Posted tagged ‘Union Valdotaine Progressiste’

Per un pugno di voti

10 aprile 2015

Come dice Cantone in una intervista sulla Stampa di oggi, una volta i politici corrotti venivano prima processati ed espulsi dal partito (non sempre in verità), ora vengono difesi a oltranza. Anche nel nostro piccolo, riguardo allo scandalo sui contributi, nessun partito si è espresso in favore dei cittadini danneggiati. Già, nonostante il giudice non abbia visto alcun reato, le spese allegre ci sono state, eccome. Eppure, da Alpe a Forza Italia, passando da PD e Stella alpina per sconfinare nell’UV e nella Fédération, nessun segretario o presidente che sia si è scomposto per porgere le dovute scuse ai suoi elettori. Tutti, al contrario, hanno manifestato la propria soddisfazione nella sentenza che, moralmente, non ha però salvato nessuno. Come si fa a conservare la fiducia nei partiti-tutti-quanti quando questi disprezzano senza pudore i soldi dei cittadini e quindi i cittadini stessi? (altro…)

Les mots!

3 Maggio 2014

Les mots che vengono usati durante questa crisi politica sono imbarazzanti. Il più fuori luogo di tutti è il marchio: Renaissance. Seguono cambiamento, rivoluzione, orgoglio, libertà, responsabilità, governabilità… Insomma si vuole voltar pagina. Si vuole un’ altra Valle d’Aosta. Come? Nel modo che Viérin ha definito essere ormai una farsa. Uno stallo politico dovuto e mi dispiace dirlo, non alla testardaggine di Rollandin, ma all’incapacità della minoranza di presentare una mozione di sfiducia costruttiva. Mozione che, indicando il nome del Presidente e degli assessori, dimetterebbe all’istante l’intera Giunta, compreso Rollandin. Perché non lo fa? Qual è la sfumatura che noi mortali non riusciamo a cogliere fra la mozione di sfiducia costruttiva e l’elezione dei nuovi componenti della Giunta regionale in Consiglio? Rollandin l’ha chiesta da subito, ormai più di un mese fa, possibile che l’opposizione in tutto questo tempo non sia riuscita a presentarla? Lotta procedurale, dice sempre Viérin, o inettitudine? Dopo tanta esperienza maturata in Consiglio non ci si dovrebbe far prendere così alla sprovvista no? Si dovrebbe sapere come si fa per dimettere un Presidente che non ne ha voglia e che, nel pieno suo diritto, chiede di venire sfiduciato seguendo la prassi. La crisi è nata più di un mese fa, ma l’impasse è colpa solo di Rollandin. – “E’ una situazione di grande imbarazzo, gli uffici hanno preso una topica clamorosa. Chi può risolvere la crisi è il Presidente ma non lo fa“, dice Raimondo Donzel del Pd-Sinistra Vda. E Albert Chatrian di Alpe: “La testardaggine del Presidente fa molto male ai valdostani” (aostasera.it). Naturalmente scaricare ancora una volta tutte le responsabilità su un unico capro espiatorio (intendiamoci di responsabilità ne ha moltissime e gravi), è facile, solleva dalle proprie. Ma è una lettura troppo comoda ed è questo infantilismo che fa male ai valdostani. L’attuale stallo l’ha creato l’opposizione che, priva di un disegno chiaro, fiduciosa in persone come La Torre, si è lanciata in un’avventura che non ha saputo gestire. Ansia di prestazione? Se, come si dice in giro, la crisi verrà risolta con un governo a larghissime intese dove i partiti localisti soffocheranno quel poco di nazionale che rappresenta il PD, con una Union ridotta all’opposizione insieme ai due grillo-talpa, sarà un bel cambiamento! Una vera Renaissance! Libertà di espressione? Paese di merda!

 

Ritorno al passato?

2 aprile 2014

Non ci sarà nessun cambiamento reale e costruttivo se si sostituisce un imperatore con uno zar! Si cambia davvero se ci si emancipa una volta per tutte da questa logica tribale. Da questa ormai nauseante e distruttiva lotta fra due clan! Viérin padre e figlio, manovrano a loro piacimento gli alleati che sperano di poter portare a casa un boccone. Sperano in una maggiore condivisione del potere, non nella trasformazione culturale della gestione della politica, questo è il punto sostanziale! I due grillini una volta rimosso l’ostacolo Rollandin continueranno nella battaglia contro la casta (almeno si spera), ma saranno isolati, insignificanti come lo sono stati i verdi. Le larghe intese di oggi saranno le alleanze di domani, nessuno si tirerà indietro e l’opposizione scomparirà. Come evitare un destino così? Ben peggiore dell’attuale presente perché privo di prospettive e di antagonismo? Cacciare fuori dall’arena politica i due duellanti! Fuori Rollandin e fuori Viérin! La Valle d’Aosta deve trovare il coraggio di liberarsi dal tribalismo mafioso in cui si è cacciata e invocare finalmente la modernità. Cosa significa modernità? Significa intraprendere un percorso politico nuovo nei confronti di Roma (che non è solo un salvadanaio) e nei confronti dell’Europa (di cui attualmente non frega a nessuno). Il PD, l’unico partito nazionale presente in Consiglio, deve saper giocare un ruolo primario e non seguire i disegni di Viérin per poter aspirare a un assessorato. (Centoz ci aveva provato, ma è stato subito schiacciato dalla parte più tribale del suo partito). E l’UVP deve avere il coraggio di trovarsi un altro leader, una figura nuova, sganciata dal passato, pulita dalle incrostazioni clientelari, audace nella voglia di un cambiamento radicale che non può che essere culturale. Se non ci sarà questo coraggio, la voglia di una politica con la P maiuscola, ci ritroveremo a vivere quel passato che ha preceduto il ritorno di Rollandin. A quel punto chiedo la decenza di non chiamarla rivoluzione.

Dio mio che papocchio!

1 aprile 2014

Troppi errori sta commettendo la minoranza. Una parte della minoranza, perché l’UVP viaggia spedito verso il suo traguardo politico: la riunificazione dell’Union valdotaine sotto l’egida dei Viérin. Mi chiedo se il PD e i grillini si siano accorti di come tutta questa polverosa operazione nei fatti favorisca uno solo, Laurent Viérin. Non pare. L’UVP spinge sull’acceleratore, sopporta bene l’idea di un governo provvisorio, ma vuole andare al più presto a elezioni anticipate. Perché? Perché Laurent Viérin vuole essere legittimato dal voto popolare. Non sarà il Presidente della transizione e forse neppure assessore, è troppo scaltro. Questa confusione e tale rimarrà ancora per qualche mese, gli fa gioco. Lui si presenterà come il salvatore della Petite Patrie, il nuovo leader, colui che saprà riunificare le anime disperse dell’Union. Con lui finirà la diaspora e si aprirà una nuova era. Rossonera. Per evitare uno scenario di questo tipo, che concederà poco spazio all’opposizione con tutti che vorranno salire sul carro del vincitore ed eroe, credo sia meglio lasciar cuocere Rollandin nel brodo rovente della crisi, lasciare a lui il compito doloroso di districare i nodi, perché doloroso sarà. Aspettare il momento giusto che non è certo questo (rinvii a giudizio dietro l’angolo). Lasciare che la guerra fra i due clan si consumi fra loro e stanchi definitivamente la popolazione valdostana. Perché l’alternativa vera passa proprio da qui: dal superamento definitivo della tribalità localista per raggiungere, con qualche secolo di ritardo, la modernità. Ma ormai credo che sia troppo tardi. I Viérin hanno creato una breccia che, grazie alla collaborazione degli alleati, si sta allargando sempre più ed è difficile da contenere. Larghissime intese, dunque. E i due grillini daranno il sostegno esterno a quello che a livello nazionale considerano come una mostruosità? Soli all’opposizione? Insieme a Rollandin? Uhaaa uhaaaa uhaaaa!

L’osso

31 marzo 2014

Augusto Rollandin non molla l’osso, mentre papà Dino coltiva rose e baby Laurent fa l’oste.

A chi piace la poltrona?

29 marzo 2014

Sulla risposta data dal Presidente della Giunta che chiede una sfiducia costruttiva Laurent Viérin risponde: ” E’ chiaro il tentativo di non voler abbandonare le poltrone.(aostanews24). Dal suo curriculum si legge: Eletto per la prima volta nel 1995 in Consiglio comunale di Jovençan, è confermato nel 2000 quando la lista del quale è promotore vince le elezioni municipali: viene quindi nominato Assessore alla cultura, sport e politiche sociali. Nel 2003 è eletto per la prima volta in Consiglio Valle nella lista dell’Union Valdôtaine e ricopre la carica di Consigliere Segretario fino al 2006, quando viene nominato Assessore regionale all’istruzione e cultura. Nel 2008, conferma la sua elezione in Consiglio regionale e assume nuovamente la carica di Assessore all’istruzione e cultura. Alle politiche del 2013 concorre per il posto di deputato alla Camera e arriva secondo. Alle elezioni del 26 maggio 2013 è stato rieletto in Consiglio regionale, con 7748 voti, nella lista dell’Union Valdôtaine Progressiste. Leggete cosa diceva su Aostaglocal.it  il consigliere di Alpe, Alberto Bertin, riguardo alle elezioni politiche del 2013:

(altro…)

Lumicino

27 marzo 2014

Quando i Viérin saranno al comando ricuciranno i due pezzi dell’Union, a quel punto una parte di Alpe non avrà più ragione di essere. Se la somma darà una maggioranza compatta si verificherà il sogno da anni cullato: l’Union al timone senza bisogno di alleati. Se così non sarà i servi faranno a gara. Già, perché ridurre il marcio della politica locale a un solo uomo ha favorito l’avversario che su quel marciume ha costruito il suo consenso. Si cambia capitano, ma non si cambia lo stile. Il PD? Un lumicino.

Tutti alla Gabella!

27 marzo 2014

Una cosa di cui si discute poco sono i rapporti di forza all’interno della minoranza. Centoz con una abile mossa per le europee: la candidatura PD della Christillin, aveva spiazzato gli alleati. Nessun tradimento. L’Europa non è la Valle d’Aosta: niveaux différents! Ma Donzel ha rotto il meraviglioso giocattolo politico, la Guichardaz ora propone un rimpiazzo che non è né carne né pesce e per questo piacerà sia all’assemblea sia agli alleati. Il risultato di questa memorabile azione è la continua subalternità del PD verso il padrone di casa: l’UVP che è il vero vincitore di questo primo ko (secondi i grillini). Una prova? Se si andasse a elezioni anticipate come qualcuno dell’UVP propone, per chi voterebbe la maggioranza dei forestali e dei dipendenti del Casinò? Ma per papà Dino (e figlio), che dell’attuale crisi della Casa da gioco è anche corresponsabile! (Non è stato Presidente della Giunta per ben 8 anni consecutivi?). Paradossalmente si tratterebbe di un voto di scambio! E’ questo il cambiamento? Adesso capisco la fretta di ribaltare il tutto. Le elezioni europee avrebbero dato troppa luce al PD che è un grande partito nazionale e, con un renziano come Centoz, tolto all’UVP il ruolo di prima donna. La mossa di Centoz, quella di presentarsi da solo e con un candidato vincente, avrebbe cambiato gli equilibri interni alla minoranza e conferito maggiore potere decisionale al PD con conseguente visibilità e rischio di riappropriarsi di una fetta di elettorato confluita recentemente nell’UVP. Per Viérin il rischio di venire scalzato dal suo ruolo e sostituito da un renziano vero era troppo grosso. Meglio far cadere tutto subito, mettere in secondo piano le elezioni europee, far confluire su di sé il merito della vittoria e tenere a bada gli alleati che tanto… facessero pure gli assessori, tra breve avranno un bel rinvio a giudizio, mentre lui risulterà immacolato come una vergine. E cosa vuoi che siano un paio di bottiglie offerte? Neanche il valore di trenta denari!

Su la testa?

23 marzo 2014

Sto seguendo ciò che accade all’interno del PD e nell’alleanza autonomista e progressista. Francamente non ho le idee chiare, non so esprimermi in merito. Da un lato non capisco questo ribaltamento di piani che sembravano consolidati in un’opposizione forte e coesa, dall’altra mi incuriosce questa alzata di capo da parte del partito nazionale di centrosinistra nei confronti dei partiti localisti. Non dobbiamo dimenticare che l’opposizione è in mano all’UVP e le decisioni che in questo caso consistevano nella scelta del candidato, sarebbero state prese da Dino Viérin. Per trarre le conclusioni, aspetto l’assemblea di lunedì. Ma il dibattito è aperto da subito.

Le iene

15 marzo 2014

Leggete cosa scrive Elso Gerandin di Union valdotaine progressiste sul giornale di partito.

“In un contesto quasi fiabesco, ci siamo accorti, così, improvvisamente, che la nostra Valle d’Aosta tanto diversa dal resto d’Italia, poi, non lo era! Ecco, dunque, la petite Vallée, versione 2014: risorse limitate, disoccupazione galoppante, entrate fiscali a picco, un Welfare divenuto insostenibile, piccole e grandi imprese che chiudono. Ma come è stato possibile tutto questo?”. Già, caro Elso, la domanda però dovresti porla ai tuoi amici di partito. E’ deprimente che ve siate accorti solo ora. A proposito… di quale contesto fiabesco parli?
Ma com’è possibile che una Regione che, solo un decennio fa, si presentava come esempio virtuoso per le altre Regioni, oggi sia diventata lo zimbello italiano? La diagnosi di questa crisi più istituzionale che economica è ormai nota!”. No, caro mio, la crisi ha origini ben più lontane e coinvolge persone a te vicine, che però ovviamente sono fuori da ogni responsabilità. Immacolate come giovani vergini. E quando mai la Valle si è presentata come modello virtuoso?
Quello che vediamo ogni giorno è il risultato, infatti, di una politica assente; una politica sorda; una politica totalmente incapace di generare sviluppo territoriale.”. Una politica che non nasce con Rollandin, ma ben prima e che ha continuato imperterrita anche con altri presidenti di Giunta fra cui Dino Viérin. Do you remember? (altro…)