Così dichiara dalle pagine della Stampa, il presidente dell’associazione Art&Incontro: ” Queste associazioni servono a incoraggiare i tanti che coltivano l’hobby della pittura, convincendoli a esporre. Perché spesso agli inizi manca il coraggio di osare. Bisogna invece “osare”, “osare”, “osare”…”. Non è il caso della città di Aosta che vede una aguerritissima associazione di autodefiniti “artisti valdostani” che il verbo osare l’ha applicato da sempre ricevendone innumerevoli vantaggi. Forte di un alto numero di iscritti, in un posto dove ciò che conta è la quantità che si tramuta in voto e non la qualità più impermeabile alla metamorfosi, la lobby, presieduta da Antonio Vizzi, ha di fatto conquistato quasi tutti gli spazi espositivi del capoluogo. La Saletta comunale vede esposti i risultati del loro tempo libero, così come la Saletta san Grato che, umiliando un piacevole affresco del ‘500, è diventata addirittura la loro galleria. Anche la Saletta Finaosta non ha resistito al fascino dell'”osare”: cinque mesi l’anno ospita il diletto hobbystico di un centinaio di appassionati. Spesso anche la saletta dell’Hotel de Ville con mostre a tema, apre le sue porte agli amanti del pigmento a olio. Sono tanti, tengono famiglia e hanno amici, con loro il successo è assicurato e non solo quello legato alle esposizioni. Mario Sposito, il presidente di cui sopra, si lamenta che in Italia i piccoli eventi, considerati dei sottoprodotti, vengono snobbati. Non so esattamente come ci si comporta fuori dai confini dell’autonomia, ma di certo i sottoprodotti qui trovano spazi aperti e finanziamenti calorosi.
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Il coraggio di osare…
19 giugno 2014Comodo il comodato!
13 ottobre 2013Per sostenere una tesi ci vogliono delle prove o perlomeno dei documenti, così sono andata a cercare la delibera che mi serviva. Il suo codice è questo: n.26 del 12/04/2013. L’oggetto: Area A2 – Patrimonio – Gestione della sede espositiva denominata “Cappella di s. Grato” – Affidamento gestione/Indirizzi di Giunta. Nella premessa della delibera si legge che il restauro della Cappella è avvenuto nel corso dell’anno 2007 e che la sua destinazione d’uso era quella di punto informativo di tutte le iniziative a carattere culturale inerenti il territorio della Valle d’Aosta. Si auspica la collaborazione con la Regione in quanto la stessa e non il Comune, è in possesso della necessaria esperienza e capacità adatta a meglio valorizzare la qualità della saletta espositiva. (Evviva l’autonomia del Comune di Aosta!). Ma andiamo avanti. Si ricorda che in data 22.10.2007 veniva sottoscritta la Bozza di Convenzione tra Regione e Comune per la gestione anche della sede espositiva in oggetto con scadenza 31.12.2010, tacitamente rinnovabile. Si ricorda ancora che in una nota del 07.11.2012 a firma Paron e Baccega, si chiedeva alla RAVA di scorporare dalla Convenzione il sito di via De Tillier, richiesta che è stata accolta e formalizzata con determinazione dirigenziale il 26.02.2013. (Il Comune cinque anni dopo circa, si riprende la Cappella!). Perché? Perché, sempre scorrendo la premessa della delibera, si apprende che due settimane dopo il Presidente dell’Associazione artisti valdostani, Antonio Vizzi, chiede di poter avere in comodato d’uso la saletta espositiva al fine di organizzare mostre collettive e personali. E che il giorno prima, l’Assessorato Istruzione e Cultura ha comunicato di non aver programmato nulla per tale sito e che in data 08.04.2013 la Regione effettua formale restituzione al Comune della ex Cappella di san Grato. Giusto in tempo per le elezioni regionali. L’Associazione artisti valdostani conta un ragguardevole numero di iscritti: come si può non contentare un poteziale elettorale così copioso? Infatti oggi la saletta è stata concessa in comodato d’uso gratuito all’Associazione per ben sei anni! A sostegno della mia tesi aggiungo che non c’è stata nessuna pubblicità ed evidenza pubblica della concessione di questo spazio che è di tutti gli aostani. Nessuna valutazione comparativa e trasparente tra diversi progetti di utilizzo che invece non sono stati sollecitati come avrebbe dovuto essere in nome della tanto decantata meritocrazia. La mia tesi? Una ennesima marchetta elettorale.
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