Leggete e rabbrividite!


Come si può maltrattare un uomo di cultura, come Enzo Bianchi, in questo modo? Ho estratto un frammento dell’articolo di Daniela Giachino comparso sulla Stampa oggi, sabato 12 frebbraio. Non so di chi sia la responsabilità, se della giornalista o del direttore o di chi, in ogni caso una rilettura prima di mandare in rete sarebbe sempre opportuna o non usa più? Sopportiamo i quotidiani refusi, ma qui è il senso del discorso che va perduto. Leggete e rabbrividite.

«Che ne è di perché altri si sentano inebriati dal loro noi?». «Sono giorni che attraversano il profumo, come lo sono stato io da quello tempo e fanno parte del nostro vivere: al- degli alberi piantati da chi mi ha preceducuni ci fanno soffrire, altri ci rallegrano e to. La vita continua e sono gli uomini e le ancora ci stupiscono – aggiunge Bianchi -. donne che si susseguono nelle generazioDentro ognuno di questi ricordi ci sono ni, pur con tutti i loro errori, a dar senso altante cose: c’è un senso esatto dell’esisten- la terra, a dar senso alle nostre vite, a renza, dello scorrere del tempo e delle stagio- derle degne di essere vissute». ni dell’uomo. C’è un guardare avanti. E c’è L’evento sarà introdotto dall’intervenuna parola per la vita di ognuno di noi». to del presidente dell’Associazione Forte. E ancora: «Quest’anno ho piantato un di Bard, Augusto Rollandin. «Il tema delviale di tigli, li ho piantati per rendere più l’incontro è di grande attualità per ogni uobella la terra che lascerò, li ho piantati mo, di ogni età e fede – dice Rollandin -. Con la semplicità cui ci ha abituato Bianchi, racconterà le fasi del vivere con tratti autobiografici».

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28 commenti su “Leggete e rabbrividite!”

  1. oscar rubio Says:

    Gentile Tueno, anche io ho riscontrato questo pseudo obbrobrio. Dico pseudo perchè questo fatto increscioso l’ho già riscontrato altre volte, scoprendo però che se si va a caricare il PDF la versione è corretta. Certo che la redazione di detto quotidiano online, dovrebbe stare più attenta. Infatti anche sulla prima pagina della Valle d’Aosta c’è un altro errore. Invece di leggere: “Industria è record di cassa integrazione”, la versione on line recita:
    ” MORGEX – Contromano in autostrada maxi-multa di 7 mila euro Industria, è record di cassaintegrazione
    A gennaio +182 per cento, il dato peggiore in Italia.

    E’ un errore tecnico-tecnoligico che ho riscontrato altre volte. Strano che me ne sia accorto solo io.


  2. Gli errori sono sempre in agguato, però prima di lanciarsi in un’indignata denuncia forse si potrebbero perdere 30 secondi e controllare: il file pdf è corretto, così come corretta è la versione cartacea. Mi sembra del tutto evidente che si sia trattato di un errore del programma…

  3. tueno Says:

    Ho l’abitudine di mettermi sempre nei panni di chi paga per avere un servizio, pertanto è giusto esigere che il servizio sia corretto, facile e che non faccia perdere tempo. Non sono io abbonato che mi devo occupare degli errori di programma. Vede, l’abitudine tutta italiana di cercare sempre una giustificazione ci ha portati ad avere un Paese che non funziona, se gli italiani invece di capire fossero più esigenti nel chiedere quello che è un loro diritto, visto che lo pagano, forse, avremmo servizi migliori non crede?

  4. scemo Says:

    Se non ha capito che questo è un errore tecnico, dovrebbe rabbrividire lei


  5. Al di là del fatto che il giornale in edicola contiene l’articolo corretto e che quindi la maggior parte dei Vostri lettori penseranno che avete bevuto un bicchiere di troppo. Al di là del fatto che un formato pdf mal decodificato è un problema tecnico antipatico ma piuttosto semplice in cui incorrere. Al di là del fatto che il servizio abbonamenti della Stampa, come di ogni altro giornale, ha un servizio di assistenza raggiungibile per mail e che basterebbe segnalare lì il problema (sempre se l’abbonamento lo si ha e non si sta scroccando la lettura da qualche rassegna stampa altrui). Al di là di tutto questo, bisogna prendere atto che i misteriosi autori di questo blog si sono autonominati rappresentanti della Razza Eletta e si sentono liberi di dare patenti di imbecillità all’universo mondo: “se invii un pdf fallato sei un imbecille; se metti dei pantaloni che non ci piacciono sei un imbecille; se sei grasso sei un imbecille; se non sei fotogenico sei un imbecille; se la tua scultura non ci piace sei un imbecille; se voti in un modo invece che in un altro sei un imbecille”. Tutti imbecilli tranne voi, che potete permettervi di sparare fango su chiunque tanto-a-noi-che-ce-ne-frega: mi chiedo ad esempio per quale ragione venga citata l’incolpevole Giachino, accostandola ad un titolo come “Leggete e rabbrividite”. Oltretutto, come al solito, si vanno a bacchettare i mestieri altrui senza nemmeno averne le competenze: fate così anche con il vostro idraulico-carrozziere-commercialista? E poi perché? Solo per il piccolissimo-borghese motivo che bisogna “chiedere quello che è un diritto, visto che lo si paga”? Alla fine l’impressione è che se, invece di avere un blog, foste editori di giornali e/o di televisioni mandereste servizi per mostrare i calzini turchesi di Tizio e di Caio bollandoli come “stravaganti”. Esattamente come qualcun altro. Ed è del tutto inutile che citiate (a sproposito) George Orwell quando siete voi i primi a usare come un manganello la libertà concessa dal web.

  6. tueno Says:

    Anche lei Scemo è un errore tecnico?

  7. oscar rubio Says:

    Vedo che non sono l’unico ad essermene accorto…ma vedo anche il solito scemo che porta contributi alla discussione spesso rancorosi. Non solo nei confronti di altri ospiti, ma nel caso specifico anche verso “tueno”.

    Scemo mi scuserà se scrivo questo, ma qualsiasi occasione è buona per criticare la posizione del sottoscritto, anche quando pur essendo una posizione di tipo intellettuale la si scambia per caratteriale. Chiedo dunque nei miei confronti una tolleranza altrettanto simile.

  8. Frank Says:

    Quello che non capisco è la mentalità del giustificare tutto sempre e comunque!
    Appurato il fatto che gli errori dell’articolo sono da imputare ad un inconveniente tecnico, il problema rimane: all’utente finale deve essere SEMPRE fornito un servizio all’altezza di quello che paga!
    Per rispondere al Paladino Mammoliti, io, fossi stato direttore del giornale avrei pubblicato un avviso ben visibile recante le scuse (doverose) e le indicazioni per leggere correttamente il pezzo (es: scaricare il file PDF).
    Anche perché, tueno mi perdonerà, ma un utente ha il diritto di essere “scemo” (informaticamente parlando) e sta a chi scemo non è costruire un programma che funzioni e sia fruibile da tutti in modo corretto: dalla nonna di 90 anni allo studente di informatica!
    Un discorso che si può applicare non solo al giornale online incriminato, ma ai siti web in generale!


  9. Paladino… Qui il passatempo è quello di offendere (a livello personale) o usare il sarcasmo, naturalmente sempre dietro identità fantasiose. Bell’esempio di dialogo e confronto.

  10. patuasia Says:

    Tueno ha forse esagerato (si chiama Tueno anche per questo eh eh eh), anche se capisco il suo fastidio: non è piacevole trovarsi fra lettere ubriache (loro non noi!). Io il giornale lo leggo al bar, uno scrocco quotidiano che credo il signor Mammoliti, così tollerante e buono, mi perdoni. Al di là di questi fatti, vorrei far notare, al giornalista, che il suo rancore è frutto di fantasie perverse maturate nei nostri confronti. Infatti, mai una volta che critichi con argomenti validi i nostri post, sempre e solo stucchevoli, quanto banali, lamentele: voi criticate e basta! Dunque, siamo accusati di dare patente di imbecillità all’universo mondo. Di sparare fango su chiunque. Di sentirci razza eletta. E tutto questo perché? Perché Mmadamin denuncia il cattivo gusto e le cattive abitudini alimentari? Non è la sola a farlo. E allora? Siamo una voce critica, questo sì. E allora? Per salvaguardare la sensibilità di persone suscettibili, quale è lei, dobbiamo cucirci la bocca, signor Mammoliti? E fare i compitini che lei sa comporre così bene? Noi abbiamo un altro stile; non siamo pagati da nessuno e per questo siamo liberi di esprimere il nostro parere in tutta libertà. Che, badi bene, non è mai gratuito, ma sempre motivato e documentato. Qualcuno si sente un imbecille? Problema suo. Tueno ha tirato in ballo la giornalista dell’articolo di cui sopra, semplicemente perché sua era la firma, non mi risulta che l’abbia insultata, anzi ha espresso il dubbio circa la responsabilità dell'”ubriacatura”, mi sembra che si sia concentrato su altro. Lei ci chiede se siamo severi non solo con i giornalisti, ma anche con gli idraulici-carrozzieri-commercialisti, per il borghesissimo motivo che paghiamo il conto. La risposta è ovvia. E in questo, la assicuro, siamo tutti borghesi compreso lei. Ci tengo a rassicurarla: siamo esigenti anche in altre circostanze che non includono il portafoglio. Per concludere, se fossimo degli editori di un giornale non la assumeremmo mai, perché il livore incontrollato che lei manifesta non è un buon prerequisito per un giornalista. Lo fa sbandare: mi dica cosa c’entrano i calzini turchesi? Quello era un fatto politico non modaiolo. Noi sappiamo riconoscere la differenza.


  11. Né rancore né livore da parte mia. Ma la Sua risposta, Patuasia, conferma che vi siete arrogati il diritto esclusivo alla verità e la vostra allergia alla critica. Se poi non capisce cosa c’entrino i calzini turchesi significa che non ha ancora capito che cosa sono i media di massa, cosa sono i giornali, cos’è internet, che cos’è un blog e che cos’è la scrittura pubblica. La signora Giachino, non solo citata nel post di Tueno ma addirittura inserita tra le “tag”, sarà molto contenta quando una ricerca su Google porterà direttamente ad associare il suo nome alla locuzione “Leggete e rabbrividite”. Ma a lei, Patuasia, che importa? Tanto lei non è pagata da nessuno e per questo è libera di esprimere il suo parere in tutta libertà, of course.

  12. scemo Says:

    Come si può pensare che un articolo con le parole mescolate sia “maltrattare un uomo di cultura” o debba fare “rabbrividire”? O pensare che possano essere refusi o mancate riletture? E’ da scemi, quale io sono. Ma persino io riesco a capire che ci sono casi in cui non esistono colpe. L’hors d’oevre patuasico, degno di un vero angelo sterminatore, è una profonda riflessione, altro che il “compitino” della Giachino. Puzzate di marcio più di una tartare di tinca, e avete anche il coraggio di criticare.

    Spiegatemi, Rubio, Tueno e Frank: se trovate un giornale nei rifiuti, sporco di letame, è colpa della giornalista o del suo direttore? Se la rotativa si inceppa e stampa una riga nera di traverso nella pagina, pensate sia colpa del grafico? Maledetta Stampa, turlupina i suoi poveri abbonati…

    Porto contributi rancorosi? Sì. Ma lei, Rubio, pare che si senta al centro dell’attenzione anche in un articolo di cucina vietnamita, nel ruolo del cane.

  13. patuasia Says:

    Signor mammoliti, lei invece è pagato da qualcuno. In quanto a modestia lei si arroga il diritto di dire che noi non capiamo un bel fico, che siamo allergici alla critica ecc ecc…,(senza motivare mai) ma questo non ci turba. Creda quello che vuole. La signora Giachino che lei mette in ballo, probabilmente a sua insaputa, non è con questo blog che se la deve prendere, ma con chi cura la parte informatica del giornale.

  14. patuasia Says:

    Signor Scemo, il giornale non è stato trovato nei rifiuti, ma sul web. E visto che La Stampa è il terzo giornale italiano più letto uno si aspetta una maggiore attenzione. Anche lei giornalista?

  15. libero Says:

    Certo che basta toccare un giornale che si scatena il finimondo. Non ho letto l’articolo perché non sono un abbonato, ma credo che se c’è stato quell’inconveniente uno dovrebbere chiedere scusa e correre al più presto ai ripari, perché dovrebbe farlo il lettore non lo capisco proprio. La Stampa non è un bollettino parrocchiale, quindi dovrebbe fare molta attenzione. Patuasia è una delle rare voci critiche di questo posto, che i giornalisti invece di sentirsi offesi dal blog che svolgano brillanti inchieste di cui abbiamo un gran bisogno

  16. scemo Says:

    Il giornale non l’ho letto. Ma voi avete creato un caso internazionale di un errore tecnico. Una grande inchiesta, non c’è che dire.
    Direi che siete alla canna del gas, angeli sterminatori

  17. bruno courthoud Says:

    BASTAAAAAAAAAAAAAAAAA!

  18. scemo Says:

    Sono d’accordo

  19. Frank Says:

    Se Frank è il mio nome non ci posso fare niente.. La fantasia è stata dei miei genitori!

    Vorrei sottolineare in ultimo come la risposta del signor Oscar Rubio sia stata la più sensata e corretta di tutte: con eleganza ed educazione ha espresso le sue idee, da persona civile…
    Ora posso essere d’accordo con chi afferma che i toni sono stati leggermente esagerati (perché è palese che un articolo simile non possa essere partorito dalla penna di una giornalista di un giornale di livello), ma da qui a dire che un utente non abbia il diritto di lamentarsi di un servizio carente, mi sembra a dir poco assurdo!


  20. A Patuasia: E’ ovvio che sia pagato da qualcuno: io lavoro. Non sapevo fosse una cosa disdicevole.

    A Libero: non vorrei si equivocasse, la mia non è una difesa corporativa, né del giornale né della collega. E non mi sento nemmeno offeso. Io faccio semplicemente notare che quando si scrive su una piazza pubblica è sempre necessario avere rispetto per le persone, a meno che non si ravvisi la malafede (e allora in questo caso ogni asprezza è lecita). Il punto è che quando la signora Patuasia andrà dal suo carrozziere e non sarà soddisfatta del suo lavoro, giustamente lo farà notare e si rivarrà (“o mi rifai il lavoro, oppure mi risarcisci”). Ma troverei abbastanza stucchevole se la signora Patuasia ritirasse la sua auto, se la portasse a casa e poi si sfogasse sul blog ricoprendo di contumelie il carrozziere. Troverei inoltre surreale se la signora Patuasia andasse dal carrozziere a suggerirgli la temperatura del forno per una migliore presa della vernice. A ognuno il proprio lavoro (in questo senso andava il richiamo alle altre professioni, non c’entra nulla la severità di giudizio). Ciò non vieta l’esercizio della critica, ma esattamente come non siamo tutti commissari tecnici, non siamo nemmeno tutti giornalisti, pittori o carrozzieri. O il concetto di “competenza” non ha più senso?
    Tra l’altro faccio notare che ho suggerito di contattare il servizio assistenza del giornale, perché un disservizio è un disservizio. Ciò che mi ha particolarmente colpito (e fa sì che io sia ancora qui a prendermi gli insulti) è il fatto che per una questione tecnica – che mi par di capire non accada tutti i giorni – si critichi (senza nemmeno un filo di ironia e con zero levità) con totale furore distruttivo. “In ogni caso una rilettura prima di mandare in stampa sarebbe sempre opportuna o non usa più?” suona piuttosto arrogante e non si configura come una segnalazione di un servizio da migliorare: c’è sarcasmo e basta, e l’aggettivo “imbecilli” è solo sottinteso. A mio modo di vedere c’è modo e modo per dire le cose, sia quando si parla vis-à-vis sia quando si scrive da dietro un monitor di computer.

  21. Foletta Says:

    No, Mammoliti. Siete arrivati in due a pestare come forsennati su un post che, se a vostro giudizio eccessivo, rimane comunque la lamentela di un cliente.
    Perché non solo voi siete pagati (e noi no), ma noi paghiamo per leggervi (e voi no) e voi potete comunque interloquire (e noi no).
    Apprezzo in realtà molto il vostro giornale, nella gestione Calabresi-Gramellini-Sergi, come tanti altri. Meno accecati da una visione corporativa e squadrista del vostro lavoro, avreste per esempio potuto riflettere sul fatto che i tre quarti dei post originano da notizie pubblicate da “La Stampa” (e dai suoi due giovani cavalieri senza macchia – ma forse con qualche paura – in particolare).
    Avreste potuto anche, come perfettamente sottolineato da Frank e Libero, perlomeno PRIMA scusarvi per il disservizio, per poi, ma solo appunto DOPO, obbiettare sull’eccesso critico a vostro pare esistente.
    Ma sembrate invece credervi, voi sì, e a pagamento, intoccabili. Il servizio non funziona? C… tuoi, babbeo! Manda se vuoi una mail, mugicco, e non ti azzardare in ogni caso a scrivere, se non vuoi che i due dioscuri ti inceneriscano a casa tua. Si chiama arroganza per il comune mortale, giusta e doverosa difesa della categoria per un giornalista.

    Spiace, perché, lo ribadisco, con tutte le critiche possibili al vostro giornale (le tengo qui per me), sono convinto che stiate svolgendo un ruolo prezioso, se non altro, ma non solo, perché fornite la materia grezza (no pun intended: praticamente non commentate mai) su cui questo blog e speriamo altri in futuro potranno crescere. Ma è tale il fastidio per la presunzione – vostra! – di essere personaggi non soggetti a giudizio alcuno che temo di dover reagire.

    Dice che non conosciamo il mestiere. E che critichiamo quindi senza sapere. Ha ragione. Non lavoriamo a cento metri dal Palazzo e non ci strusciamo giorno e notte con i suoi occupanti: non abbiamo quindi avuto occasione, né proviamo il desiderio, di imparare il “mestiere”.
    Tutto ha un prezzo, ma anche un vantaggio: siamo dilettanti, ma liberi, per quanto lo possano essere in questa Valle mafiosa coloro che devono rimanere anonimi per poter parlare.
    Ci fa schifo tale o tal altro? Lo scriviamo, motivando. Ma voi non lo potete (siete a Palazzo a raccogliere “informazioni”, ricorda?). Pensiamo che la Valle stia sprofondando nella melma? Lo scriviamo. Ma voi non lo potete (dovete fare carriera e siete ormai “professionisti”, ricorda?). Ci fanno male, male, male la diffusione della criminalità organizzata in Valle, gli incendi inspiegati, l’ignoranza dei nostri rappresentanti “democraticamente” eletti? Lo scriviamo. Ma voi non lo potete (dovete cercare l’intervista, ricorda?).
    Per ora mi fermo qui. Pronta a, e francamente anche vogliosa di, continuare. A proposito, rilanciando, in cosa sarebbe errato il riferimento a Orwell? Su, su, ci dimostri quanto un professionista è superiore a un povero blogger…


  22. Scusa, Foletta, però qui nessuno è arrivato a “pestare come un forsennato” dai… Se uno scrive un post aggressivo (e non è un giudizio di merito, uno scrive quello che vuole) è normale che si può e si deve aspettare una reazione altrettanto decisa. Tueno – a mio avviso in modo frettoloso, e voglio credere che fosse in buona fede – ha scritto un post che diceva nella sostanza “guarda che asini che pubblicano cose così strampalate” mettendo alla berlina Daniela Giachino che nulla c’entrava. Quando questa mattina ho letto il post ho fatto un salto sulla sedia e sono corso a leggere il giornale (ieri non ero in redazione); sull’edizione cartacea era a posto, così sono andato a vedere com’era in quella elettronica. Effettivamente nel formato testuale era sbagliato, ma poi ho controllato la scansione della pagina e il file pdf ed ecco che l’arcano era risolto. Come ho fatto io poteva fare Tueno, con un clic, prima di prendere per il culo (scusa la schiettezza) e additare come ignoranti Giachino e il giornale. Voglio dire: era un errore del programma, era evidente, e il lettore aveva comunque la possibilità di leggere il pezzo. Senza rompersi la schiena né la testa. Sono disguidi che capitano, sono spiacevoli ma capitano e (per una volta) non sono colpa della redazione. Tueno ha esagerato, lo sa, e lo dimostra il fatto che ha cambiato le tag del pezzo dopo la discussione di Mammoliti. Se io scrivo una stronzata sul giornale e i lettori me lo fanno notare, chiedo scusa. Se un lettore chiede una rettifica ce l’ha. Non vedo perché uno si debba stracciare le vesti per un errore che è – evidentemente, lo ripeto – figlio di un programma informatico che va in automatico. Nessuno si crede intoccabile, stanne certa.
    Voi avete scelto una linea editoriale forte nei toni prima che nei contenuti. Come chiunque è libero di fare le pulci (giustamente) alla Stampa, allo stesso modo un lettore del blog è libero di fare le pulci a voi. Avete deciso di dire che “grasso fa schifo” e pubblicare foto di ciccioni che passeggiano additandoli al pubblico ludibrio? Liberissimi di farlo. Altrettanto libero però deve essere chi dice che voi vi fate moralizzatori e dispensatori di verità estetico-culturali secondo i vostri piaceri e che assumete voi sì un atteggiamento fascista (per non dire di peggio). Non voglio difendere Mammoliti che si difende benissimo da solo e ha argomentato a dovere le sue idee. Dico solo che la discussione è biunivoca: tu dici una cosa, io sono libero di dire che non sono d’accordo.
    Eppoi lasciamo stare la “guerra” blogger-giornalisti, che non esiste ed andremmo ad aprire un capitolo che ci vorrebbero delle ore a chiudere. Dico solo questo: se fare i giornalisti è così semplice e quelli che lo fanno sono così sciatti, perché qui (come altrove, eh) non si vedono mai belle inchiestone, quelle robe che fanno riflettere, alla Report, che mancano sui giornali? In fondo è così facile fare i giornalisti… o no?
    Tu, voi, dite di essere voci libere e allo stesso tempo date più o meno velatamente dei venduti agli altri, che mi sembra un gioco sporco. Basta leggere l’ultima parte del tuo intervento, quando fai finta di confondere professionalità con servilismo. (A parte che io diffido sempre di quelli che dicono “qui leggerete cose che altrove no” oppure “le uniche voci fuori dal coro” o “il libro che xxx non ti farà mai leggere”: se uno fa le cose per bene non ha bisogno di dirselo da solo…). Io posso dirti che certe volte non mi piacciono le cose scrivete qui, ma non per questo mi viene in mente di accusarvi di prostituzione intellettuale. Io non sono uno squadrista difensore della casta: sul mio blog me la sono presa con il presidente dell’ordine e sono il primo a riconoscere che tante cose non vanno. Però vorrei che una volta per tutte chi scrive che io o [inserire nome di giornalista a piacere] scriviamo o non scriviamo cose perché siamo a libro paga di Tizio o di Caio abbia la compiacenza di motivare le sue affermazioni.

  23. libero Says:

    Vorrei aggiungere solo questo, Patuasia è forte nei toni e NEI contenuti. Non sono giornalisti eppure la notizia di La Torre indagato è partita da questo blog e non dal vostro giornale. Pubblicano notizie che non si trovano altrove come ad esempio il comunicato stampa della provincia di torino riguardo alle acque e ci sono altri numerosi esempi. per essere dei volontari dilettanti direi che offrono un servizio di tutto rispetto, anche solo commentare le notizie anemiche che troviamo sui giornali. Persino l’unica inchiesta sui roghi è stata svolta da un ex blogger: Roberto Mancini. Forse Tueno ha davvero esagerato, ma perché deve essere un utente a trovare la soluzione a un problema del giornale? Ho chiesto a un amico abbonato e mi ha detto che il disservizio in rete, da quando c’è la nuova impaginazione, è piuttosto frequente e non eccezionale. Per finire, viviamo in un posto così vuoto e provinciale che la sana provocazione è vista come azione moraleggiante!

  24. bruno courthoud Says:

    libero ha ragione: se non vivessimo in un paese così chiuso e provinciale (e per di più ignorante), nessuno si sarebbe scandalizzato per l’aver messo in evidenza un fatto vero e non si sarebbero mobilitati, indignati, fior di giornalisti. Bastava, da parte di chi di dovere, una spiegazione del fatto, una richiesta di scuse (anche se ormai non si usa più) agli utenti che pagano il servizio, e una maggiore attenzione per il futuro.

  25. tueno Says:

    Mi sembra doveroso tornare in campo. Collaboro al blog, ma di informatica ci capisco poco, so internettare quel giusto che mi permette di prenotare un volo e di leggere un giornale online, per il resto spedisco gli articoli e basta. Ho esagerato? L’errore che ho fatto, in tutta buona fede, l’ho corretto, per il resto mi sento in diritto di segnalare, anche con una certa stizza, un servizio che non funziona visto che da borghese quale sono (le altre categorie quali sono?)questo servizio lo pago. Non sono tenuto a conoscere i misteri del programma e risolverli. Non ho dato degli ignoranti a nessuno (difficile pensare che uno scriva così), mi sono semplicemente chiesto di chi fosse la responsabilità. Quello che emerge dai commenti dei giornalisti è invece una pregiudiziale antipatia nei nostri confronti. Non è l’antipatia, peraltro legittima per chiunque: non cerchiamo consenso, che ci dà fastidio, ma il pregiudizio. Voglio sottolineare questo: se siamo dei provocatori lo siamo con giudizio (le foto dei ciccioni non hanno faccia). Se scriviamo che questo e quello fanno schifo noi lo MOTIVIAMO SEMPRE con in nostro punto di vista. Se, come qualcuno scrive, siamo alla canna del gas vorrei ricordare che questo post ha sollevato una discussione con 25 commenti, che le visite giornaliere hanno una media di 1.200 clic e nella classifica nazionale wordpress siamo sempre entro le prime quaranta posizioni.


  26. Apprezzo molto il fatto che siano state modificate le “tag” del post. Per il resto non ho mai detto che debbano essere gli utenti a dover risolvere i problemi. Ho semplicemente consigliato di segnalare la questione all’assistenza perché è facile che questo genere di problemi, frutto di automatismi informatici, sfugga. La segnalazione da parte dei lettori-utenti, in questo senso, è preziosa.

  27. Stefano Sergi Says:

    I colleghi di Stampa Web, informati poco fa di quanto accaduto ieri nella versione on line dell’articolo su Bianchi e Serra, hanno spiegato che c’è stato un evidente problema tecnico al sistema di gestione dei testi, problema di cui non erano (e non potevano essere) a conoscenza e di cui cercheranno al più presto la causa. Esattamente come accade per le rotative, anche i sistemi del giornale on line possono inciampare (per fortuna di rado). Le scuse ai lettori sono doverose, così come l’invito a segnalare alla redazione di Aosta qualunque problema e/o refuso, on line o cartaceo che sia. Grazie.

  28. oscar rubio Says:

    Come ho già fatto notare il problema tecnico al sistema di gestione dei testi è già avvenuto altre volte, in maniera devastante come l’articolo di cui è caso. Ultimamente ho trovato errori molto più semplici, ma sempre errori, tipo la prima pagina della Valle d’Aosta dell’altro giorno che invece di leggere:
    “Industria è record di cassa integrazione”, la versione on line recitava:
    ” MORGEX – Contromano in autostrada maxi-multa di 7 mila euro Industria, è record di cassaintegrazione
    A gennaio +182 per cento, il dato peggiore in Italia.

    O come quello nella rubrica della posta dei lettori dell’11/02/2011, giorno palindromo.
    La lettera di Roberto Contardo è intitolata così:
    Il teatro è un lusso inunmondosbagliato.


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