“ALPE: UN MOVIMENTO RESISTENTE CONTRO QUELLI CHE SI ALLEANO COL POTERE PERCHE’ AMANO IL POTERE. DI LIBERAZIONE C’E’ ANCORA BISOGNO. BUON 25 APRILE!“.
Siamo in campagna elettorale e questo partito usa la celebrazione del 25 Aprile per farsi propaganda. Si autodefinisce “Movimento resistente“. Cosa voglia dire non lo si evince, perché mica è chiaro chi siano coloro che si alleano al potere perché amano il potere. Neppure è chiaro cosa voglia dire potere, che viene interpretato nella sua esclusiva accezione negativa, quando senza non si va da nessuna parte. Ma viene subito agli occhi l’uso strumentale della parola “resistente” che fa il verso della commemorazione storica. Cazzo c’entra Alpe con la Resistenza che è un partito nato da un lustro o poco più? Niente, ma quell’allusione dà quel tocco di ribellione, quella brezza di libertà, quella scheggia di eroismo che cuce un abito che la disarticolata ALPE indossa per nascondere la sua pochezza. (Lasciamo perdere le iniziative da oratorio come la biciclettata).
Di Liberazione ce n’è tanto bisogno, soprattutto da questo abuso della Storia che la banalizza, finalizzato alla misera elezione di un partito.
Etienne Andrione, fondatore di “Esprit Valdôtain” e segretario della Fondation Chanoux, candidato sindaco per UVP, ALPE e Altra Vda, la coalizione che si taccia per centrosinistra, è uomo riconosciuto in quanto assertore dell’indipendentismo valdostano da sempre. Leggiamo dal sito Esprit valdotain: “Le 18 mai 1944 Emile Chanoux, chef de la Résistance Valdotaine, livré par la Résistance Italienne aux fauves fascistes, fut torturé à mort.” Secondo gli integralisti autonomisti, Emilio Chanoux fu consegnato alla belva fascista dalla Resistenza italiana. Ecco che ora il figlio del Mario, ex presidente di Giunta, è sostenuto dalla Sinistra-con-i-controcazzi, la stessa che intercala la parola “Resistenza” in tutti i suoi discorsi. Che canta “Bella ciao” sempre e ovunque e, oggi, candida un uomo che con la Resistenza italiana non intrattiene buoni rapporti. (altro…)
Nel suo discorso per l’anniversario del 25 Aprile, la presidente del Consiglio regionale, Emily Rini, ha preso del distanze dalle affermazioni del suo compagno di partito ed ex assessore alla Cultura e Istruzione, Joel Farcoz. Disse la Rini: “Gli eventi legati alla Resistenza influenzarono quindi la storia dell’immediato dopo-guerra. A partire dal 1945, una nuova fase cominciava. La rinascita non fu soltanto ricostruzione fisica di case, villaggi e strade, ma da qui nacquero le nuove istituzioni democratiche, quali il Consiglio Valle che mi onoro di rappresentare, così come vi fu un’opera di recupero della nostra cultura, delle nostre lingue, del nostro particolarismo che vent’anni di dittatura avevano tentato invano di annientare. È bene quindi prendere le distanze in maniera inequivocabile, e lo faccio oggi qui in maniera puntuale, da certe affermazioni fatte nei giorni scorsi che tentano di attualizzare politicamente la Resistenza paragonandola ad eventi dei giorni nostri, banalizzando così la storia terribile vissuta da un popolo, dal nostro popolo! “. Non ho ancora letto nulla al riguardo da qualche vip di Alpe e di UVP, eppure la dichiarazione fatta da Farcoz è stata di un certo peso politico e implica i nostri rapporti con lo Stato, devo quindi dedurre che questi partiti la condividono?
“In riferimento a quanto recentemente affermato dall’ormai dimissionario Assessore all’Istruzione e Cultura Farcoz in merito alla riattualizzazione dei temi della Resistenza in contrapposizione non più al Nazifascismo, ma allo Stato Italiano, giudicato come ingombrante e lesivo dell’Autonomia Valdostana, la segreteria del Partito Democratico VdA ritiene che tali parole, seppur pronunciate forse con una leggerezza inconsapevole del loro portato politico e storiografico, vadano stigmatizzate con forza, tanto più all’approssimarsi della ricorrenza del 25 aprile. La lettura sottesa alle dichiarazioni di Farcoz presuppone infatti una sostanziale equiparabilità tra uno Stato dittatoriale e la Repubblica Italiana, dal cui governo certamente si può dissentire, ma che rimane pur sempre uno Stato democratico, figlio di quella stagione partigiana che taluno con troppa facilità intende relegare in secondo piano. Con viva preoccupazione ci domandiamo altresì se l’ex Assessore abbia pronunciato quelle frasi per calcolo politico, con studiata volontà di forzare i dati storici, ovvero se esse non siano piuttosto frutto di una maldestra conoscenza della storia del nostro Paese.“. Ignorare la Storia è un fatto grave che non aiuta a capire il presente, se poi a ignorare è un assessore alla Cultura e all’Istruzione, beh che aggiungere?
Se l’intervento dell’assessore alla Cultura, Joel Farcoz, a Les Mots fosse stato un tema, il voto sarebbe stato quattro! Ma come cavolo si può scrivere: «Voglio ricordare il 25 aprile, ma soprattutto il 28 aprile, data di Liberazione della nostra Valle d’Aosta, sempre più attuale anche in questo momento in cui ci sentiamo sempre più oppressi da alcune sovrastrutture che cercano in qualche modo di alienare i nostri pensieri». (la Stampa.it). Oppressi da più strutture che cercano di alienare i nostri pensieri? E che è? L’invasione degli ultracorpi! Oltre la forma anche il contenuto è raccapricciante. La Resistenza va ricordata in quanto anniversario? Semmai è il 25 Aprile un anniversario, quello della Liberazione, dovuta in parte alla Resistenza dei partigiani bianchi e rossi, ma non rossoneri. L’Union valdotaine è nata dopo. E come si fa a paragonare quella Resistenza alla presunta resistenza contro lo Stato omologante e centralizzatore? Che dice Laurent Viérin? Non è anche lui d’accordo nel sostenere questa tesi, magari con un italiano migliore, anzi in francese? E gli alleati piddini, si smarcano da queste affermazioni perché hanno paura di ledere la perfetta armonia della Santa Alleanza?
L’Uv nasce nell’Ottobre 1945, ossia quando la Resistenza è ben conclusa. Dal 1943 -1945 la Francia gollista, con ottime e comprensibili ragioni, finanzia bande minoritarie di ispirazione filo-francese e separatista, che spaccano il CLN. Per fortuna, grazie a Federico Chabod e agli anglo-americani che fermano De Gaulle, rimaniamo Italia. Sennò diventavamo un dipartimento francese, retto da un prefetto, niente autonomia per Paperoni e nel 1960 les valdotains potevano fare i guerrieri alpini in Algeria, torturando i fellagha. Essendo andata diversamente, il giovane Viérin (da figlio di Prefetto…) può giocare al guerrigliero scrivendo “merde à l’Italie” sui muri… Disgusto per queste manipolazioni unioniste, che però delineano una strategia culturale: “chi è padrone del passato, disegna il futuro”. Il concetto gramsciano di egemonia culturale, concepito e realizzato dalla Vierin – family per 40 anni, si è estrinsecato in manifestazioni del XXV Aprile così formulate: “oggi la corale Emile Chanoux si esibirà al teatro Emile Chanoux, in piazza Emile Chanoux. Repertorio: canto “in morte di Emile Chanoux”. Alla fine del concerto la fondazione Emile Chanoux distribuirà premi agli studenti delle medie, autori di un tema su “la figura di Emile Chanoux.” La serata sarà allietata da danze in costume del gruppo folkloristico “Emile Chanoux”. Ad ogni spettatore verrà fatto omaggio di una medaglia ricordo con l’effigie di Emile Chanoux”. E mai nessuno a Sinistra, che di morti antifascisti in Vda ne ha avuti moltissimi (Aurora Vuillerminaz, Emile Lexert, Giorgio Elter, Guido Saba, l’ing Pollio Salimbeni ecc…), li ha mandati a defecare sulle ortiche…
Tanta retorica interessata mi disgusta. (roberto mancini)
"L'Union valdotaine ha il dovere di guardare avanti!".
La politica ha passi da bradipo, occorre rassegnarsi. Per mettere all’angolo Berlusconi ci sono voluti quasi vent’anni, nonostante abbia solo portato sciagure e sventura. Per mettere all’angolo Rollandin quanto tempo ci vorrà? Era tornato a fare il veterinario e si è respirata un’aria non dico buona, ma meno inquinata. Poi è stato mandato a Roma come senatore, anche con l’avvallo dei Ds. Nella capitale ha trovato gli agganci giusti e si è fatto riabilitare ora ce lo ritroviamo nuovamente a capo della Giunta. Grazie all’assenza totale di palle della maggioranza, MicaLaqualunque fa e disfa a suo piacimento, nomina questo e quello, per ultimo Bongiorno in qualità di amministratore delegato alla Deval (regaluccio per i rapporti romani con i big del Pdl). Ci piace questo regime? No! Possiamo cambiarlo senza l’Union? Al momento no. Dunque non ci resta che sperare che all’interno del movimento unionista tutti coloro che soffrono di dolori al basso ventre decidano di affrontare la diagnosi e cercare una terapia. Che la Stella alpina che già patisce non poco, chieda un analgesico e che il Pd e l’Alpe siano pronti con il clistere. Con la bocciatura da parte del congresso Uv della proposta di inserire nello Statuto il richiamo ai valori dell’ antifascismo, di fatto il partito prende le distanze dalla Resistenza e da quelle che dovrebbero essere le sue radici culturali. Secondo il segretario, Ego Perron, il partito deve saper guardare avanti. Cosa significa questa posizione? Che l’Union conferma, nonostante il fallimento, la sua lealtà al PdL: un partito moribondo che alle prossime elezioni non avrà neppure conservate le ossa. Questo tradimento (che ne pensa Chanoux?), potrebbe acuire le già profonde lacerazioni interne che sommate ai malesseri della Stella alpina darebbero un segno interessante per il futuro. Il nemico del mio nemico è mio amico, la massima di Mao è sempre verde nella strategia della politica. E la storia si cambia a piccoli passi.
Per il 25 Aprile, giorno della Liberazione dalla dittatura fascista, propongo questa mia intervista pubblicata su Aostaoggi.it, un piccolo, modestissimo contributo alla Storia che vide le nostre madri e i nostri padri dare la vita per la nostra libertà. Donne e uomini di ogni pensiero politico, oggi sempre uniti per difendere la nostra Democrazia.
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