
... vai via via via...
Certo è che il Rettore dell’Università della Valle d’Aosta è un tipo assai suscettibile. Pietro Passerin d’Entrèves mal sopporta qualsiasi tipo di critica, soprattutto quella che riguarda i numeri. Secondo un calcolo nazionale che vede un calo di iscrizioni in tutta la Penisola, anche nell’università valdostana il malessere verso una laurea senza sbocchi si fa sentire eccome. Una volta laureati tutti i dipendenti regionali e comunali e una volta che l’ultimo psicologo si troverà a preparare un coctail dietro il bancone di un bar, chi si iscriverà più in questo Ateneo del piffero? La casalinga di Voghera? Sì perché nemmeno l’immigrato è così stolto da iscriversi a Scienze della Formazione o a Psicologia: se barista deve diventare tanto vale farlo subito no? Che la cultura non si costruisce nel chiuso di una stanzetta pittata di beige. Nonostante la stupidità imperante nella scelta dei corsi, si sta avviando il mega progetto del campus universitario: le iscrizioni scendono e gli appalti salgono. Una procedura perfettamente coerente con la gestione sprecona delle risorse. Il chissenefrega di quello-che-succederà-dopo è la linea di sviluppo locale. Non accenno agli esempi perché sono troppi e noti. Settemilioni e mezzo di euro ci costa questa Università dove gli iscritti sono 1297 di cui 1038 valdostani. Quanti di questi arriveranno al traguardo considerato che, come numero di laureati, siamo negli ultimi posti della classifica nazionale? Ha ragione il Passerin d’Entrèves: i calcoli non tornano.
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