Posted tagged ‘Carlo Perrin’

Orfani per sempre

20 marzo 2015

Hanno ampiamente dimostrato di non essere intelligenti e già solo per questo motivo non dovrebbero essere votati. Il principio che resta sano e imperituro è che chi governa deve essere migliore di chi è governato. Io vedo piccole donne e piccoli uomini che sgomitano per possedere un fazzoletto di potere, per il bene della Valle d’Aosta, dicono. Godono i nani del fatto che siamo pochi una realtà, quella dei numeri, che è alla base della nostra miseria culturale. Il culto dell’isola poi ha fatto il resto. Pochi e isolati cosa volete che si produca in termini di intelligenza? Queste elezioni sono i nodi che arrivano al pettine della più dichiarata stupidità. I partiti del centrosinistra che si spaccano per difendere gli interessi del loro nemico diviso in due. L’intelligenza politica avrebbe suggerito l’esatto opposto: mantenere l’unità per polverizzare l’egemonia dell’Union valdotain. (Compito favorito dalla scissione). Questo errore macroscopico ci porta al peccato originale che si chiama Renouveau valdotain. Mai avrebbe dovuto entrare in Alpe, troppo diverso culturalmente in quanto profondamente unionista. Se Alpe poteva godere di una identità chiara che rispondeva a un elettorato urbano di sinistra moderata e ambientalista, con l’ingresso degli unionisti dissidenti di Carlo Perrin, il tutto si è reso opaco. Uno stagno. Le conseguenze le scontiamo oggi. (altro…)

Bella domanda!

22 gennaio 2015

“I partiti nazionali sono destinati a sparire dalla VDA? Si ha l’impressione di sì.” Questa è proprio una bella domanda postata da un caro utente di Patuasia. Un partito è già sparito e si tratta dei Verdi oggi nell’agglomerato di Alpe, composto in buona parte da ex unionisti. Tra un po’ spariranno anche lì, almeno i loro elettori che, con buone probabilità confluiranno verso L’altra Valle d’Aosta più rappresentativa delle loro idee. Qual’è stato l’errore di Riccarand? Quello di raggruppare all’interno del nuovo partito, oltre ai fuoriusciti unionisti di Vdavive, anche quelli di Renouveau. Gli attuali consiglieri Morelli, Chatrian e Certan legati affettuosamente a Carlo Perrin. Politici che arrivano dalla “campagna”. Un divario culturale da non sottovalutare. Riccarand e gli altri fondatori cittadini, speravano di aprirsi al territorio e in effetti così è stato: Alpe ha portato a casa cinque consiglieri, ma tre unionisti di ferro (oggi in quota a Viérin). Per questa “apertura” il prezzo più alto l’hanno pagato i Verdi che in Consiglio regionale non hanno più voce. Ne valeva la pena? Sembra che Alpe sia stato, per i perriniani, il mezzo di trasporto per arrivare in Consiglio, da soli non ce l’avrebbero mai fatta e neppure tra le fila dell’Union. Immagino che l’attuale segretario abbia trovato assai difficile convincerli a non andare alla Costituente, occasione splendida per un aggancio ufficiale e ideologico all’UVP senza il quale risulta compromessa la scusa per andarsene. Immagino che i tre rosichino assai.

I postumi della sbornia

11 giugno 2014

La politica valdostana non è mai stata così lontana dalla gente. Nelle dichiarazioni in Consiglio i vari capogruppo della minoranza hanno espresso la loro nei confronti del Rollandin-bis. Ovvio. Quello che fa specie è che tutti hanno usato a sproposito e d’abitudine, parole come comunità valdostana, cittadini, valdostani… , ma che ne sanno loro di noi? Avvitati nei loro interessi di partito e personali, i consiglieri regionali si sono allontanati anni luce dalla vita di chi rappresentano, così lontani da diventare indistinti. Una massa unica. La maggior parte della gente non ha capito un tubo di quello che è successo! Se ne sono resi conto? La Renaissance non esprime niente. Un marchio. Una parola. Magari letta o sentita di sfuggita, ma sicuramente non compresa. Gli attori di questa pièce sono trincerati sul loro-palcoscenico, in platea il pubblico langue e sbadiglia. Fuori la vita trascorre ignara tra gli alti e, più frequentemente, i bassi di sempre. In quella vita lì loro non ci sono. L’amaro in bocca non è dato come vuole la Morelli dalla crisi politica, ma dall’aumento del costo della vita. Un prezzo che non produce fierezza ed entusiamo naif! (altro…)

Europa chi?

8 aprile 2014

Siccome I know my chickens e presto si leveranno lamentazioni da profeta Geremia, alti lai localisti, montagnardi e rossoneri sulla “pauvre Vda”, per la prima volta lontana da Bruxelles, marònna che vergogna, marònna che affronto, marònna che attentato contro le autonomie, solo un memento: Luciano Caveri fu parlamentare a Bruxelles dal 21 gennaio 2002 al 17 luglio 2003. Ebbe la carica di presidente della Commissione Affari regionali, trasporti e turismo. Il 17 luglio 2003 dimissionò per partecipare alle regionali (mancavano ancora due anni alla scadenza del mandato europeo!), divenne assessore al Turismo sotto la presidenza Perrin e poi presidente della Giunta, il 4 luglio 2005.
Dunque allora piazza Deffeyes era più importante di palazzo Charlemagne.
Brisa per critichèr, eh? (roberto mancini)

Le casseur des Alpes

7 marzo 2013

Réunir? Réussir? E’ l’esatto contrario, divide per riuscire . Scassa, smozzica, separa ovunque vada. Partiti, alleanze, schieramenti, maggioranze, nulla si salva. Prima frammenta il PCI-PDS-DS, poi l’Union, ora Alpe. Gioca sempre in casa e in trasferta, è sempre contemporaneamente sia maggioranza che opposizione. Prima si allea, poi rompe, poi ricuce, poi ri-rirompe. Più che il Leone dorato, il suo simbolo sarebbe il cuculo, noto per la sua  caratteristica del parassitismo di cova: consiste nel deporre il proprio uovo all’interno del nido di altri uccelli che poi verranno espulsi dal formidabile intruso. Ecco i fatti: Elezioni regionali 2003: Caveri vuole fare il Presidente, ma è solo Assessore al Turismo; inizia lo scasso, saranno le comunali  del 2005 ad offrire l’occasione per tornare in sella: “Caro Guste, se non vuoi che noi cuculi diamo i voti a Louvin e alla sua Aosta-Viva, via Perrin dalla presidenza con Caveri al suo posto,  via la Charles,  Le Dauphin all’istruzione e un assessorato al fido Pastoret”. Detto e fatto, risultato: Viérin (assieme a Rollandin) contro Louvin = vittoria. Politiche  2006 le Casseur des Alpes agisce nell’ombra, nel segreto dell’urna. Le politiche sono infatti le uniche elezioni segrete che si tengano in Valle d’Aosta. Le altre, Calabria felix… Nella sfida al Senato, Rollandin è contro Perrin. Viérin vota e fa votare Perrin, il cuculo unionista occulta le proprie uova nel nido di quello che diventerà Renouveau. Risultato:  Viérin (insieme a Perrin) contro Rollandin = vittoria. Politiche  2008 sempre voto segreto, stesse modalità; c’è un problema in più però, la forza di Perrin; allora il cuculo ritira le uova dal suo nido di Renouveau, ma fa comunque lo sgambetto a Guste votando Nicco contro Ego Perron. Tra Perrin e Fosson sceglie quest’ultimo, altrimenti salta l’alleanza con Rollandin per le imminenti regionali. Risultati: Viérin appoggia Nicco contro Perron = vittoria. Viérin appoggia Fosson contro Perrin = vittoria. Regionali 2008 il cuculo ha due uova in Giunta: Le Dauphin e il fido Pastoret. Abbandona Lucien che era servito solo per scalzare Perrin dalla presidenza, ma che con Guste aveva pattuito di espellere dalla giunta nella successiva legislatura. Le Dauphin inizia la campagna elettorale per il 2013, userà la Vallée di papà e i milioni di euro apparentemente  profusi per la cultura. In realtà sono soldi  impiegati solo a vantaggio della sua immagine e dei suoi clientes fissi, che foraggerà con i nostri soldi. Dicembre 2012 si alza il sipario, le manovre si fanno meno occulte ma il cuculo continua ad operare. Politiche 2013 nell’alleanza di Centro-sinistra deposita un uovo (Morelli) al Senato: non ci riesce alla Camera, Guichardaz è un sindacalista vero, va contrastato, quindi Le Dauphin  gli corre contro. Se ci fossero state le primarie della coalizione di  Centro sinistra? Le Dauphin avrebbe fatto il Renzi de nos atre, con il sostegno di Fiou e Ferraris (il nuovo che avanza). Risultato: sconfitta di misura, quindi vittoria mooolto beneaugurante per le prossime regionali. Il cuculo ha ora un suo nido nell’UVP? Gli basta? Nemmeno per sogno: il fido Vallet cova altre sue uova in Alpe che infatti è a forte rischio implosione.

Un DNA di alta quota!

13 giugno 2012

Scrive Carlo Perrin sul bollettino dell’Alpe: “La cultura alpina può essere un modello e naturalmente offre un sistema collaudato di cui si sente l’esigenza basti pensare a teorie quali la decrescita felice…”. Perché mai la cultura alpina dovrebbe essere un modello? A chi? E qual’è il sistema collaudato? E poi si sente l’esigenza di cosa? Pongo queste domande a un politico che si dice allergico alla demagogia e al populismo, perché se l’affermazione non è demagogica e populista è senz’altro facile retorica. Infatti non si capisce il motivo per il quale noi dovremmo fornire il buon esempio, perché abitiamo in montagna? Siamo un popolo moralmente superiore per questo? No, e la realtà lo dimostra: noi siamo un pessimo esempio! (Ma quale decrescita felice!). Il modello collaudato è che abbiamo vissuto grazie allo Stato e non abbiamo saputo sfruttare quelli che si considerano dei diritti, ma che hanno più il sapore dei privilegi, per creare un vero sviluppo legato al concetto di autonomia. I nostri politici non “sono caduti nella trappola delle lusinghe”, come scrive Perrin, ma hanno scientemente programmato un benessere clientelare di tipo mafioso per conservare il potere. E l’assuefazione alla sudditanza non è affatto “inconsueta per una popolazione di montagna”, ma l’effetto naturale di una politica di facili contributi. Non esiste un DNA di alta quota, perché altrimenti ne esisterebbe uno di pianura e uno di mare, esiste l’essere umano che si lascia forgiare dalla storia e la storia degli ultimi trent’anni in Valle d’Aosta è una gran brutta storia.

Uno strano prurito

8 luglio 2011

Trovare intesa con il PdL fa un effetto strano. Una sorta di prurito che non si riesce a lenire neppure con i graffi, eppure è così: mi trovo d’accordo con quanto riportato dalla Stampa di oggi in seguito alla dichiarazione del consigliere di maggioranza, Massimo Lattanzi! «Trovo indecoroso e indecente che in Valle ci si lamenti per sacrifici che sono molto più blandi rispetto a regioni che devono fare sacrifici veri. Contesto che questa manovra sia devastante per il federalismo fiscale. Devastante è lo sperpero di denaro pubblico consumato dagli enti locali valdostani». Dunque non solo l’opposizione, non solo Patuasia, il Movimento 5 stelle, i numerosi comitati e associazioni si lamentano degli “enormi sprechi” (parole di Zucchi) che si consumano da decenni in Valle, ma anche una parte della maggioranza! Allora non siamo dei visionari, dei criticoni, dei pessimisti, se anche il partner dell’Union Valdotaine constata che non esiste un problema di risorse piuttosto di come queste vengono gestite. E’ la prima volta che un alleato dell’Union fa la voce grossa e mette un dito nella purulenta piaga dello spreco. Non lo ha fatto la Stella Alpina, figuriamoci la Fédération! Alleati fedeli e silenziosi. Con il PdL in maggioranza le frizioni si sentono e sono vistose. Al contrario di quello che dice Carlo Perrin, non credo che l’abbraccio con il PdL sia mortale per la Valle: mortale è l’Union Valdotaine nessun altro! Strano che l’opposizione non lo abbia ancora capito (nel retrobottega dei rispettivi cervelli di Alpe e PD si pensa a una futura alleanza con una eventuale “sinistra” unionista?).

Io copio!

29 marzo 2011

I bambini dell'Union raccontano favole!

Se Berlusconi prende atto che una gran fetta di elettorato è culturalmente ferma alla seconda media e si esprime di conseguenza, l’Union Valdotaine deve considerare i suoi elettori infanti della scuola materna. Nell’ultimo editoriale del Peuple, Ego Perron (superata la crisi il faccione è ricomparso seppur obliquo), confessa al suo pubblico (ne ha uno?) la delusione provata al Congresso dell’Alpe. La favola raccontata ai piccini è quella classica che contrappone il buono al cattivo. Narra il pifferaio di una Union disponibile “à lancer une confrontation sur les thèmes importants et sur les grandes questions… et prete à discuter avec les autres forces politiques pour apporter des rèsultats à la communauté valdotaine“. Ma la fatina rossonera così amorevole e disponibile verso il prossimo, si trova ad affontare Alpe, una stregaccia che è sempre contro “n’importe quelle décision, contre tout ce que représente le système actuel”. Riconosce il samaritano, i tratti della “gauche radicale, contre tout e contre tous!”. La fisionomia di Antonio Di Pietro. I leaders carismatici di Alpe: Carlo Perrin, Roberto Louvin ed Elio Riccarand, cloni di Di Pietro? Come è possibile affermare una cretinata simile? E’ possibile se si è un lettore affezionato di Libero e se si è un ammiratore del metodo Berlusconi. Infatti per Pollicino, non ha importanza il contenuto bislacco del suo articolo, ma l’effetto che fa. Affermare che Alpe sia un partito di estrema sinistra equivale a scimmiottare Il Primo Ministro quando taccia di kumunisti questi e quelli. Lo scopo è lo stesso: impaurire l’elettorato moderato che potrebbe nutrire qualche simpatia verso l’avversario politico. Anche in questo nessuna autonomia di pensiero e di strategia: l’Union Valdotaine copia Roma!

Condividi su Facebook:

Paillettes di montagna

11 ottobre 2010

Nell’editoriale dell’ultimo numero di Alpe, il coordinatore del movimento omonimo, Carlo Perrin, parla di se stesso e del mondo agricolo nel quale ha sempre vissuto (je suis berger a coté des bergers). Di quel mondo avverte nostalgia, ma anche senso di isolamento, di desolazione. Un mondo entrato in crisi che non esprime simpatia. Con tutto il rispetto verso le persone oneste che pur ci sono (i miei nonni erano allevatori e contadini), non riesco a considerare la categoria degli allevatori valdostani come una categoria nel suo complesso sana. Lo scandalo della Fontina adulterata, l’importazione clandestina del seme, le stalle non registrate, le analisi contraffatte, il fieno straniero, sono solo alcune delle voci raccolte nella grande truffa ai danni della Regione, dello Stato e della Comunità Europea. I politici hanno cercato di ridurre l’entità dello scandalo, perché i truffatori sono loro elettori e appartengono a una lobby forte e protetta. Altro che pauvre paysan! Il paesaggio è cambiato caro Perrin! E non si tratta, come è stato detto, di qualche mela marcia, no! Si tratta di un meccanismo ben oliato e organizzato con tanto di veterinari (Claudio Trocello in servizio presso la USL, Davide Mila convenzionato ANABORAVA ecc…) e laboratori di analisi compiacenti che, fra le altre cose, alteravano la prova tubercolinica per consentire agli allevatori di poter accedere ai diversi contributi, mutui, premi previsti (LA.ECO.VET S.a.S di Rossella Badino). La parola giusta è TRUFFA! Le bovine fecondate con liquido seminale di tori svizzeri non certificati con successiva  falsa registrazione di nascite autoctone e in via di estinzione; il foraggio”straniero” usato per l’alimentazione delle mucche e successiva produzione della Fontina Dop in contrasto con il disciplinare; i formaggi, fra cui anche la Fontina, prodotti da latte proveniente da bovini malati e da allevamenti non autorizzati; la macellazione di carni valdostane risultate affette da tubercolosi; le importazioni clandestine di bovini svizzeri che andavano a sostituire quelli deceduti tramite recupero del bolo o del bollo auricolare; le falsificazioni dei documenti; le stalle non registrate; il risanamento parallelo; l’importazione clandestina e l’uso improprio di medicinali a uso veterinario, sono azioni criminali che coinvolgono un alto numero di persone che hanno potuto fare affidamento su una vasta rete di conoscenze istituzionali (l’assessore Lanièce aveva inviato ai NAS una missiva in cui chiedeva di “evitare il ricorso al gamma interferone” e il Presidente Rollandin lamentava, con il Comandante Gruppo dei Carabinieri, il Ten. Col. Guido Di Vita, la propria preoccupazione per il ripetersi dei controlli dei NAS di Torino che vanificavano quelli previsti dalla stessa Regione. ). Nel mondo dei paysans il walzer dei contributi c’è sempre stato: vent’anni fa il businnes si faceva sulle vacche morte di TBC, spesso sane, oggi sul contrario. La compiacenza del potere verso questo habitat pure. C’è spregiudicatezza e capacità delinquenziale in tutto questo e non sarebbe male cercare di capire da cosa ha origine. Troppi contributi facili?

Condividi su Facebook:

Lapsus freudiano?

3 settembre 2010

Dal sito dell’Alpe si legge: “Il modello berlusconiano del pensiero unico,… dell’annientamento di chi dissente,… dell’ordine al fine di garantire il sistema e i privilegi, della logica degli amici posti in ogni luogo si è totalmente installata chez-nous… “. Carlo Perrin, firmatario del testo, quando scrive che il sistema ecc… ecc… si è installato chez nous, intende dire chez loro?

Condividi su Facebook: