Tu chiamalo, se vuoi, sviluppo!


Possibile che sia così ingenuo Ennio Subet? Possibile che il sindaco di Charvensod non sappia che là dove c’è strada ci sono, inevitabilmente, anche le auto (per cosa si fa la strada)? Il lavori della sterrata nel vallone di Comboé non sono ancora ultimati che già, lo scorso sabato, l’alpeggio si è trasformato in sosta per una decina di vetture. Gli amici dell’allevatore si sono riuniti a far festa, fregandosene delle regole imposte che dovrebbero vietare il transito agli estranei e cioè a tutti coloro che con l’attività dell’alpeggio non c’entrano un tubo. Sappiamo fin troppo bene come vanno a finire queste cose: metteranno una sbarra per vietare l’accesso e poi distribuiranno permessi a questo e a quello per consentirlo. Lo sapevano bene quelli dell’associazione “Amici del vallone di Comboé” che, se si fosse costruita una strada nulla avrebbe fermato le auto e il conseguente degrado ambientale. La sensibilità verso la montagna e la sua salvaguardia tocca poco il cuore dei valdostani, più portati verso le ruspe, le centraline e a tutto ciò che stupidamente chiamano “sviluppo”.

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22 commenti su “Tu chiamalo, se vuoi, sviluppo!”

  1. libero Says:

    Ma se l’attività dell’alpeggio consiste nel far feste quelle auto erano ampiamente autorizzate! 🙂

  2. Frank Says:

    Ma dai, mica possiamo lasciare la montagna “erba e roccie” [cit.]!!!

  3. unoqualunque Says:

    E se invece l’alpeggio (con tutti i prati) fosse stato abbandonato perchè era troppo difficile continuare a lavorarci, questo sarebbe stato un bel risultato, che patuasia e tutti i suoi accoliti avrebbero festeggiato?
    Ovviamente tutti voi non avete l’inquinante automobile, vi muovete a piedi ed in casa non avete l’elettricità prodotta dalle brutte centrali idroelettriche …..

  4. patuasia Says:

    Signor unoqualunque, ci ha azzeccato: Patuasia non possiede l’automobile (mai preso un buono di benzina) e riguardo all’elettricità il mio nucleo familiare ne consuma pochissima. Le alternative alla strada erano state proposte mi pare…

  5. trucsafaire Says:

    Ho l’automobile? sì, purtroppo non sono abbastanza ricco da permettermi una casa di proprietà o in affitto a due passi dal mio posto di lavoro e purtroppo non lavorando in “Regione” faccio orari da turnista che mai e poi mai combaciano con i trasporti pubblici valdostani (vergogna!) a partire dal pullman, passando per il treno fino alla navetta…

    Ho la corrente idroelettrica in casa? sì, purtroppo abito in una zona che è classificata centro storico e non mi è stato concesso il permesso di posizionare pannelli fotovoltaici…

    Alpeggi e prati abbandonati? io sinceramente non ne ho mai visti ma poi che male ci sarebbe? A questo punto se il lavorare in montagna comporta il trasferire 5 macchine, 2 trattori, generatori a benzina, viaggi con elicotteri ecc credo che la natura se la può cavare sicuramente meglio in assenza di attività umane (come ha fatto per milioni di anni del resto…).
    L’attività di agricoltura in montagna non deve essere intesa come il trasferimento integrale delle attività che si svolgono in pianura. L’agricoltura di montagna è difficile proprio perché c’è la montagna e tutto quello che essa contiene!
    Se non si è in grado di lavorare onestamente e in sintonia con essa meglio che certi personaggi rimangano a quota 500m dove le feste può farle tranquillamente al bar sotto casa senza portare a 2000m i fuoristrada suoi e degli amici!

    Sono un agrotecnico e nella mia famiglia molti campano di agricoltura. Conosco molte persone fra cui molti amici che lavorano in montagna rispettandola. Naturalmente quello che ho detto non è riferito a loro ma a chi la montagna la vive senza rispetto.

  6. libero Says:

    Sembra che non si possa lavorare in montagna senza deturpare l’ambiente… ma quanto ci costano questi allevatori in termini di contributi? E poi è l’ora di sfatare il mito che la montagna senza l’opera dell’uomo muore, ma quando mai? mi sembra che i disastri peggiori vedi alluvione siano stati causati da un eccessivo intervento umano. Se poi si vogliono costruire case in luoghi pericolosi beh, non diamo colpa alla natura. Mi va bene l’agricoltura di montagna ma con delle regole precise, e smettiamola di considerare i contadini degli eroi, sono lavoratori come gli altri, anzi molto più coccolati di tanti altri. (E basta fontine marce e tasse evase).

  7. trucsafaire Says:

    Basti pensare al danno causato dallo zoccolo dei bovini sui terreni montani: con le piogge i punti calpestati diventano dei ruscelli che via via erodono il terreno creando dei danni pazzeschi!

  8. michelchamen Says:

    Cergo Frana. Il lavoro dell’uomo sono importanti

  9. Michel Says:

    Scusate,scrivo dal pc che è meglio….Certo Frank,solo per l’erba e niente più non vale la pena vivere la montagna!!! Sicuramente l’agricoltura di montagna non è semplice come quella autunnale e primaverile nei confort della pianura.Ma se si può ridurre kla fatica e il disagio che male c’è? Per dieci macchine una domenica siete li a fare un cinema….Poi tanto mi risponderete che c’è uyn regolamento e balle varie…..Ma il lavoro estivo negli alpeggi nn è sicuramente leggero come il posto in Regione…Ma tanto chi se ne frega….se nessuno lavora più gli alpeggi si assumeranno più operai forestali per lavorare gli incolti e il gioco è fatto….
    Poi,se a Patuasia non serve la macchina per spostarsi a molti di noi invece serve e anche molto… Dobbiamo andare sul posto di lavoro e nn passeggiare per Aosta.
    Il calpestio provoca danni…e l’abbandono non ne provoca???
    Agricoltori coccolati…magari un pò è vero…ma vi alzate solo voi tutte le mattina alle 4 quando va bene senza contare sabati e domeniche come fanno molti???
    Noooooo,meglio il posto in Regione!!!
    La natura se la può cavare???
    e allora abbandoniamola..toirniamo dei cacciatori e ammazziamo tutto quello che ci passa a tiro per sopravvivere…oppure diventiamo dei mangia erba anche noi…..
    Contributi???
    Se aspettiamo che arrivino ne abbiamo da aspettare…Il buon assessore dice che arriveranno…Magari il giorno del poi nel mese del mai….
    Beh,poudzo à tcheut….torno alla mia bottiglia di Torrettte…. 🙂

  10. unoqualunque Says:

    x trucsafaire: Non hai mai visto alpeggi abbandonati? Forse mi ripeto: vai nelle valli piemontesi adiacenti la vda e vedrai come potrebbe essere la nostra montagna senza gli aiuti regionali.
    Secondo il tuo ragionamento bisognerebbe lavorare in montagna come mille anni fa, quando però si moriva di stenti a quarant’anni… Detto da un “agrotecnico” fa abbastanza sorridere …
    Secondo me basterebbe un po’ più di buon senso e qualche multa della forestale.

  11. Lafèi. Says:

    L’ironia intrinseca di questa faccenda, come del resto di molte se non tutte le faccende valdostane, è che ci si profonde in mille argomentazioni per dimostrare la non italianità della Valle d’Aosta, o il suo essere marcatamente diversa dalla repubblica italica, ma tout compte fait si agisce nel più italiano dei modi.
    Aosta Valley: the italian way.

  12. michelchamen Says:

    A mio parere non é preoccupante che ci siano 10 macchine una domenica. Sarebbe più grave se ci fossero tutti i giorni! In occasione di una festa si può anche capire credo…

  13. patuasia Says:

    Vede, signor michelchamen, lei si professa soprattutto valdostano, ma è italianissimo! Quel suo vedere le regole come barzellette che si possono raccontare per farci due risate la dice lunga sul suo comportamento. Quel suo “capire” che poi si traduce nel solito “chiudere un occhio” è tipico della Penisola di cui lei è fiero rappresentante. (Quella parte di Penisola). Dunque è vietatissimo usare una sterrata, ma il conduttore dell’alpeggio se ne frega per far festa con i suoi amici. Quell’italianissimo allevatore se ne è bellamente fregato delle polemiche che quella strada aveva creato, della sensibilità di un ambiente fragile che dovrebbe tutelare (così almeno sostiene la retorica locale), del rumore causato dai fuoristrada, dell’inquinamento, del rispetto in genere. Tutto questo è una sciocchezza vero? Ormai la strada c’è e allora facciamo questa bella polentata con gli amici! Ce ne saranno altre c’è da scommeterci, soprattutto in vista delle elezioni comunali. Se fossi il sindaco gli appiopperei una multa colossale (il famoso buon esempio) da levargli le mutande! Ma non succederà. Anche nella autonomissima Valle è tradizione risolvere tutto a tarallucci e vino! (Torrette naturalmente!)

  14. trucsafaire Says:

    x unoqualunque: “vai nelle valli piemontesi adiacenti la vda e vedrai come potrebbe essere la nostra montagna senza gli aiuti regionali.” Mi scusi, ma quando mai ho parlato di aiuti regionali? Qui stiamo uscendo un pochino fuori tema, io ho parlato solo ed esclusivamente dell’impatto che ha una strada (specialmente se utilizzata disonestamente ed illecitamente come quella in questione) e se questo ( http://www.caprechindemi.it/news/65-il-pastore-del-terzo-millenio-tra-energie-rinnovabili-e-internet ) è lavorare come 1000 anni fa ben venga!

    Ripeto: lavorare in montagna vuol dire scendere a compromessi con la durezza della montagna, se non se ne è capaci e si vogliono tutti i comfort di casa allora restate a fondo valle!

    Come cittadino del mondo non posso accettare che il territorio montano venga deturpato da strade e dal passaggio continuo di camion “pulito, lavato e disinfettato” carichi di amici per fare bisboccia.
    Sono un uomo di montagna che vive la montagna utilizzando le proprie gambe e sudando per poterla scoprire. Non è tollerabile che ogni volta che percorro un sentiero debba respirarmi lo scarico di minimo tre fuoristrada e due camion bestiame oppure il frastuono di un elicottero ogni 20 minuti (in questo caso la colpa è di quei “turisti della montagna” che si fanno comodamente portare in quota dall’eliski, ma questo è un altro discorso che sarebbe degno di approfondimento…).

    Naturalmente questo è solo il mio punto di vista (molto probabilmente sbagliata) e non voglio in nessun modo far cambiare opinione in merito a nessuno.
    Se costruiranno ancora altre strade e andare in montagna per trovare serenità e tranquillità sarà impossibile ci chiuderemo in casa con un disco di sottofondo come questo http://www.ilgiardinodeilibri.it/musica/__sounds_of_the_earth.php

    😉 buona giornata a tutti!

  15. piemontèis Says:

    @ unoqualunque
    Sicuramente nelle valli piemontesi il numero di alpeggi abbandonati è maggiore rispetto alla vicina vda dove il “sistema” dei contributi regionali ha fatto la differenza. Che poi gli alpeggi recuperati valdostani non abbiano contribuito al degrado del paesaggio (vedi costruzione di strade,impianti,…) io non ne sarei così convinto.
    Gli spostamenti e la vita che i nostri avi conducevano portando il bestiame in alpeggio era sicuramente più grama ma molto meno impattante: quello che succede oggi mi sembra tanto una forzatura dei tempi passati in chiave moderna.
    Infine penso che per accedere alla montagna non è necessario costruire strade ovunque. In vda (purtroppo) si è rotto da tempo l’equilibrio uomo/Natura(montagna): di questo una buona fetta di turisti se ne sono accorti preferendo altre mete.

  16. unoqualunque Says:

    Provo ad esprimere con altre parole la mia personale opinione.
    Sono d’accordo in pieno con voi che gli abusi vadano puniti (non credo dal sindaco poichè non spetta a lui fare multe).
    Però tra l'”avere tutti i confort di casa” e la strada per accedere all’alpeggio, trasportare mucche e attrezzi penso ce ne passi! Vorrei vedere voi a camminare due ore per raggiungere il posto di lavoro! Vi lamentate dell’elicottero: la strada lo sostituisce egregiamente. Poi, quel ragazzo che vive allevando capre ad un’ora di cammino, come fa con la famiglia?. I bambini vanno a scuola? Ovviamente gli auguro ogni bene, ci mancherebbe, tra l’altro è una mosca così rara che è finito sul giornale. Per un alpeggio recuperato così ce ne sarano 100 abbandonati!
    Non vedo poi cosa c’entri l’italianità o meno della vda o le allusioni elettorali. Patuasia, sta solo cercando di stuzzicare? Mi sembrate dei piccoli borluzzi sempre con la stessa idea in testa …

  17. patuasia Says:

    Sto cercando di far comprendere un concetto molto semplice: se c’è una regola la si rispetta sempre senza eccezioni. L’italianità l’ho tirata in ballo per il signor michelchamen che si autodefinisce “soprattutto” valdostano. Il suo modo di pensare mi sembra quello mediobasso di tutta la penisola. Ci sono interessi privati e interessi collettivi, io metto questi ultimi al primo posto: questa è la nostra differenza.

  18. unoqualunque Says:

    L’avere un’agricoltura in buona salute, i prati coltivati e gli alpeggi funzionanti anzichè abbandonati è un interesse collettivo, avere energia idroelettrica pulita invece della termoelettrica è un interesse collettivo, ecc. ecc.
    Semplicemente abbiamo punti di vista diversi.

  19. Graziano Binel Says:

    E’ tutto maledettamente relativo. Considerando il numero di visite del sito potremmo dire che i computer accesi collegati per leggere e scrivere le risposte relative al blog, considerando la quota di surriscaldamento che provocano, hanno forse inquinato più dei 5 o 6 suv saliti lungo il sentiero. Alcune cose sono evidenti, altre meno; alcuni inganni apparenti altri sapientemente taciuti. Sono le contraddizioni dei nostri giorni. Attraversare un sentiero già bello pulito con scarponi e zaino firmati e racchette all’ultimo grido è diverso che aprirsi la strada fra i rovi con il falcetto e la roncola.
    Salut

  20. bruno courthoud Says:

    Propongo di dirottare parte delle notevoli risorse che destiniamo all’agricoltura verso le valli piemontesi più disagiate, meno fortunate e meno assistite di noi. Sarebbe un gesto bellissimo di solidarietà montanara.

  21. Schopenhauer Says:

    non fate i finti tonti, ci sono alpeggi perfettamente raggiunti dalla strada, ma comunque abbandonati. Ed altri senza strada che producono eccellenti formaggi. Il formaggio premiato alle olimpiadi dei formaggi di 5 o 6 anni fa proveniva proprio da un alpeggio senza strada, nella valle di gressoney. Ricordo ancora la risposta di un esperto agronomo alla domanda di un giornalista di RAI3: “qual è il segreto di questo formaggio'”. la risposta fu “il fatto che non ci arrivi la strada”. …

  22. Rosetta Bertolin Says:

    La discussione è molto interessante,ma per finire tutti si sono dimenticati che stiamo parlando di Comboé.
    Intendo dire che ci sono decine e decine di alpeggi in valle d’Aosta dotati di stada, di cui nessun ambientalista si è mai sognato di protestare, vuoi perchè la strada non era così impattante, vuoi perchè il luogo non era così interessante dal punto di vista ambientale o così conosciuto dal punto di vista turistico.
    Ci sono alcune perle in valle ( il Vallone di San Grato e quello dell’Alleigne ad esempio, ed alcuni altri) che vanno tutelati dalle strade e, se necessario, dall’agricoltura (che in questi casi può trovare altre soluzioni anche se più sacrificate), per lasciarle in eredità ai nostri figli e nipoti in tutto il loro splendore.
    E non dimentichiamo che la strada di Comboé è in parte scavata in un gradino glaciale di cui, temo, sentiremo ancora parlare a proposito di rischio idrogeologico.
    Rosetta


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