Due notizie: la prima, la patetica ri-francesizzazione dei quartieri Dora e Cogne da parte della giunta du maire Brun Jourdain.
Non è solo ridicola , ma tragica. Perchè? La seconda notizia, emersa dal certosino lavoro di Albert Bertin della commissione regionale Antimafia, è la seguente: la famiglia Nirta, condannata anche in Appello per traffico trans-nazionale di droga con la Colombia, da tempo si è fatta interprete, presso il parroco del quartiere Dora, della richiesta di una festa dedicata alla madonna di Polsi. Dicono offrendo pure una statua.
Non si tratta di fedeli qualunque: il ramo valdostano è imparentato con la cosca dei Nirta-Strangio di San Luca, protagonisti, fin dal 1991, di una sanguinosa faida contro i Pelle-Vottari. Dopo una breve sosta la faida riprende nel 2006 con l’uccisione di Maria Strangio, moglie di Giovanni Nirta, e con la strage di Duisburg il 5 agosto 2007 ( 6 morti). Anche gli allievi carabinieri di Moncalieri sanno quanto affermato dal volume “Atlante della mafie”, Rubbettino editore, a pag 217: “gli ndranghetisti……da più di un secolo eleggono durante la festa di Polsi (a settembre) il loro capo annuale. In più di un secolo la Chiesa non si è mai accorta di quanto avveniva”? Speriamo che la Chiesa valdostana sia meno miope (e complice…) di quella calabrese. La morale della storia? La patetica “kulture” identitaria dell’Union ha abbassato le difese civiche della Valle verso la penetrazione ‘ndranghetista e malavitosa. Si limita a a negare il fenomeno non avendo gli strumenti culturali per individuarlo.
Né forse l’interesse elettorale di farlo… Come quei coglioni di leghisti lombardi: mentre loro si pascevano di dialetto, cassouela e corna celtiche, la ‘ndrangheta si è insediata in tutto l’hinterland milanese (Buccinasco docet), sotto il loro naso.
E le istituzioni valdostane? Fanno filologia romanza con le targhe dei quartieri e corsi di dialetto montagnardo. Sulla religiosità mafiosa consiglierei un libro: Isaia Sales, i preti ed i mafiosi, Baldini & Castoldi. Più utile dell’occitano. (roberto mancini)
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In odore di santità
27 gennaio 2013Francese a tutti i costi!
26 gennaio 2013Iris Morandi, consigliera Alpe nel Comune di Aosta è donna intelligente. Per anni presidente del Comité des traditions valdotaines sa coniugare l’amore verso le tradizioni con il buon senso. La nuova denominazione in francese dei quartieri Cogne e Dora la lascia di sasso: “… se l’idea di fondo del riordino dei toponimi è culturale, Quartier-de-la-Doire non è mai esistito e mi sembra bizzarro che si francesizzi un toponimo nato italiano. È una forzatura non necessaria” (La Stampa). Già una forzatura ridicola che ricorda le altrettante forzature ridicole del fascismo. Mi stupisce che il PD abbia votato a favore della francesizzazione dei due quartieri operai storici dove hanno vissuto centinaia di veneti, toscani, piemontesi e calabresi: il francese che ci azzecca?
Piccolo Particolare
28 luglio 2010Piccolo particolare: i fratelli Giuseppe e Domenico Nirta, accusati insieme ai nipoti, Franco e Roberto Di Donato, di traffico internazionale di droga, sono cresciuti al quartiere Dora in Aosta. Provate a indovinare a chi hanno dato il loro preziosissimo voto.
Tutti a casa!
21 gennaio 2010Dare una risposta alla richiesta di abitazioni in città. E’ con questo obiettivo che il Comune di Aosta ha dato la stura alla nuova speculazione edilizia (Loro preferiscono il verbo riqualificare !) che consuma tutto ciò che resta del territorio urbano. E’ notorio che i progetti privati, appena approvati dalla nostra lungimirante amministrazione, possano risolvere il problema di chi cerca la prima casa. Il condominio (otto piani fuori terra) di viale Federico Chabod, infatti ha tutte le caratteristiche per soddisfare le esigenze delle fasce più deboli della società; è certo che il costo al metro quadro degli appartamenti sarà adeguato al loro basso reddito. Un Comune santo, santissimo il nostro! Novantuno gli alloggi che sommati ai cinquantasei, in via di costruzione al quartiere Dora, fanno centoquarantasette per altrettanti nuclei familiari. Se poi vogliamo aggiungere i numerosi condomini costruiti negli ultimi anni sul territorio comunale superiamo il migliaio e la POPOLAZIONE NON CRESCE! E il Centro Storico è vuoto! Dunque che razza di politica è stata fatta finora? Quali sono gli interessi veri che muovono le strategie del Comune? Non quelli della Città turistica (dal Teatro romano al posto del Grand Combin svetterà un condominio!), non quelli della città ecologica (costruire in periferia significa usare l’auto per recarsi in centro), non quelli della città solidale (i costi degli immobili sono proibitivi, mutuo regionale incluso), ancora una volta gli interessi restano soprattutto quelli degli impresari, degli speculatori e dei politici!
L’unico modo per riqualificare la città è quello di mandarli a casa! TUTTI!
Sotto il segno del mattone
5 settembre 2009Finché c’è un prato c’è speranza… per gli speculatori. Pare che ci sia un’area che Gilles Clément definirebbe terzo paesaggio, nella zona che separa lo stabilimento Cogne dal quartiere Dora dove è spuntata, come un fungo, la proposta di un PUD privato per un insediamento residenziale di 90 appartamenti. La zona ha numerose criticità che sono state ben evidenziate sia da parte della Cogne Acciai Speciali sia dagli uffici regionali (il parere del Comitato tecnico è obbligatorio, ma non vincolante) e non si tratta di sciocchezze. Anche un cretino arriva a pensare che costruire residenze nelle immediate vicinanze di uno stabilimento siderurgico, può causare qualche problemino legato alla sicurezza e alla salute. E’ come campeggiare sulle rive di un torrente: può andare bene per anni poi la natura si fa “assassina”. In questo caso c’è un’industria (impianto ad alto rischio, secondo la direttiva Seveso) che utilizza, per il decapaggio, un agente inquinante qual’è l’acido fluoridrico. Sta di fatto che Vallée d’Aoste Structure, cioè un arto di Mamma Regione, a fronte di queste rilevazioni, ha aderito, seppur non economicamente, al progetto. Quindi, da una parte il Comitato tecnico, cioè un dito di Mamma Regione, espone parere negativo, dall’altra si favorisce l’impresa privata alla faccia della salute degli ignari futuri proprietari. Si chiama far girare l’economia e qui da noi si tratta di far girare soprattutto quella legata all’edilizia. Chissà perché?
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