“In un momento dove va di moda essere contro e mandare a f_____o chiunque dai politici agli immigrati passando dagl imprenditori che scappano, ai giovani che sono choosy!” Beh, quelli della 3bite, organizzatori di tutto-e-di-più fra cui l’ Aosta Sound Fest, hanno fatto a modo loro e hanno sentito il desiderio di ringraziare tutti! Il loro è un ringraziamento particolare. Particolarissimo nell’uso dell’italiano: sbarazzino, giovane, disinvolto, a volte economico di doppie a volte taccagno. Sempre in conflitto con le acca, gli accenti e gli apostrofi… ah la nuova versione della bella gioventù!
Gli organizzatori ringraziano prendendo a morsi la lingua italiana. Ma slinguettano con i politici-sponsor: “I politici c han creduto e si sono pure presi delle critiche ma han dato da lavorare con quest evento a 174 persone! Dietro a una manifestazione c e un mondo di lavoratori, facchini, service, ingeniere, pr, elettricisti, addetti alla sicurezza, baristi ecc ecc oltre che chi ci lavora indirettamente come ristoranti alberghi lavanderie. Quindi grazi Bruno Giordano ,Patrizia Carradore, Andrea Paron ed Emily Rini per aver creduto in questo proggetto.” Lamentano che i soldi sono stati pochi (a quel che so il Comune ha cacciato 100.000 euro e la Presidenza del Consiglio altri 36.000, direi niente male per una manifestazione di portata locale), ma “il calore umano che abbiamo ricevuto ha fatto la magia!“. Già già… non c’è come il calore umano. Dalla cifra, tutt’altro che ridicola, si direbbe che siano stati pagati un tanto a grado.
Archivio per giugno 2014
Un ringraziamento particolare!
30 giugno 2014Omicidi insoluti in Valle d’Aosta
29 giugno 2014Storia della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta, incendi di automezzi e due omicidi insoluti di “prestasoldi” di Roberto Mancini – Tratto da Nuovasocietà.it
Lunedì 23 maggio 1996
Nel cantiere dell’impresa Lapegna a Pontey, in località Champagne 41, prendono fuoco sette camion.
L’impresario danneggiato si occupa di costruzioni edili e stradali e di sgombero neve. Gli automezzi, parcheggiati sotto una tettoia, si incendiano contemporaneamente durante la notte .
In seguito si ripete il copione di prammatica, sempre identico in questi casi: l’impresario dichiara di non avere nemici e di non essere mai stato minacciato né ricattato, ma l’ovvia conclusione degli inquirenti è che gli inneschi usati presuppongono la presenza di almeno tre persone, perdippiù dotate di buona capacità tecnico-criminale.
La disamina degli affari e degli appalti del Lapegna non fornisce alcun indizio.
Nessun risultato. (altro…)
Vuò fa’ l’americano!
26 giugno 2014Tra un po’ avrà un nome e un marchio il nuovo soggetto politico nato dalla carcassa della Fédération autonomiste. Nuovo, ma con esperienza, ci tiene a precisare il portavoce del Cominato promotore René Tonelli. Tonelli, durante la conferenza stampa, ha parlato in italiano, in francese e in inglese. Sarà un movimento plurilingue. Fa figo! Non so dirvi, perché non c’ero, se ha parlato anche in patois e in swahili. La Cosa non sarà un partito di destra o di sinistra o di centro, quindi sarà un partito di destra, di sinistra e di centro a seconda degli interessi. Esattamente come l’Union valdotaine. L’esperienza gli ex-Fa la prendono da lì, ma dov’è la novità? Anche i personaggi sanno di muffa e naftalina. E l’obiettivo? Pure quello è il solito paio di poltrone nella prossima giunta comunale. A chi? Beh… a Paron e a Carradore tanto per citare qualcuno. Altrimenti i poveretti che sono capaci di fare?
Pasticcio Regione
25 giugno 2014Causa demansionamento di una dirigente regionale la Corte dei Conti ha contestato all’ex assessore regionale al Bilancio, Gino Agnesod, e all’ex coordinatore regionale, Cesare Gerbelle, un danno erariale di 62 mila euro. La notizia mi stuzzica la memoria…, nella nebbia dei ricordi emergono altri danni economici e questa volta subiti dalla Regione e cioè da noi tutti. Roba del tipo dirigenti che diventano direttori per pochi mesi giusto il tempo di un trasloco in sindacato per percepire uno stipendio più alto. O altri che diventano dirigenti di uffici inesistenti sempre per veder lievitare il loro portafoglio, insomma credo che di questi pasticci la Regione sia zuppa e sarebbe carino saperne di più.
L’archiviazione dell’operazione “Lenzuolo”
24 giugno 2014Proseguono gli articoli prestati da Nuovasocietà.it di Roberto Mancini.
L’ipotesi accusatoria nei confronti dei 16 indagati (13 ad Aosta, 3 in Calabria) così recitava: «…….perché ritenute responsabili di aver creato in Valle d’Aosta un’associazione per delinquere di stampo mafioso con le caratteristiche gerarchiche tipiche dell’organizzazione criminale calabrese».
L’indagine veniva svolta dal pm Francesco Mollace, della DDA di Reggio Calabria.
La competenza della procura calabrese derivava dalla convinzione che la struttura criminale, per le sue caratteristiche di “locale di servizio” fosse una promanazione delle cosche operanti in Calabria. Il Gip di Reggio Calabria tuttavia si dichiarava non competente, trasferendo il procedimento Penale alla Procura della Repubblica di Torino , presso la DDA (Direzione Distrettuale Antimafia).
Un filone di indagine proveniva inoltre da un episodio valdostano. In seguito all’omicidio di Gaetano Neri, avvenuto a Pont Saint Martin il 13 giugno 1991, suo cognato Salvatore Caruso, affiliato alla cosca Asciutto-Neri-Grimaldi di Taurianova, decise di collaborare con la Giustizia deponendo al processo Taurus in corte d’Assise di Palmi.
Neri venne assassinato a Pont da Salvatore “Sasà” Belfiore, secondogenito di Domenico. (altro…)
Scene da un matrimonio
23 giugno 2014“Emily e Filippo” è il titolo della prima mostra deliberata dalla nuova assessore alla Cultura, Emily Rini. Una genialata. A costo zero e di forte impatto mediatico, sfrutta i nuovi canali della comunicazione come fb. L’apertura al pubblico del suo album dei ricordi sarà un indubbio successo. Eloquenti immagini cantano l’inno alla privacy. Luogo preso d’assalto dai vituperati giornalisti. Luogo che origina chiacchiere e maldicenze, insomma luogo da proteggere. L’assessore gioca d’attacco, anticipa, sfonda la porta con un tiro inaspettato mettendo a segno il suo primo goal. A gratis! Eccola dunque vestita di bianco che bacia teneramente il suo Filippo, la sua adorata figlia. La vediamo sorridente nel ruolo di sposa insieme ai parenti, agli amici, ai consiglieri regionali, agli assessori, al presidente…un’intera classe politica. Romanticismo esasperato come si conviene al conformismo dei matrimoni. Aspettiamo con crescente curiosità le prossime intime mostre. Sala parto? Prima comunione?… Domanda-che-sorge-spontanea: se l’avessero messa alle Finanze ci avrebbe aperto il portafoglio?
(Ma quanto orribili sono i due babacetti Thun sulla torta nuziale?)
Il coraggio di osare…
19 giugno 2014Così dichiara dalle pagine della Stampa, il presidente dell’associazione Art&Incontro: ” Queste associazioni servono a incoraggiare i tanti che coltivano l’hobby della pittura, convincendoli a esporre. Perché spesso agli inizi manca il coraggio di osare. Bisogna invece “osare”, “osare”, “osare”…”. Non è il caso della città di Aosta che vede una aguerritissima associazione di autodefiniti “artisti valdostani” che il verbo osare l’ha applicato da sempre ricevendone innumerevoli vantaggi. Forte di un alto numero di iscritti, in un posto dove ciò che conta è la quantità che si tramuta in voto e non la qualità più impermeabile alla metamorfosi, la lobby, presieduta da Antonio Vizzi, ha di fatto conquistato quasi tutti gli spazi espositivi del capoluogo. La Saletta comunale vede esposti i risultati del loro tempo libero, così come la Saletta san Grato che, umiliando un piacevole affresco del ‘500, è diventata addirittura la loro galleria. Anche la Saletta Finaosta non ha resistito al fascino dell'”osare”: cinque mesi l’anno ospita il diletto hobbystico di un centinaio di appassionati. Spesso anche la saletta dell’Hotel de Ville con mostre a tema, apre le sue porte agli amanti del pigmento a olio. Sono tanti, tengono famiglia e hanno amici, con loro il successo è assicurato e non solo quello legato alle esposizioni. Mario Sposito, il presidente di cui sopra, si lamenta che in Italia i piccoli eventi, considerati dei sottoprodotti, vengono snobbati. Non so esattamente come ci si comporta fuori dai confini dell’autonomia, ma di certo i sottoprodotti qui trovano spazi aperti e finanziamenti calorosi.
Domandina scema
18 giugno 2014Io non capisco. Se il problema non è la poltrona e quindi non è il politico che dovrebbe occuparla, perché il Consiglio è fermo sul nome di Marco Viérin?
Locale di Aosta
18 giugno 2014Articolo di Roberto Mancini pubblicato grazie a Nuovasocietà.it
La presenza nelle esplosioni del 1977 di Carmelo Oliverio, nipote di Santo Oliverio, ci costringe ad abbandonare la cronologia del racconto.
Santo Oliverio infatti è protagonista, alcuni anni dopo, di una clamorosa inchiesta valdostana anti-’ndrangheta finita nel nulla: “Operazione Lenzuolo” del 2000.
Ne emerge memoria dalla lettura delle motivazioni della sentenza “Tempus venit” del 2013, quella che condanna (in prima e seconda istanza) il clan Facchineri per estorsione mafiosa ai danni del costruttore Giuseppe Tropiano.
Essa rivela che già tre pentiti di ndrangheta , alla fine degli anni 90, avevano rivelato la presenza di un’organizzazione ‘ndranghetista in Valle d’Aosta. Si tratta Francesco Fonti, Salvatore Caruso e Annunziato Raso. Ecco le loro dichiarazioni, Francesco Fonti disse:
«Sono arrivato a Torino nell’anno 1971 e da subito, ho saputo che in Valle d’Aosta vi era un Locale attivo».
(Il “Locale” è la struttura di base della ‘ndrangheta che sorge in un determinato paese, allorché si supera il numero minimo di 49 affiliati a qualunque “copiata” a cui appartengono . (altro…)
Ancora una chance?
17 giugno 2014Il fare e disfare in Valle d’Aosta ha il suo lato positivo che sta nel verbo rifare. Realizzata una schifezza resta la speranza che venga prima o poi distrutta per dare nuova linfa appaltatrice agli amici. “Fare girare l’economia”, si diceva fino a poco tempo fa. Così è per la vituperata piazza Severino Caveri che, si spera, sarà altra cosa, rispetto a quella spianata di pietre. Anche se dal progetto poco si riesce a intuire. Chissà dunque che anche la Porta Pretoria non abbia questa chance? Non possa recuperare la sua valenza urbanistica oltre che architettonica. La piazza medievale, luogo di relazioni, di incontri, di suggestioni… della cui perdita qualcuno dovrà pur portare una responsabilità. Già, perché la città non è monumenti isolati fra loro, questi sono intrecciati indissolubilmente con la storia che trasforma e crea e trasforma. Non tenerne conto è uccidere la città intesa come spazio di collettività. L’attuale monumento romano non è più niente: non è quello che è stato ai tempi di Augusto e non è quello che è stato dopo incluso l’oggi. E’ morto. Chiuso in un sacrario di ferro e cemento, neanche buono per una fotografia che non può rivelare la sua monumentalità monca. C’è una presa di distanza fra i cittadini e il loro monumento di eccellenza, lo stesso che ospitava la fiera di sant’Orso, le corali, i musicisti di strada, ma anche semplici pedoni che si fermavano a chiacchierare, a mangiare un gelato; oggi tutto questo che è poi la vita, è stato precluso. La Porta Pretoria è diventata solo una scocciatura da attraversare in fretta. Cloaca massima per rifiuti vari. Possibile riaverla fra noi?
Commenti recenti