Archive for the ‘Ultimo saluto’ category

La quarta lingua!

26 febbraio 2015

L’accordo c’è! Questo è l’ultimo pezzo del testo ditemi che lingua è? Anche il politichese ha più senso!

La coalizione Uv, Sa, Pd intende operare ed impegnarsi per rinforzare il senso di appartenenza alla comunità attraverso un ruolo attivo di tutti i cittadini con modalità di collaborazione coerenti con la storia, la cultura e la tradizione della città di Aosta, favorendo la partecipazione democratica attraverso il reale coinvolgimento nei processi decisionali dei soggetti attori del territorio».

Chiuso per fallimento!

5 febbraio 2015

Dell’identità della Valle d’Aosta e della sua salvaguardia non ha mai fregato a nessuno in primis all’Union valdotaine. La prova, se ce ne fosse ancora bisogno, è il fallimento della scuola plurilingue. Un progetto nato dall’interesse di alcune mamme con figliolette in raggiunta età scolastica. Partorito di fretta e finito con altrettanta fretta. Un progetto simile, se serio, non può nascere da un’esigenza personale, ma da una visione culturale ampia, dotata di obiettivi e di orizzonti per tutti. Non è stato così né potrà mai essere così. Diamo un’occhiata in giro. (altro…)

Guido se ne è andato

29 marzo 2013

Il mio amico Guido Dondeynaz se ne è andato. Un messaggino sul cellulare e mi sento diventare sempre più triste. Sono certa che mi mancheranno le nostre vivaci chiacchierate al bar. Uomo informatissimo e serio, mi inviava documenti perché voleva che lo fossi sempre anch’io. Mi diceva che bisogna conoscere le leggi per non essere superficiali nelle azioni e approssimativi nella teoria, perché la politica ha bisogno di persone istruite, competenti e professionali. Di fronte al pressapochismo in atto, un uomo così era una vera risorsa. Caspita, Guido avevamo ancora bisogno della tua lucidità e competenza e invece ci hai lasciati così, io non me l’aspettavo. Mi piacevi completamente calvo e la tua energia e la voglia di vivere e la curiosità su quanto succedeva mi dicevano che ce l’avevi fatta. Abbiamo discusso fino a poco tempo fa nel “nostro” bar Roma e io davo per certo che l’avremmo fatto ancora per tanto tempo, mi hai fregata. Te ne sei andato e a me questa cosa fa male.

Sono ciò che siamo

3 gennaio 2013

Aosta festosa e divertente, peccato che la tivù non abbia filmato le scenette post concerto: bottiglie rotte ovunque e signori che si liberavano dei liquidi in eccesso contro gli angoli neppure appartati. Se sulle quinte non riusciamo a proporre altro che spettacoli di serie b, dietro le quinte siamo anche peggio. Dopotutto siamo ciò che siamo e votiamo chi meglio rappresenta la nostra ignoranza e volgarità.

Grazie Union valdotaine!

30 settembre 2012

«Quand on s’indigne, il convient de se demander si l’on est digne». Alla frase dell’Abbé Pierre, Luciano Caveri, consigliere regionale unionista nonché ex deputato, ex assessore al Turismo, ex presidente di Giunta ecc ecc…, risponde dal suo blog che sì i valdostani sono degni di indignarsi in quanto tale diritto è scritto nella Storia. Cos’è la Storia? Per molti è un fossile. Un segno scolpito nella pietra che non subisce mutamenti alcuni. Eppure anche le pietre si trasformano, alcune diventano sabbia. Nello scorrere della Storia il nostro Statuto speciale non ha più una ragione di essere e neppure quella cosa che Caveri descrive come prepolitica e che si fonda sul senso di identità e appartenenza. Quale identità? Quella della neolingua iniettata a forza per riempire il vuoto lasciato da un’altra lingua che madre non è più? Quella delle sagre inventate? Quella dello sfruttamento intensivo dell’ambiente? Quella degli scandali? Quella degli sprechi? In questo siamo perfettamente uguali a tutti gli altri, niente di speciale. Troppo facile e ormai inefficace rivolgersi alla Storia per reclamare un diritto che secondo Caveri avrebbe le caratteristiche del divino: siamo speciali per natura! Una motivazione, questa sì ridicola, che si frantuma facilmente nell’osservazione attenta del nostro attuale essere. Non è alla Storia che avremmo dovuto appellarci, cullati nella manna statale che mai avremmo pensato potesse venire meno, ma al presente. Il presente di ieri che avrebbe dato dignità al presente di oggi. Quel buon governo di onesti e capaci che avrebbe dato un esempio di eccellenza e di capacità al resto del Paese. Conferito quella dignità che ci avrebbe permesso di indignarci contro gli scandali, gli sprechi di risorse, l’immoralità che devastano la Penisola. Avremmo potuto difendere la nostra autonomia con i risultati di una buona politica e al tempo stesso difendere il Federalismo dallo “Stato scialacquatore”, come lo definisce Caveri. Ma non possiamo farlo, perché la Valle d’Aosta è il riflesso in piccolo dello Stato centrale. Un esempio? Il nostro Presidente è un pregiudicato. (E Caveri che se la prende con Roma ladrona, non è quello che voleva la Porta della Valle d’Aosta? E la funicolare”Cablò”? E l’aeroporto e… . Che non si indigni troppo che l’Abbé Pierre si incazza!). I politici unionisti e i loro portaborse che cercano di difendere oggi l’autonomia minacciata di fatto l’hanno uccisa LORO! (Come al nostro interno hanno fatto fuori l’autonomia dei Comuni, delle Comunità montane, dell’economia… tutti i settori della vita pubblica, sociale e imprenditoriale sono asserviti a piazza Deffeyes!). Con quali argomenti potremmo mai difenderla? Con il diritto naturale? La Storia? Sai le pernacchie! No, il processo è irreversibile e l’autonomia della Valle d’Aosta scialaquatrice è segnata, non resta che seppellirla. Grazie Union valdotaine!