Posted tagged ‘Regione Valle d’Aosta’
4 ottobre 2014
Riporto da facebook una parte dell’articolo sulla faccenda della ferrovia Aosta – Torino, firmato Ing. Matteo Jarre.
Nel 2010 l’amministrazione e la programmazione di tutti i servizi ferroviari passa dal controllo statale a quello regionale. Per le regioni a Statuto Speciale (tra cui la Valle d’Aosta) è necessario però un provvedimento ad hoc. Il decreto 194/2010 viene quindi approvato e subordina il passaggio di mano nell’amministrazione della ferrovia “alla definizione di almeno tre Accordi di Programma, con i quali devono essere definite: (1) le risorse[…] necessarie per la gestione del servizio; (2) gli interventi da attivare, incluso il rinnovo del parco rotabile; (3) gli interventi infrastrutturali necessari per riqualificare la rete ferroviaria.” (fonte: http://www.regione.vda.it). Dallo stesso sito veniamo a sapere che la Regione ha elaborato “una propria proposta per il primo degli accordi di programma, ma ad oggi essi sono ancora in fase di negoziazione”.
(altro…)
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Tags: Augusto Rollandin, Aurelio Marguerettaz, Ferrovia Aosta-Torino, Maurizio Lupi, Regione Piemonte, Regione Valle d'Aosta, Trenitalia
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13 novembre 2013
Siamo la Regione con il più alto numero di dipendenti regionali, categoria protettissima, e i grillini non hanno di meglio da chiedere che un loro aumento di stipendio? Il problema sono le risorse che vengono inghiottite in maggior parte nella spesa pubblica, fra cui appunto gli stipendi e vogliamo ridurre quello che resta per aumentarli? E gli investimenti? Ciccia? Cosa cercano i grillini? Facile consenso? Ritrovare la simpatia perduta dopo l’esternazione infelice sugli harem negli uffici? Davvero non capisco cosa vogliano ottenere con questa uscita populista che legittima il clientelismo passato, spero non si tratti di una riedizione regionale del… un milione di posti di lavoro! Più spiritoso lo slogan di Cetto La Qualunque.
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Tags: Aumento di stipendio, Dipendenti pubblici, Movimento 5 stelle della VdA, Regione Valle d'Aosta
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7 ottobre 2013
Sono tutti professoroni quelli indagati nell’indagine “Do ut des” per i presunti reati quali l’associazione a delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata. Le università coinvolte sono quelle di Bari, Trento, Sassari, Milano Bicocca, Lum, Valle d’Aosta, Roma Tre, Europea di Roma. Dunque fra queste risulta anche la nostra piccola e giovane università. C’è ancora qualcuno che sostiene che noi siamo diversi dal resto d’Italia? O questa nostra regione sa condensare in sé il peggio del Bel Paese. E qualche giornalista ha in corso una qualche indagine sul tema? Anche semplicemente si è posto qualche domanda pubblica? O il legame di “recipocra lealtà” si estende ben oltre le aule universitarie?
Categorie: Brutto esempio, Critica, Cultura morta, Degrado morale, Domande, Favori, Istituzioni, Mala Educazione, Università valdostana, Vergogna
Tags: Indagine "Do ut des", Regione Valle d'Aosta, Università della Valle d'Aosta
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6 ottobre 2013
Piero Floris, presidente di Alpe. Autonomo, senza tessere di precedenti partiti. L’uomo giusto per dare ad Alpe la sua più corretta identità: fino a ieri troppo autonomista, se non addirittura filo indipendentista. Così giusto da non avere rivali e ottenere l’unanimità del consenso. Alpe la si dava per spacciata ora, che si è creato il giusto equilibrio interno dopo anni di rodaggio che hanno limato molte punte, si presenta come l’unica forza senza riferimenti romani di centrosinistra. Non si potrà più dire che è un partito di transfughi unionisti (una mezza verità, ma la percezione che si avvertiva all’esterno era soprattutto questa). Affermazione che rimane veritiera per l’UVP che conserva tutte, magari appena annacquate, le caratteristiche del partito-madre. Cambia solo l’anagrafe del capo. Bene dunque questa boccata di autentica novità politica: un cambiamento non da poco che offre al Movimento interessanti prospettive. Se consideriamo il M5s valdostano orientato a sinistra, la somma nella minoranza di questa area politica è di dieci a sette. E’ sufficiente per contrastare il disegno politico dei Viérin di una grande Union?
Categorie: Clan dei Viérin, Democrazia, Politica valdostana, Uomini politici
Tags: ALPE, Clan dei Viérin, Piero Floris, Regione Valle d'Aosta, Union Valdotaine, Union Valdotaine Progressiste
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2 settembre 2013
Patuasia lo aveva detto. Più volte. L’ospedale di Aosta è un insopportabile cantiere continuo e non potrà che peggiorare con l’avvio dell’area nuova. Il sindacalista, Natale Dodaro, della Uil sanità è molto critico sulla situazione che si è venuta a creare nel laboratorio di analisi che è in fase di ristrutturazione. I locali utili si sono ridotti e, secondo le accuse, sono insicuri e potrebbero generare dei problemi. C’è da credergli. Non è possibile mantenere uno status adeguato e in tutta sicurezza se c’è un cantiere in corso. Provate a immaginare il prossimo futuro. Naturalmente per il direttore dell’Usl, Stefania Riccardi, tutto è in regola, tutto va bene. Andrà al Turismo…
Categorie: Critica, Degrado, Denuncia, Irresponsabilità, Mala Amministrazione, Persone pubbliche
Tags: Aosta, Natale Dodaro, Ospedale Umberto Parini, Regione Valle d'Aosta, Stefani Riccardi, Uil Sanità VdA
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27 agosto 2013
Tempo fa pubblicai la lettera di un certo signor André che trovava clamorosa quella pubblicata sulla Stampa a firma dei Trouveur Valdotèn, che lamentavano di non aver potuto terminare, come tradizione e con un finanziamento pubblico, la Fiera di sant’Orso. Oggi a Etétrad concluso e, a detta degli organizzatori, con un bilancio positivo, ecco che torna l’ancestrale crisi di astinenza: voglia di mamma Regione! “Tutto ha funzionato alla perfezione“, afferma Vincent Boniface. La gente è arrivata in massa e ha pagato il biglietto; la nuova edizione ha ricevuto l’entusiasmo del pubblico… dunque perché per i Trouveur è “indispensabile riallacciare i rapporti con la Regione?” (aostasera.it). A cosa servono “il bagaglio di esperienze, di conoscenze e di amicizie accumulato in trent’anni di attività”, se ancora quei musicisti sentono il bisogno del sostegno pubblico? Hanno dimostrato di farcela da soli e non è questo che importa a un professionista? Sono convinta che la cultura debba essere aiutata dall’amministrazione là dove non è possibile altro tipo di finanziamento; che è doveroso aiutare gli esordienti talentuosi e quando si affrontano temi di interesse sociale…, insomma mi pare che gli esordienti Trouveur non siano più tali, che abbiano dimostrato di aver imparato a camminare da soli, quindi, è giusto oltreché ovvio, che lascino ad altri quel sostegno che oggi non si può distribuire con l’abbondanza di ieri.
Categorie: Artisti in provincia, Domande, Folclore valdostano, Persone pubbliche, Politica culturale, Tradizione, Villaggio tribale
Tags: Etétrad, Regione Valle d'Aosta, Trouveur valdotèn, Vincent Boniface
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26 agosto 2013
La Commissione europea comunica che la Valle d’Aosta ha conquistato 26 posizioni nella competitività delle Regioni europee e si colloca al 189° posto! Rollandin esulta! Il lavoro fatto è stato riconosciuto, evviva! A livello nazionale da quasi ultimi siamo giunti nella fascia di mezzo! Cioè l’autonomia, l’abbondanza di risorse naturali ed economiche ci fanno ottenere questo “meraviglioso” risultato?
Categorie: Analisi spicciola, Delirio, Domande, Folclore valdostano, Sondaggi, Uomini politici
Tags: Augusto Rollandin, Commissione europea, Competitività regionale 2013, Regione Valle d'Aosta
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30 giugno 2013
Benedetto il signor Gianni Torrione che si unisce alla mia personale battaglia contro lo scempio compiuto alla Porta Pretoria. Prima di lui, ma dopo Patuasia (snobbata come sempre dai media, a parte la Gazzetta matin che ringrazio) sono arrivate le voci sdegnate di alcuni politici di minoranza. Se Torrione si esprime in politically correct che denuncia il suo trascorso di uomo politico, limitandosi a generalizzare, seppur in modo ironico, le responsabilità, la sottoscritta con un passato e un presente di libero-pensiero, preferisce fare nomi e cognomi dei principali responsabili che sono: il Sovrintendente ai Beni culturali, Roberto Domaine; l’ex assessore alla Cultura, Laurent Viérin; l’architetto Fabio Maschio e il capo della Direzione restauro della Sovrintendenza, Gaetano De Gattis; il Sindaco di Aosta Bruno Giordano e la giunta comunale, il Presidente della Regione, Augusto Rollandin e la Giunta regionale; seguono gli addetti che hanno realizzato i lavori. Ridicole le affermazioni di De Gattis che sostiene che l’attuale intervento è intermedio e in attesa di nuovi fondi europei. Quindi… appena i soldi ci saranno, se mai ci saranno, questo lavoro verrà smantellato (cioè soldi gettati che tanto sono dell’Europa e a noi checcefrega!). Solo nel caso di un nuovo tributo pubblico verranno riportati alla luce i reperti medioevali che, altrimenti (cioè per anni e anni a venire), rimarranno coperti dalla sabbia e da quel delicato telo di plastica blu. E poi chi ha deciso che la Porta Pretoria necessitava urgentemente di un intervento di conservazione… un amico di Luigi Monteleone? Il parere di quale noto esperto? Di uno fuori dai giochi e quindi dagli interessi o di chi si è fatto aggiustare la casa dall’impresario? Dubbi legittimi che nascono da una gestione pubblica dei beni culturali assai confusa e tutt’altro che trasparente (mafia locale?). La Porta Pretoria meritava un interesse internazionale, perché è un patrimonio di tutta l’umanità, non solo nostro. Ma la pasta fatta in casa è più saporita e fa ingrassare le tasche.
Categorie: Affari, Archeologia, Architettura, Battaglia, Bruttezza, Criminalità, Cultura morta, Degrado morale, Degrado urbano, Disonestà, Favori, Furti, Irresponsabilità, Mafia di montagna, Mala Amministrazione, Mala politica, Uomini politici, Villaggio tribale
Tags: Augusto Rollandin, Bruno Giorano, Comune di Aosta, Fabio Maschio, Gaetano De Gattis, Gianni Torrione, Laurent Viérin, Porta Pretoria, Regione Valle d'Aosta, Roberto Domaine
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21 giugno 2013
L’aerostazione non è una cattedrale nel deserto, ma l’aborto di una cattedrale nel deserto. L’edificio sta lì, fermo da troppo tempo a testimoniare la politica dello spreco che ha caratterizzato la Valle d’Aosta da diversi anni fino a oggi. Un già cadavere che si somma ad altri già cadaveri. Un mai nato che però è costato e continua a costare alla comunità. Anche in termini di salute. I lavori della nuova aerostazione dell’aeroporto di Aosta sono stati interrotti lasciando esposti alle intemperie i materassi di lana di vetro o di roccia che dovrebbero servire per coibentare l’intercapedine tra faccia interna e quella esterna delle pareti perimetrali. La lana di roccia non e’ necessariamente dannosa per la salute, a patto che sia chiusa e sigillata entro le pareti. Quando però viene dispersa o quando si stacca dall’involucro edilizio in cui è stata inserita, allora può dare origine a piccole particelle di polvere sottile e fibrille: queste con il logorio meccanico (vento e relativi attriti, ad esempio) e con il tempo possono originare a loro volta micro-particelle che, se a contatto con la pelle, mucose e apparato respiratorio, possono creare problemi di irritazione fino a provocare, in caso di contatto prolungato, continuativo e in dosi massicce a intossicazioni croniche. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Airc) ha posto la lana di vetro in classe 2BE’, ovvero rientra fra le sostanze “cancerogene di tipo sospetto”, nel senso che non ci sono studi ufficiali sufficientemente approfonditi al riguardo. In cantiere quando si manipola e’ sempre previsto l’uso di una mascherina filtrante per le vie respiratorie (DPI). Possiamo dire che la lana di roccia è un materiale che è bene non disperdere nell’ambiente, a dispetto di quanto sta avvenendo con l’abbandono dell’aerostazione. Bisognerebbe poter entrare nell’area di cantiere per vedere da vicino la situazione, ma il cantiere, per legge, non e’ accessibile senza autorizzazione.
Categorie: Ambiente, Architettura, Aria, Cultura morta, Degrado ambientale, Mala Amministrazione, Spreco, Trasporti
Tags: Aeroporto Corrado Ex, Aerostazione di Aosta, Inquinamento dell'aria, Regione Valle d'Aosta, Spreco risorse
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20 giugno 2013
Forse l’assessorato all’Ambiente si salva. Che i politici di maggioranza abbiano rivisto la questione ambientale dandole quell’importanza che merita? Che la difesa del territorio sia diventata finalmente una prerogativa irrinunciabile per una Regione come la nostra (ma lo sarebbe per tutte) che vuole vivere principalmente di turismo? Con l’uso che ne ha fatto la precedente assessora, Manuela Zublena, l’assessorato poteva benissimo essere incorporato a quello dei Lavori pubblici: centraline a go-go, pirogassificatore, strade, ampliamento di immobili ecc ecc… tanto che veniva naturale vederlo scomparire, ma ora si riesamina la faccenda. Dunque perché? L’amore verso la natura non c’entra, il sentimento che anima la poltica è quello dei rapporti di forza fra i due partiti di maggioranza: Union e Stella alpina. Quest’ultimo vuole tre posti apicali e con sette assessorati e due presidenze sono, per l’UV, troppi. Se gli assessorati rimanessero otto si conserverebbe l’attuale pallottoliere e quindi la proporzione sarebbe accettabile. Grande amore verso la natura quello che nutre l’anima dei nostri autonomisti.
Categorie: Casta, Chiarezza, Cultura morta, Mala politica, Natura Morta, Politica valdostana
Tags: Assessorato Ambiente VdA, Regione Valle d'Aosta, Stella Alpina, Union Valdotaine
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