Posted tagged ‘Quartiere Cogne’
Intervallo2
29 dicembre 2014Aosta è morta, ciao!
7 ottobre 2014Fra sette mesi, più o meno, ci saranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Aosta, la domanda che pongo non è quindi così in anticipo. Cosa ha fatto la Giunta del programma che avrebbe dovuto rivoluzionare la città? L’ha messo nel cassetto! E, per un certo verso, è stato un bene, per il resto è il nulla a parte un costoso quanto orribile e obsoleto sito del Comune. Quello che contraddistingue l’intera legislatura è la candidatura di Aosta a Capitale europea della Cultura per il 2019. In quella sgangherata proposta si riassume tutta l’incompentenza, il provincialismo, l’ignoranza e l’arroganza che hanno gestito il capoluogo in questi ultimi anni. Per essere corretti, questa Giunta capitanata dal sindaco Bruno Giordano, condensa in sé tutta la pochezza intellettuale che il Palazzo comunale ha ospitato negli ultimi venti anni e pure prima non brillava. Cosa ha imparato Aosta dalla gestione di questo suo ultimo condottiero? Che valore ha portato sul territorio e che esempio ha dato? Come ha affrontato la crisi e con quali progetti di sviluppo? Come ha utilizzato il suo patrimonio storico e culturale? E che tipo di turismo ha voluto implementare? Quale identità cittadina è stata riscoperta e quali i valori condivisi e ritrovati? Domande impegnative a cui questa Giunta sa rispondere con un’unica sintetica risposta: BOH! (altro…)
La grande bruttezza 8
28 settembre 2014Con gli orti la gente scendeva da casa e comunicava. Ora non lo fa più, certo la televisione ha dato il suo contributo all’isolamento, ma io sono certa che se gli orti fossero rimasti a testimoniare un passato di buona urbanizzazione, conservando la loro utilità di collante sociale, oggi gli abitanti sarebbero ancora lì, a piantare insalata e fagiolini… e le tensioni sarebbero meno forti.
La grande bruttezza 7
28 settembre 2014L’assessore Follien è particolamente attento alla salute dei suoi concittadini: taglia gli alberi perché teme che questi possano cadere sulla testa di qualcuno. Grande sensibilità. Però non abbassa mai la testa e non vede che i pericoli più presenti non stanno fra le chione, ma fra i sassi. La pavimentazione del quartiere Cogne è a onde. Spesso le mattonelle escono dal loro alveo e creano simpatici scalini non sempre visibili, cadere è un attimo. Rompersi un piede un attimo dopo. Chiedo a Follien: quante denunce registra il Comune per cadute di questo tipo? E quante altre per rami che cadono sulla testa? Sono certa che le prime sono assai più numerose, quindi il buon senso gli consiglierebbe di investire i soldi là dove avvengono più danni.
La grande bruttezza 5
27 settembre 2014Lungo questa via c’era una bella fila di tigli da ambo i lati, la strada era più bella e l’ombra aiutava a sopportare la calura estiva. Oggi gli alberi sono stati abbattuti, guardate che desolazione è rimasta. Fortuna che nell’altro lato i tigli sono stati sostituiti.
La grande bruttezza 4
26 settembre 2014
I tigli rimasti sono potati con brutalità. Una metodologia che facilita le malattie e l’insorgere di funghi, meglio così… poi hanno la scusa per abbatterli. Al Comune gli alberi ci stanno sui coglioni.
Nel Quartiere Cogne i tigli avevano un ruolo molto importante: davano ombra e ossigeno e rendevano belle le strade. Poi ci fu il restauro degli immobili e degli spazi e molti di essi furono tagliati per dare luogo ai parcheggi che non danno ombra, non danno ossigeno e non rendono belle le strade. Sui tigli i bambini si facevano le capanne, tra le auto in sosta oggi i ragazzi si fumano le canne. I tempi cambiano, ma perché in peggio?
La grande bruttezza 3
25 settembre 2014La grande bruttezza 2
25 settembre 2014Il Quartiere Cogne è di proprietà del Comune di Aosta, voluto così da un’amministrazione ignorante e incapace di vedere il futuro. Oggi avrebbe potuto essere un esempio di urbanizzazione storica da inserire nei dépliants turistici. Un quartiere residenziale con gli orti quanti ne sono rimasti? Pochi. Dunque, sarebbe stato il fiore all’occhiello di un passato industriale. Un passato estremamente importante per la storia di Aosta. Cosa è rimasto? Questa desolazione.
La grande bruttezza!
24 settembre 2014C’era una volta un quartiere, esempio di urbanizzazione sociale. C’erano le case e gli orti e i negozi. La scuola e la chiesa. Stava lontano dalla città per meglio controllare gli operai e la loro rabbia. Stava anche lontano dalla fabbrica, ma c’erano le biciclette e tutti avevano una bicicletta. Un paese ordinato. Un modello di architettura popolare che aiutava chi lo viveva a sentirsi parte di una comunità. Il quartiere aveva un’identità chiara e definita. Diviso per gerarchie sociali, rappresentava la fabbrica. Oggi rappresenta solo il degrado di una società priva di una qualsiasi identificazione. Gli orti sono stati sostituiti dai parcheggi, i tigli abbattuti. San Giuseppe, patrono dei lavoratori, sepolto e abbandonato. La società cambia, ma sta agli uomini controllarne il cambiamento, fornire un indirizzo, una direzione del vivere. Nessun modello ha sostituito quello precedente. Se nell’urbanizzazione dei primi del ‘900 c’era un progetto attento alle necessità degli abitanti: gli orti per permettere agli operai ex contadini una valvola di sfogo, oggi si è soltanto cercato di risolvere il problema abitativo senza pensare alle conseguenze che determinate scelte potessero avere sulla vita dei condomini. Il risultato è questa desolazione. L’assenza di una condivisione comunitaria di un territorio.
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