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Decide chi non c’è!

7 novembre 2012

Al signor Romano Dell’Aquila mi sento di dover rispondere con un’altra critica che lui definirà “pesante”. Romano, vede solo ciò che vuol vedere è ovvio, in questa animata discussione intorno al pirogassificatore non è il solo, sia da una parte sia dall’altra, ma lui ce la mette tutta pur di presentarsi come persona obiettiva, virtù che invece non possiede. (A lui preferisco le argomentazioni di Navarra che sento più genuine, seppur elementari.). Dell’Aquila insiste a dire che l’astensione è una scelta costituzionale. Non è così. Votare non è un obbligo, ma invitare a non farlo non è diritto, anzi se lo predica un pubblico ufficiale rischia sei mesi di carcere più un’ammenda. Quindi impostare una campagna referendaria puntando esclusivamente sull’astensione e non sul voto contrario, non solo è scorretto, ma rivela il vuoto di argomentazioni circa la scelta che si ritiene più opportuna. Dell’Aquila crede che se ci si astiene non ci sia nessuna lesione della democrazia, al contrario l’offesa si registra se fra i due modi previsti: il NO e l’astensione, si propaganda una possibilità sola. Se nel conteggio degli astenuti si sommano anche coloro che normalmente non vanno mai a votare. Una percentuale fisiologica che ha deciso di non partecipare mai a nessun quesito elettorale, ma che in questo caso viene sommata agli astenuti ritenuti “responsabili”. Una percentuale sulla quale questa onesta maggioranza di furbetti conta molto. Faccio mia la domanda di Dell’Aquila: è questa la democrazia che si vuole? Sono quelli che si astengono per “natura” e per  “responsabilità” che devono decidere su quelli che invece intervengono attivamente alla vita del Paese? In Svizzera non c’è il quorum decide chi partecipa, possiamo considerare la Svizzera un paese antidemocratico?

Dio mio no! Cosa fai, ma cosa fai…

24 giugno 2009
Che bello! Un Cervino bambino con le macchine intorno come una giostra!

Che bello! Un Cervino bambino con le macchine intorno come una giostra!

“Ci costruiranno un Cervino!”. L’avevo detto come una battuta, quando avevo visto la prepotente impalcatura nella rotonda di Chatillon, ma, come da un po’ di tempo accade, la realtà supera l’immaginazione: il Cervino ci sarà! Solida montagnuzza di cemento, foderata in fibra di vetro a opera di uno scultore giapponese che fa trendy. Non c’è un fondo al cattivo gusto! (Altro illuminante esempio: che dire di Laurent Viérin, assessore regionale alla Cultura che partecipa (e vince), a un concorso indetto e finanziato dal suo assessorato?!). E nemmeno nelle tasche pubbliche dei valligiani amministratori, infatti la montagnola costa solo 48.000 euro! Sembra che la motivazione “culturale” sia stata quella che gli svizzeri mettano il Cervino dappertutto e, siccome è anche un po’ nostro, è ora di fare altrettanto. Argomento così profondo che nessuno ha osato metterlo in discussione. Che siano altri gli esempi da prendere in prestito dai cugini qualcuno, lassù, lo sospetta?

Imparare dagli svizzeri!

9 Maggio 2009

Questo spot pubblicitario la dice lunga su come gli svizzeri intendono il concetto di ospitalità e l’immagine che vogliono offrirci delle loro montagne. La perfezione esibita in modo scienti-comico, ci parla della bellezza che va curata, non solo esibita, perché la premura non è mai troppa per salvaguardare ciò che abbiamo. Ecco dunque una importante  lezione in fatto di comunicazione, ma anche di etica, di rispetto e cioé di Cultura! Noi che siamo al di qua di tutto questo, continuiamo a cementificare, a considerare la montagna un parco-giochi da sfruttare senza sosta. Fosse per noi il Cervino avrebbe una carie grande come la nostra ignoranza!