Posted tagged ‘Turbativa d’asta’

Lui chiede e l’altro pure!

9 giugno 2012

Diversi punti di vista!

Lieve entità?

15 Maggio 2012

Alla Commissione consiliare antimafia Libera, l’associazione che combatte il fenomeno della criminalità organizzata, ha espresso il suo disappunto riguardo a un membro attualmente sotto processo: il consigliere Leonardo la Torre. Di fronte a quella legittima e coerente affermazione il politico targato Fédération autonomiste si è detto perplesso. E sapete qual’è l’origine di tale perplessità? Nasce dal fatto che, secondo lui, Libera non sa “distinguere i carichi pendenti legati all’attività lavorativa che non c’entrano niente con la politica e neppure con il nostro territorio (Gazzetta matin)”. Secondo La Torre, dunque, se un politico commette un qualsiasi reato che non sia di origine mafiosa e fuori dal suo territorio di competenza amministrativa, può partecipare tranquillamente a una Commissione antimafia e, allargando le ipotesi, a qualsiasi altra commissione, purché il reato non rientri nel suo compito pubblico. Insomma per il nostro Leonardo solo se ci sono “delle connessioni con quello che si tratta si può mettere una limitazione”, altrimenti è un’esagerazione. Dopotutto il suo reato è di poca entità, dice lui (noi aspettiamo la sentenza). Queste affermazioni sono gravissime, perché testimoniano la lontananza fra la politica, l’etica e la legalità. La presunzione di innocenza non deve essere una garanzia per i politici: troppo spesso i tempi lunghi della giustizia hanno prescritto i reati, assicurando così la loro permanenza nei ruoli di alta responsabilità pubblica. Lo stesso Zagrelbesky ci ha detto in conferenza che quando un politico afferma che si rimette nelle mani della magistratura, non lo dice perché si sente innocente, ma perché sa benissimo che in un modo o nell’altro la farà franca. Le carceri sono zeppe di delinquenti, ma guarda caso non si trova nessun politico, eppure se siamo dove siamo la responsabilità è soprattutto loro.

Illegalità diffusa

13 dicembre 2010

L'ex Procuratore, Mario Vaudano, all'Espace popoulaire

La prima impressione che provò l’ex procuratore di Aosta (dal 1989 al 1994), Mario Vaudano, fu quella di una illegalità diffusa. Casalinghe che acquistano patenti false per poter avere i buoni di benzina; bracconieri che importano illegalmente dalla Svizzera fucili a cannocchiale per la caccia di frodo e poi rivenderli alla ‘ndrangheta; stalle arredate con moquette e tivù; mucche sane o inesistenti risanate dalla tbc; appalti truccati; compravendita di voti; riciclaggio di denaro sporco…, reati che, prima dell’arrivo del giudice, non destavano forti preoccupazioni. Rientravano nel consueto vivere. Mario Vaudano scolvolse  così tanto quel tran tran (nel complesso furono emesse 12.000 inchieste giudiziarie) che Luciano Caveri auspicò, dopo la sua partenza per Roma chiamato dall’allora ministro della Giustizia, Giovan Battista Conso, un ritorno a quella che infelicemente definì, normalità. In quei cinque anni di permanenza nella Petite Patrie furono sequestrati 300 chili di esplosivo e 150 detonatori destinati alla malavita meridionale (vogliamo ricordare che nel 1982 era stata fatta esplodere in via Monte Vodice ad Aosta l’auto con a bordo il Pretore, Giovanni Selis, all’oggi ancora nessun colpevole). Finirono sotto inchiesta numerosi funzionari pubblici, allevatori e politici. Fu scoperto un giro di malaffare legato agli appalti e alle committenze pubbliche. Il tutto condito da un silenzio complice. Da un lungo e profondo sonno. Da una mentalità mafiosa che ha trovato in Valle il suo terreno fertile. Una comunanza culturale che trae origine non dalla produttività, ma dalla facile distribuzione di denaro. Non ebbe grandi appoggi politici, il procuratore Vaudano (i Verdi); anche a sinistra la paura di perdere il consenso popolare fu più forte della tanto strumentalizzata etica. E oggi? Oggi che abbiamo una Procura ben organizzata, cos’è cambiato? A capo del Governo regionale abbiamo lo stesso uomo che in quei tempi era agli arresti domicilari e anche gli altri politici non sono cambiati,  fra questi non sono pochi quelli che hanno avuto problemi con la giustizia (oggi, 13 dicembre, udienza preliminare per Leonardo La Torre che deve rispondere dell’accusa di turbativa d’asta). Il costume collusivo che conobbe Mario Vaudano esiste ancora? Di certo non è cambiata l’economia che rimane assistita. Non mancano i grandi appalti e neppure gli impresari calabresi. Rispondono all’appello fatti curiosi come gli incendi dolosi a case e a vetture, come le sedute straordinarie di giunte comunali, come la presenza di politici valdostani in matrimoni calabresi…, eppure il rumore delle inchieste non giunge alle nostre orecchie. Si tratta di discrezionalità investigativa o di che altro?

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Signori si nasce 3

15 ottobre 2010

Leonardo La Torre, nel periodo in cui si svolgono i fatti, è un imprenditore di un’azienda che fornisce servizi di sicurezza e sorveglianza: la Allsystem, nonché assessore regionale alle Attività Produttive. Guarda caso, la sua società vince la gara d’appalto per l’affidamento del servizio di protezione delle sedi AMIAT. Il lavoro è stato aggiudicato per 852.150 euro. La gara viene vinta dalla Allsystem per 4 millesimi di euro rispetto all’offerta di Ive Detectives Agency e grazie all’implicazione dei signori Giordano e Gallo, accusati di turbativa d’asta, documentata dalle numerose telefonate intercorse fra i due. Sembrerebbe che il nostro ex-assessore, accusato di turbativa d’asta, avesse promesso a Giordano, per il suo interessamento, un ruolo importante nella sua Società. La terza ditta, un’Ati  composta da Telecontrol e Rear, cooperativa di servizi che fa capo ai fratelli Laus, è esclusa per una contestata irregolarità formale. Anche in questo caso Gallo rassicura Giordano nell’eventualità di un ricorso, “gli dice che gli fornirà concreti suggerimenti su come impostare l’offerta in modo da vincere la gara con sicurezza, dal momento che lui è a conoscenza dei “punti deboli” dell’azienda di Laus”. (La Stampa.it 11/11/2008). E’ così che la società di cui è socio La Torre si aggiudica l’appalto. Ecco spiegato in modo superficiale, ma le notizie al riguardo non sono molte, l’insieme di signori che lunedì 13 dicembre si incontrerà nel Tribunale di Torino. Ma cosa c’entra Luberto in tutto questo? Pare che fosse il tramite tra Giorgio Giordano e la Allsystem di La torre. Ma la storia non finisce qui. Di mezzo c’è ancora una fabbrichetta per produrre farmaci generici che si sarebbe voluta trapiantare in Valle d’Aosta, contando su un finanziamento agevolato dalla Finaosta. Ma l’impresa non sarebbe andata in porto perché non avrebbe convinto un funzionario zelante e onesto. Onestà? Due affari saltati a causa sua. Roba da fantascienza! (Fine)

Domenica, Report porterà a conoscenza la storia di Raphael Rossi, l’ex vice presidente dell’Amiat (già, nel frattempo è stato sostituito, chissà perché, avrebbero dovuto promuoverlo no?) che non si è lasciato corrompere.

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