Sempre Vincenzo Calì scriveva sul suo storico e compianto blog:
“Tutto parte dal teleriscaldamento. Una bufala. Il calore prodotto dalla Cogne è poca cosa per una città come Aosta. Economicamente l’investimento non è interessante. In realtà il teleriscaldamento è la foglia di fico dietro cui si nasconde un affare più lucroso: la centrale di cogenerazione energetica, la quale produrrà non solo il calore per il teleriscaldamento, ma soprattutto energia elettrica. La centrale sarà alimentata, oltre che (solo in minima parte) dal suddetto calore della Cogne, anche dal metano e dall’incenerimento dei rifiuti (i cosiddetti Cdr-q, che chiamati così fanno meno effetto, sembrano caramelle. Infatti quando la giunta ha annunciato che li voleva produrre tutti hanno festeggiato).
I rifiuti inceneriti nell’impianto di cogenerazione (un inceneritore con un nome meno minaccioso) conterranno anche la parte umida, perché per questa, grazie alla legge 210/2008, sono reintrodotti gli incentivi detti cip6 anche al di fuori della Campania. Questo sembra spiegare perché la giunta non vuole saperne di differenziare la parte umida dei rifiuti. Serve a essere bruciata.
Per realizzare il piano, come usa nell’era post tangentopoli, si costituisce una società mista, la Telcha, partecipata al 49% da Cva. La Telcha, visto che dalle bollette del teleriscaldamento, ma soprattutto dalla produzione incentivata di energia ricaverà molti guadagni, dovrebbe in teoria affrontare con i suoi soldi (che già in certa percentuale si possono considerare pubblici) i costi di investimento della posa dei tubi. Dovrebbe essere un investimento “privato”. Almeno, così è presentato al comune di Aosta che approva il progetto di teleriscaldamento. Ma poi si pensa sia meglio che il costo degli scavi se lo accolli la collettività. Come fare? Basta dire che gli scavi non serviranno solo per il teleriscaldamento, ma anche per un’opera pubblica “utile” alla città: la metropolitana! Si dice: visto che si scava per il teleriscaldamento, perché non allargare i buchi e farci passare, oltre ai tubi, anche un treno?
Riassumendo: si progetta un’opera al cui confronto il trenino di Cogne è un caso di ottima amministrazione. La Telcha vede ridotti i suoi costi di investimento. La centrale di cogenerazione, che non è per nulla necessaria dal punto di vista dell’interesse della collettività (di energia elettrica in Valle se ne produce mica poca, grazie all’idroelettrico) e sarebbe difficilmente spiegabile, viene realizzata camuffandola dietro un servizio che gode di buona fama (spesso immeritata) come il teleriscaldamento.
Risultato: la metropolitana a un certo punto (ma solo dopo aver scavato i buchi) sarà accantonata. Nella centrale di cogenerazione elettrica saranno bruciati rifiuti (chiamati col nome esotico Cdr-q) in città, vicino al quartiere Dora. Se ciò sia nocivo alla salute o meno è tema controverso. Di sicuro, come ha dimostrato recentemente uno studio preparato da un insieme di associazioni, la Valle d’Aosta potrebbe facilmente ridurre la quantità di rifiuti a valle della raccolta differenziata, della separazione dell’umido e del recupero di ciò che resta (con il metodo Vedelago) fino a livelli molto bassi, per i quali la discarica attuale sarebbe sufficiente per qualche decennio ancora. Invece la separazione dell’umido non si farà, la raccolta differenziata sarà frenata, e i rifiuti saranno bruciati per produrre energia elettrica. Intanto, nelle catacombe di Aosta, Alder Tonino si divertirà a correre sui tapis roulant.”.
Una bufala!
9 Maggio 2010Sempre Vincenzo Calì scriveva sul suo storico e compianto blog:
“Tutto parte dal teleriscaldamento. Una bufala. Il calore prodotto dalla Cogne è poca cosa per una città come Aosta. Economicamente l’investimento non è interessante. In realtà il teleriscaldamento è la foglia di fico dietro cui si nasconde un affare più lucroso: la centrale di cogenerazione energetica, la quale produrrà non solo il calore per il teleriscaldamento, ma soprattutto energia elettrica. La centrale sarà alimentata, oltre che (solo in minima parte) dal suddetto calore della Cogne, anche dal metano e dall’incenerimento dei rifiuti (i cosiddetti Cdr-q, che chiamati così fanno meno effetto, sembrano caramelle. Infatti quando la giunta ha annunciato che li voleva produrre tutti hanno festeggiato).
I rifiuti inceneriti nell’impianto di cogenerazione (un inceneritore con un nome meno minaccioso) conterranno anche la parte umida, perché per questa, grazie alla legge 210/2008, sono reintrodotti gli incentivi detti cip6 anche al di fuori della Campania. Questo sembra spiegare perché la giunta non vuole saperne di differenziare la parte umida dei rifiuti. Serve a essere bruciata.
Per realizzare il piano, come usa nell’era post tangentopoli, si costituisce una società mista, la Telcha, partecipata al 49% da Cva. La Telcha, visto che dalle bollette del teleriscaldamento, ma soprattutto dalla produzione incentivata di energia ricaverà molti guadagni, dovrebbe in teoria affrontare con i suoi soldi (che già in certa percentuale si possono considerare pubblici) i costi di investimento della posa dei tubi. Dovrebbe essere un investimento “privato”. Almeno, così è presentato al comune di Aosta che approva il progetto di teleriscaldamento. Ma poi si pensa sia meglio che il costo degli scavi se lo accolli la collettività. Come fare? Basta dire che gli scavi non serviranno solo per il teleriscaldamento, ma anche per un’opera pubblica “utile” alla città: la metropolitana! Si dice: visto che si scava per il teleriscaldamento, perché non allargare i buchi e farci passare, oltre ai tubi, anche un treno?
Riassumendo: si progetta un’opera al cui confronto il trenino di Cogne è un caso di ottima amministrazione. La Telcha vede ridotti i suoi costi di investimento. La centrale di cogenerazione, che non è per nulla necessaria dal punto di vista dell’interesse della collettività (di energia elettrica in Valle se ne produce mica poca, grazie all’idroelettrico) e sarebbe difficilmente spiegabile, viene realizzata camuffandola dietro un servizio che gode di buona fama (spesso immeritata) come il teleriscaldamento.
Risultato: la metropolitana a un certo punto (ma solo dopo aver scavato i buchi) sarà accantonata. Nella centrale di cogenerazione elettrica saranno bruciati rifiuti (chiamati col nome esotico Cdr-q) in città, vicino al quartiere Dora. Se ciò sia nocivo alla salute o meno è tema controverso. Di sicuro, come ha dimostrato recentemente uno studio preparato da un insieme di associazioni, la Valle d’Aosta potrebbe facilmente ridurre la quantità di rifiuti a valle della raccolta differenziata, della separazione dell’umido e del recupero di ciò che resta (con il metodo Vedelago) fino a livelli molto bassi, per i quali la discarica attuale sarebbe sufficiente per qualche decennio ancora. Invece la separazione dell’umido non si farà, la raccolta differenziata sarà frenata, e i rifiuti saranno bruciati per produrre energia elettrica. Intanto, nelle catacombe di Aosta, Alder Tonino si divertirà a correre sui tapis roulant.”.
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