Assistere impotenti al saccheggio della Storia fa male. Vero dolore fisico. Una botta in testa che stordisce e fa soffrire. L’ignoranza barbara dei terroristi non si ferma davanti alle vite umane e all’identità di un popolo (compreso il loro) che è fatta appunto di Storia. Quante volte abbiamo detto e sentito che il passato è fondamentale per capire il presente e preparare il futuro? Tantissime volte. Quasi una cantilena che rischia di diventare noia, eppure è così: l’insieme di ieri è la Storia di oggi. Cancellare la Storia significa ricominciare senza bagaglio: il passato non serve perché non c’è niente da capire. Non si deve capire, ma subire. E questa affermazione che racchiude in sé una politica ben precisa, la troviamo anche qui, nella civilissima società occidentale. Anche in Valle d’Aosta. La scarsa cura complessiva verso i Beni culturali, l’atto vandalico perpretato contro la Porta Pretoria ed eseguito dal terrorismo istituzionale locale, hanno ucciso pezzi della nostra Storia e quindi della nostra identità. Sembra esagerato ciò che scrivo, ma se fate attenzione non è così paradossale. Si tratta di modalità differenti e meno gravi in quanto è possibile porvi rimedio, ma il risultato finale non è poi così diverso. (altro…)
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Terrorismo internazionale e terrorismo istituzionale!
27 febbraio 2015L’identità di essere una merda!
30 gennaio 2015
Qui si tenevano i concerti della veillà, c’erano i banchetti e le scale addossate alle mura… questo luogo era il cuore delle Fiera!
Questo era il cuore della Fiera di sant’Orso. Un cuore che pulsava vivo tra le pietre, oggi è una vuota arteria. Bell’intervento vero? E poi mi vengono a parlare di identità, della sua salvaguardia. Quella piazzetta era nostra, era la nostra vita, la nostra città! Svuotata dagli affari, dai favori… che non hanno colorazioni, ma un’unica tinta: quella della merda! Grazie Laurent Viérin per la Restitution, grazie Roberto Domaine, la puzza ci mancava!
Stop ai mattoni! Sì alle pietre!
26 novembre 2014Dunque… la Sovrintendenza ai Beni Culturali altera un’area cittadina, la piazza delle Armi, con un intervento che ne modifica la vivibilità, umiliando un importante monumento romano, la Porta Pretoria, per mostrare al pubblico due metri quadri di basolato e una fornace del seicento e non interviene con forza per la difesa di quello che sembra un rilevante sito archeologico come quello scoperto durante gli scavi per il nuovo ospedale? Ehi, ma stiamo scherzando? E la vocazione turistica? E le nostre radici? Per fortuna che ai tempi del prof Robert Berton, Rollandin portava ancora il pannolino, altrimenti con cavolo che vivremmo nella città di oggi! I mega progetti dell’ingegnere Binel che prevedevano l’abbattimento dell’intero centro storico in cambio di palazzoni di tipo sovietico, avrebbero trovato il consenso che fortunatamente non c’è stato (anche a causa di una scarsità di denaro). Dobbiamo sperare che l’Europa non ci dia un becco per salvare la Porta romana e sperare che il Ministero dei Beni culturali metta lo stop ai lavori dell’ospedale. Quanti turisti correranno per usufruire del grande complesso antico nelle cantine del nuovo Parini?
Picioni e regaloni!
11 settembre 2014
Per sostituire le griglie con pannelli trasparenti (si paga due per avere uno) si aspetterà la copertura del monumento e poi per sostituire tale copertura si provvederà a installare una cupola di vetro che coprirà l’intera città e poi per sotituire la cupola si…
La Sottointendenza ai Beni culturali, in merito al “restauro” della Porta Pretoria, ha fatto finalmente autocritica! È il guano la principale causa del degrado di monumenti ed edifici pubblici! Si tratta di cacca molto aggressiva che rovina le pietre storiche, le altera, le viola. Cacca particolarmente dannosa in quanto stravolge i monumenti originari con protesi inutili e impattanti. Se, secondo Gaetano De Gattis, direttore responsabile dei lavori, il guano dei piccioni “devasta un pochettino la puddinga con cui è costruita la Porta ” la cacca di cui parliamo è invece molto più dannosa e devasta un casino! E’ una lotta contro i picioni e i loro “regaloni”! Se vogliamo prevenire qualunque danno a lungo termine dobbiamo cambiare questa classe dirigente, sperare che l’Europa non ci conceda altri finanziamenti per completare il disastro con una copertura e che lo Stato metta becco in questa autonomia che serve solo per garantire gli affari a una casta politica e parentale.
Il senso che fa senso!
7 settembre 2014
Installazione artistica creata in occasione del Bimillenario della morte dell’imperatore Augusto! Gli artisti: Roberto Domaine insieme a Gaetano De Gattis e all’onnipresente Luigi Monteleone.
Una cosa che non riesco a capire… hanno coperto con sacchi di sabbia alcune pietre (perlopiù avanzi di fondamenta del settecento) per proteggerle, ma da cosa? Dalla pioggia? Dalla neve? Dal vento? Ma quelle pietre nei secoli dei secoli non hanno sopportato gli stessi agenti esterni come le loro sorelle più preziose organizzate in assetto di Porta di Augusta Praetoria? Dunque perché non seppellire in colate di sabbia lo stesso monumento? E il Teatro romano e l’Arco d’Augusto? Che logica spinge tanta stupidità? Chi c’è dietro agli spingitori? Spingitori di spingitori chi siete? A noi resta il buco, la plastica che svolazza, la polvere, la monnezza! Evviva il Bimillenario di Ottaviano Augusto!
Grazie Union!
4 agosto 2014A parte il fatto che è geniale smontare una Mostra Concorso di artigianato di tradizione la domenica, giorno di festa e di riposo dove si immagina che la gente abbia più tempo libero per andare in giro, altrettanto geniale è installarvi una foto della fiera di sant’Orso nel luogo che ormai è diventato altro: La Porta Pretoria. Già, quei rastrelli e quelle scale appoggiate alle antiche mura romane creavano una poesia e un senso di identità che non ci sarà più. Grazie Union valdotaine!
Domandona
13 luglio 2014Quando alla medesima conferenza stampa (Bimillenario morte di Augusto) accennai ai Fondi europei, la nuova assessora alla Cultura si esibì in una serie di simpatiche smorfie. I muscoli facciali della Rini volevano, in modo poco istituzionale, comunicarci che quei Fondi sono così fondi che è facile perdersi e magari anche restarci secchi. Dunque dunque…, noi abbiamo una plastica verde che serve a proteggere dei sacchi di sabbia che servono a proteggere quattro fondamenta di case del settecento, una fornace tra le tante e un metro quadrato di basolato romano (lo stesso che si trova nel tunnel tecnologico a meno che non l’abbiano rimosso), quel prato sintetico e quella potenziale spiaggia dovrebbero essere rimossi dopo l’intervento di copertura della Porta Pretoria, intervento che eviterebbe all’acqua piovana di bagnare le storiche pietre cosa che peraltro ha fatto per centinaia d’anni. Ma se le smorfie assessorili avessero ragione e cioè fosse così difficile e tortuoso accedere ai finanziamenti europei (che hanno però permesso di compiere lo scempio), perché non rimuovere la trincea? Se è stato impossibile chiederli per il Bimillenario figuriamoci per una copertura antistorica che demolirebbe il senso del monumento (che è di proprietà dell’umanità intera non solo nostro). O la suggestiva e sintetica area verde è facente parte del “restauro” e della resa monumentale dell’ingresso di Augusta Pretoria?
Ancora una chance?
17 giugno 2014Il fare e disfare in Valle d’Aosta ha il suo lato positivo che sta nel verbo rifare. Realizzata una schifezza resta la speranza che venga prima o poi distrutta per dare nuova linfa appaltatrice agli amici. “Fare girare l’economia”, si diceva fino a poco tempo fa. Così è per la vituperata piazza Severino Caveri che, si spera, sarà altra cosa, rispetto a quella spianata di pietre. Anche se dal progetto poco si riesce a intuire. Chissà dunque che anche la Porta Pretoria non abbia questa chance? Non possa recuperare la sua valenza urbanistica oltre che architettonica. La piazza medievale, luogo di relazioni, di incontri, di suggestioni… della cui perdita qualcuno dovrà pur portare una responsabilità. Già, perché la città non è monumenti isolati fra loro, questi sono intrecciati indissolubilmente con la storia che trasforma e crea e trasforma. Non tenerne conto è uccidere la città intesa come spazio di collettività. L’attuale monumento romano non è più niente: non è quello che è stato ai tempi di Augusto e non è quello che è stato dopo incluso l’oggi. E’ morto. Chiuso in un sacrario di ferro e cemento, neanche buono per una fotografia che non può rivelare la sua monumentalità monca. C’è una presa di distanza fra i cittadini e il loro monumento di eccellenza, lo stesso che ospitava la fiera di sant’Orso, le corali, i musicisti di strada, ma anche semplici pedoni che si fermavano a chiacchierare, a mangiare un gelato; oggi tutto questo che è poi la vita, è stato precluso. La Porta Pretoria è diventata solo una scocciatura da attraversare in fretta. Cloaca massima per rifiuti vari. Possibile riaverla fra noi?
Cartolina
9 aprile 2015Nel sito turistico della Regione Valle d’Aosta l’immagine riportata della Porta Pretoria è quella di un tempo con tanto di piazzetta delle Armi. Allora i punti sono due: o il sito non è aggiornato ed è grave perché offre un’informazione sbagliata di un monumento, o anche le istituzioni si vergognano di mostrare ai turisti qualcosa che di cartolina ha ben poco.
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