Ci chiede lacrime e sangue da donare subito, ma la Casta non è disposta a nessun sacrificio. Questo non è bello. Questo non è giusto. E siamo stanchi di mantenere legioni di parassiti capaci solo di mandare in malora il nostro Paese. Siamo stanchi, sì! Adesso sappiamo che la Camera assicura un rimborso sanitario privato ai 630 onorevoli compresi i loro familiari. Nel 2010 deputati e parenti hanno speso circa 10 milioni di euro fra spese odontoiatriche, ricoveri e interventi in cliniche private, fisioterapia, psicoterapia, ecc ecc… . A noi tagliano sull’assistenza sanitaria e sociale alla casta rimborsano anche i massaggi!
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Digressione 28
19 luglio 2011Questione di soldi (5° parte)
20 settembre 2010Sono diciotto anni che percepiamo dallo Stato il regalino che ha sostituito l’Iva da importazione. La cifra iniziale fu di 435 miliardi di lire, pas mal! Cifra che è stata sempre rivalutata in base al tasso di inflazione. A farne le spese sono stati il resto degli italiani. Eh, già! Nel 1992 le casse dello Stato erano messe maluccio, così maluccio che fu necessario ricorrere a nuove imposte: qualcuno deve pur pagare i privilegi degli altri, perché, cari signori, se vogliamo vedere le cose come stanno al di fuori delle solite manfrine pubblicitarie dell’UV, di PRIVILEGIO si tratta. Non si capisce, infatti, perché dovremmo percepire dei diritti doganali quando le dogane non ci sono più! E la Storia in tutto questo non c’entra un tubo! Conosciamo la risposta politica di chi ha gestito il malloppo da trent’anni: ma noi abbiamo molte competenze sul libro paga! Vero. Dopo l’ennesima valutazione negativa sull’anomalia valdostana, questa volta da parte del Governo Ciampi che propose una riduzione del 50%, si aprì una trattativa con l’allora Presidente della Giunta, Dino Viérin per scongiurare il fatidico taglio. Fu così che la Regione si assunse l’onere della finanza locale, delle pensioni di invalidità, dei servizi antincendio, della manutenzione di quattro strade regionali. Ma i soldi avanzati da quelle spese furono di molto maggiori rispetto al taglio previsto. Così la Regione continuò a trastullarsi nel mare di soldi, allungando le sue manone su nuove aree di competenza. La Grande Sorella continuò a ingrassare. E i suoi occhi a diventare sempre più grandi. (fine quinta puntata)
A questo punto, credo che la vostra curiosità sia stata titillata abbastanza, è quindi per me doveroso menzionare il libro da cui traggo le sante informazioni. Un libro importante. Un libro scomodo. Un libro che non piace alla casta. Un libro che documenta la verità. Si tratta del terzo volume sulla Storia della Valle d’Aosta contemporanea, scritto dallo storico Elio Riccarand. Se volete saperne di più, se volete conoscere le pieghe rimosse della nostra Storia vera, scevra dalla pesante retorica di regime, questo libro fa per voi. Buona lettura! Io continuerò ancora con qualche puntata, per permettere anche ai più pigri, a chi ha poco tempo, di conoscere quello che ci riguarda da così vicino.
Questione di soldi (3° parte)
16 settembre 2010Dunque, noi valdostani viviamo di rendita. Il nostro territorio non è capace di produrre ricchezza. Siamo una Regione parassita, insieme a quelle del sud Italia, con la differenza che il nostro reddito pro capite è molto più del doppio. Non è un caso che siamo visti di malocchio: gli altri pagano per noi e noi non diamo in cambio nulla, neppure la bellezza. Neppure il buon esempio di saggia amministrazione. Anzi, l’abbondanza di denaro ha indotto un sistema feudale-mafioso di controllo pressoché totale dell’economia e dell’elettorato. Insomma il denaro ci ha fatto regredire, anche moralmente. In questo mondo, sempre più competitivo che necessita di intelligenza, di capacità, di inventiva, noi siamo diventati sempre più pigri, stanchi, vecchi. Abbisognamo di cinture difensive per mantenere inalterato l’apatico e per alcuni remunerativo, status quo. Di qui il frequente richiamo propagandistico all’autonomia! Uno status che ci dà poco, ma in cambio non ci chiede molto. Sopportiamo i furti, ormai sotto agli occhi di tutti, l’arroganza, il paternalismo. Ma peggio di tutto, sopportiamo di vivere ampiamente al di sotto delle nostre potenzialità economiche. Ditemi dov’è l’eccellenza in una regione grande come un quartiere di Torino e che porta a casa un consuntivo (2009) di 1.500 milioni di euro!
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