Stoccafisso made in Italy
Può un leone trasformarsi in uno stoccafisso? Può. Si è visto alla chiusura del comizio elettorale della coalizione-detta-di-centrosinistra. Dopo la melina dei vari segretari e presidenti di partito la palla del discorso è passata ad Augusto Rollandin che l’ha padroneggiata come un fuoriclasse. Destreggiata con facilità ha segnato il goal e portato a casa gli applausi. Leone in casa, senza dubbio. Ma fuori? Le partite fuori casa sono più difficili. Non c’è il calore della tifoseria. Bisogna essere pronti al contropiede. La domanda sul perché la Valle d’Aosta non voglia accogliere gli immigrati, ha colto alla sprovvista l’Imperatore. Non si aspettava la presenza in campo del giornalista di Piazza Pulita: la chiusura di un comizio per lui facile facile si è così trasformata in un fuorigioco che lo ha mediaticamente sconfitto. Trovato impreparato, Rollandin ha incassato il goal della figuraccia. Non può, infatti, un Presidente di Giunta rispondere come se fosse un ometto qualsiasi. Non può rivolgersi al giornalista, neppure tanto cattivo, ribaltando la questione con l’orrenda frase: “Li prenda a casa sua! Li ha presi?“, come se il problema dovessero risolverlo i semplici cittadini: ma che li paghiamo a fare i politici!
Il leone avrebbe dovuto mettere in atto una manovra di attacco, una controffensiva come si conviene al re della foresta. Dichiarare che sì, che li avrebbe ospitati volentieri gli immigrati (tanto ci sarà costretto), ma che le persone non sono mobili che si possono ammucchiare in un magazzino. Avrebbe allargato le braccia mostrandosi comprensivo e sarebbe piaciuto a tutti: a chi è contro e a chi è a favore dell’ospitalità, entrambi al momento rassicurati. Invece ha favorito la pessima luce che lo stava investendo con la sua dilettantistica chiusura a riccio. Il gioco di difesa, così caro agli italiani, lo ha dunque trasformato da leone di chez nous in uno stoccafisso made in Italy. Rigido come un baccalà si è allontanato nella notte dei cattivi consigli.
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15 Maggio 2015 a 15:28
ma forse lo è, “un ometto qualsiasi”
15 Maggio 2015 a 15:31
Analisi perfetta ma un po’ buonista…si è risvegliata l’arroganza del potere ed il vero carattere prepotente
15 Maggio 2015 a 15:39
la funzione dei giornalisti, quelli veri, è quella di tallonare il Potere.
Incalzarlo.
Porre domande scomode.
Metafora calcistica?
Tutti sono grandi attaccanti, se giocano liberi da marcatura.
Se invece segnano anche se marcati da Furino e Ferrini ( o Gattuso e Gentile…), allora sono buoni.
Cercansi marcatori, anche usati…….
15 Maggio 2015 a 16:09
@Roberto Mancini Usati? Molti lo sono già. 😉
15 Maggio 2015 a 19:54
@Mancini
Caro giornalista, con tutti sti politici che si sono alternati in questi ultimi 30 anni nell’opposizion a Rollandin non ho visto nessun mastino (Furino) ho visto piuttosto dei portaacqua alla maggioranza (come Lodetti per Rivera) ed oggi hanno un nom e cognom :Donzel, Fontana, Guichardaz e tutta la bella compagnia che la Procura di Aosta non ha saputo (voluto) ingabbiare chissà poi perché? Se me lo può spiegare Lei che è di sinistra, Le sarei grato.
16 Maggio 2015 a 11:01
sig Pretoriano,
Parlavo di giornalisti, non di politici.
“Marcare” il Potere, nelle società democratiche, è compito dell’opposizione politica e della libera stampa.
Giudichi lei se queste due condizioni si sono verificate in Vda, io non voglio sacramentare già al mattino….
16 Maggio 2015 a 20:39
@ Mancini,
Ma qui in Valle d’Aosta Lei vede una libera stampa?Io vedo piuttosto una stampa” ingessata al potere” con giornalisti lacché del potere che si fanno solo belli quando il venerdì fanno “tappa”” sul tavolo del Presidente per scrivere quei quattro dati calati loro sui provvedimenti della giunta i quali non vengono mai criticati da nessuno. O mi sbaglio o leggo altri giornali.