Se dove passava Attila non cresceva più l’erba così è pure dove passa Augusto. Dopotutto il premio Attila non è gli è stato dato a caso. L’erba che non crescerà più sarà quella dell’Alpe di Cortlys dove sorgerà l’ennesima centrale idroelettrica. Che quel particolare paesaggio abbia un valore in sé non frega all’assessorato alle Attività produttive. Che quel sito sia stato scelto dal Fondo Ambiente Italiano “per il valore eccezionale che ha non solo per la comunità scientifica, ma anche per tutta la comunità di riferimento – residenti, attività turistiche, agricole, villeggianti, visitatori – che oggi possono godere non solo della bellezza del paesaggio, ma anche di una serie di iniziative a fini aggregativi.“, non frega niente ai nostri amministratori regionali. L’idea che hanno dello sviluppo economico è ancora quella primitiva dello sfruttamento intensivo delle materie prime. Nessuna contemporanea sensibilità ha preso il posto dell’antica durezza del pioniere. La Regione ha concesso l’autorizzazione a costruire, incanalare, arricchirsi alla società The Power Company che con la scusa dell’energia rinnovabile e sostenibile compirà uno scempio nell’alpeggio selezionato dal FAI come un Luogo del cuore da tutelare e da proteggere.
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Colpo al cuore
14 dicembre 2013Decidere di non decidere
14 giugno 2013Riceviamo da Legambiente e volentieri pubblichiamo.
La Conferenza dei Servizi, convocata per martedì 11 giugno, per decidere in merito alla concessione di Autorizzazione Unica alla The Power Company per la costruzione e l’esercizio di centrale idroelettrica in località Cortlys di Gressoney-La-Trinité, ha deciso di non prendere alcuna decisione in merito. Sentito il parere della Giunta comunale del Comune interessato, il Responsabile del procedimento Mario Sorsoloni, in accordo con gli altri Servizi regionali presenti, ha ritenuto di non assumere un parere definitivo, ma di rinviare alla Giunta regionale la decisione a proposito della concessione dell’Autorizzazione Unica. Decisione che verrà, verosimilmente, presa il 28 giugno prossimo da una Giunta ormai scaduta. Al di là dell’esito pilatesco della Conferenza, Legambiente della Valle d’Aosta non condivide la valutazione espressa dai Servizi secondo cui la centrale non può non essere autorizzata e realizzata in quanto la legge la definisce di pubblica utilità. In realtà le norme tanto nazionali quanto regionali prevedono delle fattispecie precise che rendono possibile non autorizzare le centrali, se incompatibili con la tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio artistico-culturale. Il Codice del Paesaggio, il Piano Territoriale Paesistico e la legge regionale sugli ambiti inedificabili costituirebbero, se correttamente applicate, un reticolo di tutela assai efficace. Purtroppo l’orientamento dell’Amministrazione Regionale, in questi ultimi anni, è stato ed è quello di concedere continue deroghe ai vincoli dettati da queste norme, rendendole di fatto inefficaci. La Giunta Regionale uscente ha, inoltre, la grave responsabilità di non aver individuato, con propria determinazione, i siti non idonei alla realizzazione di centrali, così come richiesto dalla normativa nazionale.
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