Posted tagged ‘VIA’

Nuovo progetto!

16 gennaio 2013
Immagine tratta da La Stampa

Immagine tratta da La Stampa

Ho visto sulla Stampa la fotografia del nuovo progetto dell’ospedale. Dell’ultimo progetto dell’ospedale, già perché ce ne sono stati altri e chissà se questo sarà quello definitivo: ancora il VIA (Valutazione impatto ambientale) non si è pronunciato. Mi chiedo  come possa essere possibile che su un progetto di tale entità e così delicato visto che tratta della salute e della sofferenza, si possa cambiare idea da un anno all’altro. Altra considerazione che faccio è come si può non definire ospedale nuovo la struttura che si ergerà con sei piani fuori terra sull’area dell’attuale parcheggio. Trattasi infatti di un edificio con una volumetria molto importante che è difficile definire come semplice ampliamento. Il referendum che non raggiunse il quorum, prendeva in considerazione due scelte: un ospedale nuovo fuori Aosta e l’ampliamento di quello vecchio. Su questa seconda proposta la propaganda unionista diceva che era assurdo investire nel nuovo dopo che molti soldi erano stati spesi nella vecchia struttura. Vecchia struttura che, secondo il nuovo progetto, sarà in parte demolita. Se ci fosse oggi un nuovo referendum sono certa che i valdostani si comporterebbero in modo diverso. Mi chiedo anche come faranno i poveri degenti a sopportare, per minimo dieci anni, i lavori di un cantiere enorme. Costretti a respirare le polveri e sopportare i rumori, nonché tutti i disagi che un simile cantiere, si prevedono scavi per quasi centomila metri cubi, potrà creare. Senza contare i problemi di circolazione. Insomma l’ospedale nuovo si farà dove l’amministrazione ha deciso si dovesse fare e qui mi scappa un’altra domanda: forse per favorire qualcuno? Se fossero stati i valdostani ad essere favoriti, saremmo già ai primi piani di un ospedale nuovo su un terreno più agevole e senza disturbare nessuno.

Sette cantieri

6 gennaio 2011

Riceviamo da Legambiente e volentieri pubblichiamo.

In questo periodo viene sottoposto a VIA un complesso progetto di ampliamento della Centrale idroelettrica di Chavonne (Comune di Villeneuve) che dovrebbe aumentare la produzione di energia dagli attuali 140GWh annui ai 371GWh previsti a opere ultimate.

Questo specifico progetto ci preoccupa più di altri. Si articola in 7 cantieri: Crétaz (costruzione di una diga), Plan Pessey, Poignon e La Nouva in Val di Cogne; Pont du Loup e Fenille in Valsavarenche e infine il cantiere della nuova centrale di Chavonne. A questi vanno aggiunti il cantiere di costruzione della nuova condotta forzata e lo scavo delle gallerie per convogliare le acque dalle due vallate al nuovo pozzo piezometrico di Poignon. Il 52% di queste opere ricade nel territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Come ambientalisti riteniamo che si stia creando in Italia, come dimostra anche il recente smembramento del Parco Nazionale dello Stelvio, un clima si svilimento del sistema delle aree protette. Se le opere in progetto per Chavonne saranno approvate, verrà fatto un ulteriore passo in questa direzione. I rigidi regolamenti in materia di costruzioni ai quali i residenti nei Parchi devono sottostare hanno suscitato nel tempo varie resistenze, ma non c’è dubbio – e oggi molti residenti se ne rendono conto – che hanno conservato un territorio che attira visitatori anche dall’estero e consente un turismo di qualità. Ora, invece qualcuno si è messo a considerare le risorse presenti nel Parco come fonti sfruttabili di arricchimento e a progettare un’opera che modificherà pesantemente (come lo stesso Studio di Impatto Ambientale in alcuni passaggi ammette) l’aspetto di due vallate. Chavonne ha bisogno di essere ristrutturata? Benissimo, ma senza alterare lo stato di parziale wilderness (il più possibile vicino a quello di natura) che dovrebbe caratterizzare un’area protetta e senza compromettere il turismo con enormi cantieri e stravolgimenti dovuti alla necessità di smaltire le grandi quantità di smarino che scavi del genere comportano.

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Oro blu

28 dicembre 2010

La Lipu-BirdLife è preoccupata. Secondo l’associazione la futura centrale idroelettrica di Chavonne è “incompatibile con le esigenze di tutela delle specie e degli habitat e cancellerà un modello di turismo di sostenibilità verso l’ambiente” (Aostasera.it). Chissà cosa dirà il VIA (Valutazione di impatto ambientale). L’esperienza ci fa dubitare di un responso favorevole alla natura. L’idroelettrico, cioé l’energia pulita, rappresenta un businnes da sfruttare pienamente e da noi l’oro blu non manca. Chissà cosa dicono l’assessore Zublena, così attenta allo sviluppo sostenibile e l’assessore Marguerettaz così sensibile al turismo ambientale.

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Devastazione al Via!

15 dicembre 2010

Riceviamo da Legambiente e volentieri pubblichiamo.

Il progetto di aumento della centrale idroelettrica di Chavonne (fino a quasi tre volte la potenza attuale) tra Aymavilles e Villeneuve, sottoposto in questo periodo a procedure di VIA (Valutazione Impatto Ambientale), implicherà una pesante cantierizzazione delle valli di Cogne e Savara nei quattro anni previsti per lo svolgimento dei lavori. A opere terminate, alcune zone dei territori interessati non saranno più le stesse. Così, ad esempio, la gola di Crétaz, appena sotto Cogne, che sarà sbarrata da una diga alta 15 metri; oppure la zona subito sottostante Dégioz in Valsavaranche, dove sorgerà la nuova captazione per scopi idroelettrici (loc. Pont du Loup). Sparirà Plan Pessey, in Val di Cogne, le cui aree di pascolo saranno sostituite da un deposito per materiali di risulta… . Il Circolo Legambiente Valle d’Aosta ritiene che questo progetto sia incompatibile con il sistema di tutela che caratterizza il Parco Nazionale del Gran Paradiso, che sarà interessato da gran parte delle opere (il 52% dei lavori previsti). Esprime inoltre preoccupazione per il futuro economico, relativamente all’aspetto turistico, delle due vallate coinvolte.

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Requiem

15 ottobre 2010

Chemmefrega! Tanto io non so volare e poi non emigro mica eh eh eh!

Ve l’immaginate un impianto eolico in Valle d’Aosta? Ci sta  negli altipiani desertici dell’assolata Sicilia, o in Spagna o comunque in spazi aperti e graaandi, ma in Valle? Dove le aree piatte sono in bassissima percentuale e il paesaggio stretto stretto? Eppure l’imbecillità doc ha dato il via a un impianto di questo tipo al Puy de Saint Evence a Saint-Denis! Nonostante i numerosi pareri negativi sia per l’impatto ambientale sia per il costo eccessivo e la dubbia efficienza, dei vari organi amministrativi, l’impianto si farà, grazie all’ennesima delibera positiva di VIA (valutazione impatto ambientale). Un requiem per tutti gli uccelli migratori che sono abituati a transitare in quella zona e dove vi lasceranno le piume. Un requiem per la nostra anima ancora una volta ferita. Un requiem per l’intelligenza che da questi ameni luoghi ha preso il volo tanto tempo fa.

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