Uno strano prurito


Trovare intesa con il PdL fa un effetto strano. Una sorta di prurito che non si riesce a lenire neppure con i graffi, eppure è così: mi trovo d’accordo con quanto riportato dalla Stampa di oggi in seguito alla dichiarazione del consigliere di maggioranza, Massimo Lattanzi! «Trovo indecoroso e indecente che in Valle ci si lamenti per sacrifici che sono molto più blandi rispetto a regioni che devono fare sacrifici veri. Contesto che questa manovra sia devastante per il federalismo fiscale. Devastante è lo sperpero di denaro pubblico consumato dagli enti locali valdostani». Dunque non solo l’opposizione, non solo Patuasia, il Movimento 5 stelle, i numerosi comitati e associazioni si lamentano degli “enormi sprechi” (parole di Zucchi) che si consumano da decenni in Valle, ma anche una parte della maggioranza! Allora non siamo dei visionari, dei criticoni, dei pessimisti, se anche il partner dell’Union Valdotaine constata che non esiste un problema di risorse piuttosto di come queste vengono gestite. E’ la prima volta che un alleato dell’Union fa la voce grossa e mette un dito nella purulenta piaga dello spreco. Non lo ha fatto la Stella Alpina, figuriamoci la Fédération! Alleati fedeli e silenziosi. Con il PdL in maggioranza le frizioni si sentono e sono vistose. Al contrario di quello che dice Carlo Perrin, non credo che l’abbraccio con il PdL sia mortale per la Valle: mortale è l’Union Valdotaine nessun altro! Strano che l’opposizione non lo abbia ancora capito (nel retrobottega dei rispettivi cervelli di Alpe e PD si pensa a una futura alleanza con una eventuale “sinistra” unionista?).

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5 commenti su “Uno strano prurito”

  1. Eddy Ottoz Says:

    ragazzi, diamine… leggete meglio! Lattanzi si riferisce agli “enti locali”, che nel suo immaginario privato sono solo i Comuni.
    In Regione non ci sono sprechi, è noto, proprio perché Lattanzi vigila amorosamente. Così, almeno, assicura Zucchi.

  2. patuasia Says:

    Abbiamo letto…, ma volevamo lanciare il prurito!

  3. libero Says:

    Infatti non riesco proprio a capire la tiritera di Donzel e Perrin sul fatto che l’Union con il matrimonio con il PdL ci dovrebbe consegnare al baratro, ma prima con gli altri alleati dove ci stava portando , in paradiso? L’Union è il partito degli affari, è il partito di maggioranza assoluta, è il vero responsabile di come siamo messi soprattutto sotto il profilo della moralità, perchè allora cercare di deviare queste responsabilità ad altri? Forse perchè si pensa di governarci insieme un domani che non ci sarà Rollandin? Perché Vierin è meglio? misteri della politica e noi allocchi comuni ancora andiamo a votare!

  4. giancarlo borluzzi Says:

    Quoto il post di Eddy Ottoz, arguto come sempre e dal giudizio su Massimo Lattanzi coincidente con il mio.
    Se a qualcuno non fossero chiare le caratteristiche politiche di Lattanzi, faccio presente la sua recente uscita, assolutamente illuminante.
    E’ necessaria una premessa.
    Alcuni mesi fa Massimo Lattanzi fu votato come nuovo coordinatore regionale del PdL da 3 persone, cioè dal ragionier Massimo Lattanzi (sì, da lui stesso), dal ragionier Cleto Benin (il consigliere del PdL nella Commissione regionale per lo Sviluppo economico, scelto a tale ruolo dal PdL pur in presenza delle sue note disavventure nell’Eurotravel… paradossale!) e dal signor Alberto Zucchi (su cui non scrivo nulla perchè terminerei tra un mese).
    Ma la burocrazia romana ha lasciato in stand-by la ratifica per cui si giunge ai giorni nostri e qui vanno specificati tre gustosi passaggi.

    UNO. Su La Stampa del 22 giugno, pagina 61, un articolo titola con questa frase di Lattanzi: “Stop ai coordinatori calati dall’alto”, concetto lattanziano sposante un recentissimo leit motiv interno al partito berlusconiano.
    L’articolo è di identico tenore: “Devono essere gli iscritti a votare”, afferma Lattanzi, che ribadisce più volte il concetto precisando che “se il progetto dell’elezione dalla base del coordinatore non dovesse passare sono deciso a rinunciare all’incarico di coordinatore”.

    DUE. Su La Stampa di oggi, 9 luglio, Angelino Alfano afferma chiaramente che gli incarichi, dal vertice alla base, saranno conferiti dal voto degli iscritti.

    TRE. Tra le due uscite del quotidiano preindicato c’è stata quella ( se è lecito “parva componere magnis”…) dell’insulso giornaletto parapolitico intitolato Foglio Azzurro, un nulla culturale in linea con la (non) linea del PdL nostrano: se si tolgono le foto, la pagina finale con il simbolo, il copia-incolla dal Mattinale, foglio propagandistico quasi quotidiano spedito online e riguardante giudizi romani sulla politica nazionale, resta un insieme stucchevole di scritti zuccherosi e autocelebrativi di personaggi locali degni di lettura solo per confermare il vuoto propositivo dei berluscones chez nous.
    Tale Foglio Azzurro è comunque successivo al Consiglio nazionale del primo luglio in Roma (Consiglio che il direttore del Foglio Azzurro in prima pagina definisce erroneamente Congresso…), come dimostrato dalla foto in Roma dei partecipanti valdostani e dai commenti specifici.
    Ebbene, vengo al capolavoro del nostro ragionier Lattanzi, esternato orientativamente il 5 luglio 2011; a pagina 4 viene riferito il suo parere sul prossimo PdL e trascrivo integralmente:

    ” Con la nomina di Alfano cambierà tutto, cambierà l’organizzazione interna al partito, cambieranno attraverso la Costituzione le primarie che verranno fatte solo per individuare i candidati, mentre i vertici del partito saranno vagliati attraverso la meritocrazia, quindi un grande lavoro per un grande rilancio”.

    Come commentare?
    Cosa centri la Costituzione non so, del resto ho mails del Lattanzi che definisce pattume l’interrelazione tra Costituzione e Carta dei Valori del PdL per cui è acclarato che non ha titolo per parlare di Costituzione e dintorni, Valori pidiellini compresi.
    Quando parla di candidati credo si riferisca ai candidati alle varie elezioni e in questo caso mi pare di capire che ci dovrebbero essere delle primarie, ma vi immaginate tali primarie in VdA per i 35 candidati alle regionali quando il PdL fatica sempre a completare una lista?
    Ma il bello è dato dalla scelta dei vertici ( non votati ma calati dall’alto) che a me pare di capire comprendano il coordinatore del PdL nostrano; si evidenziano due stranezze: il ragionier Lattanzi del 5 luglio fa a pugni col ragionier Lattanzi del 22 giugno e contrasta pure con il parere urbi et orbi di Angelino Alfano.
    Una relazione alla segreteria di Alfano è doverosa in quanto evidenziante le caratteristiche del Lattanzi-pensiero e della sua attitudine a ricevere incarichi in base alla meritocrazia, incarichi che dovrebbe comunque rifiutare se calati dall’alto per “meritocrazia” (sic), in coerenza con la sua posizione espressa il 22 giugno.

  5. giancarlo borluzzi Says:

    Ad abundantiam.
    Il Lattanzi, tornato dal Consiglio nazionale (non Congresso, come erroneamente indicato sul Foglio Azzurro) del PdL tenutosi il primo luglio in Roma, ha dichiarato a La Stampa, che riporta il 2 luglio il parto lattanziano quale titolo di un articolo, che “Sarò il coordinatore del PdL”, deridendo a priori ogni elezione visto che grazie alla sua sfera magica made in China conosce già il futuro che l’aspetta, luminoso per lui ma deludente per chi crede in quel primato della persona sulla politica che in valle manca, ma è presente tra quei valori del PdL solennemente sanciti nella sua carta ma che il Lattanzi ha più volte equiparato ai sacchi di spazzatura che infettano Napoli.

    Non solo, ma il nostro ragioniere afferma (con passaggi non chiari) che il PdL (nazionale o locale?) pensa di far precedere le elezioni , da svolgersi nell’autunno, dalle primarie ” fatte però con regole precise e rigide per evitare il pasticcio del Pd a Napoli”.

    Differenza tra elezioni e primarie? In ogni caso è una versione diversa da quella indicata da Lattanzi sul Foglio Azzurro e da me riportata nel post precedente.
    Poche idee ma confuse, verrebbe da dire…..

    Sulle regole ci sarà da fare attenzione, se queste sono regionalmente partorite: il cicero pro domo sua è dietro l’angolo e il padrone delle ferriere di cui parlo non scherza in materia, visto che spinse nel luglio 2009 il coordinatore regionale pidiellino (quindi suo superiore di grado…) Giorgio Bongiorno a impormi di sottoscrivere l’impegno a rimanere sempre zitto se volevo entrare nel direttivo regionale; avendo io doverosamente ruttato in seguito sull’imposizione fui deferito ai probiviri che pare non si siano mai riuniti. Partito delle libertà ????

    In ogni caso la contesa per reperire votanti acritici è già iniziata; peccato che nel caso in questione dovrebbero scegliere chi manifesta verso il padrone rossonero la guareschiana “obbedienza cieca, pronta, assoluta” sui temi grandi, strillando solo se vede una lampadina bruciata a palazzo regionale per attestare un’esistenza in vita che politicamente manca (lampadina equiparabile nella fattispecie alla scontata presa di distanza dal parere di Rollandin sulla manovra correttiva).


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