Capitale de che?
Aosta capitale de che? Della Cultura? Certo che ce ne vuole di faccia tosta per mettere in concorso la nostra città. Guardate la foto, molti di voi non noteranno nulla di strano e questo significa che l’abitudine al degrado e al disprezzo verso il nostro patrimonio culturale è così normale che non si riesce a maturare altro punto di vista. Insomma se il degrado che ci circonda ci sfugge vuol dire che lo abbiamo assimilato. Che vuol dire che la”cultura” che esprimiano non ci dà accesso alla bellezza. Il rapporto con gli spazi della vita si apprende da subito, fa parte della nostra esperienza e orienta comportamenti e azioni. Se nasco nel degrado non concepirò altro che quello. Se è normale seppellire una scultura contemporanea dietro a orribili fioriere, imparerò il disprezzo verso l’arte, al meglio non le darò importanza. Per questo trovo ridicola, strumentale, falsa la candidatura che serve solo a dare lustro alla giacchetta sciancrata dell’assessore comunale, Edoardo Paron. Invece di spot pubblicitari è necessario un cambio radicale di comportamenteo nei confronti della città. Una maturazione verso un nuovo concetto di inedita vivibilità, grazie a un’azione educativa mirata a ridisegnare la nostra presenza non solo in termini di utilizzo, ma di partecipazione. Partecipare alla città significa saperla introiettare dentro di sè, farla diventare parte del nostro paesaggio interiore, da cui nascono le nostre responsabilità.
Explore posts in the same categories: Arte, Cultura morta, Degrado urbano, Irresponsabilità, Mala Amministrazione, Politica culturale, Turismo, Uomini politici, VergognaTag: Andrea Edoardo Paron, Aosta, Aosta Capitale della Cultura, Assessorato comunale Cultura, Degrado urbano, Stephen Cox, Tribute to Saint Anselm
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22 novembre 2012 a 08:35
altro cavallo di battaglia dell’assessore le targhe con i nomi delle vie in acciaio e poi siamo pronti …
22 novembre 2012 a 08:47
Tu Patrizia che sei una persona di cultura potresti dare il tuo contributo a valorizzare le cose di cui hai molta competenza. Aosta ha molte possibilità di ottenere la qualifica ; certo tutti coloro che amano la nostra città devono sentirsi coinvolti in questa sfida.
Elio Cheney
22 novembre 2012 a 09:11
certo che però quest’opera d’arte contemporanea non deve trovarsi malissimo lì dove sta, sembra un sarcofago… (giudizio personalissimo)
22 novembre 2012 a 10:41
Dal punto di vista turistico purtroppo la nostra città lascia molto a desiderare , ho buone conoscenze del sistema turistico regionale e extra- regionale essendo una Guida escursionistica e mi duole il cuore constatare le cose. Ad Aosta, città che potrebbe vivere di turismo, non abbiamo neppure un posto con una tensostruttura per accogliere le scolaresche durante il pasto e così i ragazzi vagano per le vie con i panini in in mano. Più volte ho visto gli stranieri andare all’Ufficio informazioni turistiche per chiedere informazioni sui bagni pubblici. per i bambini ..Il centro storico sta morendo … chiudono i negozi piccoli , importante risorsa anche per gli anziani e i residente e si aprono solo attività in franchising ..
Abbiamo una importante attrazione turistica in città oltre ai monumenti … la complessa rete dei ru, vera e propria opera di ingegneria idraulica e di caratterizzazione del territorio dovuto alle micro particolarità climatiche con un mulino bellissimo in via Vevey, unico nel suo genere … Non importa nulla a nessuno ..
22 novembre 2012 a 11:07
aosta è in mano a una banda di commercianti calabresi che hanno facile gioco di quattro pupazzi che amministrano i loro interessi. A questo si aggiunge Il clientelismo/servilismo dei solito 4 architetti senza fantasia nè coraggio.
22 novembre 2012 a 11:09
Signori, Aosta è potenzialmente un gioiello, non le manca niente a parte una classe dirigente colta e onesta. E ho detto tutto, già perché una classe simile necessita di un elettorato analogo che non c’è e questo per disegno prestabilito. I nostri amministratori spendono e spandono e offrono contentini a tutti, ma volutamente (con i loro cervelli non potrebbero disegnare altro) mantengono l’ignoranza che permette loro di fare una certa figura. E chissenefrega delle targhe in acciao, palliativo inutile che rende solo ai progettisti. Non c’è mai stato, MAI, un disegno culturale e turistico per la nostra città. Un progetto organico che sappia collegare la romanità con il medioevo e i muretti che costeggiano i ru. Non c’è mai stata POLITICA, ma saccheggio. Grandi opere completamente scollegate al contesto urbano, solo per compiacere agli affari, agli amici, al mantenimento dei voti e quindi al posto in piazza Deffeyes. Solo questo è stato ed è il disegno. La progettualità espressa dai nostri politici. La risposta al referendum conferma tutto quanto. Non c’è soluzione, se davvero vogliamo imprimere una crescita alla nostra collettività e in definitiva difendere l’autronomia fortemente a rischio, dobbiamo cambiare classe dirigente. Dobbiamo mandarli a casa!
22 novembre 2012 a 12:26
Vogliamo parlare delle auto in piazza della Cattedrale?!? Che schifo!!! Sembra di vedere una cartolina degli anni 60.. Nn so in quale altra città si possa posteggiare a ridosso del portone del duomo!!!!
22 novembre 2012 a 13:45
Le auto nella piazza della Cattedrale sono il simbolo dell’inettitudine, dell’ignoranza, del clientelismo, della mancanza di senso civico e di amore per la propria città da parte di chi, a vario titolo, pubblico ma anche privato, si occupa di urbanizzazione, arredo urbano e progettazione urbanistica. C’è una responsabilità imputabile ai tecnici e una mastodontica responsabilità politica.
22 novembre 2012 a 15:49
Come fate a non capire che la candidatura ci consentirà di aprire entro il 2019 il Teatro Splendor
22 novembre 2012 a 16:02
L’assessore Caracciolo del Comune di Aota aveva indetto un concorso di progettazione per alcune piazze di Aosta, tra cui la piazza dekka Cattedrale. Un solo progettistà inviò un elaborato per la piazza Vuillermin (prima del Ponte Romano) Il concorso venne annullato. Ora Piazza San Francesco è diventata l’allargamento del parcheggio. . .
22 novembre 2012 a 16:55
Beh, oddio, addirittuara parlare di “degrado” per il secchio della spazzatura e le fioriere brutte … Sarà che vengo da Roma e vivo a Venezia, ma qui è il caso di guardarsi un attimino intorno.
Per il resto sto vivendo questa specie di straniamento: per ora ho incontrato un solo Valdostrano che ha votato UV e lo ha fatto solo per mantenersi il posto al Casinò, che ha una figlia da mantenere.
Ma se tutti siete contrari e indignati, com’è che questi stanno su da decine di anni?
Sembra il 2001, con le magliette con scritto “Io non ho votato Berlusconi” … e Berlusconi in parlamento.
22 novembre 2012 a 18:25
Cara scassa…, non so dove sei vissuta a Roma e a Venezia ;-).
Non so come si faccia a non scandalizzarsi di un arredo urbano di questo genere accanto ad un’opera di un noto artista contemporaneo (anche pagata cara!) vicino alla Cattedrale di Aosta. Oltre alle auto in Piazza della Cattedrale, vogliamo citare quelle davanti a S.Orso? E poi è solo un esempio dell’incuria che regna nella nostra città, già più volte documentata da Patuasia. Questa incuria ha mitridatizzato il gusto del nostri paesani, anche di qui la perenne riconferma degli avvelenatori. Educhiamo al gusto e poi il disgusto nascerà anche per i nostri amministratori.