Vallone di Comboé?


Riceviamo da Legambiente e volentieri pubblichiamo.

Il vallone di Comboé come si presenta oggi.

Per anni ci siamo chiesti quale fosse la ragione reale di un progetto che sembrava non avere alcun significato economico. Anche le persone che partecipavano alle varie iniziative a sostegno della campagna (marce nel vallone, serate, ecc) ci chiedevano: ma che vogliono fare? Più volte abbiamo pubblicamente girato la domanda ai diretti interessati (Comune di Charvensod e Amministrazione Regionale). Le risposte, che ci sono sempre sembrate insufficienti, erano: per ristrutturare gli alpeggi diroccati e rendere più agevole la vita del conduttore in quello attualmente attivo. Tutti risultati ottenibili in altro modo: per esempio utilizzando l’elicottero per il trasporto dei materiali per le ristrutturazioni e costruendo una monorotaia e una breve pista per agevolare il conduttore. Ma perché una strada costosa, pericolosa ed impattante? In breve, sono arrivate le ruspe per realizzare un cosiddetto “miglioramento fondiario”.  La zona umida nella parte inferiore del vallone è stata interamente prosciugata, la cotica erbosa asportata e la terra spianata e pareggiata dalle ruspe. Il torrente Comboé nella parte superiore del vallone è attualmente secco, così come il laghetto che si trova nei pressi dell’alpeggio oggi attivo. Sappiamo che le acque torneranno a scorrere, ma sappiamo anche che una torbiera non esisterà più. Al suo posto vedremo l’irrigazione a pioggia e una vegetazione diversa da quella autoctona.

Il Circolo Legambiente Valle d’Aosta considera deplorevoli interventi siffatti in un’area di alta montagna, ma li ritiene gravissimi quando, come in questo caso, vanno a modificare profondamente gli habitat di un’area protetta. Il Vallone di Comboé, infatti, è compreso nella Zona di Protezione Speciale Mont Avic-Monte Emilius. Ci chiediamo, se sia questo il modo in cui la Regione intende tutelare e valorizzare le nostre bellezze naturali.

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61 commenti su “Vallone di Comboé?”


  1. Beh,bisogna dire che l’intervento è stato fatto molto bene a vedere la foto….

  2. piemontèis Says:

    Aggiungerei la voce di spesa:

    2 milioni e mezzo di €
    (di cui 2 milioni a carico della Regione, 500 mila a carico del comune di Charvensod).

  3. bonjour Says:

    si molto bene, non c’è più niente! quando crescerà l’erba (forse, tra quanti anni!) sarà un terreno da golf!


  4. Ma scusate, non era meglio usufruire di quei bei tubi, magari di “fibrocemento” – ce ne sono di tutte le dimensioni e diametri – e interrarli direttamente nel torrente?
    Naturalmente non prima di avere raddrizzato la linea di percorrenza del torrente, così si guadagnerebbe…sul lungo, un bel tot di metri di tubo prefabbricato, in omaggio al mitizzato risparmio. Naturalmente il tutto verrà ricoperto da un prato sintetico artificiale.
    Come perchè?
    Perchè felici e contenti, potremmo prendere in considerazione “l’ottimo” progetto di bonjour per dare al Comune di Charvensod una fonte turistica differenziata.
    Che soddisfazione essere lungimiranti!

  5. marburg Says:

    I Commenti di MicelChamen mi lasciano sempre di stucco!! Tanto più che si professa alpista! Hanno distrutto una zona umida, in più in una zona di Protezione Speciale, dopo aver tracciato un strada in un’area ìa rischio, e il commento è: “lavoro ben fatto!” Anche Attila faceva dei lavoretti niente male!

  6. patuasia Says:

    La sensibilità verso l’ambiente non è di casa.

  7. marburg Says:

    Ma ancora più di stucco (anche se dovremmo esserci abituati) sono le scelte concrete della RAVA a fronte di dichiarazioni di principio ineccepibili! Cito da un numero speciale sulle acque della rivista “Environnement” dell’Assessorato territorio e ambiente:
    “…Essa (la RAVA) ha posto sin dal 1982 l’attenzione sulla salvaguardia delle zone umide, biotopi di elezione per tante specie di rettili e anfibi…
    ….Du point de vue écologique, la fin de la biodiversité est une lourde perte: l’environnement, rendu uniforme, est un milieu au sein duquel toutes les relations sont simplifiées. Par conséquent, les équilibres sont plus fragiles…
    … diverse specie vegetali e animali legate alle zone umide sono ormai scomparse dalla Valle d’Aosta ed altre potrebbero subire identica sorte in un prossimo futuro. Per quanto concerne la flora acquatica e palustre, delle specie presenti un tempo, ed individuate in particolare da Lino Vaccari agli inizi di questo secolo, a ben tredici di esse nel recente studio del botanico svizzero Michel Desfayes, viene riportato l’epitaffio “disparu”…”
    E adesso riguardatevi la foto che piace tanto a Michel!!

  8. patuasia Says:

    Ennesima prova di chi parla bene e razzola male. Il concetto vale anche per la legalità.

  9. charlie victor Says:

    usque tandem ,manuelina, abuteris patientia nostra….


  10. No io dico solo che sicuramente si è guadagnato un bel pascolo pianeggiante e redditizio al posto di una zona paludosa…Se è stato “distrutto” qualcosa si vede che potevano farlo e l’anno prossimo ci sarà una bella erba da pascolo che renderà sicuramente a chi gestisce l’appezzamento di terreno. Certe bonifiche andrebbero fatte in molti posti per rendere il lavoro più confortevole e soprattutto aumentare la resa dei terreni.

  11. bonjour Says:

    soldi soldi soldi!!!
    diceva una canzone, adesso lo dicono tante persone
    dove arriveremo ragionando così!

  12. yakyak Says:

    altro vallone in pericolo è quello di San Grato nel comune di Issime!!!!

    “L’ Amministrazione comunale di Issime intende realizzare una strada lunga quasi 10 km, un acquedotto che capta le sorgenti che alimentano le zone umide, una rete di distribuzione di energia elettrica e una centrale idroelettrica.
    Apparentemente tali opere potrebbero agevolare gli attuali quattro allevatori ma in realtà cancellerebbero definitivamente le peculiarità di questo territorio:
    – antica mulattiera di transumanza e la continuità della trama dei sentieri;
    – zone umide;
    – boschi di piante secolari (abete, larice, pino cembro…)
    – habitat naturali di specie rare animali e vegetali
    – elementi architettonici caratterizzanti il paesaggio walser, il cui esempio tipico sono le lastre e i blocchi scolpiti in pietra che delimitano le mulattiere.

    Nel contempo la costruzione di una strada comporterebbe l’ inserimento di nuovi e impattanti elementi:
    – muri di sostegno e scogliere di altezza fino a 5 mt;
    – tornanti;
    – parcheggi;
    – transito di veicoli motorizzati.”

    http://www.petizionionline.it/petizione/salviamo-il-vallone-di-san-grato-issime-valle-d-aosta/306

  13. marburg Says:

    @Michel: se poi asfaltiamo il prato di Cogne e ci facciamo un parcheggio a pagamento abbiamo un reddito ancora più alto che quello che si ricava dal fieno di Comboè. Ma per favore!!! Ricordo al nostro che la E di ALPE sta per Ecologie. Hai presente il concetto??
    Poi il concetto per cui “se lo hanno fatto è perché potevano farlo” è molto opinabile.


  14. Si ma la funzione del prato rimane ad uso agricolo.Da pascolo paludoso che era si è passati ad un terreno da pascolo o da fieno.Non hanno costruito una casa o chissà cosa,hanno semplicemente bonificato un’area paludosa rendendola così più fruibile e redditizia.


  15. Mi sta bene anche la E di Ecologie che per me significa anche salvaguardia del territorio con lavori ed interventi che ne favorizzino la sua utilizzazione e cura.Quindi se un alpeggio viene reso raggiungibile più facilmente e quindi il suo utilizzo è più semplice,si invoglia l’agricoltore a lavorare i terreni che ha in affitto o di proprietà, mantenendo cosi in buono stato l’alpeggio.Se in più c’è anche la possibilità di sfruttare meglio le risorse(con bonifiche e migliorie varie)si valorizza ancor di più il nostro territorio…

  16. marburg Says:

    Mon cher Michel, vedi, forse non lo sai, ma c’è una differenza tra ambiente e agricoltura: una zona umida non è un “pascolo paludoso”, tant’è che ci sono norme che le tutelano. E, pur riconoscendo il ruolo di salvaguardia del territorio che i contadini in certi casi svolgono, non si può finalizzare tutto sull’altare delle redditività dell’agricoltura e dell’allevamento (che di risorse ne ciuccia già un bel po’).

  17. quelo Says:

    …comboè….san grato…..ma nessuno parla e difende bellecombe, sopra ussel: zona dove è vietatissimo raccogliere un solo sasso ma dove è stato fatto scempio senza pari nel nome del miglioramento fondiario, nel più assordante silenzio. Fateci un giretto……

  18. pierre Says:

    ricordiamoci che questi interventi non servono agli agricoltori (che sono solo la scusa) ma alle imprese che fanno un ottimo business

  19. libero Says:

    Pensate che Michel Chamen è il pensiero “buono” dell’Union potete solo immaginare la portata di quello cattivo!


  20. No,io penso al lavoro che fanno gli agricoltori e molte volte in che condizioni solo per tenere pulito alcuni angoli del nostro territorio…Dove si fanno dei riordini mirati si migliorano le condizioni di lavoro e la redditività.Poi l’anno prossimo quel terreno che prima era paludoso sarà una bella distesa di erba e non si vedrà l’intervento fatto.Lo noteranno solo chi conosce la zona perchè ci passava passeggiando e l’agricoltore che ne trarrà beneficio senza dover faticare per un pò di erba per la sua mandria….


  21. Poi dite pure tutto ciò che volete nascosti dietro dei nickname….io il mio pensiero lo esprimo liberamente e mettendo il mio nome e cognome…..Salve!!!

  22. patuasia Says:

    Signor Chamen, lei proprio non vuole capire. Considera l’agricoltura al di sopra di tutto, ma non è così. Provo con un paradosso: perché non bonifichiamo la foresta amazzonica? Quanti campi di mais si potrebbero ricavare! Quanto lavoro! Il suo è un punto di vista molto miope che vede nel territorio solo un’occasione di sfruttamento, ed è quello che l’uomo ha fatto finora. Però ci siamo accorti che non possiamo continuare su questa linea. Quello che lei definisce pascolo paludoso era una zona umida che è altra cosa. Zona protetta! Zona di biodiversità che è stata distrutta e che mai si riprodurrà con le stesse caratteristiche. Ma a lei cosa importa della natura fine a se stessa? Delle sue enormi ricchezze, della sua armonia, dell’equilibrio meraviglioso che noi abbiamo alterato e di cui paghiamo le prime gravi conseguenze? A lei importa la sua piccola vita, le sue piccole comodità, i suoi piccoli risparmi che il resto del mondo vada pure in malora se non rientra nei suoi piccoli calcoli.


  23. Se era cosi protetta chi ha autorizzato la bonifica?
    Se era protetta ci sarà ben stato qualche vincolo no?
    Poi è stato apportato un miglioramento fondiario, MIGLIORAMENTO….

  24. Teddybear Says:

    @ Michel Chamen: raglio d’asino non sale in cielo (ci sei o lo fai?)


  25. Dopo aver letto La Stampa oggi e aver visto le foto posso solo dire che mi fate ridere…Pensavo già a grandi sbancamenti o roba varia…invece hanno solo spianato un pò e basta…Lavoro che anni fa si faceva con picco e pala e oggi si fa con i mezzi meccanici…Nessun sconvolgimento paesaggistico,appena fuori l’erba non si vedrà neanche la differenza..
    Teddybear,per me puoi pensare ciò che vuoi,non hai la verità in tasca….

  26. pierre Says:

    apprezzo Michel che sostiene le sue idee ( e non deve assolutamente essere denigrato). bisogna cerca di convincerlo che forse il piccolo vantaggio che ne avrà l’agricoltore, che rispetto per cosa fà, ma senza farne un santo non compensa cosa abbiamo perso in un ambiente unico che non si potrà mai ripristinare alla situazione precedente.

  27. raz-les-bolles Says:

    Vabbè, avevo già dei dubbi sullo stare in ALPE, dove comanda incontrastata una principessina intollerante, visti ora (e da un po’) gli scritti del sig. Chamen me ne tirerò fuori a brevissimo. Siamo proprio in due universi differenti. inutile assistere, dal di dentro, al prossimo trionfo di una Union mascherata.

  28. Alessandra Piccioni Says:

    Piccolo, insignificante particolare: a Comboé nidificano il gallo forcello e il rarissimo gufo reale. Il sito in precedenza era una IBA, una Important Bird Area (zona importante per gli uccelli).Per questo motivo, quando da Bruxelles hanno fatto notare che la VDA aveva una percentuale troppo bassa di territorio compresa in aree protette, la Regione ha trasformato la zona in ZPS(zona di protezione speciale, in riferimento alla Direttiva Uccelli).Si era, se non ricordo male, nel 2006.La normativa dice che di queste aree non va modificato l’habitat naturale, proprio perché serve alla nidificazione. Ci sono luoghi che non si possono trasformare. Abbiamo chiesto gli atti autorizzativi al Comune, vedremo cosa ci dicono.
    Per il signor Quelo : ci stiamo stati a Bellacomba, eccome. Abbiamo anche parlato col presidente del locale Consorzio di miglioramento Fondiario. Poi abbiamo controllato le delibere autorizzative. Tutto in ordine purtroppo. Del resto, come sapete, sono pochissimi i progetti di miglioramento fondiario soggetti ad un vero controllo….ma questa è altra storia, potremmo star qui fino a Natale…


  29. Niente più galli forcelli a Comboè a causa di questa bonifica???E a cosa spareranno i cacciatori….
    Per Raz les bolles: la mia potrebbe anche essere solo una voce isolata in ALPE…Come ho sempre detto io parlo per me,a titolo personale ed espongo le mie idee….di cosa pensano gli altri non ne so nulla…

  30. Alessandra Piccioni Says:

    Sa com’è, signor Chamen, al selvatico non piace molto la confusione umana.Al forcello, in particolare, piace pochissimo, basta chiedere alle guardie del PNGP che cosa devono fare per censirlo.
    Come credo lei immagina, a me non importa dei cacciatori. Mi importa invece del fatto che, un pezzo alla volta, la nostra Regione sta perdendo tutto ciò che è davvero caratterizzante, e quindi anche attrattiva per i turisti. E’ vero che a Comboé non esiste un bar, ma c’è il rifugio a monte, e i bar ristoranti a Pila. D’estate il vallone attirava gli escursionisti, perché è un tragitto facile, adatto anche alle faniglie. Gente che dopo o saliva ad Arbolle a farsi una polenta, o scendeva a Pila per mangiare o fare merenda.Se il vallone diventa un prato come tanti, che senso avrà andarci?
    Secondo noi turismo e agricoltura dovrebbero essere attività in qualche modo alleate,non farsi la guerra. Succede in altre realtà alpine, purtroppo qui, con la cultura dei miglioramenti fondiari fatti per standardizzare il territorio, mi sa che la strada sia ancora lunga. Ed è un peccato, mi creda, perché la nostra agricoltura(che è in larga parte di ottima qualità) si regge sui fondi UE, che finiranno…E allora come faremo?

  31. raz-les-bolles Says:

    Michel Chamen, lo sai che la ZPS Mont-Avic-Mont-Emilius è stata istiituita dalla regione, pochi anni fa, in fretta e furia perché sennò dall’Unione europea non arrivavano più i ricchi dindi per il Piano di sviluppo rurale , quello grazie al quale Pino I. e banda elargiscono i fondi con cui tenere in piedi l’agricoltura valdostana sempre più zoppicante e assistita? per capirci il cosiddetto verde agricolo, i consorzi ecc. avrebbero perso la linfa vitale: ecco perché hanno creato questa ZPS!!!! e chissà cosa direbbe l’UE se sapesse che in VdA ce ne fottiamo allegramente, ogni giorno, delle norme che dovrebbero consentire di tutelarne la biodiversità, specialmente in habitat sensibili come le torbiere spazzate via a Comboé, e non solo. Per esempio, una decina di anni fa la stessa sorte è toccata a una zona umida con tanto di rarissimi gamberi di fiume ad Albard di Donnas. E questo è successo CON PIENA CONSAPEVOLEZZA visto che alcuni esperti avevano fatto un sopralluogo e avevano RACCOMANDATO di NON prosciugare la zona, cosa invece puntualmente avvenuta. Ma si sa.. ci sono funzionari preposti alla tutela delle zome umide e altre aree protette un pochino, ehmmm….., come dire…. disattenti, distratti…… mah! magari è stata solo una dimenticanza, una svista… e addio zona umida. Mah, speriamo che l’Europa non sappia mai ‘ste cosette e che a nessuno venga in mente di comunicarglielo!!

  32. patuasia Says:

    Non riesco a mantenere il savoir faire della signora Alessandra Piccioni (complimenti!), il signor Chamen riesce a toccare delle corde per me troppo sensibili. Dunque, egli asserisce che i suoi sono commenti personali e che di quelli “degli altri” non ne sa nulla: ma allora che ci sta a fare in Alpe, se non ne conosce le direttive? Insomma per gli alpisti rappresenta proprio un bell’esempio! Capisco il signor/a raz-les-bolles che se voglia andare. Curioso che gli ex verdi se ne stiano zitti. Sempre più zitti, quasi inesistenti. Neppure un commento da parte loro, eppure il blog lo leggono eccome! Secondo il punto di vista dell’iscritto all’Alpe, la natura o si trasforma in agricoltura o si usa come riserva di caccia, l’importante è che sia redditizia! L’uomo al centro di tutto. Un punto di vista obsoleto che fa a pugni con la nuova sensibilità che si sta creando, anche in virtù delle disgrazie che l’uso scriteriato del territorio produce. Secondo me sarebbe opportuno che l’Unione europea venisse a conoscenza di quello che la Valle d’Aosta fa del suo ambiente e chiudesse i rubinetti dei contributi. Sono certa che solo in questo rude, ma salutare modo, le persone, come il signor Chamen, capirebbero qualcosa.


  33. Certo perchè voi che scrivete ante belle cose qui sopra non sapete neanche da che parte si inizia a lavorare la terra…Fosse per voi saremmo ancora agli anni ’30, con mulattiere e picco e pala a lavorare…Tanto la verdura e la carne la comprate al Supermercato quindi che vi importa del lavoro che c’è dietro.Anche se iscritto ad ALPE io mantengo le mie idee e sicuramente con sensibilità diverse da altri.
    E poi chi passeggiava su per Comboè continuerà sicuramente a farlo anche se il terreno è stato spianato…Anzi,magari si prenderanno qualche storta in meno…
    Manderei molte persone in alpeggio per vedere se preferiscono qualche comodità o no…
    Se uno la montagna la vive solo facendo la passeggiata domenicale non può certo sapere cosa vuol dire lavorarla e quali problemi ci sono.
    Certo,togliamo i contributi cosi almeno assumeremo degli operai forestali per andare a tenere puliti e lavorare gli alpeggi….
    Mi fate fare tante risate…

  34. libero Says:

    Eh no, Michel non metterla sul povero agricoltore, sappiamo che è un lavoro faticoso, ma non è il solo, stare agli altiforni alla Cogne non credo sia una passeggiata. Voi contadini-allevatori siete sempre stati coccolati dal potere politico che in voi trova lo zoccolo duro del suo elettorato. Questo vi permette di sentirvi al di sopra di tutto, natura e legge comprese. Se non sbaglio le alternative alla strada sono state proposte (monorotaia, elicottero), ma snobbate, a quell’allevatore (UNO!), evidentemente, non andavano a genio. Non poteva portarsi gli amici per le polentate! A proposito il sindaco ha preso i provvedimenti promessi circa le numerose auto che NON dovevano e non dovrebbere passare?


  35. Già,monorotaia….Quella fatta a Quart fa schifo….
    Elicottero:costa un sacco e di notte come si fa?E se deve atterrare?mandiamo su qualcuno a piedi e quando arriva l’elicottero lo aiuta nelle manovre di atteraggio?La via più comoda e pratica era la strada.

  36. mistery Says:

    MIchel, non c’è solo la vecchia e obsoleta monorotaia di Quart, quella che cita sempre Pino I. per far vedere che è una soluzione che fa schifo; invece vai a vedere la monorotaia della valle della Legna a Champorcher, tra due alpeggi. Guarda il sito di un valdostano che, oltre ad allevare mucche, fabbrica monorotaie: http://www.monrail.com/it/realizzazioni.html

  37. Fiatosprecato Says:

    Mi pare evidente che Michel faccia proprio il ragionamento tanto caro a certa politica. Le regole e le leggi sono fastidiose, sono ostacoli che vanno aggirati, piegati ai propri interessi. Come dice giustamente Patuasia, l’interesse personale al di sopra di tutto. La cosiddetta arroganza del potere o di chi, dal potere, si sente da sempre protetto.

    P.S.: A questo blog mancano molto gli interventi lucidi e puntuali di Bruno Courthoud.

  38. patuasia Says:

    Vero, gli interventi del signor Courthoud erano preziosi. Assordante il silenzio di Alpe.


  39. Mah,ho visto il sito ma non mi convince.Non mi sembra la soluzione migliore….

  40. marburg Says:

    Ha parlato l’oracolo delle Alpi!! Migliore per fare cosa? C’è una soluzione ottima per tutte le situazioni? Mi pare di capire che per Michel sia sempre e comunque una bella strada!

  41. libero Says:

    Anche il sindaco di Charvensod ha la stessa forza di Michel, per lui appena sarà primavera ci sarà un bel prato in barba a quei terroristi di Legambiente che difendevano un pericolosissimo habitat naturale, causa di possibili tragedie come quella di genova!
    Se sentite un tonfo sono le mie palle!


  42. Per le attività lavorative no!!!!Lo sapete cos’è un trattore,una falciatrice o altri attrezzi del genere?
    Con la strada ci passano e possono essere utilizzati senza essere trasportati con l’elicottero.
    Ho sempre sostenuto l’idea della strada.
    Beh,per lavorare i terreni incolti potremo sempre utilizzare quelli di Legambiente no,cosi abbinano la “loro” salvaguardia del territorio con la passione per l’ambiente.

  43. libero Says:

    Senti michel ci hai proprio rotti i cosidetti con ‘sta storia che non conosciamo il lavoro agricolo, non sei il solo a zappare la terra! e gli attrezzi agricoli si posso facilmente trasportare su una monorotaia dotata di un cassone, ma cosa perdo il mio tempo a fare…

  44. libero Says:

    Dimenticavo, ma quelli dell’alpe a uno così non gli ritirano la tessera? ragiona come un unionista duro e puro, ah, ma quelli dell’alpe sono unionisti duri e puri! E omertosi!


  45. Tanto già Patrizia ha avuto il modo di dirmi che ho la mentalità mafiosa tipica dell’agricoltore valdostano quindi..
    E’ bello vedere come vi innervosite…
    Tutto in monorotaiache bello. Un bel trattore da 100cv su un tubetto di ferro e su tra i boschi…..Ma scendi dalle nuvole….

  46. gloria84 Says:

    Scusami l’ignoranza, ma che ci fa un trattore simile su per i bricchi?


  47. beh,anche un trattore più piccolo ma era per fare un esempio.Dipende anche dai lavori che devi fare!

  48. marburg Says:

    Ma in Valle tutti hanno il trattore anche se coltivano poche quartanate di terra! c’è il contributo, che diamine!!! Vuoi mica rinunciare ai soldi che ti regala la regione!
    L’idea che un trattore o un falciatrice si possa utilizzare per un intero villaggio in un’ottica cooperativistica non li sfiora neppure.

  49. gloria84 Says:

    Michel per fare un esempio dici delle cavolate e dimostri di non capirci un cazzo, a casa mia negli alpeggi quei trattori non ci vanno e modelli più piccoli possono essere facilmente trasportati da una monorotaia, ma qui si sta parlando di una zona umida protetta che non c’è più e di un prato che la sostituisce e di una strada dove passeranno i suv degli amici dell’allevatore…


  50. Si si bello il modello cooperativistico ma è sicuramente più pratico avere il trattore a portata di mano per i lavori da fare.Senza aver bisogno di aspettare che abbia finito di usarlo il vicino,senza dover correre perchè magari minaccia di piovere e tutti questi inconvenienti.E a Gloria posso solo dire di farsi qualche passeggiata negli alpeggi e poi mi dirà se ci sono trattorini piccoli o modelli molto più grossi….

  51. marburg Says:

    Trattori negli alpeggi? Ma negli alpeggi non vanno le bovine a monticare e cioè a mangiare l’erba sui pascoli? E che estensione ha l’alpeggio di Comboé per richiedere l’utilizzo di un trattore? Mi pare che i trattori servano dove ci sono campi a foraggio o da arare, a meno che, visto che ho il trattore, non lo uso per andare a spasso tra i monti.
    Il pensiero qui sopra espresso da Michel è, tanto per cambiare, sconfortante : meglio avere sotto mano un trattore che non si sa mai, piuttosto che utilizzare razionalmente delle risorse di investimento che dovrebbero essere concesse in base ad un calcolo di ritorno dell’investimento stesso. Ma si sa, finché ci sono contributi a pioggia è meglio tenere inutilizzata una macchina agricola per mesi e mesi piuttosto che fare uno sforzo per far crescere il modello dell’agricoltura valdostana. E questo conferma ancora di più la differenza tra ambiente e agricoltura e l’arretratezza culturale dei nostri agricoltori (o almeno quella di Michel).

  52. pierre Says:

    agli agricoltori della VDA proporrei una gita molto istruttiva nelle vallate del canavese (o di qualsiasi altra località di montagna del Piemonte) per capire l’enorme differenza dell’intervento pubblico che c’è da noi rispetto a fuori Valle. Se il trattore ognuno lo vuole per sè (e può anche essere giusto) se lo deve pagare compeltamente. Se invece le risorse sono quelle pubbliche dobbiamo fare molta più attenzione

  53. patuasia Says:

    Il punto di vista del signor Michel è il punto di vista della maggioranza (non tutti sia chiaro) degli allevatori-agricoltori valdostani sempre suffragati da contributi di tutti i tipi, una lobby potente e coccolata, un grande serbatoio di voti unionisti alimentato a soldi. Cosa ha prodotto una politica assistenziale di questo tipo? Un’economia dipendente dal pubblico, scarsa sensibilità verso l’ambiente, ridotta capacità imprenditiva, mentalità di tipo mafioso, vedi alla voce scandali vari. Niente di romantico fra i pascoli.


  54. Molto spesso i trattori negli alpeggi vengono usati per concimare i terreni…


  55. La Regione ha figli e figliastri. Vi siete mai chiesti, prima di dare i numeri, quanto figliastri siano i nostri figli (e se ancora non lo sono il loro destino è diventarlo)? E’ più giusto continuare a dare un contributo – mi dicono quasi a fondo perduto – ai nostri allevatori-agricoltori (figli di mamma regione) per condannare i figliastri, ovvero estrometterli una volta per tutte da un mondo lavorativo inesistente? E’ giusto fare in modo che siano i figliastri, magari precari, a mantenere (i figli ?) allevatori-agricoltori valdostani sempre suffragati da contributi di tutti i tipi, poichè grande serbatoio di voti unionisti?

  56. trucsafaire Says:

    http://www.zoneumidevda.it/divieti.html

    Tra i divieti: “modificare o danneggiare l’ambiente naturale; eseguire opere di bonifica o prosciugamento del terreno”


  57. Si ma tra i siti elencati non c’è quello di Comboé.

  58. quelo Says:

    ….tecnopastori……

  59. Coquichante Says:

    Credo che la discussione che si è instaurata su Comboé sia ormai surreale. Emerge però chiaramente una differenza di approccio al tema del miglioramento fondiario che travalica il buon senso.
    Vorrei ricordare alcune cose.
    1. quando si migliora un fondo dal punto di vista agronomico si asporta la cotica erbosa, si effettuano lavori di drenaggio (come nel caso di Comboé, visto che i terreni erano paludosi), si livella dove possibile il terreno ed infine si riporta la cotica produttiva sulla superficie;
    2.la zona di cui si discute non è una zona umida protetta
    3.nella nostra regione sono innumerevoli le zone paludose che non poducono erba adatta all’alimentazione bovina ed è naturale che per migliorare i terreni di un’azienda agricola e la resa in termini di pascolo o di fieno si intervenga con una bonifica.
    4.i signori che si ergono a difensori strenui dell’ambiente farebbero bene ad informarsi prima di lanciare accuse e a prendersela con l’agricoltore di turno
    5. gli agricoltori pure farebbero bene ad informarsi bene se si tratta veramente di un semplice intervento di bonifica condotto a fini agronomici, prima di difendere pregiudizialmente la loro categoria.

    Sul vallone di Comboé ci sono state delle forzature per costruire ad ogni costo una strada poderale, tutto farebbe pensare che ci siano degli interessi che travalicano il semplice interesse agro-silvo-pastorale.

    Ambientalisti ed agricoltori, per favore, smettetela di fare la guerra fra poveri.

    Se qualcuno stà speculando su Comboé non è uno di voi e leggendo i vostri post si stà sbellicando dalle risate.

  60. trucsafaire Says:

    Fai clic per accedere a 16.pdf

    Giusto per chiarezza…purtroppo solo per la Regione vda Comboé non deve essere una zona protetta. Evidentemente, come dice Coquichante, questa cosa fa comodo a qualcuno.


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