda e mai passerà, perché le conquiste democratiche non sono acquisite una volta per tutte, ma vanno vigilate e difese sempre. Per questo la redazione di Patuasia news chiede ai suoi lettori e simpatizzanti di firmare la petizione (vedi link), per evitare che il prossimo 5 aprile Milano, città medaglia d’oro della Resistenza Partigiana, ospiti la manifestazione paneuropea, promossa dal partito Forza Nuova che esprime la destra estrema in Italia. La nostra Costituzione richiama alla libertà, alla democrazia e al rispetto dei diritti umani, valori che movimenti xenofobi, razzisti, omofobi come il British National Party, il Front National e il partito filonazista NPD, non considerano tali. Firma e fai girare. Grazie.

http://www.petitiononline.com/nofn5apr/petition-sign.html

Partiti – Parenti

28 marzo 2009

Presidenti brillanti

27 marzo 2009
Aosta - Hong Kong si può fare?

Aosta - Hong Kong si può fare?

Sembra che il Presidente voglia ridimensionare l’errore, ridimensionando l’aerostazione. Il progetto di Gae Aulenti che si è liricamente ispirata ai  nostri castelli, immaginiamo fosse  condizionato da una qualsiasi idea di traffico aereo e, date le mostruose volumetrie, di traffico intenso doveva trattarsi. Dunque oggi, in vista di una potatura, che genere di aeroporto è stato previsto? Quanti aerei e di che tipo, lasceranno impronte sonore sulla nostra stretta valle? Qualcuno ci ha pensato? Domande che ancora non conoscono una risposta. Come da tradizione il quesito si presenterà dopo il taglio del nastro. Così è stato per il ponte sul Buthier, realizzato senza un disegno complessivo capace di prevedere e risolvere i disagi legati alla circolazione, regalandoci una brutta e inutile struttura. Così è per l’ampliamento dell’ospedale che non affronta l’enigma dell’ingresso nord in città. Ormai l’abbiamo capito: il concetto di programmazione dello sviluppo è troppo evoluto per noi che siamo rimasti fermi al “prendi i soldi e scappa”. Gli esempi sono interminabili e vanno dalle aeree commerciali cresciute a casaccio, alle piazze rigenerate con iniezioni di cemento. Tutto da rifare! Ma sviluppo è spendere. Far girare i soldi. Noi, piccola regione autonoma, in questo siamo in armonia con il resto di quel Paese che ama essere governato da un altro brillante Presidente.

Felicitààà

26 marzo 2009
Pil o Bil?

Pil o Bil?

Il Bhutan è comparso, in questi giorni, sulle pagine dei quotidiani perché al Pil ha sostituito il Bil (benessere interno lordo). Il Paese in questione somiglia alla Valle d’Aosta: montagne, boschi, tendenza alla chiusura come arma difensiva. Quest’ultimo aspetto lo si comprende in quanto il Bhutan è uno stato piccolo e poco popolato, circondato da due moloch quali la Cina e l’India. Noi viviamo una regione piccola e poco popolata, circondata dall’Europa che non ha alcuna intenzione di sopraffarci.  Ciònonostante ci sentiamo sempre minacciati: dall’Italia che pone degli interrogativi sul nostro Statuto Speciale, dall’Europa che non vuole riconoscere (per fortuna) il presunto diritto di una nostra rappresentanza a Bruxelles. Le similitudini finiscono qui.  Da noi il concetto di benessere coincide con quello di consumismo e ultimamente, con la crisi economica, è in piena recessione. Della felicità dell’anima non se ne occupa più nessuno, neppure i poeti che prediligono da sempre le parti in ombra. La Felicità si accompagna alle sorelle Armonia e Bellezza: le avete mai viste in giro tutte e tre insieme? Non nella nostra città. E nella Valle si fa a gara per seppellirle sotto progetti e progettini che vedono nel consumo bieco e sprecone il ritratto della salute. Nel Buthan, evidentemente, l’uomo è ancora al centro dell’universo; da noi lo ha sostituito il profitto. Chissà dov’è andata a finire la nostra cultura montanara, tradizionalmente detta fiera e umile e rispettosa?

Il buco giusto

23 marzo 2009
Je suis fait pour éclairer le monde!

Je suis fait pour éclairer le monde!

“Ci sono dei popoli che sono fatti per dare luce al mondo. Non sono grandi popoli nel senso del numero, ma lo sono in quanto portatori di verità e di avvenire.” Chi scriveva questo è il pluricitato Emilio Chanoux, chi lo tira in ballo per ultimo è lo sconosciuto David Follien sul giornaletto parrocchiale dell’UV. Considerarci portatori di verità è una barzelletta che ci fa piegare in due dalle risate. Forse l’Emilio, pensando ai suoi valligiani, intendeva dire portatori d’acqua… e su questo gli diamo perfettamente ragione. Invece, il povero David crede fermamente che l’ideologia unionista, fondata sul patrimonio etnico-linguistico (quale etnia? quale lingua?), sia un faro per l’umanità. Non gli sfiora neppure il dubbio che l’Umanità intera non sa della nostra esistenza. Quando siete in vacanza all’estero e un indigeno vi chiede da dove venite e voi gli rispondete Valle d’Aosta, leggete l’interrogativo nei suoi occhi? Sì, lo leggete e correggete subito il tiro, aggiungendo: Monte Bianco o Torino oppure Milano. Solo dopo queste indicazioni l’ospite riesce a darvi una collocazione geografica. Allora che razza di luce possiamo irradiare se nessuno sa dov’è l’interruttore? Invece noi valdostani viviamo nell’arroganza di essere l’ombelico del mondo. Se proprio vogliamo prendere in prestito un buco, quello giusto per noi si trova un pochino più sotto.

Requiem per noialtri

13 marzo 2009

La smorta luna

Luna storta

Aria di primavera. La natura cambia. La politica, ad esser sincera, è invece molto stanca. Nessun germoglio rallegra i rami secchi: i politici, di tutti i colori, sono uomini e donne vecchi. VdAvive voleva la rivoluzione, ma in Consiglio regionale non è capace di fare opposizione. Roberto è un damerino che, nel pubblico ufficio, svolge puntuale il doveroso compitino. La sua presenza non ingombra: è uno che ha paura della propria ombra.

Nel gran palazzo son proprio tutti uguali:  amici e nemici stanno insieme come bramosi squali. E noi che senza sole impallidiamo, cerchiamo una casa che più non abbiamo. Raminghi e senza speranza alcuna, costretti rimpiazziamo il sol dell’avvenire con la storta luna.

Ma dove vive?

12 marzo 2009

Mangia 'sta minestra o salta dalla finestra!

Mangia 'sta minestra o salta dalla finestra!

Simone Ruffini sente la necessità di scrivere una lettera alla Stampa per dichiarare l’amore che nutre verso il buon operato della sua Regione. Si complimenta, senza vergogna, per il tempestivo intervento riguardo al decreto Brunetta “che penalizzava la pluralità dei lavoratori che continuano a contribuire all’efficenza della macchina amministrativa valdostana”. Adorante dell’attuale Giunta, il Ruffini aggiunge che “la nostra Regione continua a trasmettere al resto della popolazione italiana senso di operatività ed efficenza del comparto pubblico”. Sempre il Ruffini si dice convinto “che il nostro modo di operare potrà servire da spunto per coloro che abitano al di là di Pont- Saint -Martin, esportando così quel modello Valle d’Aosta che governa all’insegna del buon senso”. Simone è un giovane che aderisce al GRUPPO JEUNES VALDOTAINS di cui il sito è scarno di informazioni e fermo da quel dicembre 2008. Dunque di lui sappiamo poco e nulla. Da quello che scrive, ci fa un tantino pena, perché da un giovane ci si aspetta ben altro che una sviolinatura al regime. Se sapesse come fuori dai confini viene vissuto il modello “Valle d’Aosta”, forse capirebbe certe prese di posizione che, se andassero mai in porto, ci farebbero trovare sulle spalle qualche migliaio di impiegati di troppo da dover mantenere. E’ probabile che, a quel punto, apporterebbe una qualche piccola modifica al suo concetto di buon senso.

Porta d’Augusto

10 marzo 2009
Fare e rifare è tutto un guadagnare!

Fare e rifare è tutto un guadagnare!

Ai tempi dei romani si chiamava Arco, ai tempi nostri Porta. Cosa sia un arco romano lo sappiamo cosa sia la “Porta di Aosta” no. Marco Viérin, assessore regionale alle Opere pubbliche, si è accorto, con qualche decennio di ritardo, che la periferia del capoluogo fa schifo. Che come biglietto da visita incentiva più alla fuga che all’ospitalità. Che quei quattro chilometri di asfalto a doppie corsie creano qualche problemuccio di circolazione e relativa sicurezza. Così vai con la riqualificazione! L’economia valdostana si basa molto sul settore edile (non un granché come fondamenta), pertanto si costruisce male per poi RI-QUA-LI-FI-CA-RE! Compri uno e paghi il doppio! Le imprese lavorano e i voti si assicurano. Questo spiega la desolazione di piazza Severino Caveri che sarà tra breve riqualificata, spiega lo sconforto di piazza Narbonne che verrà, in un prossimo futuro, riqualificata, l’afflizione di via Antica Zecca che si spera sarà anch’essa riqualificata. Lavorare bene la prima volta non si fa. Non è consueta procedura. Con questo tipo di approccio al concetto di sviluppo è assai probabile che anche la seconda volta sarà un disastro che richiederà  un’ulteriore riqualificazione. E così fino alla fine dei nostri soldi.

Pasticcio alla valdostana

9 marzo 2009

Noi, di Patuasia news, siamo contrari all’accanimento terapeutico, pertanto non vogliamo perseverare con le critiche nei confronti di Laurent Viérin reo assessore all’Istruzione e Cultura. Anzi, cogliamo l’occasione per complimentarci con lui per la collaborazione messa in atto con la Soprintendenza Speciale di Pompei ed Ercolano. Una sinergia che non potrà fare che del bene al turismo culturale nostrano, certo che… le idee riguardo al far cultura gli rimangono un po’ confuse. La proposta espositiva per il 2009 spazia tra una Firenze gotica e rinascimentale e la “Gran Becca”; tra l’arte dei videogiochi e Mimmo Paladino; tra l’artigianato di tradizione e i fumetti… cosa manca all’appello? la biancheria intima della Monroe? la collezione di pipe del commissario Maigret?

Come tutti gli anni la scelta strampalata delle mostre testimonia, da un lato che l’offerta culturale, nello specifico, non può essere decisa da un politico e dall’altro l’assenza di una strategia capace di vincere sulla noia.

Valdostani senza carattere

9 marzo 2009
Il carattere di una regione senza carattere

Il carattere di una regione senza carattere

La Valle d’Aosta non ha un carattere! Di conseguenza i valdostani neppure. Chi invece possiede un bel caratterino ha pensato bene di fornircene uno. Grazie dunque a Laurent Viérin, assessore regionale all’Istruzione e Cultura e logopedista di tutti noi, che ha finanziato la ricerca di un font territoriale. Ancora una volta la nostra Regione si farà aiutare da Roma nella definizione di quello che sarà il nostro carattere tipografico nazionale. Appositi studiosi rovisteranno nei misteri dei font dell’antichità classica per partorirne uno che saprà comunicare al mondo intero la nostra sublime particolarità. Le nuove vocali e  consonanti avranno profonde radici storiche e sapranno trasmettere la nostra inequivocabile propensione verso  l‘imbecillità assoluta e verso lo spreco. Infatti cerchiamo nella romanità imperiale uno stile calligrafico valdostano quando quello romano era comunemente usato da decine e decine di popoli. Come voler sentirsi unici con un vestitino griffato Oviesse. Inoltre, in tempi di crisi e con qualche centinaio di operai in cassa integrazione, la “piccola” spesa di 40.000 euro per una ricerca così idiota (ci sono migliaia di font disponibili sul mercato!), risulta essere un insulto assai grave. Non è così Laurent?