Erano sereni e avevano ragione: tutti assolti! Il fatto non sussiste! Però che buffo, nelle inchieste di malaffare girano sempre gli stessi nomi che poi finiscono sempre a tarallucci e vino. Le sentenze non si discutono, però è difficile crederci, diventa sempre più difficile. La zona grigia è ampia… che vomito!
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Tutti assolti!
24 novembre 2014Giorgio, Giacomo e Giuseppe!
13 novembre 2014Cosa dice l’avvocato difensore dell’imprenditore Tropiano riguardo alla faccenda “Parcheggio Mont Blanc”: «Se l’appalto per il tunnel di collegamento tra i parcheggi fosse stato assegnato a un’altra ditta, oggi non ci sarebbe ancora il parcheggio Nord e quindi i lavori per l’ampliamento dell’Ospedale sarebbero fermi. Inoltre il parcheggio Nord è stato consegnato nei tempi previsti e senza aumenti esponenziali tipici degli appalti pubblici». (La Stampa.it). Insomma secondo l’avvocato dal momento che i lavori sono stati conclusi nei tempi previsti allora tutto va bene! E chissenefrega, se è saltata la solita procedura che prevede una gara d’appalto, anzi meglio che non ci sia stata, altrimenti non avremmo il meraviglioso parcheggio costato il doppio del suo valore di mercato, ma non basta! Sempre secondo il brillante azzeccagarbugli noi dovremmo ringraziare l’imprenditore assistito dai santi Giorgio e Giacomo, per la puntualità della consegna così da ovviarci dall’onere degli aumenti in caso di ritardo. Che sia benedetto!
Il Prefetto Perfetto!
13 settembre 2014La criminalità tiene sotto scacco la città e i dintorni, sfida le Forze dell’Ordine… e il Prefetto che fa? Si guarda la lanugine raccolta nell’ombelico? Più che lanugine si tratterebbe di lana di roccia visto che, in veste di Presidente della Giunta, il nostro ha subito un rinvio a giudizio da parte della procura nell’inchiesta sull’ampliamento dell’Ospedale regionale Umberto Parini. A tenergli compagnia con le varie accuse di concorso in abuso d’ufficio e turbativa d’asta, l’ingegnere Serafino Pallu, conosciutissimo nelle cronache locali, l’imprenditore Giuseppe Tropiano, altro vip di faccende valdostane, l’amministratore unico Coup srl Paolo Giunti, Biagio De Risi, Matteo Gregorini, Alessandro De Checchi. Come può un Prefetto occuparsi di ladruncoli quando è impastoiato in vicende giudiziarie non ancora risolte? Questa del Prefetto-anche-Presidente-della-Giunta è un’anomalia tutta valdostana che deve essere assolutamente risolta.
Cilecca!
12 gennaio 2014Siamo quattro gatti, ma il traffico del nostro capoluogo è quello di una metropoli. Non c’è dubbio che la gestione della viabilità ad Aosta non sia da prendere ad esempio per essere esportabile altrove (Europa?). Da quando c’è il parcheggio pluripiano, acquistato dalla Regione a peso d’oro e soggetto di inchieste giudiziarie, il casino intorno allì’ospedale pare raddoppiato. Molti cercano una sosta alternativa, magari meno cara e più comoda, infatti i posti auto coperti non sono mai al completo, al massimo arrivano alla metà di quelli disponibili. Provate a pensare a quando inizieranno i lavori per il nuovo ospedale, a come sarà la viabilità della zona già ora vistosamente compromessa. All’inquinamento atmosferico e sonoro a cui saranno sottoposti gli abitanti del quartiere e i degenti dell’ospedale. Al disordine delle auto in cerca di un parcheggio e alle strade impraticabili. Non c’è che dire, anche questa volta i nostri amministratori hanno fatto cilecca, così come per l’aeroporto, il parco archeologico, la Porta Pretoria, la segnaletica, il sito internet…
Ma quanto mi costi!
9 agosto 2013Riceviamo dalla signora Elisa Nicoletta e volentieri pubblichiamo.
Cara Patuasia, ti scrivo perché oggi sono stata una delle prime ”fortunate” a poter parcheggiare nel nuovissimo, extratecnologico, coloratissimo parcheggio multipiano costruito per l’Ospedale Umberto Parini. Il parcheggio in sé è molto bello, i posti auto sono aumentati e ci sono dei pratici indicatori colorati per segnalare agli utenti che i singoli parcheggi sono liberi. Ma ho due commenti a caldo da fare, che mi piacerebbe inoltrarti e porre alla tua attenzione e a quella degli utenti del tuo blog.
Il primo: la distanza dall’ospedale. Contando che molti utenti sono persone anziane con scarsa autonomia motoria, il parcheggio è ancora più distante di prima rispetto all’entrata dell’ospedale, e per giunta pure difficile da raggiungere: il passaggio dall’ex parcheggio, ora riservato agli addetti USL, è delimitato da jersey di cemento e catene varie, che vanno praticamente scavalcate. Ho visto persone fermarsi davanti all’ospedale con l’automobile per far camminare meno i propri parenti anziani, ma diventa un rischio considerato che si fermano davanti all’entrata delle ambulanze.
Il secondo: il costo del parcheggio. In questi giorni mia madre è stata operata e ovviamente sono stata con lei durante la degenza, e ho parcheggiato nel nuovo parcheggio stamattina per un totale di 7 ore. Costo totale: 8 euro. 8 EURO!!!!! Ieri, nel ”vecchio” parcheggio, ho posteggiato alle ore 11 e ho ritirato l’automobile alle 20, per un totale di 5,50 euro. E ci sono stata due ore in più. Di tutte le persone che oggi ho incontrato e che hanno usato il parcheggio come me, ho notato che tutti si lamentavano degli alti costi. Considerato che è un parcheggio quasi obbligato, credo che la scelta del costo sia una bella furbata, visto e considerato che il parcheggio, oltre tutto, non è nemmeno custodito. Ma stiamo scherzando? L’aumento dei costi è stata una scelta obbligata per ammortizzare i 16,2 milioni di euro spesi per costruire quest’impresa faraonica? Prima che mi venga rinfacciato, vorrei però sottolineare che almeno nelle fasce notturne i costi si abbassano a 0,20 euro all’ora (chi infatti deve passare la notte con parenti malati, almeno non si ritrova la sorpresa rispetto a tutti gli altri).
Sono un pò scocciata da questa situazione. Nel dubbio la prossima volta che dovrò andare all’ospedale mi faccio due passi a piedi, e parcheggio da qualche altra parte.
Il passo del gambero
9 agosto 2013Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Parcheggio la mia auto alle 10.57 nel nuovo parcheggio dell’ospedale, un cartello mi segnala una possibile uscita pedonale su viale Gran San Bernardo…..ed ecco che mi ritrovo IN UN CANTIERE APERTO (al pubblico…!) Torno alla mia auto, esco dopo poco e con mia sorpresa (non troppa veramente!!) pago ben un euro. Rifletto un poco…. sai alle volte il tempo passa molto veloce ….certo non è passata un’ora. Chiedo agli addetti, molto cortesi, che mi spiegano che non conviene entrare a cavallo del cambio da un’ora all’altra (esempio 10.57 con uscita 11.05) perché per pochi minuti pagherò SEMPRE la tariffa intera di un euro (corrispondente alla tariffa di un’ora). Mi viene da pensare che ciò sia fatto apposta per rubarci anche gli ultimi spiccioli dalla tasca. In centro io pago il parcheggio in frazioni di cinque minuti, come è possibile che QUI AD AOSTA OGNI VOLTA CHE SI FA QUALCOSA DI NUOVO SI DEBBA FARLO CAMMINANDO ALL’INDIETRO?
Rollandin din din
28 luglio 2013Rollandin, lo abbiamo letto, ha ricevuto la richiesta di rinvio a giudizio perché accusato di abuso di ufficio e turbativa d’asta insieme all’imprenditore Giuseppe Tropiano, all’amministratore unico della Coup srl, Paolo Giunti, ai professionisti Serafino Pallu, Alessando De Cecchi, Biagio De Risi e Matteo Gregorini. La questione è nota e riguarda l’acquisto del parcheggio pluripiano nell’ex residence mont Blanc. Altrettanto nota è la sicurezza che ostenta il Presidente della Giunta che non trova nulla da eccepire nel rinvio a giudizio, considerato una conseguenza fisiologica del precedente avviso di garanzia. Forse, Rollandin, nell’eccessiva sicurezza, gonfiatasi a dismisura da anni di italico berlusconismo, ha dimenticato che non è poi così normale che a capo di un esecutivo ci sia un condannato e che, nonostante la riabilitazione di ieri (perché un amministratore che ha commesso un reato può continuare a esercitare nel pubblico? Per un pedofilo che ha scontato la pena sarebbe possibile tornare a lavorare in un asilo?), sia perseguito oggi per la reiterazione presunta dei suoi reati. L’etichetta in vigore in tutto il mondo occidentale chiede le dimissioni in attesa di una risposta definita del Tribunale. L’arroganza tutta italiana se ne fa un baffo. E Rollandin din din è italianissimo.
Domandine semplici semplici
17 giugno 2013Maurizio Martin, presidente della Stella alpina dice che la notizia dell’avviso di garanzia a Rollandin giunge inaspettata e improvvisa. Possibile che un politico come lui non abbia mai nutrito dei dubbi o fattosi delle domande circa la faccenda che riguarda il parcheggio dell’ospedale? Se così fosse possibile che la Stella alpina affidi la presidenza a un politico così ingenuo e al di fuori di tutto? Già perché Patuasia qualcosa aveva subodorato da tempo. E il M5s aveva redatto un bel dossier già nel 2010 e l’Alpe aveva espresso forti dubbi e il Pd aveva intuito che qualcosa non era così trasparente. Possibile che solo la Stella alpina fosse all’oscuro di tutto e oggi dichiari la sua sorpresa quando tutti gli altri interpretano la cosa come un avviso annunciato? (E non sarà il solo.).
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!
12 giugno 2013Una domanda che mi faccio e alla quale non so dare risposta è la seguente: come mai la Regione ha redatto il provvedimento dirigenziale n. 678 in data 15 febbraio 2011, in cui si dichiara che la realizzazione del fabbricato con annesso parcheggio pubblico dell’ospedale, non è soggetto alla procedura di V.I.A (valutazione impatto ambientale)? Secondo il documento non sono stati segnalati impatti significativi sull’ambiente. Dobbiamo fidarci a scatola chiusa. Nessuno sa niente di quanto profondo si è realmente scavato, se si è trovato qualcosa … e cosa realmente significhi impatto ambientale. (Che il monossido di carbonio prodotto dalle auto non crei problemi nel luogo e a un passo dall’ospedale?). A noi, gente comune e lasciata nell’ignoranza, non resta che fidarci: dell’Ente territoriale competente del Comune, del Servizio geologico, della Direzione urbanistica, della Direzione Tutela beni paesaggistici e architettonici, della Direzione restauro e valorizzazione che hanno fatto le loro osservazioni, grazie alle quali è disposta la non assoggettabilità al V.I.A. Una fiducia che ci è difficile da accordare. Infatti non è che quello che circonda l’area dell’ex Residence Mont Blanc sia del tutto trasparente e fatto, come si dice nel linguaggo specifico, a regola d’arte.
La ‘ndrangheta made in VdA (9° puntata)
1 Maggio 2013Le motivazioni della sentenza Tempus venit demoliscono la tesi difensiva, secondo cui sia i Raso che i Tropiano sono mere vittime, estranei alla mentalità ndranghetista e intimoriti dalla richieste e minacce subìte. Così la dr.essa Bompieri:
“ La concezione che i Raso e invero gli stessi Tropiano hanno del proprio ruolo e della piega che le trattative possono prendere, si svela già il 30 luglio: investito a pieno titolo della funzione di mediatore con il compito di individuare gli estorsori e condurre le trattative, Michele Raso, appena identificato l’estorsore (nell’interrogatorio al Pm, Michele dirà che era stato suo fratello Salvatore, quello assassinato il 17 settembre 2011 a san Giorgio Morgeto in contrada Sant Eusebia, ad identificare Facchinieri, ndr) e ancor prima di incontrarlo per la prima volta, ricorda ai Tropiano che, in ogni caso, c’è “un codice” da rispettare. Più precisamente, riferisce la condivisione di questo codice a un non meglio definito “noi”.
Ecco l’intercettazione:
“ ……noi abbiamo un codice… su questo lavoro ti dico Romeo (un fratello Tropiano, ndr) a me devi dare … … sopra lo scavo ..… al getto me ne dai tanto …. se il lavoro e di 200 mila euro a me devi dare 10 mila euro …..”
Esprimendosi in questa maniera, che vuol dire Michele Raso? Quale risultato vuole ottenere da Romeo Tropiano? Ecco la conclusione della sentenza: “riconducendo questo codice ad un patrimonio comune e condiviso in un certo ambito e, ricordandolo ai Tropiano, rafforzando in loro il già esistente atteggiamento di possibile cedimento alle richieste estorsive, … immediatamente la preoccupazione di Romeo diventa l’individuazione del soggetto a cui consegnare il denaro.”
Ecco l’intercettazione:
Tropiano Romeo: “e a chi li diamo?”
Raso Michele: “solo lui lo sa… lui non vuole che si dice…”
E, alcuni giorni dopo, confidandosi con amici, Giuseppe Tropiano, certo del fatto che “è gente che conosciamo perchè non si vogliono far vedere capito?”, cercava di trovare una soluzione al dilemma relativo alle modalità attraverso cui effettuare il pagamento, in mancanza di incontri: “Se non si vogliono fare vedere come pensano di risolvere questa cosa … un milione di euro come te li do? Lascio delle tracce dappertutto…cosa ti faccio un bonifico?”
Prosegue la sentenza: “Due aspetti, che emergono dai dialoghi intercettati, meritano di essere evidenziati. La prima è già stata accennata: esiste, condivisa nell’ambiente comune ai RASO e ai TROPIANO, una sorta di ”regola” circa la spartizione di proventi di attività imprenditoriali. E’ significativo che, in una conversazione intercettata, parlando con Tropiano Giuseppe dell’omicidio di Raso Salvatore, un loro conoscente commentasse:
“ah si è … Peppe io per queste cose non mi dispiace tutti possiamo avere bisogno ma uno va civilmente e bussa penso che nessuno gli dice di no …ma no in questa maniera dai, poi pure pretese hai ? …”.
Insomma l’anonimo esprime disapprovazione non per l’omicidio, ma per il fatto che sia stato commesso mentre la “trattativa” gestita dai Raso era in corso. Insomma una semplice infrazione al galateo, all’etichetta. Conclude la sentenza: “ allora, ben si può affermare che i Tropiano, i Raso, e il loro ambiente percepivano la richiesta di partecipazione al profitto derivante dal lucroso affare dei primi, da parte di soggetti estranei all’affare stesso, allo stesso modo e, precisamente, come un fatto possibile;
la richiesta estorsiva non è accolta dai Tropiano e dai Raso con lo stupore intimorito di chi è colto di sorpresa da un fatto inaspettato, imprevisto e imprevedibile, dai contorni completamente sconosciuti, come in qualsiasi episodio estorsivo; i commenti e le valutazioni riguardano, piuttosto, il “come” la richiesta è avanzata e il “come” essa debba essere affrontata e gestita; la circostanza è ricondotta a qualcosa di “naturale” e, proprio per la sussistenza di certe regole e per l’evidente condivisione delle stesse tra i protagonisti, tutti concordano con il fatto che “ciò che è dovuto, è dovuto”: tanto che basta “chiederlo”. Sicché l’aspetto che, dopo l’omicidio di Raso Salvatore, un loro conoscente ritiene censurabile (ma lo stesso disappunto si evince anche dai dialoghi tra i fratello Tropiano, già a seguito dell’esplosione dei colpi a San Giorgio Morgeto) è la modalità attraverso cui la vicenda è stata portata avanti:
“uno va civilmente e bussa penso che nessuno gli dice di no …ma no in questa maniera dai”. (roberto mancini)
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