Provate in buona fede a sbagliare la dichiarazione dei redditi e ditemi se lo Stato sarebbe così comprensivo. Ecco perché questa assoluzione sta sullo stomaco. Non tutti dovevano essere assolti: qualcuno sì, qualcun altro no. Il fatto non sussiste. Il fatto non costituisce reato. I politici, secondo il Giudice, hanno speso soldi pubblici nella consapevolezza che fosse legittimo farlo, che fosse nello spirito della legge. I politici festeggiano l’assoluzione. Non si rendono conto. Inconsapevoli della rabbia e della figuraccia che sommano ad altre figuracce. Lasciamo perdere l’etica che è un argomento che, nonostante sia stato più volte esaminato, non capirebbero: non sanno proprio cos’è; concentriamoci sulla motivazione che li ha assolti: non erano consapevoli di usare soldi pubblici. Dunque, hanno mangiato ostriche con i soldi nostri convinti che fosse lecito. Organizzato feste calabresi per creare consenso certi di essere nel giusto. Comprato regali vari perché così prevedeva la legge. Acquistato biglietti aerei per i propri congiunti perché era normale farlo… . Dunque si sentono vittime di un’indagine infamante. Ascesi al cielo degli innocenti perché incapaci di intendere e volere. Perché a leggerla, la legge, è chiara. Esplicita. Categorica. Non capirla significa non saper leggere o non capire cosa si legge. Che ce ne facciamo di una classe dirigente analfabeta?
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Gli Inconsapevoli!
1 aprile 2015Proposte per un’alternativa
21 gennaio 2014Riceviamo dal signor Nino Borruto e volentieri pubblichiamo.
A fronte delle prime indiscrezioni che trapelano relativamente alla chiusura dell’inchiesta sul finanziamento ai gruppi consiliari della Valle d’Aosta, portata a termine dalla sezione di Polizia Giudiziaria della G.d.F. e di cui la D.ssa Mineccia, capo della Procura di Aosta, sta per trarne le conclusioni con il probabile invio delle relative informazioni di garanzia che dimostrerebbero come i nostri rappresentanti non siano affatto diversi dai loro colleghi del resto d’Italia, mi preme fare alcune considerazioni. E’ evidente come i consiglieri, che avevano accesso a quei fondi, usassero quei soldi come fossero proprietà privata e non mezzi per agevolare l’azione politica. Nonostante non si possano equiparare i comportamenti e fare di tutta l’erba un fascio, nessuno dei gruppi che ha presentato le pezze giustificative delle spese sostenute, ha minimamente capito lo spirito di quei finanziamenti. E, un esempio su tutti, il fatto che qualche consigliere avesse addirittura una tessera bancomat relativa al conto corrente dove questi soldi venivano depositati, esprime al meglio la filosofia con la quale venivano concepiti. Mi sembra chiaro che noi cittadini non si debba più subire le malversazioni di questa gente, ma reagire e ribellarci allo spreco inutile e spesso dannoso, delle risorse economiche disponibili, per far sì che queste vengano usate, soprattutto in periodi di crisi come l’attuale, esclusivamente nel nostro interesse, recuperandone, oltre il senso pratico, anche quelli morale ed estetico. E’ evidente che i partiti attualmente esistenti non sono riformabili dall’interno, essendo controllati dai ras delle tessere, da gruppi di potere inamovibili, che si passano lo scettro di padre in figlio (piuttosto che in genero od in nipote).
Le alternative che abbiamo per mettere fine a questa politica sono due: la prima è l’appoggio al M5S, che molti non digeriscono per motivi che spesso condivido, quali l’assoluta sottomissione alle scelte della rete o la rigidità di alcune regole imposte agli eletti, che spesso addirittura impediscono l’espletamento del mandato, così come previsto dalla legge. Anche se bisognerebbe mutuare dal movimento la gran parte degli obiettivi del loro programma, che ne fanno la vera forza, quali, per esempio, la rinuncia ai soldi di cui sopra o il dimezzamento dei compensi agli eletti, l’anima ecologista in materia energetica, la gestione dell’informazione, la responsabilità diretta in caso di spreco delle risorse pubbliche eccetera. La seconda è la formazione di una lista civica, ideologicamente omogenea, composta da gente che ha voglia d’impegnarsi, in prima persona e disinteressatamente, per promuovere la rinascita morale oltre che economica di Aosta in primis e della Valle tutta. Non mancano certo le persone capaci di portare avanti questa iniziativa, anche tra quelle già presenti in Comune ed in Regione. Noi cittadini contribuenti non aspettiamo altro che si facciano avanti con una seria proposta di vero cambiamento.
E… bbravo!
20 gennaio 2014E bravo Vincenzo Caminiti, consigliere di Stella alpina nel Comune di Aosta. Se in Regione i costi della politica sono un argomento lasciato in stand by (in attesa dei risultati dell’indagine in corso …) domani in Consiglio comunale si discuterà una mozione, presentata da Caminiti, che chiede di modificare lo Statuto per eliminare la norma secondo cui gli assessori devono dimettersi dal loro ruolo di consigliere. Se la mozione verrà votata a maggioranza ci sarà un risparmio di 100.000 euro annui sul costo degli stipendi dei sei consiglieri che subentrano agli assessori; una cifra che certo non risolverà i problemi del capoluogo, ma che comunque potrà essere impiegata in modo più appropriato per i bisogni della collettività, soprattutto ora che la crisi taglia sui servizi.
Il prezzo di una bufala
6 dicembre 2013Per la bufala di Aosta Capitale europea della Cultura cosa si è speso? Per quel dossier vuoto come una cocuzza vuota e che non poteva produrre altro che vuoto quanto abbiamo sprecato? Ecco i costi che non sono alti, ma che avrebbero potuto essere impiegati per qualcosa di più serio di una barzelletta che non ha fatto ridere nessuno.
Progetto grafico al designer Arnaldo Tranti – 3.800,00 euro IVA esclusa. Traduzioni alla 3Bite So. Coop. – 4.383,00 euro IVA inclusa. Stampa del dossier alla Tipografia Duc – 2.032,80 IVA esclusa.
Allegria!
20 agosto 2013Sui contributi del 2012 dati ai gruppi consigliari la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti ha fatto la sua relazione. La Stella alpina è il partito che non documenta la maggior parte delle spese, circa 36.000 euro. (Viaggi in Africa?). La Fédération, fortunatamente quasi estinta, non ha mai trasmesso nessuna documentazione in quanto non era obbligata a giustificare alcunché. Gli altri gruppi hanno invece fornito gli elenchi delle spese, anche se resta da accertare se sono congrui con le finalità consentite. Tra poco i primi avvisi di garanzia che faranno, si spera, maggior chiarezza sull’uso allegro dei nostri soldi dati alla politica.
Turismo fai da te
19 agosto 2013Secondo gli ultimi dati di Confartigianato la Valle d’Aosta sostiene il Turismo più di ogni altra regione italiana con una media annua di 50 milioni circa investiti nel triennio 2009-2011! La cosa buffa è che nonostante la spesa di 16,1 euro per ogni presenza, la nostra regione si annovera al 19° posto su 21 nella graduatoria nazionale. Il Veneto, invece, investe 60 centesimi a turista ed è il Veneto a registrare il massimo numero di entrate. Così è per la Toscana, seconda in classifica con il suo euro e cinquanta a presenza. E l’Emilia Romagna, 1,50 di investimento per turista e terza in graduatoria. E ancora la Lombardia che è quarta pur avendo speso molto meno della Valle d’Aosta e che dire del Lazio che si posiziona quinta con un euro e dieci a persona. Cosa si può dedurre da questo studio? 1 – Che chi campa di turismo in Valle non può lamentarsi che la Regione non investa nel settore. 2 – Che i tanti soldi spesi (quanti studi sul turismo sono stati finanziati?) non sono sufficienti per avere un buon numero di presenze e quindi un altrettanto introito economico. (Sembra che la regola sia il contrario: meno spendi e più hai) 3 – Che ci vuole testa per fare turismo e noi evidentemente non ce l’abbiamo. 4 – Che qualcuno ha mangiato e mangia a ufo.
Porta Pretoria, avanti a casaccio!
8 agosto 2013il Sovrintendente, Roberto Domaine, è convinto di possedere le ventose e si arrampica… si arrampica sulle giustificazioni più insulse e scivolose, convinto di avere a che fare con un pubblico fatto solo di imbecilli. Da pochi giorni le “vecchie” ringhiere di ferro zincato sono state sostituite da altre molto simili in acciaio. Un po’ più piccole e scure, ma altrettanto impattanti. Che senso ha mettere delle strutture, se poi dopo pochissimo tempo vengono rimpiazzate con altre quasi uguali? Non erano quelle definitive, risponde Domaine. Bella risposta! Infatti nell’edilizia succede sempre così. Uno fa un tetto e poi lo disfa e ne fa un altro simile e così con i balconi, con le porte, le finestre e via dicendo. Una procedura un po’ costosa che infatti si usa solo nel pubblico. Il Sovrintendente afferma che andrà avanti sì, ma a tentoni. Sperimentando sul campo, privo com’é di un progetto vero. La stessa cosa vale per le piastrelle di pietra che hanno ricoperto la passerella sotto il fornice sud della Porta; in un primo tempo erano di forma quadrata e avevano sfumature diverse fra loro, alcune più chiare e altre più scure, poi sono state sostituite da quelle rettangolari e di un’unica tonalità grigio chiaro. Domaine lo chiama “work in progress”, il senso comune lo definisce “andare alla cieca”. Anche le novelle ringhiere non sono definitive: il Sovrintendente aspetta i soldi dall’Europa per completare il disastro: coprire l’intero monumento (!) per evitare che la pioggia e le cacche degli uccelli possano rovinare i resti dei muri di case settecentesche. Straordinari reperti che attualmente sono coperti dai sacchi di sabbia. Con la copertura dell’intera Porta (!), finalmente potranno essere poste in modo definitivo le ringhiere trasparenti. Per contenere un orrore se ne creerà un altro ancora più grande. Fantastico! Quello che non capisco è l’ossessione verso la Porta Pretoria. La Soprintendenza ha digerito di tutto… anche i muri, quelli sì romani, di piazza Caveri nascosti al pubblico da una selva di tubi Innocenti sui quali poggiavano stupide casette di legno. Il basolato romano del Decumano e del Cardo è stato ricoperto dopo i lavori per il tunnel tecnologico per ovvie ragioni, ma qui no, non ci sono ovvie ragioni per ripristinare un Monumento e la sua piazza con tutto ciò che ne consegue in termini di vivibilità. Bisogna andare avanti nel progetto demenziale. Ci rimangono due speranze: che l’Europa risponda picche e che Domaine non sia anch’egli definitivo eche venga sostituito al più presto da altro materiale umano, possibilmente non da uno simile.
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