Pubblichiamo le “dieci domande” del Comitato per un nuovo ospedale.
Le domande sono state rivolte a chi di dovere… ad oggi non si hanno notizie in merito.
1) Perché le prime ruspe inizieranno ad operare nel 2013 e sono previsti altri dieci anni per concludere i lavori di ristrutturazione e ampliamento, quando solo qualche mese fa veniva data per certa la partenza dei lavori entro il 2009 e massimo sei anni per concludere le opere?
2) Perché oggi si mettono in discussione gli unici due elementi qualificanti del “progetto Fosson”, sui quali peraltro è stata imbastita la campagna antireferendaria: la chiusura di viale Ginevra e la costruzione di un parcheggio interrato di 385 posti per i dipendenti posizionato a sud dell’ospedale?
3) Perché fino a qualche anno fa si ipotizzava una spesa di poco più di 120 milioni di euro ed oggi si parla già di 145 milioni di euro?
4) Perché lanciare il progetto di un nuovo ospedale senza il supporto di un piano urbanistico e di viabilità?
5 ) Perché non viene detto ai cittadini dove si farà l’eventuale parcheggio dei dipendenti/utenti/visitatori?
6) Perché non viene detto dove verranno parcheggiate le migliaia di auto che attualmente sostano nel parcheggio pluripiano antistante l’ospedale, durante i lavori di costruzione dell’ala est?
7) Perché non viene indicato il luogo dove stazioneranno gli automezzi e i materiali necessari ai lavori di ampliamento, la cosiddetta “area cantiere”?
8) Perché non si dice ai cittadini che le uniche aree che si potranno adibire alla sosta delle auto e dei materiali da cantiere sono quelle di Viale Federico Chabod e del “Réfuge”?
9) Perché non si dice ai cittadini che tutte le opere già ultimate e in fase di cantierizzazione, come il “nuovo” pronto soccorso, le sale operatorie, il centro prelievi, il laboratorio di analisi verranno smantellate e riconvertite ad altre funzioni, vanificando i milioni già spesi?
10) Quale credibilità può avere il cronoprogramma degli interventi laddove indica che la ristrutturazione del vecchio ospedale di viale Ginevra verrà fatta in circa un anno, quando piccole opere di manutenzione e riadattamento richiedono periodi molto più lunghi?
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C…. c’entra?
31 ottobre 2009Ma che bella figuretta da cioccolataio!
Scusateci, ma qualcuno ci spieghi cosa c…. c’entra Art &Ciocc ad Aosta? Che tipo di tradizione locale giustifica tale iniziativa? Il cioccolato piace a tutti, ma questo non basta per mettere in piedi l’ennesima fiera del cacao, tanto più che nella vicinissima città di Torino si tiene la super collaudata Cioccolatò e a Perugia Eurochocolate, due città che del cioccolato hanno una storica e rinomata produzione. Ma Aosta? L’iperteso assessore alle Attività produttive, Bruno Giordano, è convinto che per essere un buon amministratore basti il fare e quindi fa. Qualsiasi cosa. Che poi questa ci azzecchi o no con il territorio chissenefrega. Scopiazza qui e là e porta a casa. Porsi qualche domanda sul significato di quello che fa non è di sua competenza, a lui compete riempire la piazza di gazebo: l’idea che si è fatto del marketing, evidentemente, si esaurisce qui. Questa volta ha portato a casa i cioccolatieri, naturalmente non aostani (uno solo presente), visto che qui non esiste una tradizione in tal senso, per la felicità delle pasticcerie cittadine che, per le festività, si troveranno a fronteggiare una concorrenza in più. La manifestazione torinese vede i produttori piemontesi promuovere i loro prodotti; stimola e dà risalto a un’economia locale; il nostro assessore comunale, al contrario, pubblicizza articoli che con la nostra economia nulla hanno a che fare, quindi, ci chiediamo, a che pro fare gli interessi di un dolcificio di Borgaro Torinese o di Termoli o di Canicattì o di Brugherio o di Codogné…? Qualcuno, per favore, gli spieghi che per Attività produttive si intendono quelle del comune che amministra, non basta che siano.
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Categorie: Commenti vari, Uomini politici
Tags: Aosta, Art&Ciocc, Bruno Giordano, Cioccolatò, Eurochocolate, Perugia, Torino
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