Posted tagged ‘Soprintendenza della Valle d’Aosta’

L’ignoranza al potere

31 luglio 2014

Volevamo l’immaginazione al potere, ci siamo beccati l’ignoranza. Il Soprintendente, Roberto Domaine, esperto internazionale di archeologia romana, si incazza con chi scrive (chissà chi è?) che la Sovrintendenza ha raccattato in fretta e furia un programma per il bimillenario della morte di Augusto. Non è vero! Ci hanno pensato molto prima! L’affermazione è ancora più grave, in quanto per stilare un programma di quel genere occorre una settimana circa. Cosa c’è infatti di notevole? Niente! Le visite guidate già si fanno. Il Teatro aperto nelle ore serali già si fa. Le animazioni al museo per i bambini già si fanno. Le mostre di Francesco Corni, bravissimo, sono un appuntamento fisso da qualche anno. E per organizzare un concerto per pianoforte sotto all’Arco non credo siano necessari mesi. L’iniziativa di spicco: l’inaugurazione del ponte d’Ael, sarebbe stata fatta ugualmente. Ci tiene la Rini, nuova assessora alla Cultura, a sottolineare la tempestività dell’evento, ci vuole fare credere che l’inizio lavori (quattro anni fa) sia stato programmato per arrivare puntuale nel 2014, suvvia… che non ci faccia più stupidi di quel che siamo. Naturalmente in assessorato Cultura tutti erano a conoscenza del centenario della nascita del più illustre valdostano, Marcel Bich, vero? Infatti hanno chiuso il castello, quello che lui aveva regalato con tanto di assegno per il suo restauro e finalizzato, secondo le sue volontà, all’uso museale. Bel modo di ricordarlo. Sarà felice la vedova e saranno felici i figli! Ah, non c’è come l’ingratitudine. Peggio ancora, non c’è come l’ignoranza!

Un evento fatto in casa

10 luglio 2014

Il nuovo assessore regionale alla Cultura, Emily Rini, è entusiasta (ditemi quando non lo è). Lieta di annunciare la rassegna di eventi culturali proposti per celebrare il bimillenario della morte dell’Imperatore Ottaviano Augusto. Il frutto di un lungo lavoro di ricerca e di organizzazione, che la riempie di soddisfazione e letizia, nei fatti si riassume in ciò che normalmente già si fa: visite guidate, esperienze ludico-didattiche al Museo archeologico, apertura serale del Teatro romano con tanto di luci e letture della onnipresente Paola Corti, la mostra dell’ottimo disegnatore Francesco Corni sotto ai portici del Comune già vista due anni fa, un paio di conferenze. Attività comuni. Le novità consistono in una degustazione di prodotti valdostani a fine visita della città augustea e in un concerto per pianoforte sotto l’Arco romano (allo Splendor in caso di maltempo). Di eccezionale c’è l’apertura al pubblico del Pont D’Ael di Aymavilles (ma ci sarebbe stata comunque), un gioiello che avrebbe dovuto incastonarsi su iniziative più ricche e adatte all’anniversario. Ma qui, come ci ricorda il Sovrintendente Roberto Domaine, gli eventi si fanno in casa . E per caso, aggiungo io. Tanto i turisti siamo noi! (altro…)

La logica

24 agosto 2013

Ci sono lettere ossequiose, lettere gentili e poi ci sono quelle che nel gergo popolare vengono definite vere e proprie marchette. Io, prudentemente, preferisco usare il termine spot. Mi sto riferendo alla lettera sulla Stampa a firma di una certa Elena Brezzi Rossetti a cui si aggiunge una generica Università di Torino, giusto per sottolineare la competenza di chi scrive. (Ah ah ah). La competente-generica scrive di una Porta Pretoria liberata dagli strati del tempo che la stavano consumando: sono certa che il tempo sarà molto meno generoso con lei e che il Monumento sarà ancora lì, magari liberato dall’idiozia che attualmente lo governa, quando lei e i suoi pronipoti e ancora, non saranno che vaganti granelli di polvere. Eggià, questa menata dell’intervento salvifico urgentissimo, ma contraddetto da altre dichiarazioni che affermano uno stato di eccellente conservazione, nonché dalla descrizione che ne fanno i diversi dépliant turistici e lo stesso sito del Comune di Aosta, dovrebbe tappare la bocca di chi competente non è. Zittire le polemiche con una presunta saccenza. Ma il buon senso e la buona vista non hanno bisogno di una laurea, semmai è il contrario. L’effetto torsolo deformava appena un arco laterale e di certo non ne comprometteva la stabilità. Giusto però intervenire, ma per favore non scarichiamo la responsabilità dello scempio sulla necessità di garantire la sopravvivenza del monumento romano che non era affatto compromessa! La generica-competente scrive di un rapporto spaziale prospettico recuperato dallo scavo in grado di riportare la struttura all’aspetto scenografico di epoca romana. L’unica prospettiva nuova è quella che si sviluppa dall’alto in basso ed è compromessa dal reticolo ferroso delle passerelle. Era quella la scenografia romana? Dal Decumano la fruizione rimane, per quanto riguarda l’altezza originale, quasi la stessa, ma disturbata dalle inevitabili recinzioni che ingabbiano l’intera Porta. Non dice la competente-generica che con questa difficile e delicata operazione è stata stravolta completamente la vivibilità dell’area e che il cortile d’arme è diventato solo un mero e triste passaggio. Su questo tace. Preferisce accusare con garbo: “Non tutti sono in grado di cogliere le potenzialità di un simile intervento“. Preferisce giustificare: “Frutto di ponderati studi sulla salvaguardia e di lunghe discussioni fra esperti”. Caspita! Lunghe discussioni per scegliere ringhiere che vengono abitualmente usate nei centri commerciali? Accurati studi di esperti per decidere una tipologia di piastrelle poi subito sostituita? La generica-competente preferisce elogiare la Soprintendenza: “… non c’è bisogno di entrare nel merito del cantiere per comprendere che le passerelle sono una buona soluzione.”. Fa sue le parole di altri: “Va notato che si tratta comunque di un’operazione non conclusa che si potrà giudicare solo alla fine, ma che ha già il valore di uno sforzo mirato a garantire la conservazione e la corretta lettura della Porta Praetoria…”. Si prospetta una copertura, ma nessuno ci ha mai presentato un progetto per capire come si intende effettuarla. E poi cosa c’entrerebbe con l’originale? Da una parte si scava per ridare al Monumento la corretta lettura e dall’altra lo si imbastardisce con un tetto? C’è una logica in tutto questo? Sì, una logica c’è e la conoscete anche voi. (Firmate la petizione, grazie).

Porta commerciale!

9 agosto 2013
Centro commerciale di Gressan (foto tratta da Alpe)

Centro commerciale di Gressan (foto tratta da Alpe)

Non sono le ringhiere definitive, dice il Soprintendente Roberto Domaine, aspetta i soldi dall’Europa per coprire l’intero monumento e così potremo avere le fatidiche ringhiere trasparenti, ormai l’unico vero obiettivo di questa sgangherata operazione di restauro. Il temperamento di natura arrogante che lo contraddistingue insieme a buona parte degli unionisti, gli fa aggiungere: “Se la gente critica le opere prima che siano concluse, vorrà dire che non faremo più cantieri aperti” (La Stampa). Il concetto è quello berlusconiano del “lasciatemi lavorare”. Insomma ci vuole zitti. In attesa che l’obbrobrio sia concluso e irreparabile. Se dal dentista mi accorgo che sta trapanando il dente sbagliato devo aspettare che abbia finito per comunicarglielo? Secondo Domaine sì. L’Illuminato considera il restauro e ha ragione, un intervento di una certa portata, allora perché utilizza le ringhiere dozzinali in uso nei centri commerciali?

Porta Pretoria, avanti a casaccio!

8 agosto 2013

il Sovrintendente, Roberto Domaine, è convinto di possedere le ventose e si arrampica… si arrampica sulle giustificazioni più insulse e scivolose, convinto di avere a che fare con un pubblico fatto solo di imbecilli. Da pochi giorni le “vecchie” ringhiere di ferro zincato sono state sostituite da altre molto simili in acciaio. Un po’ più piccole e scure, ma altrettanto impattanti. Che senso ha mettere delle strutture, se poi dopo pochissimo tempo vengono rimpiazzate con altre quasi uguali? Non erano quelle definitive, risponde Domaine. Bella risposta! Infatti nell’edilizia succede sempre così. Uno fa un tetto e poi lo disfa e ne fa un altro simile e così con i balconi, con le porte, le finestre e via dicendo. Una procedura un po’ costosa che infatti si usa solo nel pubblico. Il Sovrintendente afferma che andrà avanti sì, ma a tentoni. Sperimentando sul campo, privo com’é di un progetto vero. La stessa cosa vale per le piastrelle di pietra che hanno ricoperto la passerella sotto il fornice sud della Porta; in un primo tempo erano di forma quadrata e avevano sfumature diverse fra loro, alcune più chiare e altre più scure, poi sono state sostituite da quelle rettangolari e di un’unica tonalità grigio chiaro. Domaine lo chiama “work in progress”, il senso comune lo definisce “andare alla cieca”. Anche le novelle ringhiere non sono definitive: il Sovrintendente aspetta i soldi dall’Europa per completare il disastro: coprire l’intero monumento (!) per evitare che la pioggia e le cacche degli uccelli possano rovinare i resti dei muri di case settecentesche. Straordinari reperti che attualmente sono coperti dai sacchi di sabbia. Con la copertura dell’intera Porta (!), finalmente potranno essere poste in modo definitivo le ringhiere trasparenti. Per contenere un orrore se ne creerà un altro ancora più grande. Fantastico! Quello che non capisco è l’ossessione verso la Porta Pretoria. La Soprintendenza ha digerito di tutto… anche i muri, quelli sì romani, di piazza Caveri nascosti al pubblico da una selva di tubi Innocenti sui quali poggiavano stupide casette di legno. Il basolato romano del Decumano e del Cardo è stato ricoperto dopo i lavori per il tunnel tecnologico per ovvie ragioni, ma qui no, non ci sono ovvie ragioni per ripristinare un Monumento e la sua piazza con tutto ciò che ne consegue in termini di vivibilità. Bisogna andare avanti nel progetto demenziale. Ci rimangono due speranze: che l’Europa risponda picche e che Domaine non sia anch’egli definitivo eche venga sostituito al più presto da altro materiale umano, possibilmente non da uno simile.

Copia e incolla

6 luglio 2013

Sul giornale filogovernativo online 12vda si trova una lunga dichiarazione del Sovrintendente ai Beni culturali, Roberto Domaine (ci deve spiegare come è arrivato lì) riguardo all’intervento di valorizzazione della Porta Pretoria e le inevitabili quanto banalissime critiche alla sottoscritta. (Io su 12vda ci vado solo quando qualcuno mi segnala che sono presa di mezzo, al contrario quelli di 12vda mi leggono con molta costanza! Ah ah ah!). La prima cosa che salta all’occhio è il linguaggio usato da Domaine: tecnico e burocratico, per nulla frutto di una intervista, più facile immaginare che l’articolo del “giornalista” sia un bel copia incolla da documenti messigli a disposizione. Ma analizziamo insieme quanto scritto. La prima parte è una giustificazione bella e buona: la gente sapeva. Con il Cantiere aperto e la Settimana della cultura sono state spiegate le ragioni dello scavo a più di 1.500 persone fra turisti e residenti, quindi non veniteci a rompere le palle ora (un conto è la parola che, in questi casi, è spesso di un tecnicismo difficile da comprendere, un conto è vedere con i propri occhi). La seconda parte della lunga “intervista” illustra i problemi dovuti all’usura del monumento. Problemi che richiedevano un intervento urgente di consolidamento. L’anno scorso sempre dalla Sovrintendenza arrivarono comunicati stampa di altro tenore che informavano che la Porta Pretoria si trovava in un eccezionale stato di conservazione. BOH! Sul progetto di valorizzazione si leggono le stesse frasi riportate e già lette altrove. Una delle prime scelte è stata quella di mantenere la viabilità dell’area monumentale, una scelta dovuta alla brillante constatazione che gli esseri umani ancora non volano autonomamente. Dunque passerelle! Che, per ragioni economiche, sono inevitabilmente brutte, ma facilmente asportabili. Per la Fiera di sant’Orso, dunque, altro cantiere, altri costi per smontare e rimontare un soppalcato più grande. La  grandezza originaria si vedrà a fasi alterne? E solo per qualche privilegiato che indovinerà quella giusta? BOH! Insomma, secondo l’Illuminato la scelta dei materiali così brutti è a causa della crisi economica! Ma se i soldi per un intervento bello, funzionale, importante e corretto non c’erano perché dare il via al progetto? Non era meglio lasciare ai posteri la possibilità di una progettazione consona al valore della Porta Pretoria e limitarsi al consolidamento? No! Ci sono appettiti da sfamare oggi! Quindi ora si spende per qualcosa di osceno e domani si spenderà per risolvere l’oscenità creandone un’altra e via facendo. L’ultima parte dell’articolo merita attenzione a sé.

Braccia rubate!

26 giugno 2013
Braccia rubate!

Braccia rubate!

Bravo madame!

23 giugno 2013
Che altro fare?

Che altro fare?

Molta solidarietà e condivisione di pareri con gli aostani, questo pomeriggio alla Porta Pretoria. Solo un impresario si è detto d’accordo con l’intervento e con il ragazzo della mattina fanno due favorevoli, tutti gli altri invece si sentono offesi dallo scempio compiuto. Molti pensavano che le passerelle-ponti fossero provvisorie e hanno escalamato con una certa vivacità di parole il loro disappunto, quando hanno scoperto la verità. Un turista si è rifiutato di fotografare – E che porto a casa il ricordo delle ringhiere? – Un altro si è messo a urlare la sua indignazione – Vengo tutte le estati ad Aosta, ma questo scempio è da denunciare! – Una coppia di francesi si sono lamentati per la violenza del progetto e con il mio cartello mi sono guadagnata un – Bravo madame!

Fa schifo!

22 giugno 2013
Sabato 22 giugno 2013 dalle ore 10 alle ore 12. L'intervento riprende nel pomeriggio dalle ore 18 alle 20 circa.

Sabato 22 giugno 2013 dalle ore 10 alle ore 12. L’intervento riprende nel pomeriggio dalle ore 18 alle 20 circa.

Aria fritta e rifritta 2

5 giugno 2013

Alla domanda del giornalista, Marco Camilli, di aostaoggi tv, sull’intervento, molto discusso, alla Porta Pretoria, Viérin dirotta, anche in modo maleducato, su Saint-Martin-de-Corleans, come se questa grande opera fosse immune da polemiche. Dice che le risorse sono state diluite per dare fiato alle scuole di montagna. Non dice della proposta che di risorse ne succhierebbe molte, di una Beauty Farm per rendere più accattivante l’offerta, come se le stele antropomorfe risalenti all’età del rame, non bastassero. Curiosa idea di cultura quella dell’ex assessore. Tornando all’argomento il leoncino si giustifica, adducendo al finanziamento europeo: non sono soldi nostri, quindi chissenefrega. Come se lo scempio fosse meno grave perché gratis. E poi gratis non lo è dal momento che anche i fondi europei provengono dalle tasche dei cittadini. Curioso modo di considerare l’Europa, quello del nostro progressista. Il leoncino dirotta le responsabilità su il Comune e sulla Soprintendenza con le loro scelte tecniche (un agricolo come Sovraintendente!) che non sono politica e cioè non dipendono da lui. Curioso modo di essere leader quello di rifiutare le propria responsabilità. Conclude riaffermando, in modo molto soft, la bontà dell’intervento: portare la Porta Pretoria alla sua altezza originale. Gracida ancora la parola Restitution! Volano di turismo culturale! Lamenta lo smontaggio del mostro di ferro accanto al Teatro romano e questo rammarico lo tatua per sempre come colui che è totalmente privo di senso estetico, di amore e di interesse verso il patrimonio culturale che lo circonda. (altro…)