Andrea Edoardo Paron lascia la poltrona soddisfatto: “Il progetto Jolis Coins è stato senza dubbio, tra le iniziative culturali di questi 5 anni, il più entusiasmante e il più qualificante…”. Con tutta la simpatia verso gli artisti locali che hanno donato un’opera da inserire in vari contesti urbani, definire il progetto, che per la sua complessità ha reso necessario l’intervento di una storica dell’arte, come l’inziativa culturale più qualificante, dà la misura sia del livello intellettivo del nostro ormai ex assessore alla Cultura del Comune di Aosta sia di quello della nostra Città. Immagino che per le telefonate e la difficile scelta del luogo dove posizionare le opere, la storica dell’arte abbia lavorato gratis.
Archive for the ‘Artigianato’ category
Ussignur!
6 aprile 2015Chiuso per fallimento!
5 febbraio 2015Dell’identità della Valle d’Aosta e della sua salvaguardia non ha mai fregato a nessuno in primis all’Union valdotaine. La prova, se ce ne fosse ancora bisogno, è il fallimento della scuola plurilingue. Un progetto nato dall’interesse di alcune mamme con figliolette in raggiunta età scolastica. Partorito di fretta e finito con altrettanta fretta. Un progetto simile, se serio, non può nascere da un’esigenza personale, ma da una visione culturale ampia, dotata di obiettivi e di orizzonti per tutti. Non è stato così né potrà mai essere così. Diamo un’occhiata in giro. (altro…)
Premio Patuasia-Artisanat-Inpiù!
31 gennaio 2015Aggiungo un premio a quelli classici (diversi sono gli anni in cui segnalo le opere che io giudico migliori) che chiamo Premio Patuasia-Artisanat-Inpiù.
Inpiù e si rivolge a quegli oggetti “minori” che possono essere acquistati come souvenirs della Fiera e diventare il loro piacevole simbolo.
In questa edizione segnalo le “Comari” del dott. Francesco di Vito. Donne, semplici, donne di un tempo e neppure in costume tradizionale. Alte quindici cm circa, dunque piccole. Colorate di colori tiepidi, trasparenti. Tronchetti appena sbozzati. Portano cuffie e grembiuli lunghi fino ai piedi, sono sempre incazzate… oggetti irresistibili. Infatti, tornata per comprare la seconda, erano già tutte sparite. Consiglio a Francesco di vestirle anche con tailleur anni ’60, o intabarrate dentro cappotti, quelli eleganti, quelli che si mettevano la domenica o durante le processioni…
1° Premio Patuasia-Artisanat
31 gennaio 2015Il Primo Premio Patuasia-Artisanat va a Guido Diemoz per la sua opera “La fienagione”.
“La fienagione” di Guido Diemoz è perfetta dal lato compositivo, un punto di vista che mai viene considerato nelle selezioni ufficiali. Eppure qualsiasi creazione artistica è frutto di un linguaggio che è il vero contenuto dell’opera. Il significante è, nell’arte, il vero significato. Invece l’ufficialità si ferma su quest’ultimo e solo e unicamente su di esso. Questa è un’opera bella non perché ben rappresenta un uomo che solleva un covone di erba e ricorda il passato contadino della nostra valle, è bella perché l’architettura delle sue linee si manifesta in una forma assoluta. L’uomo si trova al centro di uno spazio vuoto: un prato concavo che lo racchiude. Sulle sue spalle trasporta un enorme covone: l’erba raccolta. La natura offre, l’uomo prende. Il vuoto e il pieno che si contrappongono. Se l’uomo dovesse cadere, l’erba del covone tornerebbe a riempire lo spazio svuotato di essa. Solo le corde che trattengono il fascio testimonierebbero il suo intervento. L’uomo si eleva sulla natura tramite il lavoro. Con la sua fatica. Ma non ne intacca l’armonia, perché la sua sopravvivenza è dovuta alla comprensione delle leggi naturali. L’uomo si erge sì, ma con rispetto. Conosce il delicato equilibrio. E ne fa parte. Questo racconta la scultura di Diemoz, ma non è la narrazione a farlo, bensì le forme. Le linee concave e convesse che si snodano con equilibrio, il segno sicuro, il disegno chiaro e semplice, i volumi armonici, cioè il linguaggio che crea una scultura.
2° Premio Patuasia-Artisanat
31 gennaio 2015Il secondo Premio Patuasia-Artisanat 2015 va al Maestro: François Cerise. L’opera in questione è Santa Caterina. Una figura allungata con appena qualche incisione a disegnare le pieghe dell’abito. La santa volge lo sguardo di lato come se un bisbiglio l’avesse appena distolta dall’incanto del silenzio. Tra le crespe della tonaca scorrono due steli che prendono la forma di due gigli. Delicati si appoggiano al viso di lei come a protezione. La materia è secca. Corrosa dal tempo. Il segno ruvido disegna angoli puntuti, ma quanta delicatezza in quei fiori che poggiano leggeri sullo zigomo. François Cerise è un poeta. Lo è per natura, per indole, per grazia ricevuta. Non c’è scuola che tenga: la poesia alberga nella sua anima e ce la rivela ogni anno con le parole del legno.
Meriterebbe un Museo a sé! (Ricordo che ha donato nel 2003 alla collettività valdostana 5.000 pezzi di cultura materiale riguardanti il territorio valdostano e dove sono?).
3° Premio Patuasia-Artisanat
31 gennaio 2015Anche Patuasia, come ogni anno, consegna i suoi premi simbolici alle migliori prime tre opere, esposte nella Fiera di sant’Orso 2015.
Il terzo Premio va allo scultore Roberto Lunardi per “La classe”. Un’opera curiosa, composta da diversi moduli simili legati fra loro da una cinghia di cuoio che permette una chiusura a bozzolo. Ma non è questo il particolare più interessante, piuttosto la reiterazione di un soggetto: la coppia di alunni sorpresa in pose differenti durante una lezione, che determina un insieme piuttosto singolare. Il segno è essenziale, appena abbozzato; l’assenza di cura conferisce ai personaggi una carica espressiva grossolana, quasi primitiva e per questo energica. La semplicità del disegno che corrisponde ai tratti infantili è propria del “fare” valdostano. Una peculiarità che contraddistingue il nostro artigianato da quello trentino più levigato e rispondente alla natura. Da noi si è da sempre preferita l’espressione alla rappresentazione del reale. Purtroppo un linguaggio che va perdendosi in favore della banalità del vero.
Buone idee
17 ottobre 2014Come posso non essere d’accordo con la proposta della Fiva che vuole portare il mercato in piazza Chanoux quando io stessa ho proposto di farlo? Condivido quindi pienamente l’idea purché venga strutturata in modo degno di una piazza aulica. Purché sia integrata in una visione d’insieme (quella che manca sempre) con il turismo ad esempio, con l’alimentazione a km zero altro esempio, con la necessità di dare spazio ai giovani agricoltori ecc ecc. Si recupererebbe una storia che ci appartiene che conferirebbe alla città parte di quella vitàlità autentica e identitaria che nel frattempo abbiamo dimenticato. Condivido anche l’idea di Alpe di un posto permanente per allestire mostre di artigianato, conferendo così alla città quella giusta artmosfera, indispensabile a una Capitale mondiale de l’Artisanat en bois. Il posto? La saletta comunale che è giusto accanto al negozio dell’Ivat!
Artigianato e premi
19 agosto 2014Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Gentile Patuasia, da una breve analisi dei vincitori delle ultime 5 edizioni della Mostra
Concorso nel settore Scultura Bassorilievi e Tuttotondo emerge che:
VIERIN Siro: 3 premi su 5 partecipazioni
MASSETTO: 3 premi su 5 partecipazioni
BARMASSE: 3 premi su 3 partecipazioni
JOLY: 3 premi su 3 partecipazioni
BERLIER: 2 premi su 3 partecipazioni
CASETTA: 2 premi su 5 partecipazioni
VIERIN Enzo: 2 premi su 4 partecipazioni
BINEL: 2 premi su 2 partecipazioni
CAZZATO Salvatore: 2 premi su 3 partecipazioni
ARNODO: 1 premio nell’unica partecipazione
CRESTANI: 1 premio nell’unica partecipazione
DIEMOZ: 1 premio nell’unica partecipazione
FISANOTTI: 1 premio nell’unica partecipazione
Mi e Le chiedo: ha senso che le opere vengano consegnate senza firma e anonime, quando CHIUNQUE è in grado di riconoscere un Joly, un Crestani, un Berlier, un Fisanotti, etc.? (altro…)
Una cagata pazzesca!
2 agosto 2014Mostra Concorso dell’artigianato valdostano di tradizione: nessun vincitore nella categoria vetro. Ammesso che il vetro faccia parte della tradizione valdostana, mi complimento per la prima volta con la Giuria per la stroncatura fatta all’unico partecipante: Franco Frachey. ” La commissione ha deciso di non assegnare il premio, perché il lavoro in vetro, per quanto rispondente al tema, non rappresenta il pregio artistico e il valore estetico tali da ottenere il premio”. La giuria è stata diplomatica, io, che invece non lo sono, dico che l’opera complessiva del famigerato artista-artigiano è nel suo complesso una cagata pazzesca! Ha invaso rotonde, piazze, strade con i suoi orribili vetri in virtù di chissà quale talento nascosto, perché di quello artistico non vi è traccia. Dice l’offeso: “Dopo 20 anni non posso accettare un verdetto simile… ” (La Vallée ) E perché? Non è mai troppo tardi per rinsavire e cambiare mestiere. (altro…)
2° Premio Patuasia-Artisanat
31 gennaio 2014Il secondo Premio va a Roberta Bechis. Diplomata all’Accademia di Belle arti è una scultrice che si affranca dalla tradizione e presenta uno stile che va dal realismo al simbolismo. Contrasti espressi dal segno pulito ed essenziale dell’abito del santo e dal segno graffiato e inciso che ben disegna l’espressività del volto ricco di particolari. Lo sguardo è assente. Perduto nei pensieri che non hanno uno spazio temporale. Un altrove mistico che ci allontana. Nessun rumore disturba il suo silenzio. Un corvo è posato sul suo braccio e lo guarda. Immobile. Il corvo è nero come la tunica. La notte li avvolge entrambi in linee sinuose e protettive.
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