Il consigliere regionale dell’ALPE, Albert Bertin, insiste sull’argomento mostre: “Si va avanti così. Per tentativi, con scelte casuali. Il criterio che si percepisce è quello dell’improvvisazione: episodicamente è avanzata una proposta e l’Assessorato accetta, senza valutazioni, né a priori sugli obiettivi, né a posteriori sui risultati.” Ha perfettamente ragione. Quante volte l’abbiamo scritto anche noi! “Non esiste una seria programmazione pluriennale e non ci sono strumenti di valutazione validi e attendibili. Finché le cose continueranno ad andare avanti così, con risultati mediocri e con tentativi di camuffarli, trasformandoli in successi solo apparenti, non si può parlare di turismo culturale. Proprio non ci siamo!”. Le mostre costano un pacco di soldi e i risultati continuano a essere piuttosto stitici, due esempi: l’esposizione “Le arti a Firenze”, costata oltre 800.000 €, (601.600 € a cui si aggiungono 210.000 € relativi al solo personale ), ha contato solo 6.666 visitatori di cui soli 2.667 paganti. La mostra “The art of games” ci ha prelevato dalle tasche quasi 500.000 € (437.000 €, oltre all’impegno del personale che supera il tetto dei 100.000 €). Uno sforzo economico non ripagato dal successo: solo 5.295 entrate, con 2074 paganti . I soldi spesi in cultura sono soldi spesi bene, ma se le iniziative vengono snobbate qualcosa non quadra. Prosegue Bertin: “Dati alla mano, diversamente dall’Assessore Laurent Viérin, continuo a pensare che queste manifestazioni siano dei flop e che il rapporto tra le spese sostenute e i risultati ottenuti sia gravemente deficitario oltre a mancare di un ritorno economico di immagine. Faccio anche una certa fatica a vedere una politica culturale dietro a queste manifestazioni, che mi paiono piuttosto estemporanee e difficilmente riconducibili a una politica concreta, strategica e lungimirante, in particolare se paragoniamo la nostra realtà ad altre, molto simili per dimensioni, come Martigny dove la Fondazione Gianadda sfiora i 300.000 visitatori annui o come Rovereto, il cui museo d’Arte Contemporanea stabilmente supera le 200.000 entrate a stagione.”. Che altro aggiungere? Che una programmazione non si farà mai, per il semplice motivo che toglierebbe dalle mani dell’assessore il piacere sadico di alzare o di abbassare il pollice.
Posted tagged ‘The art of Games’
La flopcultura di chez-nous!
19 marzo 2010Cultura uguale pacco
12 ottobre 2009Polemica in Consiglio regionale sui costi delle mostre. Bene ha fatto il consigliere di VdAvive, Albert Bertin, a riprendere l’argomento: mostre-costi-benefici. Infatti, se i costi permangono alti i benefici sia economici sia “cultural-educativi” sono molto molto bassi. Qualche esempio: la mostra “Arrivano i Beatles, storie di una generazione” è costata 567 mila euro a fronte di 1.442 visitatori. L’incasso è stato di 11.376 euro. Qualche visitatore in più per le due esposizioni ancora in corso: “Le arti a Firenze tra Gotico e Rinascimento”, costata 601.600 euro con 5.401 presenze e “The art of games”, al prezzo di 437.000 euro con 4.731 presenze. Scrive saggiamente Daniele Gorret nel libro “Aosta città necessaria… ciò che più impressiona in una città così stratificata (nel tempo, nei luoghi, nella popolazione) è questa povertà di anima che traspare da tutte le sue manifestazioni, anche quelle più benemerite, anche quelle più costose (forse proprio in quelle più costose)”. Che ci sia poca anima lo prova lo scarso amore dei cittadini e, peggio ancora, degli amministratori verso la loro/nostra unica città. Questa disaffezione genera degrado culturale e urbano, omologazione televisiva (vanno i comici e i cantanti pittori), perdita di un senso comune. Non abbiamo più storia, ma propaganda. A cosa serve la cultura, distribuita a piene mani come semplice divertissement? E si tratta di cultura poi? A cosa serve, se non migliora la qualità di noi esseri umani in quanto tali? La cultura è un progetto, non un pacco che si regala per farsi dire grazie!
Commenti recenti