Sempre a proposito su chi ha gestito male i nostri soldi: gli amministratori locali o Roma? Grazie al M5s per questo servizio che difficilmente sarebbe apparso sul Tg3.
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Valle d’Aosta ladrona e sprecona!
9 novembre 2014Domandina retorica
20 ottobre 2014Non so se prendermela di più per i tagli di Renzi alle Regioni e quindi anche alla nostra, o per i miei concittadini che hanno continuato a votare chi ha buttato via milioni di euro in opere inutili alla collettività e utili solo alle tasce e alle poltrone di pochi. Voi con chi vi arrabiereste di più?
I giustizieri di oggi
29 marzo 2014“La Valle ha una spesa pro capite di 11.725 euro l’anno, record in Italia. La Provincia autonoma di Bolzano segue a 9.335 euro, mentre il vicino Piemonte si deve accontentare di 2.412 euro, un quinto, e la grande Lombardia ancora di meno (2.220 euro). Le regioni a Statuto speciale godono del privilegio di poter trattenere nel loro bilancio le imposte Irpef e Iva pagate sul loro territorio. La Sicilia trattiene il totale, la Valle d’Aosta e il Trentino-Alto Adige i nove decimi, la Sardegna i sette decimi e il Friuli i sei decimi. Così la Valle d’Aosta incassa 1,3 miliardi l’anno. Un bilancio con cui paga lo stipendio a 3.801 dipendenti, che danno alla Valle d’Aosta un altro record: 90 dipendenti regionali per mille abitanti, più del doppio della Lombardia, che ne ha 42“. da Italiaoggi
La politica clientelare adottata da tutti i Presidenti regionali (Dino Viérin ha governato la Valle d’Aosta per otto lunghissimi anni e suo figlio in veste prima di consigliere e poi di assessore altrettanti), ha creato una spesa enorme in stipendi per le migliaia di dipendenti regionali fra cui gli addetti al Casinò di Saint Vincent. Nei fatti l’attuale Casinò risulta essere uno spreco enorme di denaro pubblico che si può appianare solo tagliando il personale. Impossibile mantenerlo. Chi fa promesse in merito racconta palle oppure sarà costretto a tagliare su altre voci: Roma, la nemica, ha chiuso parzialmente i rubinetti e noi, così autonomi, siamo alla frutta. Non bastano gli slogans per venirne fuori, ma una politica onesta e lucida. I giustizieri di oggi ne sono capaci? Parrebbe di no.
Già già!
12 aprile 2013Banalità del male
4 ottobre 2012Ripropongo alla lettura un pezzo di un commento di un nostro utente perché indica una verità: “Secondo me non è una leggerezza, in questo caso del PD, è che sono talmente abituati a fare qualunque cosa con i soldi pubblici che non si rendono nemmeno conto di utilizzarli in modo non corretto. Al politico non passa nemmeno più per l’anticamera del cervello che quello che sta facendo con i soldi pubblici non possa essere fatto.”. Sarebbe, dunque, l’abitudine con la complicità di un’assenza totale di controllo, a far sì che i soldi pubblici vengano utilizzati in modo irresponsabile e in molti casi per arricchirsi? Io credo di sì. L’abitudine al potere e ai privilegi, un’abitudine protratta negli anni e mai controllata da chi di dovere, ha fatto sì che una missione, quale dovrebbe essere la politica, diventasse luogo di facili consumi (e di costumi). Ecco riemerge, in modo soft, ma non per questo non pericolosa, quella banalità del male che in passato ha generato ben altri mostri. Sono convinta nella buona fede dei democratici locali, ma non li giustifico affatto. Anche loro assuefatti dai troppi soldi elargiti e usati in leggerezza: la Festa della capra fa parte delle azioni di un consigliere? E la Fondazione Dolchi? No, non credo che si salvi qualcuno dalla poltiglia. Non si tratta di mostrare scontrini o rendere pubblica la lista della spesa, si tratta di non spendere fuori del proprio ruolo istituzionale, ruolo che peraltro è già ampiamente coccolato e servito! Certo, vorrei tanto che la Procura, invece che valutare se fosse il caso di aprire un fascicolo sulla faccenda dei soldi ai gruppi consigliari, lo facesse senza tanta pubblicità. Vorrei sapere a cosa e a quanto ammontano le spese dette di rappresentanza dietro alle quali si sono nascosti Stella alpina, Fédération e PdL. Se quelle spese sono state impegnate per il lavoro del Consiglio e non per cene elettorali, ad esempio. Vorrei sapere di quei soldi spesi sotto la voce giornale di partito quando questo è già più che finanziato da una legge sull’editoria. Ci sono molte ombre su tutti i partiti del Consiglio è bene che la torcia della verità venga orientata su tutti. La Procura? Ne abbiamo una? Speriamo.
Gli sprechi che minacciano l’autonomia!
3 agosto 2012Se qualcuno ha ancora dei dubbi sugli sprechi commessi in Valle dalla maggioranza guidata dall’UV e che minacciano la nostra autonomia, (solo un virtuoso come La Torre può definire virtuosa la Valle d’Aosta), dia un’occhiata a questa foto. Si tratta dell’Iles dove è stato costruito un nuovo tracciato accanto a quello preesistente, abbattendo gli alberi che hanno ridotto il già piccolo bosco. Il tutto fa parte di un progetto per la conservazione delle aree protette per la conservazione della biodiversità a cura dell’assessorato all’Agricoltura. Evidentemente il concetto di conservazione che viene espletato con queste modalità, mira a salvaguardare altre specie animali e altre sono le aree da proteggere per la conservazione della poltrona.
Angolo a 90°
24 luglio 2012Il Comune di Aosta secondo il Sole 24 Ore è fra i Comuni italiani più spendaccioni! Spese per cosa? Per rifare i marciapiedi che sono terriccio e croste di cemento? Per rattoppare le strade che sono pezze di vecchio bitume? Per l’arredo urbano che è un caotico catalogo di proposte diverse? Per le rinsecchite aiuole che sono toilette per cani? NO! Il Comune di Aosta spende molto in equipaggiamento e vestiario: 221.550 euro l’anno, in cancelleria e materiale informatico: 1,6 milioni di euro, in comunicazione e rappresentanza: 1.560.000 euro, in manutenzione immobili e auto: 2,1 milioni, in incarichi professionali: 363.000 euro… (La Stampa). La voce più alta della spesa è quella del personale che porta il capoluogo al settimo posto della classifica nazionale con 15,8 milioni di euro l’anno per gli stipendi. Uffici saturi di impiegati come in Regione come nelle numerose partecipate come nel Casinò; una visione di futuro molto miope quella dei nostri amministratori finalizzata unicamente alla creazione di una sudditanza a 90°.
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