Siamo quattro gatti, ma il traffico del nostro capoluogo è quello di una metropoli. Non c’è dubbio che la gestione della viabilità ad Aosta non sia da prendere ad esempio per essere esportabile altrove (Europa?). Da quando c’è il parcheggio pluripiano, acquistato dalla Regione a peso d’oro e soggetto di inchieste giudiziarie, il casino intorno allì’ospedale pare raddoppiato. Molti cercano una sosta alternativa, magari meno cara e più comoda, infatti i posti auto coperti non sono mai al completo, al massimo arrivano alla metà di quelli disponibili. Provate a pensare a quando inizieranno i lavori per il nuovo ospedale, a come sarà la viabilità della zona già ora vistosamente compromessa. All’inquinamento atmosferico e sonoro a cui saranno sottoposti gli abitanti del quartiere e i degenti dell’ospedale. Al disordine delle auto in cerca di un parcheggio e alle strade impraticabili. Non c’è che dire, anche questa volta i nostri amministratori hanno fatto cilecca, così come per l’aeroporto, il parco archeologico, la Porta Pretoria, la segnaletica, il sito internet…
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Cilecca!
12 gennaio 2014Anni da incubo!
4 febbraio 2013Rivoluzione al Parini. Grandi cambiamenti strutturali nell’ala est del vecchio ospedale: il reparto di Cardiologia salirà di un piano al suo posto verrà ospitato quello di Endoscopia. Spostamenti che continueranno per anni… e gli ammalati? Già, gli ammalati dovranno affrontare delle degenze da incubo, perché come potrebbero essere altrimenti quando ci saranno i lavori previsti? Ma qualcuno che pensa ai malati c’è? C’era e si era costituito in comitato: il Comitato per un ospedale nuovo, appunto, ma al referendun non si raggiunse il quorum sempre per quell’invito a non votare che pare sia diventato un diritto. Bene! Anzi no, male! Ci cuccheremo tutti i disagi che un cantiere potrà creare e lo faremo da sofferenti, da ammalati, da depressi, da impauriti, da persone deboli. Sopporteremo per anni la polvere e i rumori e l’avremo voluto noi (anzi voi che non avete votato!). Incapaci di usare il cervello quando è il momento giusto e farlo solo quando è ormai troppo tardi. Quando il problema ci tocca da vicino. E i costi intanto lievitano e alla domanda che Marika De Maria, la referente di Libera per la Valle d’Aosta, pone al presidente della Giunta, Augusto Rollandin su cosa pensa di fare dopo l’affaire Tropiano? Rollandin risponde secco: i lavori sono conclusi! Avete capito?
Unione Sovietica!
27 febbraio 2012Del come non si fa informazione e si alimenta la propaganda. Sull’ultimo numero del Peuple, in copertina campeggia la fotografia del ministro alla Sanità, Renato Balduzzi, con il presidente della Giunta, Augusto Rollandin. L’articolo verte sulla visita del ministro e sul nuovo progetto dell’ospedale: nessun commento è stato pubblicato. Per forza! Balduzzi dice chiaro e tondo che non è più il tempo delle cattedrali nel deserto e che i soldi a disposizione della Valle d’Aosta coprono una minima parte del costo complessivo. L’organo del regime, invece, con l’annotazione che Rollandin ha anche incontrato il primo ministro, Mario Monti, rafforza il concetto che l’Imperatore è avvezzo agli incontri con i vertici del potere, abitudine che basta e avanza per garantire la serietà propria e dei progetti che presenta. La demagogia, l’informazione manipolata, la propaganda volgare fanno del Peuple un giornale vecchio, roba da Unione Sovietica ai tempi di Breznev. Già, ma noi viviamo in Unione Sovietica!
Sanità di eccellenza!
20 gennaio 2012Un progetto dopo l’altro e la vita se ne va… già, molti di noi non avranno mai il piacere o la disgrazia, di usufruire di un ospedale nuovo, funzionale, silenzioso. Il referendum, non raggiungendo il quorum, ha bocciato l’ipotesi e così ora ci troviamo con un progetto di ampliamento già superato da uno nuovo che lo stravolge completamente: si ritorna al 1942. Quello che è stato costruito negli anni verrà raso al suolo per dare spazio a due nuove costruzioni. Rimarrà in piedi il corpo storico, lì i pazienti assisteranno in diretta alle demolizioni. Provate a immaginare lo scenario di ruspe, escavatori, gru… compreso di acustica: l’inferno di Dante risulterà una barzelletta. Il motivo per cui la Giunta regionale aveva respinto l’idea di un ospedale nuovo fuori dalla città era economico: perché sprecare soldi quando già ne sono stati versati in ristrutturazioni? Oggi questa tesi non sta più in piedi, come giustificheranno la nuova scelta i nostri amministratori?
Futuro prossimo!
14 aprile 2010Aosta ha di fronte a sé cinque progetti di sviluppo che costeranno tra i 600 e gli 800 milioni di euro! Proviamo a immaginare lo scenario che si presenterà nel prossimo futuro. A due passi dall’ospedale Parini un enorme cantiere: gru, scavatrici, martelli pneumatici, camion, tanta polvere e neppure sottile. Nuvole di terra, correnti di sabbia mista a cemento: viviamo in una città dove il vento spira rabbioso per lunghi mesi l’anno, rovineranno il nostro look, il nostro umore. Sentiremo il pulviscolo entrarci in gola, nel naso, negli occhi. Sarà utile una mascherina. Per quanto tempo? Se saremo fortunati per una decina di anni. E poi il rumore. Continuo. Assordante. Un poco più in là, verso est, un altro cantiere: il condominio di otto piani dell’ingegnere Pallu, dove la scena inevitabilmente si ripeterà. Poco più in là (Aosta è piccola), verso sud-ovest ancora un cantiere immenso: il nuovo campus universitario. Altre gru, altre scavatrici, altra polvere e rumore. Altri dieci lunghissimi anni. E poi, non dimentichiamo, ci saranno il teleriscaldamento e la conseguente metropolitana, senza contare che gli scavi archeologici continueranno… . Aosta sarà un’enorme voragine, un cantiere unico e devastante. E il traffico? Probabilmente verremo dotati di ali, perché non riesco a immaginare oltre lo scenario che mi si presenta davanti e per tanti anni. Dicono dieci, ma l’esperienza suggerisce che saranno molti di più. Un bambino diventerà un ragazzo, una donna matura si ritroverà anziana e chi deve ancora nascere probabilmente si iscriverà al liceo. Chi può andarsene è bene che lo faccia.
Querelle Peinetti
8 aprile 2010Riceviamo dalla CGIL (Jean-Pierre Guichardaz) e volentieri pubblichiamo.
Da un paio di settimane si legge sui giornali della querelle relativa alla Chirurgia Vascolare. Sulla vicenda ho cercato di dar conto del mio punto di vista e di quello della CGIL, denunciando a chiare lettere che un primario, così come un coordinatore o un qualsiasi altro operatore (assunto o precario che sia) non deve lavorare in un settore importante come quello della sanità perché amico di questo o di quel politico o di qualche uomo/donna influente. È un tema molto delicato di cui si sente tanto parlare anche qui nella nostra bella Vallée, ma che nessuno esplicitamente ha mai rimesso al giudizio dell’unica autorità competente a pronunciarsi, quella giudiziaria. Sul dottor Peinetti non ho nulla da dire, anche perché non lo conosco personalmente. Può darsi che sia stato vittima della sprovvedutezza di qualche politico/amministratore e che si sia trovato suo malgrado invischiato in questa vicenda dai contorni indefiniti. Se non ha nulla da nascondere, così come ha dichiarato serenamente ai media, non potrà che trovare beneficio da un’attenta e severa indagine dell’autorità giudizaria. È più che mai necessario togliere quel velo che rende la vicenda opaca e poco chiara, anche per mostrare alla gente che la stragrande maggioranza dei lavoratori della nostra Azienda si merita il posto che occupa, non per le sue conoscenze ma per le sue qualità e competenze.
Nomina noir!
7 aprile 2010Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
“La nomina del primario di Chirurgia Vascolare dell’Ospedale Umberto Parini di Aosta ha assunto, nelle ultime due settimane, i contorni di una vicenda ‘noir’, lasciando emergere un po’ alla volta aspetti inquietanti e portando a interrogarci sulle circostanze di questa anomala procedura.” Ha esordito così il capogruppo di ALPE, Robert Louvin, illustrando oggi, in Consiglio, l’interrogazione a risposta immediata incentrata sul concorso per il primariato di questo reparto.
“Se volessimo prendere la cosa con humour – ha aggiunto il consigliere – potremmo dire che tra le competenze dell’assessore tecnico sembra proprio rientrare il dono della divinazione e, fra i suoi strumenti di lavoro, la sfera di cristallo non può mancare. Come potevano essere già a conoscenza dell’Assessore alla Sanità, Albert Lanièce, gli esiti di una procedura di valutazione non ancora conclusa, e i cui documenti dovevano essere a termini di legge doverosamente e rigorosamente riservati? Ci siamo persi qualcosa negli sviluppi della legislazione o esiste ancora il segreto d’ufficio?”
La disapprovazione da parte del gruppo consiliare ALPE per l’operato della Giunta è totale, chiedendo, con questa iniziativa, di sapere “quali pressioni, e da parte di chi, siano state esercitate nei confronti del Direttore generale dell’USL della Valle d’Aosta”.
“Sono state violate le più elementari regole amministrative – ha evidenziato Louvin – L’Assessore ha tirato le fila della sanità non con sottili e invisibili fili, ma con vere e proprie funi da teleferica. Lo sdegno e la preoccupazione espressi dalla categoria medica sono più che giustificati. C’è forse una relazione fra il fatto che il candidato risultato vincitore abbia lasciato nel 2004 – provocando un vero e proprio ‘sciame di medici’ e una situazione di grave crisi nel nosocomio aostano denunciata allora dall’Assessore Fosson – lo stesso primariato dell’ospedale di Aosta, per assumere analogo incarico in una clinica privata, e che lo stesso sia stato successivamente candidato, con alte aspirazioni, alle elezioni regionali nel 2008 nelle fila della stessa Union Valdôtaine?”
Ovunque vai…
31 marzo 2010Già sabato 27 aprile La Vallée notizie, dava la seguente notizia: Flavio Peinetti vince il concorso per il posto di Primario nel reparto di chirurgia vascolare. A parte il fatto che non c’è stato nessun concorso (la valutazione si basa sui titoli), come poteva saperlo visto che ci sono sei candidature valide e la scelta spetta al direttore generale Usl, Stefania Riccardi che ancora non ha deciso? La risposta è scontata: lo ha deciso per lei chi tutto vede e a tutto provvede! I medici del reparto non sono stati a guardare, ma tramite il dottor Luciano Sblendorio, hanno inviato una lettera al Presidente della Regione, all’Assessore alla Sanità e al direttore generale Usl, in cui chiedono il rispetto dell’autonomia decisionale del direttore generale. Riuscirà Stefania a difendere la sua autonomia? Tutto dipende da quello a cui tiene di più: la libertà o la riconferma dell’incarico.
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