“Stop all’Italia delle Repubblichette“, dichiara Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte e del Comitato delle Regioni. E il pelo si rizza su tutte le schiene dei politici valdostani. Tutti pronti a dar battaglia per difendere l’Autonomia dagli attacchi di chi la vuole mettere in pericolo anche solo con una frase. C’è molta suscettibilità in Valle d’Aosta. La Costituente di Cogne è il primo passo per elaborare una strategia in difesa dell’aria fritta. “C’è una storia e una cultura da rispettare“, sostiene la Favre, presidente di UVP. La Storia, secondo la tradizione alpina, è solo quella fetta che ci interessa. Quella parte estrapolata dal mare infinito dei fatti umani che ci fa gioco. Il resto è leggenda. (Ricordo che il nostro capoluogo l’ha fondato un imperatore romano). Alla casta locale interessa solo un pezzo di Storia: QUEL pezzo di Storia. Ben sigillato in bacheca come un fossile da museo. Feticcio da rispolverare con puntualità per esorcizzare la Storia: quella che va avanti. Quella che riattiva il fuoco dell’eterna ricerca e non idolatra le ceneri di un passato ormai privo di senso. La casta si aggrappa allo Statuto che osanna come un dogma religioso e che, in quanto tale, non va mai discusso. Un Dio che ci sovrasta e che ci protegge dai demoni. Ma i demoni noi ce li abbiamo in casa! Allevati e protetti e mantenuti. Sono loro ad avere paura delle dichiarazioni di Chiamparino! Perché è chiaro che ampliando i confini delle competenze, viene meno il loro spazio vitale. Più ricca si fa la scelta per la rappresentanza e più alte sono le possibilità che non vengano eletti o rieletti. In fondo quella dei politici altro non è che una corporazione professionale che difende i propri privilegi da una maggiore competitività. Come lo è quella dei notai, dei taxisti, degli avvocati, dei farmacisti, delle guide turistiche… il fine è sempre quello della salvaguardia di se stessi: la Storia che si ripete.
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Sempre la stessa Storia!
9 febbraio 2015Nozze gay ad Aosta
1 luglio 2010“Amato amante, dovunque tu vada il mio amore ti segue, dovunque io resti il mio desiderio ti abbraccia.” Queste parole sono di Sant’Anselmo di Aosta dedicate a Gilberto uno dei suoi amori. Chissà se questo aspetto della sua vita è stato ricordato nelle celebrazioni per il IX centenario della sua morte. Eppure è stato un aspetto importante e in quel tempo neppure negato. Con questo illustre predecessore, la città di Aosta potrebbe farsi garante delle coppie omosessuali. Con un gesto simbolico, come ha fatto a Torino il sindaco Sergio Chiamparino, il nostro Bruno Giordano potrebbe celebrare le prime nozze gay del capoluogo. Invitare il prossimo Gay Pride. E non dimentichiamo che Aurelio Mancuso, per lunghi anni Presidente dell’Arcigay, è nato proprio qui, ad Aosta! Di segni, passati e presenti, ce ne sono a sufficienza per aprire una porta doverosa, per dare un’impronta di civiltà.
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