Devastazione al Via!


Riceviamo da Legambiente e volentieri pubblichiamo.

Il progetto di aumento della centrale idroelettrica di Chavonne (fino a quasi tre volte la potenza attuale) tra Aymavilles e Villeneuve, sottoposto in questo periodo a procedure di VIA (Valutazione Impatto Ambientale), implicherà una pesante cantierizzazione delle valli di Cogne e Savara nei quattro anni previsti per lo svolgimento dei lavori. A opere terminate, alcune zone dei territori interessati non saranno più le stesse. Così, ad esempio, la gola di Crétaz, appena sotto Cogne, che sarà sbarrata da una diga alta 15 metri; oppure la zona subito sottostante Dégioz in Valsavaranche, dove sorgerà la nuova captazione per scopi idroelettrici (loc. Pont du Loup). Sparirà Plan Pessey, in Val di Cogne, le cui aree di pascolo saranno sostituite da un deposito per materiali di risulta… . Il Circolo Legambiente Valle d’Aosta ritiene che questo progetto sia incompatibile con il sistema di tutela che caratterizza il Parco Nazionale del Gran Paradiso, che sarà interessato da gran parte delle opere (il 52% dei lavori previsti). Esprime inoltre preoccupazione per il futuro economico, relativamente all’aspetto turistico, delle due vallate coinvolte.

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9 commenti su “Devastazione al Via!”

  1. Frank Says:

    Ma visto che è un Parco (Nazionale per giunta) non dovrebbero esistere dei vincoli piuttosto rigidi riguardo a costruzioni e lavori di ogni entità?

  2. raz-les-bolles Says:

    la potente lobby dell’idroelettrico colpisce ancora, e stavolta alla grande. Si dice che questa non sia che la prima di una serie di centrali con grandi dighe. c’è da preoccuparsi. Visto l’investimento della CVA per il progetto di Chavonne (quasi 900 pagine solo di SIA, scaricabile dal sito della regione) è già sicuro che i solerti dirigenti del VIA daranno l’OK.
    E’ altresì noto che alcuni funzionari di vari assessorati avevano lavorato, qualche anno fa (sotto il regno di Caveri, che, almeno su questo, aveva fatto dei timidi tentativi di limitare l’assalto dei pochi ma potentissimi costruttori), a stilare una sorta di elenco di corsi d’acqua di particolare pregio su cui porre uno stop al prelievo per uso idroelettrico. Poi cambiò la giunta e si bloccò tutto, come al solito. Gli amici progettisti e costruttori possono dormire sonni tranquillissimi. E la rapina continua, a ritmo forsennato, nell’indifferenza quasi generale salvo Legambiente e pochi eroici cittadini che agiscono comunque, sapendo già che al 90% le loro osservazioni non cambieranno nulla.

  3. bruno courthoud Says:

    la ripartizione delle centraline dovrebbe essere grosso modo questa:

    1) le centraline medie e medio-grandi, comportanti anche nuovi invasi, alla CVA;

    2) le centraline medie agli amici e agli amici degli amici;

    3) le briciole a qualcun altro, tanto per non dar troppo nell’occhio.

    Il VIA? che palle!!! un po’ di fumo negli occhi.

  4. Massoud Says:

    Volevo sapere da qualcuno dei rappresentanti di Legambiente se ritengono che ci siano violazioni di carattere urbanistico di natura penale o violazioni palesi di altre disposizioni nei progetti di costruzione delle centrali in maniera da poter intervenire con un esposto.
    Diversamente l’unico sistema per bloccare il proliferare delle centrali è una legge regionale che riformi il sistema autorizzatorio.
    E di quella potrebbero ben farsi promotori con il sostegno pieno di altre realtà del mondo associativo valdostano.

  5. bruno courthoud Says:

    a me sembra anche urgente una moratoria nel rilascio delle autorizzazioni e concessioni di 5/10 anni.

  6. raz-les-bolles Says:

    MORATORIA!! MORATORIA SUBITO!!!! ma questa è una pia illusione. anche se a chiederla fossero 50.000 cittadini, se ne fotterebbero: contano mooooooolto di più gli interessi dei loro amici.

  7. marburg Says:

    Ma qualche movimento politico presente (presente?) in Consiglio regionale non potrebbe battere un colpo?

  8. mah Says:

    In consiglio l’Alpe ha presentato un’interrogazione, e in quell’occasione Rollandin ha detto che “il 52 per cento è all’interno del Parco”.
    L’opera, considerando che è un parco non si potrebbe fare, ma c’è una direttiva europea sull’energia verde che, di fatto, scavalca tutto il resto. Citando Cetto Laqualunque “into ‘o culo al parco”.

  9. raz-les-bolles Says:

    Ricorso alla corte europea di giustizia, il minimo che si possa fare. Visto che l’esito del VIA è già scontato.


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