Non sta in piedi!


L’assessore all’Ambiente e Territorio, Manuela Zublena, la mette sull’ideologico. Sposta l’asse della discussione attuale sul pirogassificatore dalla salute, argomento sensibile ai più, a quello politico, più facile da manipolare. Se avesse ragione lei e cioè l’argomento fosse impostato su una ideologia politica e quindi netta, il PdL locale andrebbe d’accordo con quello di altre parti della Penisola e la stessa cosa varrebbe per il PD. Non è così. In Valle d’Aosta la maggioranza che vede al suo interno il partito del Berlusca, è d’accordo con la scelta del pirogassificatore, mentre il PD (insieme ad Alpe) è contrario. In Toscana è tutto il contrario. Nel Comune di Castelfranco di Sotto, in provincia di Pisa, a raccogliere le firme contro la costruzione di un pirogassificatore è proprio il PdL, quando l’amministrazione è condotta da un sindaco PD. Non voglio entrare nel merito della kermesse condotta fra i due partiti, quello che voglio dire è che alcune importanti scelte stanno al di sopra delle appartenenze. Nel comitato Valle virtuosa, ci sono numerosi amministratori iscritti proprio in quei partiti che sostengono fortemente il nuovo impianto, Union in primis. La dichiarazione della Zublena che vede nella forte mobilitazione popolare una strumentalizzazione da parte della minoranza, non sta quindi in piedi. Che poi l’eventuale vittoria del referendum , se mai fosse indetto, possa creare dei disequilibri è un’altra faccenda.

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10 commenti su “Non sta in piedi!”

  1. bonjour Says:

    I cittadini voglio dire la loro su una questione che riguarda il futuro della Valle d’Aosta.
    Che la politica non ostacoli ancora una volta questo percorso democratico, come successo più volte invitando i cittadini ad andare al mare.

  2. bonjour Says:

    Rifiuti/ In Veneto si ricicla troppo. E inceneritori e discariche vanno in crisi
    Venerdì, 4 novembre 2011 – 12:23:41
    E’ l’altra faccia della medaglia, quella che il Veneto può vantare ormai da anni come Regione italiana ‘campionessa’ di raccolta differenziata. Se si ricicla tanto, infatti, discariche e inceneritori non hanno materia prima per lavorare e vanno in crisi come una qualsiasi altra azienda: conti in rosso, stipendi che rischiano di non essere pagati, dipendenti a rischio.

    Così la Regione sta correndo ai ripari bloccando le concessioni per la costruzione di nuovi impianti. Non solo: stando infatti a quanto riferisce il Corriere Veneto, l’assessore all’Ambiente, Maurizio Conte, è anche propenso a introdurre nel Piano Rifiuti, atteso per febbraio, la possibilità di convertire una parte delle linee dedicate allo smaltimento dei rifiuti urbani, oggi in difficoltà, in linee per lo smaltimento dei rifiuti speciali.

    In questo modo una parte dei rifiuti ‘pericolosi’ delle industrie venete, che ora vanno in Germania, in Cina o nei Balcani, potrebbero essere smaltiti in casa e risollevare dalla crisi gli impianti di Fusina, Padova e Rovigo che hanno chiesto alla Regione di poter importare ‘materia prima’ dalle altre regioni italiane come la Campania.

    L’unico ostacolo a una tale conversione, sottolinea il Corriere Veneto, è quello della convenienza. Bisogna infatti ancora capire se un servizio veneto di smaltimento dei rifiuti speciali sia concorrenziale rispetto a quello offerto dagli altri Paesi, visto che si tratta di un mercato privato e quindi governato dalla regola del prezzo più basso. In altre parole: se i cinesi chiedono meno soldi, perché l’imprenditore veneto dovrebbe preferire l’impianto a due passi da casa ma più costoso? A questo proposito in Regione si sta studiando il modo di rendere conveniente il servizio. Con l’aiuto dei sindaci.

  3. libero Says:

    E’ impensabile che una cosa come la costruzione di un inceneritore sia una scelta imposta dall’alto! Solo i cittadini hanno il diritto e dovere di dire che cosa preferiscono per se stessi e per i loro figli. Dunque che i politici di maggioranza si facciano da parte e non intimoriscano l’eventuale scelta referendaria.

  4. charlie victor Says:

    Filo a quando,Manuelina,abuserai della nostra pazienza?
    Quanto a lungo ancora codesta tua follia si prenderà gioco di noi?
    Fino a che punto,Manuelina,si spingerà la tua sfrenata audacia?

    piropiro,comboè,cortllys,s.grato….

  5. Letiz Says:

    @charlie victor Perché, scusa, in questa regione è vietato dire quello che si pensa? E la pazienza di chi dovrebbe terminare? La tua? Be’, basta che vai a razzolare altrove…. Chissà, magari altrove non ti spazientisci, e da qualche parte trovi pure chi ama prenderti veramente in giro (sai, di solito chi prende in giro lo fa alle spalle, ocio!)

  6. Zorro Says:

    il partito democratico della Valle d’Aosta è d’accordo ed ha votato a favore del PIRO-inceneritore.

    Si informi e corregga!

  7. raz-les-bolles Says:

    leggetevi la testimonianza agghiacciante di un Savoiardo che vive da anni vicino a un inceneritore, che compare oggi tra le lettere alla Stampa VdA….

  8. carcarpi Says:

    certo che non riconoscere una libera traduzione/interpretazione non è un peccato mortale, ma la dice lunga sullo stato dei nervi di tante persone….
    Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? quem ad finem sese effrenata iactabit audacia?
    😉


  9. @Zorro

    Quando dice queste corbellerie nessuno può prenderla sul serio, semplicemente perchè lei è nessuno. Ieri, su La Repubblica, Mario Pirani ha riportato i dati avuti da due studiosi (Avveduto e Di Mauro) sullo stato del nostro panorama educativo. Dati che sono confermati da una scheda Ocse, che classifica una trentina di paesi industrializzati, per condizione educativa tra i quali l’Italia occupa il penultimo posto, appena prima del Portogallo.

    Ora se come scrivono, il 68 % dei nostri concittadini, non è in grado di capire il titolo di un giornale, leggere un articolo o un annuncio pubblicitario, c’è da domandarsi con quale preparazione si avviano alla cabina elettorale, e quindi quanto vale il loro voto, rispetto a coloro che, in possesso di sufficienti informazioni, hanno la capacità di scegliere responsabilmente tra le proposte che la politica offre loro.

    Tale paurosa performance, dipende dal sostanziale analfabetismo di oltre 39 milioni di persone (il 68,2 % del totale abitanti), sostanziale poiché comprende gli analfabeti dichiarati e gli analfabeti di ritorno, coloro cioè che dopo aver conseguito la licenza elementare o quella media, in età adulta soffrono della regola del “meno cinque”, secondo la quale, se non si pratica specificatamente in determinati campi, la nostra istruzione regredisce di 5 anni, rispetto al livello scolastico raggiunto.

    Scusi, ma lei da quand’è che non pratica specificatamente ?


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