Posted tagged ‘Vincenzo Caminiti’

Sostiene Caminiti…

25 febbraio 2015

In una intervista rilasciata ad aostanews24, Vincenzo Caminiti spiega le ragioni della sua uscita da Stella alpina, ma non dice cosa farà nel prossimo futuro. Lascerà la politica? Al momento parrebbe di no. Quale formazione o progetto politico lo attrarrebbe? Non sa, non conosce bene gli altri partiti o movimenti per sbilanciarsi. Maccome! E’ stato eletto nel 2010 e in cinque anni di politica attiva ancora non sa distinguere quali sono le caratteristiche e le differenze fra i vari partiti presenti in Consiglio? Ha bisogno di altri quindici giorni per prendere una decisione? Come se quindici giorni fossero sufficienti a riempire il vuoto di conoscenza che non ha saputo colmare in cinque anni? Mettiamo che sia come dice lui, facciamo finta di credere nella sua ingenuità (gravissima per un politico) e cerchiamo di aiutarlo nella scelta. Dunque, lui dice: “Non ce la faccio più a vedere sempre queste persone che accentrano il potere”.

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Per fortuna che c’è la Magistratura!

26 febbraio 2014

Il Comune di Aosta ha perso un’occasione per dimostrare ai cittadini che la politica cambia finalmente faccia. Al contrario ha saldamente riaffermato che da noi la politica è e sarà sempre, quella solita: clientelare, che fa gli affari propri, che non sa parlare l’italiano. Grazie ai politici della maggioranza (escluso Paolo Scoffone che ha votato contrariamente ai compagni di partito, la Stella alpina). A riempirisi la bocca di paroloni come: cambiamento, rinnovamento e responsabilità questi sono sempre pronti, nei fatti diventano timidi e belanti. Pure Caminiti ‘u ribbelle! La parola responsabilità è stata più volte profferita durante la recente Festa dell’Autonomia, oggi è stata ancora una volta tradita. Dove consiste la responsabilità politica nell’accettare un amministratore che trova del tutto naturale “aiutare la gente” secondo modalità private che nulla hanno a che fare con le regole dell’amministrazione pubblica? E che, inevitabilmente, sono indirizzate verso il proprio consenso? Sorbara, nel suo breve intervento, ha chiesto scusa. (Dopo l’archiviazione.). Scusa per aver querelato il collega Gianpaolo Fedi (io ancora non le ho ancora ricevute). Nessun riferimento alla particolare telefonata che fece al pregiudicato Roberto Raffa e alla sua altrettanto particolare inclinazione alla beneficenza con i soldi pubblici. Silenzio. Eppure il nocciolo della questione era quello! Nell’intervista che ha rilasciato per la Gazzetta matin una sua foto lo ritrae in atto amorevole verso un gruppo di anziane. Le sue mani poggiate su altre mani. Il viso assorto. Doveva fare il parroco non l’amministratore pubblico! Rivela che lui ascolta i cittadini in difficoltà (nella telefonata intercettata chi stava ad ascoltare era però il pregiudicato, come mai tanta premura?); dice che la brutta vicenda ha portato sofferenza a lui e alla sua famiglia (anche la mamma di Sorbara piange!)… e la rottura di scatole alla sottoscritta? Al danno di immagine per un’indagine in corso su di me? Al mio  tempo perso? Eh, signor assessore-tanto-buono, chi mi ripaga di questo, lei? Sempre nell’intervista il buon-assessore, interpreta a suo modo la realtà dei fatti, se ha sbagliato è solo nell’uso del linguaggio, chissà dunque cosa voleva dire con quel “lascia un po’ parlare la gente e poi rifacciamo di nuovo…“? Anche in Consiglio, oggi, ha detto di aver sbagliato. Ha sbagliato a querelare un collega (io sono diventata un tabù), non certo ad “aiutare la gente”! Le sue scuse hanno toccato le anime sensibili di quelli del suo partito e loro alleati a esclusione del consigliere Scoffone che, come i colleghi di minoranza, ha dimostrato di non farsi “commuovere” e di privilegiare l’etica ai sentimentalismi (i sentimenti sono altra cosa). Sorbara ha tirato in mezzo la mamma, il buon cuore, le persone afflitte dalla povertà, la sua ingenuità, la sua sofferenza… e gli italiani sappiamo tutti che hanno un cuore grande così! Rimarrà così al suo posto. La sua intimidazione, perché altro non poteva essere, è passata inosservata. Il suo modo clientelare di fare politica pure, in fondo non sono tutti dei Sorbara? E allora … checché ne dica il Sindaco, finisce a tarallucci e vino e chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, scurdammoce ‘o passato.

Tutti in difesa!

13 febbraio 2014
Grazie a Lara e a Vincenzo che mi hanno fatto compagnia.

Grazie a Lara e a Vincenzo che mi hanno fatto compagnia.

I consiglieri che ho incontrato li ho trovati piuttosto sulla difensiva. Imbarazzo. Ferrero l’unico che mi abbraccia e mi dice birichina che io traduco in un complimento. Cognetta mi fotografa e fila via. Roscio sorride tranquillo: non è un politico di professione. Chatrian mi guarda dritto negli occhi per dirmi che lui è estraneo a qualsiasi faccenda, come se lo avessi colpevolizzato di qualcosa. Certan mi bofonchia un discorso confuso sul noi-insieme… . Viérin saluta Caminiti che è con me e tira dritto. Isabellon fa una battuta che non ricordo, ma non si ferma. La Torre dice di aver accusato il colpo. Fosson, per lui non esisto. Gli altri scivolano. Nessuno che si fermi quell’attimo in più per chiedermi scusa. Una scusa non personale, certo, ma simbolica. Nessuno che si faccia carico degli errori commessi dalla politica e si cosparga in segno di espiazione il capo di cenere. Al contrario ho avvertito una chiusura a riccio in difesa della categoria. Chi in un modo chi in un altro, ma entrambi accomunati dallo stesso tetto. La politica valdostana non esprime grandi personalità, questioni di numeri, però gli stessi numeri esprimono eccellenze nella società civile, chissà come mai?

E… bbravo!

20 gennaio 2014

E bravo Vincenzo Caminiti, consigliere di Stella alpina nel Comune di Aosta. Se in Regione i costi della politica sono un argomento lasciato in stand by (in attesa dei risultati dell’indagine in corso …) domani in Consiglio comunale si discuterà una mozione, presentata da Caminiti, che chiede di modificare lo Statuto per eliminare la norma secondo cui gli assessori devono dimettersi dal loro ruolo di consigliere. Se la mozione verrà votata a maggioranza ci sarà un  risparmio di 100.000 euro annui sul costo degli stipendi dei sei consiglieri che subentrano agli assessori; una cifra che certo non risolverà i problemi del capoluogo, ma che comunque potrà essere impiegata in modo più appropriato per i bisogni della collettività, soprattutto ora che la crisi taglia sui servizi.

Enzino ‘u ribbelle!

22 luglio 2013
Enzino u' ribbelle!

Enzino u’ ribbelle!

Non voglio entrare nel merito letterario del temino svolto dal consigliere, Vincenzo Caminiti, di Stella alpina (battezzato da Patuasia con il soprannome di Enzino u’ ribbelle) e pubblicato in qualità di lettera sulla Stampa, perché non merita nessun interesse particolare. Solita retorica da quattro soldi. Melassa stucchevole di sentimenti mediterranei. Una filosofia che si riassume in due parole: volemose bene. Roba buona per Lady Barbara. Il succo che sbrodola fra le righe, invece, è denso e va preso in seria considerazione. Perché Enzino u’ ribbelle ha sentito la necessità di comunicare pubblicamente per difendere la Festa dei calabresi contestata da Patuasia? Quando, tempo fa, gli feci la domanda di come si sentisse nello stare a fianco dell’assessore calabrese Marco Sorbara, amico di un altro calabrese condannato per droga, preferì non rispondere. Durante la gara elettorale per le recenti regionali, prendere posizioni scomode era vivamente sconsigliato, quindi Enzino se ne stette prudentemente zitto. Oggi, invece, “la terra che è dentro di lui si ribella” e risponde alla provocazione dalle pagine del quotidiano più letto. (I suoi elettori probabilmente non usano il computer). Prende a prestito le stesse parole di Tropiano, pubblicate da questi per un manifesto pubblicitario. Tropiano altro calabrese condannato per favoreggiamento con la ‘ndrangheta e indagato per truffa e turbativa d’asta. Entrambi, il politico e l’impresario, esprimono l’inno alla gioia che nasce fra etnie diverse (etnie diverse?), ai sapori della terra natia, alle tradizioni, alla storia di un popolo… e vai con la demagogia da bassifondi. Enzino, dunque, dà ragione a Tropiano, così come la diede a Sorbara, usando il silenzio. Ma, per il patron dei santi festaioli, fa di più. Minimizza la condanna. Circoscrive la vicenda Tempus venit nelle sedi opportune. Alle parole di Falcone preferisce quelle dell’impresario, perché Tropiano è la festa! Senza di lui non avrebbe il senso che ha e per il quale è nata. La festa dei calabresi è innazitutto la dimostrazione di forza di Giuseppe Tropiano. Che non è solo un impresario: è uno che risolve i problemi e quindi è uno che sa aggregare intorno a sé prezioso consenso e, come dice u’ ribbelle, “tutto ciò che è aggregante fa del bene nella nostra società“. Fra due anni ci saranno le elezioni comunali. Gli avversari più forti del suo partito sono entrati in Regione, la poltrona di assessore questa volta spetterà a lui, ma Vincenzo Caminiti avrà bisogno di portare a casa molti più voti. E lui è il classico politico che va dove va la ggente. Per questo andrà alla festa dei calabresi.

Bella domanda

18 marzo 2013

Mi piacerebbe conoscere la posizione del consigliere comunale di Stella alpina, Vincenzo Caminiti, circa le posizioni assunte dal suo ex segretario, Rudi Marguerettaz: aver votato scheda bianca ed essersi posizionato con la Lega nord. Mai con il PdL, ma con la Lega sì? Aspetto fiduciosa una risposta.

Con il PdL si perde!

9 marzo 2013

Riceviamo dal consigliere comunale Stella alpina, Vincenzo Caminiti, e volentieri pubblichiamo.

Con il PdL si perde. Si perde la voglia di far politica, si perde il consenso degli elettori, ma soprattutto si perde il significato delle idee per cui si combatte, distrutte e capovolte dalla manipolazione mediatica, dall’ingannare gli Italiani con chimere di false restituzioni di imposte che seducono persone bisognose… e questo non solo a livello nazionale, ma anche locale. Gli specchietti per le allodole che hanno attirato verso destra gran parte delle forze autonomiste si sono infatti rivelati fasulli e inefficaci. D’altronde da quando la destra è difensore delle autonomie? Da quando risolve situazioni di precarietà nel mondo del lavoro? Da quando si erge a difensore dei più deboli nei momenti di crisi? Anzi, è fisiologico alla destra proprio il contrario. Prendo ad esempio il sostanzioso appalto relativo alle mense che è continuamente sotto ai riflettori, oltre che per i disservizi, per i problemi causati ai lavoratori che si sono trovati con diminuzione delle ore lavorative e della retribuzione. Politica pidiellina. Ormai solo la deriva Berlusconiana crede ancora che le idee della destra creino economia solida e posti di lavoro. Alla maggioranza degli Italiani, soprattutto a noi in Valle, risulta il contrario. Siamo seri! Discutere ancora se fare maggioranze col PDL? Grazie al cielo il nostro, oggi onorevole, Rudy Marguerettaz, in campagna elettorale ha sempre detto pubblicamente a Zucchi e al suo entourage che poteva fare a meno dei loro voti, e così è stato, come i numeri del post elezione dimostrano: forse l’U.V. vince con i voti del PDL, ma non la Stella Alpina. Ciò nonostante ci sono ancora elementi, anche nella Stella Alpina, che si alzano la mattina e vorrebbero un “Governissimo con tutti”, mentre qualcun altro suggerisce “di non chiudere porte a priori”. Io invece dico che non è giusta questa linea priva di identità politica. Faccio parte di un movimento autonomista di maggioranza che ha sperimentato i risultati di questa svolta a destra. Questa scelta mi ha sempre trovato contrario e critico e oggi posso affermare di aver avuto ragione proprio in forza dell’esperienza avuta in questi anni col PDL: bisogna ammettere una volta per tutte che questa alleanza è stata un errore politico che non ha dato benefici alla nostra regione. Ed è giusto ammetterlo pubblicamente: basta con i patti elettorali sottobanco, negati davanti alla gente prima del voto, (la politica dell’occulto?) e rivendicati chiaramente a conti fatti, quando si va ad incassare il premio dei voti portati, perchè questa è stata la politica del PDL in queste elezioni.

Personalmente, non potrei restare in un movimento che si ostinasse nella svolta a destra, resa dai fatti improponibile ai cittadini che ne hanno subito l’evidente fallimento storico, economico e sociale fino alla situazione di crisi attuale, regionale e nazionale.

Libertà è partecipazione

30 ottobre 2012

Riceviamo dal consigliere comunale Vincenzo Caminiti di Stella alpina e volentieri pubblichiamo.

Siamo alla vigilia del referendum: pirogassificatore sì pirogassificatore no? Credo che tutti i cittadini possano avere dei dubbi in merito, leciti sì, ma risolvibili ciascuno secondo la propria sensibilità e il proprio pensiero. D’altronde, ogni scelta crea difficoltà ed ogni scelta delle responsabilità, ma non per questo la soluzione è astenersi dal scegliere. Personalmente ho ascoltato sia le ragioni di Valle Virtuosa contro il pirogassificatore sia quelle di Valle Responsabile, con opinione opposta, perché ho ritenuto doveroso, proprio in quanto amministratore, formare una mia opinione che mi consenta di votare con coscienza, perché SI, io andrò a votare. Il dibattito così acceso mi spinge a pensare che il referendum sia la migliore occasione per permettere al cittadino di esprimere la sua opinione su di un argomento così importante e, da alcuni, ritenuto così grave per la salute; penso che il fatto che il cittadino possa esprimersi in merito sia quanto di meglio si potesse garantire in un sistema democratico. Ma ecco che qui siamo al paradosso, da una parte si parla di salvaguardare e valorizzare l’autonomia, dall’altra si tende a dire ai cittadini di non andare a votare invitando a disertare uno degli istituti più democratici del nostro Statuto, creato proprio dal Governo regionale in una delle massime espressioni della sua autonomia: il referendum propositivo, prerogativa solo di poche regioni. Personalmente ritengo mio dovere, soprattutto nel ruolo di amministratore, difendere tutti gli istituti di partecipazione popolare, nel caso il referendum, esortando ad andare a votare. In eguale modo chi è convinto nel volere il pirogassificatore dovrebbe chiedere ai propri elettori di votare in tale direzione, se ne sono convinti, come lo sono gli amministratori che hanno patrocinato il progetto. Illustrare le proprie ragioni, convincere i propri elettori della bontà delle proposte, questo è democratico, non certo spingere all’astensione, perché il diritto di voto è una conquista, e il referendum è una forma particolarmente preziosa di democrazia, un’eccezione che consente al popolo la possibilità di decidere personalmente e non tramite i suoi rappresentati. Io sono consapevole che il mio movimento, la Stella Alpina, si è espresso in modo divergente dalla mia opinione, ma proprio perché siamo in democrazia le opinioni diverse si possono esprimere senza censura. Si vada quindi alle urne e se dovesse vincere il sì e la scelta di una soluzione alternativa, vorrà dire che in alcune occasioni può essere che il cittadino sia di diverso avviso su questo tema rispetto alla maggioranza oggi al governo regionale; viceversa se vincesse il no vorrà dire che questa scelta degli amministratori è stata condivisa. Un referendum non significa che i cittadini sviliscano i loro amministratori, poichè non si può pensare che la ragione sia sempre dalla parte di uno e, caso mai, si avrà l’intelligenza di fare un passo indietro. Il buon amministratore apprezzerà sempre la partecipazione perché sa che è con essa che vive la democrazia.

Siamo tanti Caminiti!

30 marzo 2012

Un consigliere di maggioranza chiede informazioni sui reali rapporti fra Consiglio comunale e Giunta e un assessore gli risponde che fa propaganda elettorale. Trattasi di Vincenzo Caminiti di Stella alpina e di Alberto Follien dell’Union valdotaine. La risposta dell’assessore Follien esula dalla domanda vera e propria: un classico espediente, questo sì, per gettare fango su chi dà fastidio e uno della maggioranza che fa domande non può che creare disturbo. L’Albertone nostrano si rammarica della mancata fiducia di Caminiti nei suoi confronti, vorrei poterlo consolare dicendogli che sono molti e molti coloro che condividono tale sfiducia nei suoi confronti.