Posted tagged ‘Scandalo Fontina’

Mafia di casa mia!

22 ottobre 2014

Inquietanti sono le minacce che l’avvocato, Gianpaolo Zancan, ha fatto emergere durante l’arringa difensiva in favore del suo cliente, Riccardo Orusa. Intimidazioni pesanti, ricevute dal direttore dell’Istituto zooprofilattico da parte di alcuni allevatori valdostani (il mitico mondo pastorale des nos-atre!). Si direbbe il classico metodo mafioso: se fai qualcosa che ci può danneggiare, in questo caso la richiesta d’impiego del gamma test interferone per rilevare la presenza della TBC, noi te la faremo pagare. Ipotesi credibile basta associarla agli incendi di fienili, alla tradizionale legnata dentro al sacco (ha un nome preciso, ma al momento mi sfugge potreste ricordamelo?) e ad altri fatterelli che provano, anzi consolidano, la teoria di una mafia autoctona e autonoma.

Paillettes di montagna

11 ottobre 2010

Nell’editoriale dell’ultimo numero di Alpe, il coordinatore del movimento omonimo, Carlo Perrin, parla di se stesso e del mondo agricolo nel quale ha sempre vissuto (je suis berger a coté des bergers). Di quel mondo avverte nostalgia, ma anche senso di isolamento, di desolazione. Un mondo entrato in crisi che non esprime simpatia. Con tutto il rispetto verso le persone oneste che pur ci sono (i miei nonni erano allevatori e contadini), non riesco a considerare la categoria degli allevatori valdostani come una categoria nel suo complesso sana. Lo scandalo della Fontina adulterata, l’importazione clandestina del seme, le stalle non registrate, le analisi contraffatte, il fieno straniero, sono solo alcune delle voci raccolte nella grande truffa ai danni della Regione, dello Stato e della Comunità Europea. I politici hanno cercato di ridurre l’entità dello scandalo, perché i truffatori sono loro elettori e appartengono a una lobby forte e protetta. Altro che pauvre paysan! Il paesaggio è cambiato caro Perrin! E non si tratta, come è stato detto, di qualche mela marcia, no! Si tratta di un meccanismo ben oliato e organizzato con tanto di veterinari (Claudio Trocello in servizio presso la USL, Davide Mila convenzionato ANABORAVA ecc…) e laboratori di analisi compiacenti che, fra le altre cose, alteravano la prova tubercolinica per consentire agli allevatori di poter accedere ai diversi contributi, mutui, premi previsti (LA.ECO.VET S.a.S di Rossella Badino). La parola giusta è TRUFFA! Le bovine fecondate con liquido seminale di tori svizzeri non certificati con successiva  falsa registrazione di nascite autoctone e in via di estinzione; il foraggio”straniero” usato per l’alimentazione delle mucche e successiva produzione della Fontina Dop in contrasto con il disciplinare; i formaggi, fra cui anche la Fontina, prodotti da latte proveniente da bovini malati e da allevamenti non autorizzati; la macellazione di carni valdostane risultate affette da tubercolosi; le importazioni clandestine di bovini svizzeri che andavano a sostituire quelli deceduti tramite recupero del bolo o del bollo auricolare; le falsificazioni dei documenti; le stalle non registrate; il risanamento parallelo; l’importazione clandestina e l’uso improprio di medicinali a uso veterinario, sono azioni criminali che coinvolgono un alto numero di persone che hanno potuto fare affidamento su una vasta rete di conoscenze istituzionali (l’assessore Lanièce aveva inviato ai NAS una missiva in cui chiedeva di “evitare il ricorso al gamma interferone” e il Presidente Rollandin lamentava, con il Comandante Gruppo dei Carabinieri, il Ten. Col. Guido Di Vita, la propria preoccupazione per il ripetersi dei controlli dei NAS di Torino che vanificavano quelli previsti dalla stessa Regione. ). Nel mondo dei paysans il walzer dei contributi c’è sempre stato: vent’anni fa il businnes si faceva sulle vacche morte di TBC, spesso sane, oggi sul contrario. La compiacenza del potere verso questo habitat pure. C’è spregiudicatezza e capacità delinquenziale in tutto questo e non sarebbe male cercare di capire da cosa ha origine. Troppi contributi facili?

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EBBRAVO!

2 settembre 2010

Ebbravo Fabio Protasoni che scrive una lettera al direttore di Aostasera.it, interrogandosi sui fatti recentemente emersi nel mondo agricolo e in quello sanitario.” Se un sistema sociale ed economico come il nostro, fortemente incentrato sulla presenza istituzionale, comincia a presentare i sintomi di comportamenti e condotte che non sono più semplicemente individuali ma che sembrano prefigurare strutture e consorterie, al di là degli esiti giudiziari, credo che occorrerebbe correre ai ripari.” Così si esprime. Rimandiamo alla lettera che è lunga e interessante. E rileviamo, ancora una volta, che è un semplice cittadino a muovere delle considerazioni sui fattacci accaduti. Dai partiti niente!

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Stato di famiglia

29 agosto 2010

- Se sapevano dovrebbero dare le dimissioni! - - E se non sapevano dovrebbero dare le dimissioni! -

La prima pagina della Stampa di oggi mostra due articoli che offrono un’immagine di chez-nous piuttosto inquietante: “Indagati due consiglieri regionali”, il primo e “Day Hospital, nei guai tre primari”, il secondo. Bel quadretto di famiglia! Nell’inchiesta sul bestiame, avviata un anno fa e che l’assessore all’Agricoltura, Giuseppe Isabellon aveva minimizzato, circoscrivendo il tutto a poche mele marce (Federazione della Sinistra ne aveva chiesto le dimissioni), sono emersi nomi nuovi che vanno ad aggiungersi ai numerosi coinvolti (settantacinque fra veterinari, allevatori, produttori di formaggi e amministratori): Piero Prola, già sindaco di Verrès e ora consigliere regionale, Mauro Bieler, Presidente della Fondation Grand Paradis e consigliere regionale, Edi Henriet, Direttore dell’Arev, Riccardo Orusa, Direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Nomi illustri! Secondo le indagini e le ricettazioni, pare che tutti sapessero tutto circa la “prassi di truccare la prova tubercolinica, grazie all’uso di farmaci cortisonici”. Dalle dichiarazioni espresse poi dalle persone implicate pare che nessuno sapesse di essere indagato. Tale innocenza lascia supporre che il loro comportamento non fosse ritenuto così anomalo, ma in perfetta simbiosi con l’ambiente circostante. Ma “l’ambiente” non finisce a Pont-Saint-Martin! Le accuse sono pesanti: associazione a delinquere, truffa ai danni della Regione, maltrattamento e uccisione di animali, frode in commercio. Staremo a vedere. Certo che l’ipotesi di un diffuso sistema criminoso-mafioso non è fantascienza, ma ha radici più profonde di quello che si immagina.

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Brava gente!

22 dicembre 2009

Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi...

Non è bastato l’arresto per fermare l’attività criminale di Eliseo Duclos ed Elio Louisetti: imperterriti hanno continuato a produrre formaggi con latte non autorizzato. Il latte proveniva dalla stalla non registrata di Elio e veniva venduto in nero al caseificio di Eliseo, con la copertura, pare, di Claudio Trocello, il veterinario amico. Le 150 forme di formaggio sono state requisite e i teppistelli saranno multati. Qualcuno sa dirci se la Regione autonoma Valle d’Aosta si è costituita parte civile nel processo che vede indagate così tante brave persone?

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A Giuseppe Isabellon!

14 novembre 2009

altan

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