Archivio per ottobre 2010
In proporzione
31 ottobre 2010Questa restitution…
30 ottobre 2010Questa è la prima di una serie di performance sulla città a firma di Patrizia Nuvolari. Un’ingenua che ancora crede nel potere dell’arte intesa come azione sulla realtà. Un’utopia che ha accarezzato i cuori degli artisti negli anni settanta e che ancora pulsa.
La Regione vuole l’inceneritore!
29 ottobre 2010Riceviamo da Legambiente e volentieri pubblichiamo.
Più aumenta la raccolta differenziata più diventa assurda la spesa di 220 milioni di euro per un impianto (quale non si sa) che bruci i rifiuti indifferenziati. E’ questa la vera ragione per cui la III Commissione regionale ha respinto la petizione di oltre mille valdostani che chiedevano la raccolta differenziata dei rifiuti organici degli abitati di fondo Valle e il loro trattatamento in un apposito impianto di compostaggio. Risultano infatti ben poco convincenti le ragioni ufficiali addotte. Si è detto che in varie vallate si sta attivando il compostaggio domestico; la petizione non proponeva affatto una raccolta dove c’è già il compostaggio, ma solo dove non è facile farlo, come ad Aosta. Si è detto che il compost non avrebbe mercato; ce l’ha in tutti quei posti dove viene fatto bene e ne viene intelligentemente incentivato l’uso. Vera invece l’altra motivazione addotta e cioè che “la proposta non è coerente con le decisioni assunte dal Consiglio regionale in materia di gestione dei rifiuti”. In altre parole, siccome la Regione ha deciso di bruciare, ridurre ulteriormente il già scarso materiale per alimentare l’impianto alzerebbe ulteriormente il costo unitario che, è stato calcolato, raggiungerà la ragguardevole cifra di 220 euro a tonnellata.
Non sarà inoltre attivata una tariffa puntuale per premiare chi produce meno rifiuti e incentivare la raccolta differenziata (sennò che cosa bruciano?) e quindi il passaggio da tassa a tariffa previsto dalla legge costerà a tutti uno sproposito.
Questo sì, questo no!
29 ottobre 2010Alcuni genitori di Pont-Saint-Martin non pagano la retta della mensa per i loro figli: molto male anche perché sembra che nessuno di loro abbia chiesto l’esenzione causa basso reddito. I loro nomi vengono esposti sul Web, insieme a quelli dei loro figli: male, perché i piccoli vanno tutelati e, secondo la legge, anche la privacy. Un ristoratore di Aosta che esercita in corso Lancieri, si vede sequestrare dai carabinieri del nucleo antisofisticazione di Aosta (Nas) 500 chilogrammi di pesce in cattivo stato di conservazione. “Il titolare dell’esercizio commerciale e’ stato denunciato a piede libero per tentata frode in commercio. Secondo quanto si e’ appreso, nel menù non erano specificati i piatti a base di alimenti congelati, che venivano cosi’ presentati come ”prodotti freschi”. (ANSA). In questo caso non ci sono stati dubbi, il nome del titolare e del ristorante non sono stati menzionati. Com’è la storia?
Il canto delle sirene
27 ottobre 2010Giuseppe Cerise ci sei o ci fai?
26 ottobre 2010Prima firma per l’aumento della cifra, da 100.000 euro a 500.000, svincolata da gare di appalti, dando così la stura a incarichi fiduciari che tradotto vuol dire a-chi-piace-a-me e, in una regione come la nostra a vocazione malavitosa, la scelta è pesante assai! Poi si astiene dalla petizione popolare (1o72 firme!) che chiede un centro di compostaggio regionale: Pino svegliati! Ma ti sei reso conto che non sei più dell’Union?
Ditemi se sbaglio
26 ottobre 2010La terza Commissione consiliare “assetto del territorio” ha bocciato la proposta contenuta in una petizione popolare sottoscritta da 1072 cittadini, per la realizzazione di un centro regionale di compostaggio e per la raccolta dell’umido in Valle d’Aosta. (Ansa). Se ho capito bene la bocciatura dipende dal fatto che, se il centro di compostaggio fosse realizzato, toglierebbe la pappa al futuro inceneritore che di pappa ne ha molto bisogno. Sbaglio? (Perché l’Alpe si è astenuta? Che il colore verde sia stinto in grigio?)
Noi sì!
25 ottobre 2010La bile di Leonardo La Torre non è verde, ma rossonera. La lettera che ha scritto sulla Stampa, in risposta alle dichiarazioni espresse dal prof universitario, Mario Rey, che ha affermato che la nostra autonomia è finta, è un inno all’amore verso il Leone, senza il quale non avrebbe la cadrega sulla quale poggia le misere chiappe. E’ anche, se ce ne fosse ancora bisogno, una prova di frastornante e reale malafede. Secondo lui noi valdostani ci saremmo impegnati per generazioni e generazioni a difendere la nostra autonomia, contribuendo alla costruzione di un vero federalismo e generando il Pil della Regione dal lavoro quotidiano e non da fantomatici “sostegni romani”? Ma allora Leonarduzzo dov’è il problema? Se siamo ricchi di nostro perché tanta preoccupazione? Che lo Stato si riprenda pure i nove decimi del riparto fiscale compresa la sostituzione dell’Iva da importazione, ce la caveremo benissimo! Perché noi abbiamo fiorenti industrie, il Casinò che va alla grande, un artigianato prospero e un turismo a prova di crisi. Noi sì che siamo finanziariamente autonomi perché sentiamo la nostra terra e la nostra identità! Non abbiamo bisogno di Roma! Tantomeno di ricorrere alla Corte Costituzionale!
Un leone di carta!
25 ottobre 2010Lo dice anche un professore universitario che la nostra autonomia è finta! Si chiama Mario Rey e insegna Scienze delle Finanze all’Università di Torino. «La Regione Valle d’Aosta non ha autonomia impositiva e vive di finanza derivata, trasferimenti dello Stato che la mettono in condizione di dipendenza. Un’autonomia di questo genere rischia di essere soggetta a un grosso condizionamento politico». (La Stampa). Non rischia: è soggetta al condizionamento politico! Tanto che l’Union, il partito di maggioranza, ha trovato la sua ideologia nel concetto: né a destra né a sinistra, ma a destra e a sinistra per il bene della Valle. Bene che si traduce nei soldoni da cui dipendiamo dallo Stato. Questa ideologia è stata ricordata con una certa pedanteria e senza vergogna alcuna, durante i recenti fatti politici che hanno visto i rappresentanti dell’Union e del PdL avvicendarsi a Roma. Siamo un leone di carta e il federalismo fiscale una forbice di acciaio.
Noi per noi
27 ottobre 2010“Non servono studi di marketing, analisi e questionari per capire quanto sia profondo l’abisso che divide la Val d’Aosta dal Trentino Alto Adige…” così inizia l’interessante articolo della Stampa a firma Stefano Sergi, circa la partecipazione valdostana al Salone del Gusto. Presente il banco della Regione, assenti tutti i privati. C’è da giurarci che questa volta l’assessorato non abbia pagato loro gli stand! Perché stupirci? L’economia valdostana è un’economia assistita dalla Regione così come la Regione è assistita dallo Stato: l’imprenditorialità non fa parte del nostro dna. Poi di imbastire i contatti con l’estero non glienefrega a nessuno: ci bastiamo noi.
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Categorie: Commenti vari, Degrado morale, Folclore valdostano, Libero mercato, Stupidità
Tags: La Stampa, Regione autonoma Valle d'Aosta, Salone del Gusto, Stefano Sergi
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