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Ennesimo rogo

3 settembre 2014

Riceviamo dal giornalista Roberto Mancini e volentieri pubblichiamo.

Allegri! Stanotte a Cervinia ha preso fuoco l’ennesimo escavatore.

Incendio doloso, è una vecchia tradizione culturale valdostana, che trovate documentata nel sito del giornale torinese Nuovasocietà.it. Niente di allarmante, non dura da tanto: solo da circa 30 anni…

Ora tutti si eserciteranno nella nobile arte del negazionismo: l’ Uv sosterrà che sono fuochi celtici, antica tradizione di druidi, dunque preziose radici etniche, da preservare. Non è esclusa la pubblicazione di qualche pregevole volume dal titolo “il rogo dell’escavatore nel pensiero federalista”. Il Pd affermerà che non era un fuoco, sono esagerazioni vetero-marxiste, ma solo un fuochino, un amabile fuocherello acceso da volenterosi boy-scout renziani. Stella Alpina che era autocombustione. Forza Italia che erano estremisti di Sinistra che fumavano “canne.” Però per ora il fenomeno ( chiamiamolo così..) non è associabile ad altri rimasti misteriosi e dal significato più nettamente intimidatorio, gli inquirenti propendono per un “semplice” e maldestro tentativo di furto.

Per ora dunque limitiamoci a segnare un punto in più un punto in più nella nutrita statistica degli incendi di macchine movimento terra. Niente fretta, siamo valdostani. (roberto mancini)

Douleurs du Val d’Aoste!

2 settembre 2011

Rispettare le norme in Valle è un optional. Suv su sterrata vietata al transito (vedi post: Tu chiamalo, se vuoi, sviluppo); carni conservate, ma non certificate; fontine provenienti da caseifici non abilitati; ecc ecc… , nel bucolico mondo dell’agricoltura ci si pone al di sopra di tutto e tutti perché qui è casa. Così vuoi che l’agriturismo “La Péra Doussa” nella Valtournenche, abbia ricevuto la visita dei NAS di Aosta che, in seguito a ispezione, hanno confiscato le scorte alimentari perché non rispettose delle norme vigenti. (Non recavano i certificati che permettevano di conoscere la loro provenienza). Già, qualcuno le regole le conosce e le fa rispettare anche qui, a casa. Il paradosso è che i nove quintali di carne e insaccati confiscati dai NAS erano refrigerati in uno dei ristoranti griffati “Saveurs du Val d’Aoste”, un marchio non proprio azzeccato. L’anno scorso un ristorante con la stessa griffe, aveva distribuito pesce avariato, causando seri problemi gastrointestinali ai numerosi ospiti, fra cui l’assessore al Turismo, Aurelio Marguerettaz (che beffa!). A questo punto sarebbe opportuno cambiare il logo, sostituendo Saveurs con Douleurs: termine più coerente e chiaro nell’informazione.