Posted tagged ‘Regione Piemonte’

Servizio? Ferroviario?

4 ottobre 2014

Riporto da facebook una parte dell’articolo sulla faccenda della ferrovia Aosta – Torino, firmato Ing. Matteo Jarre.

Nel 2010 l’amministrazione e la programmazione di tutti i servizi ferroviari passa dal controllo statale a quello regionale. Per le regioni a Statuto Speciale (tra cui la Valle d’Aosta) è necessario però un provvedimento ad hoc. Il decreto 194/2010 viene quindi approvato e subordina il passaggio di mano nell’amministrazione della ferrovia “alla definizione di almeno tre Accordi di Programma, con i quali devono essere definite: (1) le risorse[…] necessarie per la gestione del servizio; (2) gli interventi da attivare, incluso il rinnovo del parco rotabile; (3) gli interventi infrastrutturali necessari per riqualificare la rete ferroviaria.” (fonte: http://www.regione.vda.it). Dallo stesso sito veniamo a sapere che la Regione ha elaborato “una propria proposta per il primo degli accordi di programma, ma ad oggi essi sono ancora in fase di negoziazione”.

(altro…)

Proposta decente

9 luglio 2012

Riceviamo da François Burgay e volentieri pubblichiamo.

Il governo piemontese ha davvero toccato il fondo: prima ha frodato i suoi cittadini abrogando la legge regionale sulla caccia in modo da annullare il referendum (rifacendosi in materia alla legge nazionale), poi ha pensato bene di introdurre altre due specie nell’elenco di quelle cacciabili: l’allodola e la ghiandaia! Il motivo? Boh! Neanche la giustificazione: “controllo della popolazione” pare avere un senso… .
La mia proposta, che non scontenterebbe né cacciatori né animalisti né cittadini, è semplicissima: perché non cacciamo i politici? Sono in numero sempre crescente e stanno creando dei danni al territorio incalcolabili: altroché cinghiali, volpi, uccelli, camosci ecc… . In Valle poi, siamo alla Festa della caccia costata cara a tutti compresi coloro che l l’avversano. Anche da noi gli uccelli come la ghiandaia, fanno parte delle specie che i cacciatori dovrebbero monitorare per la salute dell’ambiente, ma chi credono di prendere in giro? Rollandin addirittura afferma che si dovrebbe insegnare a scuola il valore educativo di questo “sport”: uccidere educativo?! Alle prossime elezioni vediamo di cacciarli questi politici, strani animali che causano, loro sì, gravi danni a tutti (o quasi) noi.

La trasparenza della pietra

11 gennaio 2010

Anche in Valle d’Aosta, con il tradizionale ritardo, sono stati pubblicati sul sito internet della regione Valle d’Aosta, gli stipendi dei dirigenti. L’hanno chiamata “Opération Trasparence”. Noi di Patuasia news siamo andati a confrontare lo stesso tipo di trasparenza con la Regione Piemonte, la Provincia di Torino e la Città di Torino e abbiamo scoperto che il vetro valdostano è assai opaco, come se fosse sporco. Infatti, se in Piemonte vengono pubblicate le varie voci che compongono uno stipendio lordo annuale come: Trattamento fondamentale e Stipendio tabellare che corrispondono allo stipendio base; Trattamento accessorio e Retribuzione di posizione che corrispondono all’effettivo ruolo svolto dal dirigente; Retribuzione di risultato e Altri incentivi che si sommano alle due cifre precedenti e che più o meno sono il 20/30 per cento dello stipendio base e che vengono elargiti dopo un’analisi dei risultati ottenuti, da noi si pubblica una voce sola: stipendio annuale lordo. Non sappiamo, se in questa voce siano inclusi gli extra come le indennità di francese e gli incentivi che influiscono significativamente sulla retribuzione. Dunque chiediamo: i 113 mila euro di Luigi Malfa, solo per citare il più ricco, sono 113.000 o cosa?

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La vergogna più alta d’Italia!

28 dicembre 2009

Ma che cazzo vuoi che me ne freghi della spiritualità della montagna!

Un’inaugurazione che sarebbe quasi passata inosservata, se non ci fosse stata una valanga a travolgere tre  sciatori. Le tragedie, si sa, attirano più i media dei tagli dei nastri e questa ha rivelato l’ennesima vergogna che ammanta le nostre montagne. Diciotto milioni di euro sono stati spesi totalmente dalla Regione autonoma Valle d’Aosta per finanziare un nuovo mostro: il Funifor Passo dei Salati-Indren. Un impianto targato Monterosa Ski che partirà dai  2970 metri dal Passo dei Salati per raggiungere, in cinque minuti, i 3275 metri del ghiacciaio di Indren. La Società è euforica: con i soldi nostri farà felice molti spericolati sciatori che potranno “raggiungere il paradiso di neve fresca nel cuore del Monte Rosa, perla selvaggia del Monterosa Ski“. Non ci sono piste battute, il paradiso è riservato ai freeride, gli appassionati del fuori-pista. L’impianto (due cabine di 60 posti l’una), segue un tracciato tutto valdostano perché il Piemonte aveva detto no al progetto per motivi di impatto ambientale. Il 14 aprile 2006, il Presidente della Commissione centrale di tutela dell’ambiente montano del CAI, il dottor Giorgio Maresi, firmava un documento indirizzato al competente ufficio della regione Valle d’Aosta in cui spiegava le ragioni dettagliate di un simile rifiuto. Oltre al rischio di valanghe e al pericolo geologico, il dottor Simone Guidetti, dell’Ufficio Tecnico Ambiente, ricordava che l’ipotesi di ampliamento degli impianti da sci, proposta dalla Monterosa SpA, andava in direzione opposta alle politiche di sviluppo sostenibile del territorio montano definite dalla Convenzione delle Alpi, sottoscritta dall’Italia, e auspicate dalla Comunità Europea. Senza il partner piemontese la Valle d’Aosta è andata avanti da sola, fregandosene bellamente dei pareri autorevoli dell’Arpa Piemonte, del Corpo forestale dello Stato, del CAI e soprattutto del fatto che il paesaggio violato fa parte di un SIC (sito di importanza comunitaria), istituito specificatamente per la salvaguardia degli ambienti glacio-nivali delle pareti sud del Monte Rosa. In un SIC è vietata ogni nuova edificazione e ogni trasformazione del territorio, come sia stato possibile aggirare simili norme dovremmo chiederlo ad Aurelio Marguerettaz che questa sera, in occasione della consueta conferenza stampa di fine anno, si è complimentato pubblicamente dell’opera appena inaugurata. Proprio lui, l’assessore regionale al Turismo, che solo questa estate blaterava contro l’immagine consumistica della montagna, contro l’idea di un luna park alpino privo di valori e spiritualità!  E che cos’è questa funivia, se non un monumento al disprezzo del vero alpinismo? Disprezzo che si estende alle associazioni ambientaliste e alpinistiche che non sono mai state interpellate: è questa la trasparenza di cui si sono riempiti la bocca i diversi assessori regionali in questa sera di fine anno? La funivia funzionerà per coloro che praticano il fuori-pista: è facile prevedere quindi un’utenza ridotta, tale da non portare una sufficiente reddittività all’impianto da eludere gli inevitabili debiti di esercizio. Altro debito annunciato che si somma a quello del Casinò e che si sommerà a quello del futuro aeroporto.

L’allegra brigata, questa sera a Palazzo regionale, ha sfoggiato il solito ottimismo e la consueta bonomia delle frasi fatte. Ma bastava guardarli in faccia per capire: hanno volti eloquenti.

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