Posted tagged ‘Scempio’

La grande bruttezza!

24 settembre 2014
Qui una volta c'erano degli orti e gli abitanti facevano a gara a chi aveva l'insalatina più bella.

Qui una volta c’erano degli orti e gli abitanti facevano a gara a chi aveva l’insalatina più bella.

C’era una volta un quartiere, esempio di urbanizzazione sociale. C’erano le case e gli orti e i negozi. La scuola e la chiesa. Stava lontano dalla città per meglio controllare gli operai e la loro rabbia. Stava anche lontano dalla fabbrica, ma c’erano le biciclette e tutti avevano una bicicletta. Un paese ordinato. Un modello di architettura popolare che aiutava chi lo viveva a sentirsi parte di una comunità. Il quartiere aveva un’identità chiara e definita. Diviso per gerarchie sociali, rappresentava la fabbrica. Oggi rappresenta solo il degrado di una società priva di una qualsiasi identificazione. Gli orti sono stati sostituiti dai parcheggi, i tigli abbattuti. San Giuseppe, patrono dei lavoratori, sepolto e abbandonato. La società cambia, ma sta agli uomini controllarne il cambiamento, fornire un indirizzo, una direzione del vivere. Nessun modello ha sostituito quello precedente. Se nell’urbanizzazione dei primi del ‘900 c’era un progetto attento alle necessità degli abitanti: gli orti per permettere agli operai ex contadini una valvola di sfogo, oggi si è soltanto cercato di risolvere il problema abitativo senza pensare alle conseguenze che determinate scelte potessero avere sulla vita dei condomini. Il risultato è questa desolazione. L’assenza di una condivisione comunitaria di un territorio.

Chi ci salverà?

4 ottobre 2013

Il sindaco di Aosta, Bruno Giordano, in Consiglio comunale risponde così a una interpellanza di Alpe riguardo all’intervento di “valorizzazione” della Porta Pretoria: “L’estetica è un enigma”. Forse voleva dire, come il principe Myskin disse nell’Idiota di Dostoevskij: “La bellezza è un enigma”, c’è una discreta differenza. Ma in questo caso non si tratta né dell’una né dell’altra, si tratta di rispetto verso la Storia e verso i cittadini. L’intervento avvilisce il monumento imprigionandolo in una serie di banali ringhiere d’acciao; svilisce il contesto medioevale con un buco inutilizzabile, se non per raccogliere cartacce e lattine; oltraggia il vissuto dei cittadini e condiziona il loro presente con un passaggio che non permette nessun tipo di socialità. “Tuttavia – aggiunge sempre il sindaco – i tecnici e gli studiosi anche di fuori Valle apprezzano e lavori fin qui condotti”. (Chi sono?) Il nostro parere non conta nulla! Ho raccolto più di trecento firme contro lo scempio istituzionale e ho ascoltato numerose lamentele al riguardo, sono certa che la maggioranza dei valdostani non apprezzano l’opera, ma questo Bruno Giordano fa finta di non saperlo.

Studiate apposta!

28 agosto 2013
Andate a caccia delle ringhiere sparse per il mondo e Patuasia sarà lieta di pubblicarle!

Andate a caccia delle ringhiere sparse per il mondo e Patuasia sarà lieta di pubblicarle!

Dopo averle notate in un magazzino commerciale della Plaine e in una casetta monofamiliare nel centro storico di Aosta, ecco che sul lungomare ligure le ritroviamo!  Eppure, come ci ha ricordato la professoressa Elena Brezzi Rossetti, queste ringhiere avrebbero dovuto essere progettate e create  appositamente per le passerelle della Porta Pretoria! Con lo scopo di ridare all’importante monumento romano la sua originalità!

La logica

24 agosto 2013

Ci sono lettere ossequiose, lettere gentili e poi ci sono quelle che nel gergo popolare vengono definite vere e proprie marchette. Io, prudentemente, preferisco usare il termine spot. Mi sto riferendo alla lettera sulla Stampa a firma di una certa Elena Brezzi Rossetti a cui si aggiunge una generica Università di Torino, giusto per sottolineare la competenza di chi scrive. (Ah ah ah). La competente-generica scrive di una Porta Pretoria liberata dagli strati del tempo che la stavano consumando: sono certa che il tempo sarà molto meno generoso con lei e che il Monumento sarà ancora lì, magari liberato dall’idiozia che attualmente lo governa, quando lei e i suoi pronipoti e ancora, non saranno che vaganti granelli di polvere. Eggià, questa menata dell’intervento salvifico urgentissimo, ma contraddetto da altre dichiarazioni che affermano uno stato di eccellente conservazione, nonché dalla descrizione che ne fanno i diversi dépliant turistici e lo stesso sito del Comune di Aosta, dovrebbe tappare la bocca di chi competente non è. Zittire le polemiche con una presunta saccenza. Ma il buon senso e la buona vista non hanno bisogno di una laurea, semmai è il contrario. L’effetto torsolo deformava appena un arco laterale e di certo non ne comprometteva la stabilità. Giusto però intervenire, ma per favore non scarichiamo la responsabilità dello scempio sulla necessità di garantire la sopravvivenza del monumento romano che non era affatto compromessa! La generica-competente scrive di un rapporto spaziale prospettico recuperato dallo scavo in grado di riportare la struttura all’aspetto scenografico di epoca romana. L’unica prospettiva nuova è quella che si sviluppa dall’alto in basso ed è compromessa dal reticolo ferroso delle passerelle. Era quella la scenografia romana? Dal Decumano la fruizione rimane, per quanto riguarda l’altezza originale, quasi la stessa, ma disturbata dalle inevitabili recinzioni che ingabbiano l’intera Porta. Non dice la competente-generica che con questa difficile e delicata operazione è stata stravolta completamente la vivibilità dell’area e che il cortile d’arme è diventato solo un mero e triste passaggio. Su questo tace. Preferisce accusare con garbo: “Non tutti sono in grado di cogliere le potenzialità di un simile intervento“. Preferisce giustificare: “Frutto di ponderati studi sulla salvaguardia e di lunghe discussioni fra esperti”. Caspita! Lunghe discussioni per scegliere ringhiere che vengono abitualmente usate nei centri commerciali? Accurati studi di esperti per decidere una tipologia di piastrelle poi subito sostituita? La generica-competente preferisce elogiare la Soprintendenza: “… non c’è bisogno di entrare nel merito del cantiere per comprendere che le passerelle sono una buona soluzione.”. Fa sue le parole di altri: “Va notato che si tratta comunque di un’operazione non conclusa che si potrà giudicare solo alla fine, ma che ha già il valore di uno sforzo mirato a garantire la conservazione e la corretta lettura della Porta Praetoria…”. Si prospetta una copertura, ma nessuno ci ha mai presentato un progetto per capire come si intende effettuarla. E poi cosa c’entrerebbe con l’originale? Da una parte si scava per ridare al Monumento la corretta lettura e dall’altra lo si imbastardisce con un tetto? C’è una logica in tutto questo? Sì, una logica c’è e la conoscete anche voi. (Firmate la petizione, grazie).

Firmate, grazie

15 agosto 2013

Vi ricordo di firmare e di far firmare la petizione contro lo scempio della Porta Pretoria e il ripristino della piazzetta. Cliccate qui accanto, grazie.

Il FAI risponde

22 luglio 2013

Ho scritto un po’ a tutti dello scempio che riguarda la Porta Pretoria e cominciano ad arrivare le risposte. Questa è quella dell’ufficio Ambiente e Paesaggio del FAI (Fondo Ambiente Italia).

La ringraziamo per la sua mail e per essersi rivolto al FAI.

Condividiamo pienamente il suo disappunto, purtroppo questo genere di interventi che dimostrano una totale noncuranza per la rilevanza del bene monumentale, costituiscono un problema che ben conosciamo e che da tempo il FAI cerca di combattere; anche perché in questa circostanza c’è stato l’avallo della Soprintendenza e anche quello dell’amministrazione comunale.

Prendiamo comunque atto della sua segnalazione e cercheremo di effettuare i dovuti approfondimenti.

Ringraziandola per la fiducia accordata al FAI, le porgo i miei più cordiali saluti.

Presto, più presto!

18 giugno 2013

Qualcuno su fb mi ha definita petulante, e credo che abbia ragione. E’ vero sono puntigliosa, insistente, seccante e sfacciata. Dunque… la signora Cinzia Joris su fb ha dichiarato che la Porta Pretoria ” doveva essere liberata da terra e asfalto al più presto, basta guardare lo stato di degradazione della struttura in corrispondenza del precedente piano di calpestio.” Secondo l’archeologa di Archeos, la società di Luigi Monteleone, la Porta Pretoria versava in così cattive condizioni da dover effettuare al più presto degli scavi per consolidare il monumento. Ma io ricordavo, da precisina impossibile quale sono, di aver letto altro, ho fatto quindi una piccola ricerca e ho trovato una dichiarazione ansa del settembre scorso che così diceva: “L’intervento richiede, in via preventiva, un investimento di circa 1,2 milioni di euro e riguarda uno dei monumenti archeologici di epoca romana piu’ importanti al mondo, costituito da strutture antiche in eccezionali condizioni di conservazione…”. Anche in un precedente comunicato ansa del 23 luglio 2012 si sottolineava la buona conservazione della Porta Pretoria: “Costituita da strutture antiche in eccezionali condizioni di conservazione e inserita in un contesto urbano ricco di vestigia romane, la Porta Pretoria e’ la piu’ importante porta urbica di Augusta Praetoria …”. Dunque in cosa consisteva tanta urgenza? E l’obiettivo del restauro, quello espresso dall’ex assessore Laurent Viérin sempre nel medesimo comunicato ansa, che consisteva nel ” ricomporre l’immagine architettonica originaria della Porta Pretoria, attualmente compromessa da una stratificazione urbana che in circa 2000 anni e’ cresciuta di circa 2,50 metri” è stato raggiunto?

Mai più!

17 giugno 2013
Così non la vedremo mai più! Addio alla storia sostituita dalla stupidità e dall'ingordigia.

Così non la vedremo mai più! Addio alla storia sostituita dalla stupidità e dall’ingordigia.

Grazie amministratori per averci ridato lo splendore di questa Porta Pretoria di importanza internazionale. Grazie per offrirci ogni giorno la sua originaria bellezza e monumentalità. La vostra sensibilità e la vostra cultura unite da una competenza professionale senza pari, ci aiutano a crescere in armonia con l’ambiente urbano che ci ospita. Diventiamo migliori grazie al vostro mirabile esempio nel rispetto che nutrite verso il passato e verso la bellezza. Perché la bellezza nutre ed educa. Ci rende più virtuosi e tolleranti. La bellezza pacifica e ci restituisce appieno la nostra umanità.  I turisti porteranno a casa un ricordo incantevole della nostra città così saggiamente amministrata. Grazie.

Bello schifo!

16 giugno 2013
Ci hanno restituito la monumentalità del ferro!

Ci hanno restituito la monumentalità del ferro!

Luigi Monteleone è imprenditore buffo, molto stimato dagli amministratori che di personaggi a loro simili, amano circondarsi. I risultati invece non sono buffi, ma tragici e questi ce li becchiamo noi. Leggete cosa ha detto per la Vallée Notizie: ” Bisogna partire da un presupposto ben preciso, nel senso che le passerelle non sono la cosa più importante della Porta Pretoria, poiché sono nate per valorizzare il monumento, isolandolo per proteggerlo dal contesto che la circondava, cioè asfalto, intemperie, sale invernale e umidità dal terreno. Tutto quello che è stato realizzato fino a oggi è frutto di un progetto destinato a preservare la Porta Pretoria“. Analizziamo il testo di questo luminare dell’archeologia. Secondo Monteleone le passerelle non sarebbero la cosa più importante! Davvero? A me sembra che oggi lo siano diventate: è tutto un corrimano di ferro, di putrelle gigantesche che attraversano e riattraversano l’intera aerea. La cosa più importante doveva rimanere la Porta Pretoria! E non ci volevano geni dell’ingegneria come Giorgio Bernini e Alberto Buzzi e dell’architettura come Fabio Maschio e della carpenteria come Attilio Acerbi e dell’impresa come Luigi Monteleone per raccontarcelo. Lo sapevamo già e da molti anni. Loro invece sapevano altro. Sapevano di un intervento di valorizzazione dei loro portafogli senz’altro. La Porta ne esce svilita e rimpicciolita. Rispetto al piano precedente le passerelle sono posizionate più in alto di circa 50 centimetri e questo mortifica quella monumentalità che invece doveva essere restituita (Viérin li sai leggere i progetti?). I muraglioni di cemento sono così impattanti che ce ne vuole per immaginare l’antico fasto. Passeggiare sotto le passerelle permetterà di vedere le putrelle dal basso e tutta la meraviglia di un’era antica che non si proverà è costata più di un milione di euro. Ma sono soldi europei, soldi da rubare, soldi da dare agli affezionati e della romanità chissenefrega!

Scempio alla Porta Pretoria!

1 giugno 2013
Non era questo il binario che ci aspettavamo!

Attenti al treno!

Questo diceva l’ex assessore Viérin: “Il recupero della Porta Pretoria – ha precisato l’assessore regionale alla cultura, Laurent Vierin – e’ propedeutico alla valorizzazione dell’area est della citta’ romana dove gia’ abbiamo lavorato al restauro del teatro romano, dopo 24 anni di lavori, e alla riqualificazione dell’area diventata polo di attrazione e di spettacoli”. Obiettivo del restauro e’ ricomporre l’immagine architettonica originaria della Porta Pretoria, attualmente compromessa da una stratificazione urbana che in circa 2000 anni e’ cresciuta di circa 2,50 metri.

E secondo voi questa sarebbe la Porta romana ricomposta?