E c’è Regina Catambrone, una imprenditrice miliardaria, che ha deciso di spendere i suoi soldi per attrezzare una barca di salvataggio per i naufraghi nel Mediterraneo. Ne ha salvati quasi tremila, ma vuole fare di più. Esempio mirabile di un privato che va in soccorso dello Stato e delle sue inadempienze oltre che dei suoi limiti burocratici. Penso che questo esempio potrebbe essere preso in prestito da altri privati, na noi. La Regione ha detto no all’ospitalità di cinquanta profughi, senza polemizzare o scadere nella facile accusa, credo che sia più per cause oggettive chee non per cattiveria insita negli amministratori dei comuni valdostani. Dunque sarebbe bello che noi privati ci attivassimo per dare una mano. Quante case sfitte ci sono? Tante. Potrebbero essere messe a disposizione temporanea affinché le amministrazioni possano trovare una soluzione. Le quali potrebbero in cambio ridurre le tasse ai proprietari per il tempo concesso in uso. Per il cibo ci si potrebbe organizzare e raccogliere donazioni come è stato fatto in altre occasioni, insomma qualcosa ci si potrebbe inventare affinché l’immagine della Valle d’Aosta ricca e sprecona possa essere sostituita da una più nuova di Regione ospitale e solidale. Che dite? Farnetico?
Posted tagged ‘Ospitalità’
Voi che dite?
22 aprile 2015Il senso dell’ospitalità
11 gennaio 2015Copio e incollo dal profilo fb di Loris Biazzetti, giusto per informare sullo stato dell’accoglienza ad Aosta.
“Centro di Aosta, qualche mattina fa. Mio fratello Roberto e sua moglie Vilma entrano con la loro piccola ed educatissima cagnolina Mina nella graziosa caffetteria “Croix de Ville” di recente apertura. Si siedono ad un tavolo ordinando due caffè allo svogliato gestore che solo al momento di servirli si accorge con sdegnato disappunto della presenza dell’animale: “L’avessi visto prima non vi avrei fatti entrare”, sbotta stizzito, indicando ai due esterrefatti malcapitati l’apposito avviso – talmente diafano e trasparente da risultare pressoché invisibile – che sulla porta d’ingresso diffida i proprietari di cani dal mettere piede nel locale. Bevuti di malavoglia i caffè e pagato il conto in fretta e furia, Roby, Vilma e la loro amica pelosa guadagnano l’uscita del bar ben decisi a non tornarvi mai più. Inutile aggiungere che, da oggi, la “Caffetteria Croix de Ville” occupa un posto d’onore anche nella mia personale lista nera – nonché, spero, in quelle di tanti amici che mi leggono – dei locali aostani da cui stare rigorosamente alla larga…”.
Commenti recenti