Forza Elio!

Elio Riccarand (Foto da alpevda.eu)
Son giorni difficili per Elio Riccarand, chiamato a dure prove per difendere la sua salute. Gli giungano i miei pensieri di affetto e vicinanza, insieme a quelli di tutti coloro che condividono le sue idee.
Uno dei pochissimi dirigenti della Sinistra a non essere servo culturale ( e politico…) dell’Union e del suo localismo per privilegiati. Se credenti, pregate. Se non credenti, invocate il Fato, gli antenati, il Destino, gli astri.
In gamba, vecchio amico. Molti ti sono vicini, et quorum ego.
Riccarand è odiatissimo dai bakkani e dalla Sinistra ufficiale ( quella dei venduti per insipienza, magari pure gratis ..) sostanzialmente per tre ragioni:
1) come storico ha smascherato il bluff della Jeune Vallèe d’Aoste, nobile congrega di clericali che di antifascista non facevano proprio nulla, tanto che mandavano i verbali delle loro riunioni alla Questura fascista.
2) come storico ha scritto la biografia di Emile Lexert, che la Sinistra nicco-dolchiana voleva occultare ( insieme al PCI clandestino dal 1922 al 1943!) per vendere il monopolio della Resistenza al solo Chanoux, suo unico artefice insieme a Zorro e Maciste…..
3) come politico è il padre del referendum propositivo alla svizzera, che vanamente ha cercato di inserire nel nostro statuto.
Ha così smascherato con una coerente misura federalista l’Union, da almeno un ventennio governata da una loggia massonica di costruttori di opere pubbliche inutili.
Libro: Elio Riccarand.; “Storia della Vda contemporanea, 1919-1945“, ediz Stylos.
Roberto Mancini
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20 agosto 2014 a 16:13
L’ho visto l’ultima volta un paio di mesi fa.
Pur nella sua situazione, come sempre un gran signore e disposto al dialogo.
Con tanti meriti.
Il mio augurio più sincero.
20 agosto 2014 a 17:12
https://www.facebook.com/alloallovdalibre?fref=nf
20 agosto 2014 a 18:04
Come sono lunghi i tempi della ragione! Per chi, come me, si è trovato “in prestito” al mondo della politica, pare impossibile che qualsiasi scelta, qualsiasi decisione debba essere assoggettata ai ritmi lentissimi di una politica che sembra non riuscire a dire più nulla, che non sia qualcosa di già visto.
E quando c’é qualcosa o qualcuno che possa disturbare il manovratore, ecco che si fa di tutto per costruirgli attorno una nicchia per depotenziarlo. Credo che questa nicchia abbia a che fare con certi personaggi specifici, piuttosto che con la sinistra ufficiale.
20 agosto 2014 a 18:07
Elio non so cosa ti sta succedendo, ma immagino niente di bello, tanti cari auguri per venirne fuori il più presto possibile e nel modo migliore possibile. Un abbraccio.
20 agosto 2014 a 18:31
senza di lui e dei suoi preziossimi libri non avrei potuto scrivere la mia tesi di laurea… Forza e auguri di pronta guarigione!!
20 agosto 2014 a 19:33
dai, Elio, mio vecchio compagno di scuola e di gioventù, non dirmi che hai già portato a termine i programmi di cui mi hai parlato non più di un mese fa!
21 agosto 2014 a 09:54
In bocca al lupo, Elio.
Tieni duro, come sempre, c’è ancora tantissimo bisogno di te!
21 agosto 2014 a 12:29
Signor Mancini,
se, come pare di capire, una persona è seriamente ammalata, non è forse il caso di rispettare la sua privacy?
O lei ritiene troppo urgente interpretarne e forse strumentalizzarne il pensiero?
Non crede che come per tutti i “grandi” di un’epoca, anche se vissuti in una piccola terra, il pensiero e l’azione di Elio Riccarand meritino un approfondimento e una riflessione che siano qualcosa di più di qualche slogan rancoroso?
21 agosto 2014 a 17:40
Scusi signor exit-paul, di quale privacy calpestata parla? Elio è un uomo politico e quindi pubblico e oggi è ammalato, rivelarlo a chi ancora non lo sa mi sembra un atto doveroso, un’informazione che va fatta. Io, ad esempio, non ne ero a conoscenza e mi ha fatto piacere saperlo per poter, anche da lontano, portare a lui i miei più cari auguri di pronta guarigione. Sono certa che la nostra vicinanza a lui farà piacere.
21 agosto 2014 a 18:06
Secondo me non è un atto doveroso, né opportuno.
Ma si tratta solo di sensibilità diverse…
22 agosto 2014 a 00:16
Penso che l’affetto delle centinaia di persone che hanno condiviso questo messaggio sia una spinta in più a superare questo ostacolo: forza Elio!
22 agosto 2014 a 11:11
Sig Exit -Paul says,
Qui come altrove, la privacy è il “refugium peccatorum”: la si invoca ad minkiam, fa fine e non impegna.
In Vda fa il paio con ” il cpmplotto centralista”.
Entrambi i concetti, variamente invocati come seriale supercazzola, hanno consentito a fior di incapaci di sedere in piazza Deffeyes per anni, fingendo di essere pensosi statisti.
La privacy di un uomo pubblico è forzatamente più ristretta e meno protetta di un pincopallo qualunque, e in questa casistica va classificato Elio Riccarand.
A voler essere tignosi, la normativa sulla privacy impedisce di rivelare la natura del male, non la sua presenza.
A questa norma, in accordo con la famiglia e l’interessato, mi sono attenuto.
Ps:
di quale “slogan rancoroso” sta cianciando?
Qui si tratta di una ricostruzione storico-politica dei comportamenti della Sinistra negli scorsi 50-60 anni.
Più ci “rifletto” e “approfondisco”, come dice lei, e più provo sdegno.
Lei ha fatti che smentiscano quanto scrivo?
Li esibisca ( senza privacy….), i dibattiti storici avvengono così.
In caso contrario i suoi aggettivi sono inopportuni e gratuiti.
Qui si tratta di individuare una manipolazione storica: che c’entra il rancore?
22 agosto 2014 a 12:58
La privacy è un modo, facoltativo, di occuparsi con discrezione delle persone.
Non è il rispetto di una norma, ma il rispetto di una persona.
In altre parole, una questione di sensibilità.
Lei avrà una sua sensibilità e io mi tengo la mia. E le cose che lei ha scritto, io non le avrei scritte, per lo meno non in questo momento.
A proposito del suo rancoroso p.s., io credo che lei sia un po’ presuntuoso nell’esporre in una dozzina di righe il pensiero, l’opera e l’azione di Riccarand, storico, politico e uomo che ho sempre stimato per molte ragioni, molte di più delle tre che individua lei! Forse perché ci sono ancora dei bakkani, come lui e come me, che amano la loro piccola terra, seppur culturalmente e politicamente devastata dalla pochezza di chi ha governato gli ultimi decenni.
Per finire, la supplico: faccia il polemista, cosa che le si addice assai (sinceramente la trovo molto bravo e persino simpatico) e quando parla di storia continui a esporre le sue idee in libertà, ma non pretenda di essere un grande storico, perché non lo è.
E non sia troppo suscettibile, suvvia!
22 agosto 2014 a 13:07
Exit Paul says,
Non sono uno storico, mai sostenuto.
Però leggo libri di storia, senza autorizzazione preventiva del Comitè Federal.
Al massimo posso essere , come in questo caso, un umile divulgatore di opere storiche altrui:
sopratutto di quelle che i bakkani hanno volutamente occultato e nascosto per interesse politico.
E lei questo lo chiama “rancore”?
Mattacchione…..