Marco Grange, fa giustamente notare, con una lettera alla Stampa, il tono di scherno del consigliere regionale, Dario Comé, nei confronti del cittadino, Sandro Bortot. Un tono inaccettabile e ormai sorpassato, dice. Anche il non rispondere nel merito è altrettanto inaccettabile e fuori tempo massimo e lo prova l’attuale disaffezione nei confronti dei politici. Il presidente della IIIª Commissione permanente, invece di fornire risposte esaustive sull’argomento e cioè gli effetti nocivi delle diverse emissioni di sostanze tossiche, si incaponisce sul metodo di indagine del suddetto cittadino nei suoi confronti in relazione alla sua assenza a un importante convegno sul tema dei rifiuti. Controllare il lavoro degli amministratori è un dovere, soprattutto quando le loro scelte riguardano la nostra salute. Invece Comé si indispettisce. Quello che lo urta è che questa volta all’ubbidienza si risponde con la partecipazione attiva. I cittadini si informano, si presentano alle conferenze pro-inceneritori e contro (gli amministratori solo a quelle pro, altrimenti mandano un funzionario), mettono in dubbio la scelta calata dall’alto. Comé, come tutti o quasi tutti i politici, considera l’elezione un dono divino insindacabile: mi hai dato la rappresentatività? Allora adesso faccio quello che voglio. Un’interpretazione alquanto sbrigativa e superficiale della democrazia. Undicimila valdostani hanno chiesto un confronto scientifico fra le due opzioni: trattamento a caldo o a freddo dei rifiuti, confronto accettato e votato dal Consiglio regionale, ma mai avviato. Per il semplice motivo che qui non si discute, si decide e basta.
Archivio per aprile 2012
Comé come non è!
30 aprile 2012Onore ai caduti
30 aprile 2012Riceviamo da Carola Carpinello e volentieri pubblichiamo.
Da cittadina legatissima al 25 aprile provo sconforto, ogni anno di più, per come viene maltrattata la commemorazione ad Aosta. Anche quest’anno ho assistito, con i miei bambini, alla cerimonia in Piazza Chanoux e in via Festaz: ne ho per tutti. Perchè tenere sempre più ai margini i cittadini? La banda da un lato, il picchetto di Alpini dall’altro ed il palco chiudono ogni visuale e danno la spiacevolissima sensazione che non sia la celebrazione di tutti e che la popolazione sia accolta con un po’ di fastidio. Nell’incipit il sindaco ha menzionato tutti tranne i cittadini, semplice dimenticanza? In tanti abbiamo notato questo fatto, io lo ritengo molto grave. Fino a due o tre anni fa la Banda eseguiva SEMPRE Bella Ciao, assieme all’inno di Mameli e alla canzone del Piave (che a me piace ma che ci azzecca con il 25 aprile? Mistero). Quest’anno è stata eseguita a celebrazione ufficiale terminata, a palco vuoto, quasi con vergogna. L’Anpi non ha niente da dire in proposito? Infine, proprio non capisco le polemiche sulle bandiere di partito. La DC partecipava con le proprie bandiere, così come il PCI e tutti i partiti democratici nati o riemersi dopo il 25 aprile. Non ci troverei niente di strano a vedere, chez nous, le bandiere dell’UV, sempre che la dirigenza attuale si ricordi chi era Emile Chanoux! Le bandiere sono un OMAGGIO ai caduti! A tal proposito perchè in piazza c’erano bandiere strettamente arrotolate e non sventolanti, si capivano che erano rosse, ma perchè tenerle così? Troppo giovane per aver partecipato alla Resistenza, abbastanza vecchia per essere stata educata ai suoi valori, cerco di trasmetterli ai miei figli ma vedo sempre di più che l’opera non è compiuta. I fascismi di oggi si chiamano in modo diverso, sono la disonestà, l’intolleranza, l’individualismo becero e stanno portando la nostra società nel baratro che le donne e gli uomini di allora hanno evitato. Non dobbiamo dimenticare mai che senza quei sacrifici io non potrei scrivere questa lettera e credo che neanche i revisionisti dell’ultimo minuto avrebbero libertà di espressione. Amo molto l’epigrafe scritta da Calamandrei; che sia chiaro per i camerata Kesserling di oggi e domani:
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA.
Vado di fretta…
29 aprile 2012Ripensare una piazza è per l’amministrazione comunale una faccenda semplice. E’ sufficiente questa constatazione per avere la portata intellettuale della nostra dirigenza: un nulla. Come si può affermare, infatti, una tale pensata? Più vicino a un afflato intestinale che al respiro di un’idea. Piazza Giovanni XXIII è un luogo carico di storia non è affatto semplice e non si può risolvere in fretta! Già, la fretta… perché? Sa tanto di favore a qualcuno con quel concorso da presentare entro quindici giorni…
Questione di dignità
29 aprile 2012Riceviamo dal signor Paolo Meneghini e volentieri pubblichiamo.
Questa mattina mi sono chiesto: “Perché sono contro il pirogassificatore”? Ragioni per essere contro ce ne sono tante: inquina, rovina la salute, costa un mucchio di soldi e sarà preda del malaffare mafioso … . Tutte valide, tutte vere, ma io mi sono chiesto, perché mi sono buttato anima e corpo in questa battaglia. Prima pensavo che bastasse andare a votare. Ma una certa mattina ho pensato che non potevo più stare a guardare, dovevo fare qualche cosa. Per salvare il mondo? Per salvare la Valle? Per il bene dei miei figli? Tutte ragioni valide, ma la ragione vera è che non sopporto di essere trattato come uno stupido. Era in gioco la mia dignità, se non avessi fatto nulla avrei perso la mia autostima. Se poteste scegliere come gestire i rifiuti, quale sistema preferireste adottare? Quello che, contro il buon senso e la legge (regionale, italiana ed europea), tratta i rifiuti come degli scarti da eliminare con il fuoco purificatore in un forno iper-tecnologico, costosissimo ed inaffidabile, distruggendo materiali riciclabili ed inquinando irrimediabilmente l’ambiente, compromettendo la salute pubblica, il turismo e l’agricoltura. Oppure quello che, rispettando il buon senso e la legge (regionale, italiana ed europea), avendo preso atto che le risorse di cui dispone l’umanità sono limitate, cerca di contenere lo spreco di materie prime, l’inquinamento ambientale ed i costi, promuovendo la riduzione dei rifiuti, il loro riuso e riciclo, con l’impegno di ridurre sempre più efficacemente il consumo di energia e gli scarti non riutilizzabili. Il pirogassificatore è per me il simbolo della stupidità e dell’arroganza. Come si può pensare di convincere dei cittadini liberi ed indipendenti che lo si costruisce per farli risparmiare, per tutelare il loro benessere, e persino per difendere la loro salute? E’ una questione di principio: al di là della politica e dei partiti, al di là delle antipatie e delle convenienze, non c’entra l’esibizionismo o il vittimismo, è solo che non sopporto di essere trattato da stupido da dei politici incapaci, arraffoni ed arroganti.
Balla coi lupi!
28 aprile 2012Che il signor Milanesio non balli con i lupi, come ha affermato nel carteggio col signor Giuseppe Rollandin pubblicato sulla Stampa, non ci crede nessuno: non avrebbe l’incarico che ha! (Quali sono le sue competenze specifiche?). Che poi affermi di non saper distinguere la differenza tra vizi e virtù, dice il vero: apprezziamo in coro la sua sincerità. Lo stile di quest’ultima lettera è diverso dalla prima, qui il Nostro ha fatto il salto di qualità: dal buonismo da seconda media è approdato alla stizza da quarta geometri. Linguaggio ricercato, citazioni in latino ecc ecc, segni inequivocabili di chi si è sentito colpito nel vivo e vuole marcare una distanza dall’interlocutore. Recuperare autorevolezza con i lettori, utilizzando parole dotte. Lettere come arma di difesa, tipico trucchetto del commediante. Ma i tempi non sono più quelli dell’Aosta da bere e abbiamo imparato a conoscerli i nostri lupi! Loro, invece, non hanno ancora capito che la gente è, nel frattempo, un po’ cambiata. L’anziano socialista, poi, non risponde a un’altra bellissima lettera, questa del signor Ghigo Rossi, in quanto “piena di fiele e priva di argomentazioni”. Sul primo punto, confonde il fiele con l’indignazione; nel secondo sceglie il silenzio con l’accusa del vuoto di elementi per il dibattito. Un vuoto così traboccante di informazioni che non può che tappargli la bocca!
La foto che allietava l’articolo ho dovuto toglierla dietro diffida di tal Angelo Musumarra che ne detiene il copyright (su Google non si capiva subito che era una sua proprietà), accusandomi di furto! Ma Patuasia non demorde e l’ha sostituita con un’altra che al momento sembrerebbe libera dal cappio.
Delirium tremens
28 aprile 2012La nuova Resistenza è contro il centralismo. L’Union valdotaine critica il sistema dei partiti, colpevoli di cambiare nome come si fa con le camicie, perdendo così la loro identità politica: non si sa più cosa sia la destra e la sinistra! A dire il vero di queste appartenenze ideali l’Union non ha mai fatto caso, si è sempre posta fuori da ogni kermesse ideologica che non fosse quella dell’autonomia intesa in senso feudale. L’anima unionista si presenta, quindi, sull’editoriale dell’ultimo numero del Peuple, come orgogliosa forza politica che non ha mai cambiato né colore né logo insieme alla Sudtiroler Volkspartei. L’accordo politico appena concluso con la suddetta forza politica insieme al Partito popolare trentino tirolese, all’Union autonomista ladina e alla Slovenska Skupnost, ha come scopo quello di resistere agli attacchi contro le autonomie da parte dello Stato italiano. Siamo al delirio di onnipotenza. Non credo che tutti gli unionisti condividano questa presa di posizione che vede chi ci nutre come il nemico assoluto da abbattere in nome di un’autonomia totale volta a un controllo capillare sui cittadini e sull’economia. Non posso credere che persone intelligenti possano dare spazio a questa teoria del complotto che, guarda caso, appare tutte le volte che il Governo locale imbarca acqua. L’Union vuole l’autonomia assoluta? Bene che abbia allora il coraggio di rinunciare ai cospicui contributi statali che sono la voce più importante delle nostre entrate. Facile uscire di casa quando è il babbo che paga l’affitto!
Si sono bevuti il cervello!
27 aprile 2012I nostri amministratori si sono bevuti fino all’ultima goccia di cervello! Bandiscono un concorso di idee per architetti-sponsor offrendo 15 giorni di tempo quando per legge un bando di progettazione ne prevede 30, per riqualificare la piazza Giovanni XXIII. Tutto per risparmiare. Su una delle piazze più importatnti della città si punta al risparmio! Si accettano ideuzze purché gratis! Questo è il valore che danno al nostro patrimonio culturale! Vergogna e vergogna e vergogna! Vogliono rispamiare sulla piazza e spendono per rimettere a posto un pezzo di strada totalmente fuori da ogni contesto storico-turistico come quel moncherino davanti all’Assessorato all’Ambiente che collega piazza Plouves, orrenda, a piazza Narbonne, orrenda, ma quel pezzettino un vero bijou! Non c’è più alcun dubbio: abbiamo a che fare con degli amministratori pazzi!
Tele che?
27 aprile 2012Esposto alla Procura
27 aprile 2012Riceviamo da Legambiente e volentieri pubblichiamo.
L’Associazione Legambiente della Valle d’Aosta ha effettuato nei giorni scorsi una segnalazione alla Procura della Repubblica di Aosta, concernente l’impianto idroelettrico con opera di presa sul torrente Chalamy e la pista multifunzione nel comune di Champdepraz. La segnalazione riguarda l’intreccio delle vicende legate alle autorizzazioni per la realizzazione di una pista multifunzione e la costruzione di un impianto idroelettrico in località Chevrère di Champdepraz, opere realizzate negli anni dal 2007 al 2011, che fanno entrambe riferimento a Luigi Berger, sindaco di Champdepraz. A proposito della pista, Legambiente rileva che:
la pista si sviluppa tutta in verticale, con una pendenza media molto marcata e, quindi, poco si presta ad essere percorsa, come da destinazione, in mountain-bike e con gli sci da fondo, in quanto eccessivamente faticosa in salita e pericolosa in discesa, mentre per il percorso a piedi e con racchette da neve era più indicato e gradevole il vecchio sentiero preesistente;
la pista si sviluppa in una zona classificata ad alta e media pericolosità degli ambiti inedificabili per rischio di frane, inondazioni, valanghe e slavine, ed è quindi poco indicata per richiamare l’afflusso di turisti, per i rischi a cui gli stessi sarebbero esposti.
– la pista è pericolosa e non potrebbe essere omologata, non avendo i requisiti della Legge Regionale n. 9 del 17/03/ 1992 “Norme in materia di esercizio ad uso pubblico di piste da sci”.
La pista si presenta di fatto difficilmente utilizzabile ai fini turistici e quindi non giustificata nelle motivazioni economico-sociali, poste alla base della sua realizzazione, che fanno riferimento alla generica esigenza di completare l’offerta turistica escursionistica e sciistica della zona.
La stessa è però stata utilizzata per l’interramento della condotta dell’impianto idroelettrico in corso di realizzazione. Pare quindi che la finalità di realizzazione della pista non sia stata di servizio pubblico ma piuttosto di favorire il privato nella realizzazione del proprio impianto idroelettrico.
A prescindere dal costo di realizzazione e manutenzione della pista, resta il fatto che senza la preventiva autorizzazione della pista, che giustificava con l’interesse pubblico l’alterazione dei luoghi, l’impianto idroelettrico difficilmente sarebbe stato autorizzato perché comportava danni all’ambiente. Ne fa prova il fatto che l’iter per l’autorizzazione della centrale è stato interrotto una prima volta nel 2004 ed ha, poi, ricevuto parere negativo alla Valutazione di Impatto Ambientale nel 2009. Tale valutazione negativa è stata quindi modificata in valutazione positiva condizionata in seguito alla approvazione del progetto della pista.
Legambiente segnala i fatti alla Procura affinché possa valutare se non ricorrano reati sia in materia urbanistica sia in materia di tutela dell’ambiente, nonché altri reati in danno della Pubblica Amministrazione.
Copio dunque sono!
26 aprile 2012Bruno Giordano gioca a fare il Napolitano di nos-atre! E copiando si copre di ridicolo. E’ che gli manca un ingrediente indispensabile per dare fondamento alle sue parole: l’autorevolezza. Sostiene che “un regime democratico non può funzionare senza partiti politici” (La Stampa), quando in realtà un sistema democratico non è proprio tale, se a governare sono sindaci come lui che proteggono assessori quali la Carradore già avvezza a problemi con la Magistratura. Il sistema dei partiti ha creato una casta di privilegiati (difficile dimostrare il contrario basti pensare ai numerosi benefit e agli stipendi da capogiro dei parlamentari, presidenti, assessori, consiglieri… e che ancora non sono stati toccati dalla crisi), una casta lontana anni luce dai problemi del Paese, avvitata su se stessa e ai giochi di potere. Sono queste le vere cause della disaffezione montante verso la politica. Come può un uomo come Giordano parlare dei valori morali e spirituali della Resistenza, quando con il suo spessore culturale svuota il senso profondo delle parole, alimentando l’antipolitica? Le sue parole per il xxv Aprile sono state scritte da qualcun altro, lette per obbligo, probabilmente nemmeno comprese.
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