Archivio per febbraio 2009

Domande sulla criminalità

27 febbraio 2009
Casa, dolce casa...

Casa, dolce casa...

Considerato che più dell’ottanta per cento dei crimini avviene in famiglia, cosa dobbiamo fare? aggiungere un posto a tavola per le ronde? Non passa giorno che non si legga di fidanzati, mariti, padri, figli, madri, mogli che si ammazzano, si picchiano, si violentano fra di loro: gran circo la famiglia! Fondamento sacro della nostra allegra società! Eppure tanta violenza pare non spaventare nessuno. Ma è normale?

VdAvive contro VdAvive

27 febbraio 2009

                                                                                                                                                                                                                                          

VdAvive contro VdAvive

VdAvive contro VdAvive

Le contraddizioni sono il sale che rende saporiti i comportamenti, troppo sale però alza la pressione e non fa bene.  Dunque, dopo aver lavorato alacremente per presentare un progetto di legge sulla Partecipazione, Roberto Louvin, in Consiglio regionale, si è detto contrario alle ronde. Inquietanti e pericolose. Aggiunge che la sicurezza è un patrimonio comune: vero! allora perché delegarla solo esclusivamente alle istituzioni pubbliche? Se la democrazia è soprattutto cooperazione, l’autogoverno dovrebbe essere auspicabile no? E che altro può essere l’autogoverno se non l’assunzione di responsabilità da parte di una collettività? Una lettura non ideologica e affrettata ci porterebbe a considerare le ronde (chiamiamole Guardian Angels che fa meno “squadraccia”), come un’opportunità per rendere più sicure quelle zone a rischio che noi fortunatamente non conosciamo, ma che in altre città esistono eccome. La partecipazione volontaria di persone selezionate, senza armi e addestrate, significa la riappropriazione della città, e della notte. Organizzati con buon senso i Guardian Angel possono dare un grande contributo per la sicurezza esattamente come lo danno, per altri scopi, i volontari del 118. Dov’è allora tutta questa inquietudine?

Requiem per Uhalim

25 febbraio 2009

Rose per Uhalim

Rose per Uhalim

Uhalim, il presenzialista di ogni blog e forum valdostani, si è buttato sotto un treno. Si è ucciso come suo padre. Un maestro elementare colpevole di aver preso per le orecchie una scolara seduta sul davanzale di una finestra. Ai miei tempi i miei genitori avrebbero dato ragione al maestro e lui sarebbe vissuto. Io avrei imparato a ubbidire e a sedermi sulle sedie, senz’altro più comode e sicure. Ma non sono i miei tempi, sono quelli di Uhalim. Uomo profondamente disturbato da una tragedia che si sarebbe potuta evitare con pacato buon senso.  Tempi confusi questi. I figli si seviziano nel chiuso delle pareti domestiche, ma fuori dal nido la tirata di orecchie di un “estraneo” può essere la causa di due morti. Non abbiamo conosciuto l’ingegnere Emilio Revil, sapevamo chi era. Siamo sensibili alla sua sofferenza di figlio e ci dispiace per come ha potuto risolverla.

PPP… Padre Pio Presidente subito!

24 febbraio 2009
Piuccio Presidente del PD!

Piuccio Presidente del PD!

Quelli del PD, se fossero coerenti e coraggiosi, eleggerebbero come Presidente del Partito Padre Pio. E’ un santo e questo assicura lo stato di grazia permanente alla frangia cattolica. E’ un martire che ha subito l’incoronazione di spine e la flagellazione il che lo rende popolare-bipartisan: i sofferenti godono di significativa audience fra i buonisti. E’ stato un visionario, caratteristica che lo avvicina ai tanti I-have-a-dream. E’ uno che ha lottato duramente contro il Maligno, non può non contentare chi vede in Berlusconi tutto il male. E, per finire, è un frate che fa miracoli! Unico difetto ha le mani bucate e, in tempi di crisi, questo piace solo al nostro Presidente del Consiglio!

Ricominciamooo…

23 febbraio 2009
Per cena cucinerò la Costituzione!

Per cena cucinerò la Costituzione!

Come discorso introduttivo quello di Dario Franceschini ci ha fatto cadere le braccia: ancora con ‘sta Costituzione? Per carità, le vogliamo bene, ma era il caso di tirarla ancora in ballo? Possibile che la sinistra degli italiani non abbia capito un tubo? Possibile.

Chi invece ha capito tutto è lui: il Cavaliere-tuttomacchia-e-senzapaura. Tra una battuttaccia e l’altra riesce sempre a stare in piedi e pure comodo. Gli italiani hanno bisogno di UNO che decide,(probabilmente non solo noi, ma soprattutto noi). Uno-che-decide alleggerisce le responsabilità e le coscienze e poi è facile da capire. Parla di tasse (da togliere), mica di Costituzione. Non si arrampica sui principi, va spiccio, a costo di uscire con barzellette che fanno accapponare la pelle, ma che fanno tanto uomo-come-tutti. E piace. Continua a piacere un casino.

Anche nel nostro piccolo abbiamo uno-che-decide che piace un casino. E, sempre nel nostro piccolo, l’opposizione si diletta in leggi inutili sulla partecipazione, che non capisce nessuno tanto sono articolate; quando la gente chiede semplicemente e per questo vota, che qualcuno si prenda la briga di risolverle i problemi. Chi dice di farlo vince! Ricominciare da questa elementare considerazione?

La scienza della stupidità

23 febbraio 2009
... vai via via via...

... vai via via via...

Certo è che il Rettore dell’Università della Valle d’Aosta è un tipo assai suscettibile. Pietro Passerin d’Entrèves mal sopporta qualsiasi tipo di critica, soprattutto quella che riguarda i numeri. Secondo un calcolo nazionale che vede un calo di iscrizioni in tutta la Penisola, anche nell’università valdostana il malessere verso una laurea senza sbocchi si fa sentire eccome. Una volta laureati tutti i dipendenti regionali e comunali e una volta che l’ultimo psicologo si troverà a preparare un coctail dietro il bancone di un bar, chi si iscriverà più in questo Ateneo del piffero? La casalinga di Voghera? Sì perché nemmeno l’immigrato è così stolto da iscriversi a Scienze della Formazione o a Psicologia: se barista deve diventare tanto vale farlo subito no? Che la cultura non si costruisce nel chiuso di una stanzetta pittata di beige. Nonostante la stupidità imperante nella scelta dei corsi, si sta avviando il mega progetto del campus universitario: le iscrizioni scendono e gli appalti salgono. Una procedura perfettamente coerente con la gestione sprecona delle risorse. Il chissenefrega di quello-che-succederà-dopo è la linea di sviluppo locale. Non accenno agli esempi perché sono troppi e noti. Settemilioni e mezzo di euro ci costa questa Università dove gli iscritti sono 1297 di cui 1038 valdostani. Quanti di questi arriveranno al traguardo considerato che, come numero di laureati, siamo negli ultimi posti della classifica nazionale? Ha ragione il Passerin d’Entrèves: i calcoli non tornano.

Riceviamo e pubblichiamo2

21 febbraio 2009

Per fronteggiare la crisi aperta dalla sconfitta alle elezioni in Sardegna e dalle successive dimissioni del Segretario W. Veltroni, l’indizione immediata di un Congresso in cui confrontare piattaforme politiche e, su questa base, scegliere il nuovo segretario, sarebbe indubbiamente la strada maestra da seguire.
Tuttavia i tempi della politica, e prima ancora di quelli tecnici, sono  tali, per l’imminenza delle elezioni di giugno, da rendere oggettivamente non praticabile un reale ed approfondito confronto, capace di coinvolgere davvero militanti, iscritti ed elettori del partito. Al contrario, la prossimità della scadenza elettorale rischierebbe di cristallizzare il partito sulle attuali posizioni, rendendo più difficile la ricerca di quelle nuove e più avanzate sintesi che rappresentano la reale sfida innovativa che abbiamo davanti per rilanciare il progetto del Partito Democratico, con il pericolo quindi di determinare una pericolosa ed ulteriore deriva della vita politica interna del Partito.

2. Il percorso che prevede l’elezione di D. Franceschini a segretario fino al Congresso, che si dovrà tenere immediatamente dopo le elezioni e che deve essere convocato dall’Assemblea di domani, dovrà consentire  un reale confronto di idee e proposte su piattaforme politiche natura del partito e leadership. Questo percorso ci vede d’accordo ma deve essere accompagnato da immediati segnali di discontinuità, prima di tutto sul piano degli organismi dirigenti, attraverso da un lato l’azzeramento del Governo ombra e del Coordinamento politico e costruendo, dall’altro, un organismo di carattere straordinario e temporaneo, che faccia leva sui segretari regionali e su una rappresentanza significativa ed innovativa dei territori e delle sensibilità politiche e culturali che costituiscono il tessuto di base del nostro partito, garantendo il pieno coinvolgimento dell’Assemblea e di tutto il partito.

3. Al tempo stesso, in vista soprattutto delle prossime elezioni, è indispensabile che vengano affrontati con la determinazione necessaria i nodi finora irrisolti non solo nella nostra iniziativa e nella politica del Paese,  per definire una sintesi chiara (dalle questioni della bioetica alle politiche del lavoro per fronteggiare la crisi alla collocazione europea del PD per far solo alcuni esempi) in modo tale da costruire una proposta politica e programmatica, che contemporaneamente parli al Paese e ci consenta di affrontare con forza  le elezioni amministrative ed europee,avviando così una credibile alternativa all’attuale governo della destra.

Sergio Chiamparino
Vasco Errani

 

 

Riveviamo e pubblichiamo

21 febbraio 2009
La speranza non costa nulla

La speranza non costa nulla

Non so cosa accadrà oggi al “summit” del PD. Temo che qualsiasi cosa decidano, sarà giudicata sbagliata: primarie, congresso, leader giovane o leader con esperienza, leader alto biondo occhi azzurri o dai caratteri mediterranei non importa: oggi il PD ha un’immagine che è pari alla Croce Rossa e su di essa è facile infierire. Io che non ho aderito al Pd (per alcuni di quei nodi che adesso vengono al pettine, tipo diritti civili) ma che al Pd ho dato il voto e in questo partito (almeno ad una gran parte di esso) trovo il riferimento politico più prossimo alle mie idee, penso che il PD non possa però tornare sui suoi passi.

Deve fare però delle scelte ben precise, sul tema dei diritti civili innanzitutto e se – come io mi auguro – saranno scelte che dispiaceranno al Vaticano e se i vari Rutelli, Binetti ecc. decideranno di andarsene … che se ne vadano! Minoranza siamo. Minoranza restiamo. Anche se io mi sono battuto per essere Maggioranza, per sporcarmi le mani per dare soluzioni positive per gli interessi generali del nostro paese ecc. ecc. Però la gggente ha premiato e ha dato fiducia agli altri e di questo dobbiamo prendere atto. Chi in questo paese si “è preso cura” degli altri è stato relegato in un ruolo di minoranza dagli elettori. Del resto non capita anche nei condominii: quelli che si occupano delle cose sono una nettissima minoranza, la gran parte sta a guardare quando va bene; succede spesso che quell’impegno venga scambiato per “interesse”. Così va il mondo, Così va la politica. E’ la medesima cosa. Non vi pare?

Oggi c’è, da Vendola a Rosy Bindi (il diavolo e l’acqua santa), uno schieramento riformista che avrebbe le carte in regola per rappresentare chi oggi è soprattutto minoranza culturale in questo paese. Senza rincorrere il capopopolo Di Pietro, senza ammiccare a Casini e senza sperare nelle “crepe” tra Cdl e Lega, tanto li conta il “padrone” di Arcore.

Sarà una battaglia di minoranza? Si? Ripartiamo da li. Del resto diversi di noi, ex comunisti o comunque di sinistra, ci siamo abituati all’opposizione, nonostante Berlusconi abbia fatto credere a mezza Italia che noi abbiamo governato per decenni con la DC.

Voglio ricordare anche a quei compagni che sembrano averlo dimenticato, che il maggior splendore elettorale della sinistra è stato alle europee del 1984, dove, grazie alla morte di Berlinguer la sinistra (PCI+PSI+DP) ebbe il 45.98% e qualche anno prima, nel 1976, (PCI+PSI+DP) il 45.53%. Nelle elezioni del 2008 tra PD, Idv e Sin. Arcobaleno il totale è stato di 41.6% e aldilà di ovvie dissertazioni su questo paragone, si comprende che la sinistra rappresentata dal Pci o dai suoi eredi non è mai andata oltre una certa soglia.

Il dramma, se così vogliamo chiamarlo, non sta nei numeri. Il dramma sta soprattutto in questa aria di “restaurazione”, di passi indietro che l’Italia sta facendo sul terreno delle libertà individuali, del costume, dell’intolleranza, della xenofobia, del vuoto pneumatico che attraversa l’universo giovanile…senza tener conto della crisi economica globale che non sappiamo ancora bene a cosa ci porterà. Tutto negativo? Per non prenderci in giro direi Quasi tutto. Però qualcosa si può fare e spero che nelle prossime elezioni amministrative si ritrovi nei circa 5.000 comuni d’Italia quella passione per arginare la deriva di destra.

So di non aver scritto cose che rimarranno scolpite nella storia, e so anche che qualche destinatario di questa mail mi dirà che “l’analisi non è sufficiente”, “non è vero”, “sei troppo ottimista”, “sei troppo pessimista”, “sei logorroico”, ecc.. Forse è vero che c’è un po di tutto questo e mi piacerebbe essere un Michele Serra o un Massimo Granellini per sintetizzare in 15 righe tutto quanto ho dentro…e non ho detto tutto ciò che ho dentro. Vabbè….Spero solo che queste elezioni siano l’occasione per chi fino ad ora è stato alla finestra, a mettersi o a rimettersi per strada, per dare linfa nuova, per offrire più chance alla politica e alla nostra sinistra. Ciao a tutti.

MAURIZIO DRAPPELLA

 

I piccoli uomini non crescono!

19 febbraio 2009
... piccolo, piccolo, così!

... piccolo, piccolo, così!

Vi ricordate la fila di persone che stazionava davanti al banchetto in piazza Chanoux per le Primarie? Vi ricordate anche lo stupore dei politici diessini per tanta affluenza? E l’imbarazzo di alcuni? Beh! gli imbarazzati di allora hanno preso il sopravvento e con un colpo di spugna hanno cancellato quell’entusiasmo popolare che tanto aveva fatto sperare noialtri detti base. (Poi si lamentano per la scarsa frequenza alle urne registrata nelle ultime consultazioni popolari.) Siamo nel panico. Nello sconforto. Nel si salvi chi può. Se a livello nazionale possiamo afferrare il salvagente e forse trovare una sponda chiamata Bersani, qui siamo in mezzo all’oceano e non si vedono orizzonti, solo qualche miraggio. Le scelte assunte da Raimondo Donzel non sono solo discutibili, ma gravemente ingiuriose verso quel popolo delle primarie che lo ha eletto perché perseguiva la linea dell’alleanza autonomista-progressista. Un’alleanza rotta. Uno sputo in faccia su ognuno di noi. Per due assessorati in Comune con vice-sindaco alla Stella Alpina! Se così fosse il segretario PD non solo svenderebbe gli ideali, pure le poltrone! Un libro come “Piccoli uomini crescono” non lo ha mai scritto nessuno, perché i piccoli uomini rimangono tali.

 

Felicitazioni!

18 febbraio 2009

Sfogliando fra le pagine dei blog locali abbiamo scoperto sotto la foglia di un cavolo, coltivato in un orticello ai lati di una strada, una nuova creatura battezzata: aeroportosostenibile.wordpress.com. Ci complimentiamo con i numerosi genitori che hanno dimostrato di avere ancora buoni denti per prendere a morsi la stupidità e l’arroganza che si alimentano vicendevolmente fra queste valli. Al pupo auguriamo di mantenersi sano e di diventare grande e grosso! Evviva!