Riceviamo da: Comitato Rifiuti Zero VdA, Legambiente VdA, Amici del viale della Pace, Codacons, Diritto al futuro e volentieri pubblichiamo.
Il Consiglio Regionale del 24 marzo scorso ha approvato a pieni voti, con la sola astensione dell’Alpe, il progetto di chiusura del ciclo dei rifiuti con un impianto di pirogassificazione, impianto che un recente studio del Politecnico, commissionato dalla provincia di Torino, ha paragonato senza mezzi termini a un inceneritore. Nel corso del dibattito sono state fatte affermazioni dubbie e omissioni importanti: il confronto pubblico, doveroso in democrazia, non ha mai preso in considerazione le soluzioni elaborate dalle associazioni, che l’assessore Zublena ha definito, intervenendo in Consiglio, “fantasiose”. Nemmeno è stata accettata l’ipotesi, sostenuta dallo stesso consulente della Giunta, prof. Genon, di fare uno studio comparativo delle due ipotesi: pirogassificatore e trattamento meccanico biologico. Quest’ultimo, a differenza della pirogassificazione (un solo impianto attivo a livello industriale in Italia), è ben collaudato e potrebbe portare i rifiuti, da smaltire in discarica (nel 2012 con una raccolta differenziata a norma di legge: 65%,), dalle attuali 45.000 tonnellate annue a circa 6.300. Se l’assessore Zublena avesse accettato il confronto sulla nostra ipotesi avrebbe potuto constatare che il nostro scenario non è frutto di fantasia, ma già ampiamente sperimentato. Ci si preoccupa dei costi solo quando fa comodo. Ora spenderemo 60 milioni di euro rispetto ai 20 del TMB e la delibera lascia aperto un portone all’ipotesi di bruciare, dentro questo nuovo tipo di inceneritore, la discarica di Brissogne. Speriamo di non doverci ritrovare, in un futuro non troppo lontano, davanti ad un altro “trenino di Cogne”, perché in questo caso non si tratterebbe soltanto di una questione economica, ma anche della nostra salute.
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